Pisignano: via Celletta zona antistante alla filiale Credito Cooperativa Romagnolo. [Narratore: breve introduzione storica. ] Narratore: Benvenuti a questa rievocazione storica del passaggio di Caio Giulio Cesare attraverso queste terre. Prima di iniziare la prima parte della rappresentazione, occorre fare un piccolo excursus storico per inquadrare gli avvenimenti che hanno portato Cesare qui da noi. A Caio Giulio Cesare alla fine del 59 a.C. viene assegnata per la <lex Vatinia> la Gallia Cisalpina a cui il Senato aggiunse anche la piccola Gallia Transalpina. Il 20 marzo del 58 parte per la Gallia. Dopo le vittorie sui Celti, Germani e Britanni Cesare, colmo di denaro, alla fine del mandato di 5 anni inviava molte ricchezze a Roma soprattutto a quanti erano in procinto di assumere nuovi incarichi. Lo storico Appiano riporta la presenza contemporanea di ben 120 portatori e che più di 200 senatori abbiano ringraziato, chiesto favori e denari … Ormai tutto si faceva tramite Cesare e vennero da lui in Gallia anche Pompeo e Crasso con i quali si decise di prorogare l’intesa del 60 a.C. e che poi verrà ratificata a Lucca nell’aprile del 56 come 1° triunvirato. Come previsto furono eletti consoli Crasso e Pompeo e venne anche rinnovato a Cesare l’incarico proconsolare in Gallia per altri 5 anni. All’inizio del settembre del 54 a.C. morì di parto Giulia figlia di Cesare divenuta moglie di Pompeo proprio per sancire il triunvirato; poco dopo morì anche il figlio nato da questa unione e si diffuse a Roma il timore di un imminente scontro fra le due fazioni. Il Senato e l’aristocrazia tendevano a favorire Pompeo che appariva più moderato. Dopo la morte di Crasso il Senato nominò nel 52 a.C. soltanto un console: Pompeo senza un collega, solo più tardi gli venne affiancato uno Scipione. Durante questa fase venne disposta la legge anticorruzione < Lex Pompeia de ambitu> secondo la quale, a richiesta, dovevano rendicontare tutti coloro che avevano avuto incarichi pubblici negli ultimi 20 anni. In pratica si processarono corrotti e corruttori alla presenza dell’esercito e talvolta dello stesso Pompeo. Ovviamente in molti dovevano temere questa legge e guardarsi da Pompeo. Tra questi sicuramente Cesare se fosse rientrato a Roma come privato cittadino alla scadenza del suo mandato nelle Gallie. Cesare cercò di farsi nominare console ma per coprire l’arco di tempo fra decadenza proconsolare (1° marzo 49 a.C.) e il nuovo eventuale incarico 1 consolare (1° gennaio 48 a.C.) aveva bisogno di una piccola proroga magari per una sola provincia. Prima della fine dell’incarico nella Gallia Cesare non poteva presentare la candidatura alle elezioni consolari senza essere personalmente presente: lo vietava la legge. Questo era l’intreccio nella contesa per il potere su Roma! Cesare cercò di prendere tempo in collaborazione dell’indebitato (si dice pagando10 milioni di sesterzi) tribuno della plebe Curione il quale fece la spola fra Rimini-Ravenna e Roma impiegando una settimana, 3 giorni per l’andata e altrettanti per il ritorno. Non venne concessa la proroga richiesta e il 7 gennaio del 49 fu nominato il successore proconsolare di Cesare che quindi risultò decaduto e ci fu la proposta di dichiararlo <nemico pubblico> se non avesse lasciato l’incarico entro il 1° marzo. Curione ed i due tribuni (di parte cesariana) Antonio e Cassio furono costretti a fuggire da Roma rifugiandosi da Cesare che li incontrerà dopo i necessari 3 giorni di viaggio. Nel frattempo Cesare si stava muovendo da Ravenna verso Rimini, oltre il confine del Rubicone, ma rischiò di non arrivare perché si trovava in una di quelle località (come riporta il Prof. Barry Strauss - citando Svetonio – nel suo ultimo libro “La morte di Cesare”, pag. 342) “nei pressi di Cesena, comprese in quello che era il reticolo viario di epoca romana, dove – chi può saperlo? – potrebbe trovarsi il luogo in cui Cesare si perse la notte prima del passaggio del Rubicone”. Quale luogo, nella provincia di Cesare ma anche vicinissimo all’Italia, poteva avere tutte queste caratteristiche? E’ una semplice ipotesi che si coniuga con l’inspiegabilità del cambio di percorso e della segretezza con cui Cesare ha preparato il misterioso trasferimento da Ravenna a Rimini. Cesare aveva appena perso il suo luogotenente Labieno, passato con Pompeo (o si era infiltrato nell’esercito di Pompeo come suggerisce lo scrittore Andrea Frediani in visita la scorsa estate qui, in bici, nella nostra centuriazione) e temeva che qualcosa di simile potesse essere accaduto anche fra le fila della XIII^ legione. La XIII^ era la sola legione di cui Cesare poteva disporre e si trovava nel campo invernale di Ravenna, forse in una zona più alta verso Campiano. Erano state allertate ed erano in movimento altre due o tre legioni. Ma ancora erano lontane e non c’era più tempo! 2