sintesi residenze collettive

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Apparato informativo sulla residenza collettiva Appunti
del Corso Moore
DEFINIZIONI Residenza collettiva, raccolta di dati informativi tratti da varie
fonti
E' la funzione dell'abitare, sia in modo permanente che temporaneo che si
svolgono occasionalmente o permanentemente nell'ambito di unità immobiliari
residenziali. Rientrano nella funzione abitativa le residenze collettive (monasteri,
convivenze con depositi, box, bricolage, giardinaggio, orti, lavanderie,
attrezzature private sportive non aperte al pubblico, ecc.).
Sono compresi: ostelli della gioventù, dormitori per turisti, alloggi per gruppi,
case per gli anziani, case dello studente e dormitori scolastici, alloggi di vacanza
per dipendenti e alberghi per lavoratori, ed altre strutture simili che sono gestite
da un'amministrazione unica, hanno un interesse sociale e sono spesso
sovvenzionate.
[Comprende la classe NACE 55.21 Ostelli della gioventù e rifugi di montagna
ed in parte la classe 55.23 Altri tipi di alloggio n.c.a. (che comprende tutte le
altre strutture ricettive ad eccezione di alberghi, campeggi e ostelli della
gioventù). Comprende la sottocategoria CPA 55.21.10 Servizi di ostelli della
gioventù e rifugi di montagna ed in parte la sottocategoria 55.23.15 Altri servizi
di alloggio per brevi soggiorni n.c.a.].
Tipologie residenziali tradizionali
Classe tipologica generale
Nell’ambito degli edifici residenziali, possono essere individuate tre classi
tipologiche:
residenze
unifamiliari,
residenze
plurifamiliari
e
residenze/convivenze. Ciascuna di tali classi è ulteriormente articolata in tipi
edilizi.
Spazio abitativo elementare
Le residenze plurifamiliari sono porzioni di spazio più ampio destinate a ospitare
lo svolgimento di una funzione residenziale (camera, cucina, bagno ecc.).
alloggio
È la più piccola struttura abitativa, ottenuta come insieme contiguo di spazi
abitativi elementari. In relazione alla dimensione, possono essere distinti diversi
tagli dell’alloggio (a partire da una superficie minima di 30/35 mq). Sono
residenze plurifamiliari anche quelle composte da camere con bagno e servizi
in comune che formano le residenze per studenti e anziani.
modulo tipologico elementare
È costituito dall’insieme contiguo del numero minimo di alloggi o camere e dei
relativi spazi di distribuzione (ad es. corpi scala) necessari a configurare
un’unità funzionale autonoma.
organismo abitativo
L'organismo abitativo è costituito dall’insieme contiguo di più moduli tipologici
elementari, configurandosi spesso come edificio compatto. - La larghezza del
fronte in relazione alla profondità del corpo di fabbrica determina in genere la
distribuzione interna degli spazi (ferma restando la preferenza per
l’orientamento est-ovest): a un fronte stretto (tra 3,00 e 5,40 m) corrisponde uno
schema distributivo a corpo quadruplo (stanza-scala-servizi-stanza) con affacci
riservati alle stanze e servizi ciechi; a un fronte medio (tra 5,40 e 7,20 m)
corrisponde uno schema distributivo a corpo triplo (stanza-scala+servizi-stanza)
ancora con affacci riservati alle stanze e servizi ciechi; a un fronte largo (oltre
7,20 m) corrisponde uno schema distributivo più libero, che consente di
riservare affacci sia alle stanze che ai servizi. - Nel caso di fronte di larghezza
superiore a 7,20 m è in genere da preferire l’orientamento nord-sud (stanze a
sud, servizi a nord). rapporto con il contesto urbano
La tipologia è caratteristica di insediamenti con media/alta densità edificatoria,
pur mantenendo livelli di privacy paragonabili a quelli dell’abitazione unifamiliare.
Tutti gli alloggi sono a contatto con degli spazi verdi di pertinenza dell'edificio;
tutti gli alloggi dispongono inoltre di un accesso indipendente dal connettivo.
Il rapporto con il contesto urbano è funzione del tipo di trama edilizia realizzata
dall’insediamento, che a sua volta dipende da una serie di fattori quali il numero
dei servizi presenti, la forma e la dimensione e destinazione degli organismi
abitativi circostanti, l’entità del verde pubblico e delle attrezzature, la posizione
dei parcheggi, la separazione della viabilità pedonale da quella carrabile,
insieme alla presenza di un contesto relativamente pianeggiante.
Indicazioni normative: RESIDENZE PER ANZIANI
RESIDENZE PER ANZIANI E COHOUSING (in Italia)
Numerosi i riferimenti normativi, con differenziazioni regionali e di finalità:
delle RSA;
Romagna relative alle
modalità abitative;
-22-23/2001 e 24/2002 relativo a nuove forme abitative
(alloggio 35 mq comunque <95 mq, areazione trasversale, ventilazione naturale
dei servizi igienici, spazi di soggiorno con affaccio su luoghi animati, adattabilità
degli alloggi, spazio privato esterno come loggia o simile. Alloggi come luoghi
che favoriscono la socializzazione, l'attenzione alla piantumazione e
all’accessibilità).
