GEORGE GROSZ
George Grosz (1893-1959), nato in Germania, studia inizialmente i maestri antichi, poi inizia ad usare lo
stile della caricatura. Quando va a Parigi ed entra in contatto con le avanguardie del tempo ( cubismo,
futurismo, espressionismo e dadaismo, il suo stile subisce un processo di progressiva semplificazione delle
forme. Dai disegni caricaturali passa al movimento della Nuova oggettività. Nei disegni e nelle litografie di
questo periodo, si riflette l’immensa tragedia del dopoguerra tedesco. Essi illustrano persone misere,
ubriachi, assassini, soldati feriti, con una violenta componente di critica sociale nei confronti della spietata
avidità dei ceti dirigenti e di volgari uomini d’affari, nascosta sotto la maschera della rispettabilità. I suoi
disegni, molti dei quali a inchiostro e acquerello, hanno contribuito notevolmente all'mmagine che molti
hanno della Germania degli anni Venti. Nel 1933, con l’avvento del nazismo, Grosz fu considerato un artista
degenerato e per questo motivo lasciò la Germania per insegnare a New York.
"I pilastri della società" o "Le colonne della società"
Nei “Pilastri della societá” George Grosz evidenzia tutta la sua vena satirica cogliendo, con un’analisi
spietata, le figure che meglio rappresentano il potere nella societá: due politici borghesi, un giornalista, un
prete e dei soldati. Grosz trasforma cosí i volti dei personaggi in ghigni mostruosi che sembrano provenire
da un incubo. Il militante in primo piano, con un boccale di birra in mano e il simbolo della svastica sulla
cravatta, agguanta una spada e le sue idee bellicose fuoriescono dalla scatola cranica concretizzandosi in un
cavaliere armato; il politico alle sue spalle, il cui aspetto grasso e flaccido tradisce il suo egoismo, ha un
cumulo di escrementi al posto del cervello; il giornalista, che scrive ancora con una penna con la piuma ad
indicare il suo conservatorismo, ha un vaso da notte al posto del cappello; il prete, con naso e orecchie
rosse da ubriacone, sembra felice della situazione che sta vivendo; infine i soldati sullo sfondo portano
morte e distruzione. Grosz usa l’arma della pittura per criticare la situazione politico sociale della Germania
nazista, una pittura brutale quanto i tempi che stava vivendo.