LA FINE DELLA GUERRA
1943-1945
PERCORSO A: LE VIE DELLA SALVEZZA VERSO LA SVIZZERA
I pannelli raccontano le vicende che videro protagonisti civili e religiosi
nell’assistenza ai perseguitati dai nazifascisti in cerca di rifugio in Svizzera.
L’itinerario ripercorre le tappe delle vie del contrabbando che, dalla riva del
lago attraverso i sentieri di montagna, condussero verso la libertà militari
alleati fuggiti dai campi di prigionia, ebrei, soldati italiani sbandati e renitenti
alla leva.
Gruppo folcloristico
della Val Cavargna
PERCORSO B: I PERCORSI PARTIGIANI TRA I DUE LAGHI
Molte delle vicende si snodarono attorno al monte Galbiga, base dei gruppi
partigiani operanti fra il lago di Como e di Lugano. I numerosi valichi di confine
assicurarono i collegamenti con gli agenti alleati e con l’organizzazione
resistenziale a Lugano e a Campione d’Italia. L’offensiva partigiana culminò
nel tentato assalto alle residenze ministeriali in Tremezzina che costò gravi
perdite di uomini. I successivi rastrellamenti fascisti dispersero le formazioni e
molti partigiani si rifugiarono in Svizzera nell’ultimo tragico inverno di guerra.
archivio
Franco Giannantoni
PERCORSO C: I PERCORSI PARTIGIANI IN ALTO LAGO
Dal settembre 1943 le montagne dell’alto lago ospitarono militari sfuggiti alla
cattura dei tedeschi e giovani renitenti locali. Piccole formazioni, assistite dagli
antifascisti nei paesi, furono attive sino alla fine della guerra. Il 26 aprile 1945
l’uccisione di quattro partigiani in Valle Albano provocò la fermata insurrezionale
dell’acciaieria Falck di Dongo e il corteo funebre di lavoratori e cittadini che
sfidò le Brigate Nere nel giorno della Liberazione. L’intero paese si mobilitò il
mattino successivo all’annuncio dell’arrivo di una colonna tedesca.
G. Bianchi,
“Antifascismo e Resistenza nel Comasco”
PERCORSO D: LE ULTIME ORE DI MUSSOLINI
Il 25 aprile 1945, Mussolini, dopo aver rifiutato le trattative di resa con il
Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, lasciò Milano e prese la via del
lago. Dopo una sosta a Menaggio e Grandola, si unì con i suoi fedelissimi ad
una colonna militare tedesca in ritirata verso i passi alpini che venne fermata
da un posto di blocco partigiano fra Musso e Dongo. I pannelli ripercorrono gli
eventi che portarono alla cattura e alla fucilazione del duce e dei gerarchi il 28
aprile 1945.
archivio Enrico Levrini
Vai alla mappa