Obiettivi: mantenimento dell’anziano nel proprio alloggio e nella zona di origine,
miglioramento delle condizioni abitative.
CLASSIFICAZIONI
In funzione dei servizi erogati:
-sanitarie (case protette, RSA, Centri diurni).
-assistenziali (case di riposo, residenze e appartamenti protetti,
comunità alloggio, gruppo appartamento).
In funzione della tipologia e del rapporto di vicinato:
residenze o appartamenti protetti, comunità alloggio, gruppo appartamento).
-residenziali (centri diurni, centri sociali, day hospital).
Relativamente al corso- Casa di riposo: autosufficienti che per scelta
conducono una vita comunitaria. Spazi comuni (ambulatori,cucina, guardaroba
ecc.), servizi (parrucchiere, barbiere, estetista ecc.). Camere multiple (1-3 letti)
con servizi igienici dedicati, spazi comuni circa 8 mq/ospite.
Appartamento protetto (ma anche comunità alloggio e alloggi con servizi):
anziani autosufficienti che vivono assieme in piccole unità abitative
(appartamenti) raggruppate in un medesimo edificio o in un’area ristretta in
vicinanze di altri servizi esterni.
Centro diurno: presidi semiresidenziali che fornisce assistenza integrativa alla
vita domestica finalizzato alla socializzazione degli individui (c. 10 mq/persona).
Centro sociale: luogo di incontri e socializzazione non destinato a soli anziani.
Cohousing: vedi schema successivo
RESIDENZE COLLETTIVE
Possibile classificazione:
1. residenza multifamiliare di grande estensione con servizi collettivi nell’area
dove sorge l’abitazione. In Svezia queste soluzioni vennero chiamate service
blocks o integrated service centers e in esse erano presenti centri prescolastici,
lavanderie, servizi di cibo preparato, reception con vari servizi,ecc.
2. Unità abitative collettive, con una cucina centrale comune e altre attrezzature
presenti nell’edificio connesse con i singoli appartamenti. Questo tipo è
suddiviso in tre categorie:
a. Residenze collettive classiche, basate su servizi gestiti da personale sempre
presente il cui compito è quello di ridurre ai residenti il peso e il numero di lavori
domestici.
b. Piccole residenze collettive (det lilla kollektivehuset) basate sul lavoro
comune e per questo definite anche self-work model, costituite da una unità di
circa 6/10 fino a 50 appartamenti.
I residenti si prendono cura della preparazione del cibo e di altri compiti con
impegno comune.
c. Service housing (servicehus) per anziani combinato con unità abitative
collettive per tutti, dove le attrezzature comuni sono adoperate dalle varie
categorie di residenti.
3. Residenze collettive per categorie specifiche di utenti quali persone anziane,
studenti, persone con disfunzioni, ecc.
4. Danish cohousing (bofællesskab) dove un gruppo di persone avviano e
pianificano collettivamente la propria residenza di gruppo e dove le connessioni
interne all’edificio non sono prerogativa, spesso con attrezzature comuni oltre
alla cucina. Questo tipo di residenza – di origine danese – è generalmente a un
piano e nasce dalla compartecipazione degli abitanti al fine di generare un forte
senso comunitario; il tipo svedese invece mira principalmente ad alleviare il
carico di lavoro domestico ai residenti.
5. Housing communes, dove più di quattro persone (non imparentate), vivono e
mangiano assieme,solitamente in un’unica grande unità-famiglia. In genere
sono realizzate in grandi residenze unifamiliari o grandi appartamenti.
6. Production communes: gruppi di persone (non imparentate) lavorano e
vivono assieme, producendo beni di consumo ed eventualmente
commercializzando il frutto del loro lavoro.
7. Senior co-housing: dette 55+, accolgono individui di età superiore ai 55 anni
in buona salute e senza figli da accudire.
CARATTERISTICHE SPAZIALI E DIMENSIONALI DELLA TIPOLOGIA
“PICCOLA”.
esidenti ottimale, tra i 15 e i 50, single o in coppia.
stanze, piccolo balcone.
Libertà di scelta distributivo/dimensionale in fase di progettazione.
-25% della superficie totale, il più
possibile dislocati al piano terra. Circa 6-900 mq.
(capace di accogliere tutti i residenti assieme, indicativamente ≥80 mq) e
soggiorno (c. 45 mq, possibilmente ampliabili); in aggiunta sala attrezzata con
telaio per tessitura, lavanderia, laboratorio di falegnameria, deposito biciclette,
deposito rifiuti e compostaggio, serra, sauna, bagno, laboratorio fotografico,
palestra, piscina, magazzino, cantine private, ufficio, locale multiuso, alloggi per
ospiti ecc.
e relative implicazioni tecnologiche, tipologiche, compositive,
distributive.
POSSIBILI LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE DI RESIDENZE PER
ANZIANI
1. Complesso edilizio
concentrazione in aree separate.
prossimità negozi e servizi, quali uffici postali, trasporti pubblici, attività culturali,
ecc.
nto a uso
foresteria, in modo da risolvere il problema dell’ospitalità al di fuori del singolo
alloggio.
degli alloggi.
ione all’orientamento
dell’edificio.
consente di ottenere ambiti più o meno privati, corti e patii e facilita gli scambi
interpersonali.
2. Spazi esterni
o esterno e prevedere sempre un’area facilmente
accessibile, con attrezzature di uso e frequentazione collettive (barbecue,
sedute, campo di bocce, ecc.) da parte di varie categorie
di utenti. Porre attenzione alle protezioni e ai luoghi di sosta.
Indicazioni normative: RESIDENZE PER ANZIANI
per la protezione dal vento.
accessibile, illuminarlo e proteggerlo dagli agenti atmosferici.
3. Interni
in funzione della presenza di
una badante.
ma possono essere trasformati in luogo di sosta e di incontro, spazi di
“transizione” fra pubblico e privato.
e del tipo all’“olandese” e finestre all’ingresso
dell’abitazione conferiscono un maggior senso di relazione e di sicurezza.
netta di almeno 80 cm.
ti almeno una finestra dalla quale potere
osservare l’esterno anche da seduti, preferibilmente orientata verso luoghi
animati.
tale da consentirne l’uso da
parte di anziani e disabili.
3.1. Cucina
esigenze dell’utente.
stessa
altezza del piano di lavoro ne facilita l’uso.
3.2. Camera da letto
accessibile anche da un utente su sedia a ruote.
bagliamento e con una
finestra che consenta la visione dell’esterno anche da letto.
riservatezza, è meglio evitare l’accesso diretto dal bagno.
3.3. Bagno
ipo antiscivolo.
senza piatto con superficie ruvida. Dovrà essere dotata di sedile ribaltabile e
maniglione.
one di bidet
e wc (con doccetta) sospesi.
3.4. Balconi, logge e verande
inferiore ai 150 cm (così da consentirne l’accessibilità anche a una sedia a
ruote) e comunque tale da potervi collocare un tavolo con sedie.
-window chiudendo il balcone con infissi
amovibili, permettendo così l’uso di questi spazi anche in inverno.
no.
3.5. Scale e ascensori
asse, rampe brevi e rettilinee. Evitare gradini a “piede
d’oca”.
che ne rendano ben visibile i gradini. Evitare fenomeni di abbagliamento dovuti
a finestre e sorgenti di luce concentrate frontali rispetto al senso di marcia.
Indicazioni normative: RESIDENZE PER ANZIANI
3.6. Illuminazione
nti di
abbagliamento: gli anziani necessitano di una intensità luminosa maggiore
rispetto alle altre persone.
campanelli, cassette delle lettere e percorsi pedonali.
3.7. Riscaldamento e ventilazione
parete, a pavimento o a soffitto), così da evitare corpi contundenti e ridurre al
minimo il movimento di aria secca e polvere ambientale.
3.8. Ambienti e servizi comuni
esterni al complesso residenziale, favorisce i fenomeni aggregativi di vicinato.
ambiente comune pluriuso,
possibilmente interno al complesso residenziale. Esso dovrebbe essere dotato
di un servizio igienico, un ripostiglio e possibilmente una piccola cucina.
destinati a specifiche funzioni e ben attrezzati.
contemporaneamente. Assicurarsi la facile accessibilità e la corretta
illuminazione. Garantire la presenza di un locale contiguo per la consumazione
collettiva dei pasti.
soggiorno e di lettura. Per quest’ultima è bene prestare attenzione
all’orientamento, così da garantire una corretta illuminazione.
teca richiede scarsa manutenzione e può facilmente essere
accessibile anche da parte di utenti esterni. È preferibile che gli scaffali non
siano posizionati troppo in alto e che siano ben illuminati.
re musica:
dovrebbe poter accogliere tutti i residenti del complesso abitativo e,
possibilmente, anche esterni a esso.
esso praticabili in ogni stagione, sia per il gradito tepore che si genera
nell’ambiente.
sforzo, persino riabilitative.
L’alto grado di manutenzione che essa comporta richiede la presenza di un
servizio di gestione da parte di personale esterno.
anche per altre funzioni come il ballo, le riunioni ecc.
-da-te e piccole riparazioni) aumenta il livello di
autonomia degli anziani e del complesso abitativo. Può essere accompagnato
da un altro laboratorio per attività di svago come la fotografia, il cucito, ecc.
ere
numerose attività educative.
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