La gestione RM in condizioni di sicurezza CONOSCERE e VALUTARE • Caratteristiche dell’impianto • Effetti sanitari sulle persone • Guasti o malfunzionamenti dei dispositivi di allarme e sicurezza o delle apparecchiature medicali all’interno del sito FONTI DI RISCHIO SEMPRE PRESENTI • Campo magnetico statico (B0) • Liquidi criogenici (He) PRESENTI SOLO DURANTE L’ESECUZIONE DELL’ESAME • Campi magnetici variabili nel tempo (dB/dt) generati dai gradienti • Campi e.m. a RF campo magnetico statico gradienti di campo operatori RISCHIO campo RF pazienti visitatori ambiente liquidi criogenici INTERAZIONE 1 Tesla = 10000 gauss B0 e tessuti biologici • Effetti elettrodinamici ed magnetoidrodinamici ( B0 induce correnti elettrolitiche – ioniche - che determinano alterazione nella propagazione dei potenziali di azione in SNC e nervi periferici) Esempi: effetti neuromuscolari ed effetti cardiaci • Interazioni a livello atomico ed elettronico (Alterazione reazioni biochimiche con trasferimento di carica, non osservati per campi 5T < B0 < 20T) Situazioni particolari • Paziente con pacemaker o defibrillatori • Paziente gravida • Paziente con protesi • Altri… Gli unici rischi reali per pz sottoposti ad esami RM e connessi a B0 sono dovuti alla presenza dispositivi elettronici impiantati (possibili interferenze per campi > 0,5 mT) e/o a corpi ferromagnetici estranei presenti nel corpo del pz. INTERAZIONE campi magnetici variabili e tessuti biologici • effetti sanitari a BREVE TERMINE, connessi a brevi esposizioni e a elevate intensità di campo • effetti di stimolazione dei tessuti muscolari e nervosi elettricamente eccitabili da parte delle correnti indotte, effetti a soglia e prevalenti alle basse frequenze • effetti termici connessi al riscaldamento dei tessuti da parte dell’energia e.m. convertita in calore, prevalenti alle alte frequenze (effetto Joule prodotto dalle correnti indotte) • effetti sanitari a LUNGO TERMINE, connessi a esposizioni prolungate a bassi livelli di campo NB: la stimolazione del sistema nervoso periferico è utilizzata come parametro fisiologico di sicurezza perché il non superamento della sua soglia protegge anche dalla fibrillazione ventricolare INTERAZIONE (dB/dt ) e tessuti biologici • Produzione di campi elettrici indotti e correnti indotte nei tessuti conduttivi Dipende da (dB/dt) e dalla conducibilità elettrica dei tessuti. INTERAZIONE campi e.m. e tessuti biologici Effetti biologici associati al riscaldamento dei tessuti Affinché la temperatura dei tessuti aumenti significativamente, il calore generato per assorbimento di energia e.m. deve essere tale da non riuscire ad essere smaltito dal sistema. Carico termico totale del corpo RATEO DI ASSORBIMENTO SPECIFICO MEDIO SAR Il SAR è la grandezza dosimetrica più appropriata in relazione agli effetti termici connessi all’assorbimento dell’energia e.m. nei tessuti. L’unità di misura è (W/kg). Il calcolo del SAR è molto complesso dato che dipende da molti fattori (frequenza, intensità, forma d’onda e polarizzazione del campo RF), nonché dalle caratteristi elettriche del tessuto e dalla configurazione geometrica della regione anatomica interessata. Studi sperimentali su animali hanno mostrato effetti sul comportamento per SAR > 4 W/kg. Questo valore di SAR corrisponde ad un aumento della temperatura corporea dell’uomo non superiore a 1°C, innalzamento ben tollerato da un adulto. L’aumento della temperatura dipende da: • SAR • sistema di termoregolazione • condizioni ambientali (temperatura, umidità, ventilazione) • stato fisiologico. Limiti di esposizione per il paziente campi magnetici variabili nel tempo valori di dB/dt < 6T/s campi RF : per t > 30 min ∆T < 0,5°C SAR < 1 W/kg per 15 < t < 30 min SAR < (30/t(min)) W/kg per t < 15 min SAR < 2 W/kg 2010 Recepite dal Decreto Legislativo n.81, 9 aprile 2008 In materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro Limiti di Esposizione Operatore D.M.1991 e Circolare ISPESL 1992 ⇒ concetto dosimetrico (esposizione intervallata) Parte esposta Intensità di campo Durata massima esposizione Corpo 200 mT 1 ora/giorno Corpo 2T 15 min/giorno Arti 2T 1 ora/giorno SICUREZZA nell’AMBIENTE l’interazione avviene sempre in entrambe le direzioni RM Ambiente FONTI DI RISCHIO SEMPRE PRESENTI • Campo magnetico statico (B0) • Liquidi criogenici (He) PRESENTI SOLO DURANTE L’ESECUZIONE DELL’ESAME • Campi magnetici variabili nel tempo (dB/dt) generati dai gradienti • Campi e.m. a RF Necessità di istituire un programma di GESTIONE DEI DISPOSITIVI DI SICUREZZA Con lo scopo di effettuare verifiche periodiche sul mantenimento delle condizioni ambientali predisposte in fase di collaudo in merito a: - misura campo magnetico disperso - campo RF: verifica tenuta gabbia di Faraday - gestione criogenici. EFFETTO MISSILE Limiti di prossimità vs Campo Magnetico Campo Magnetico (mT) Apparecchiature medicali e supporti dati 2 mT 3 mT Videoterminali, nastri e dischi magnetici, carte di credito 1.0 mT Hard disk, tubi RX, US 0.5 mT Pace-maker cardiaco 0.1 mT IB, Gamma Camere, TC, Acceleratori lineari, Microscopi elettronici MISURA Campi Magnetici G A U S S M E T R O Distribuzione Campo Magnetico RM 1 T Ge Linea isomagnetica 5 Gauss Zona interrata No schermatura Distribuzione Campo Magnetico RM 1.5 T Ge Linea isomagnetica 5 gauss schermatura Il sistema di confinamento magnetico mira a contenere il campo magnetico disperso. I materiali principalmente utilizzati sono quelli ad elevata permeabilità magnetica (indice fisico che descrive l’attitudine di un materiale a presentare una bassa resistenza all’attraversamento delle linee di campo magnetico) e a basso costo (tipicamente lamiere di ferro o lamierini di ferro al silicio) L’EFFETTO MISSILE Il campo magnetico esercita inoltre sulle correnti rapidamente variabili che percorrono le bobine di gradiente una forza che determina urti meccanici delle stesse contro le strutture di supporto: RUMORE!!! MATERIALI AMAGNETICI GABBIA di FARADAY Schermo elettromagnetico realizzabile con 3 diverse tipologie costruttive: • cabina in rame (pannelli in rame con telai in legno) • cabina in acciaio (pannelli in acciaio) • pannelli a sandwich (rame – schiuma – acciaio) L’obiettivo è quello di ottenere un’attenuazione del segnale RF (in reciprocità, interno/esterno) di almeno 90dB attorno alla banda di frequenze di eccitazione usata dalla RM. Componenti speciali delle gabbie di Faraday: • porta • visiva • filtri aria • filtri elettrici • penetrazione fluidi Le misure sono eseguite secondo la normativa MIL-STD 285 e la nuova norma IEEE STD 299 “Efficienza di schermaggio” Viene misurata l’attenuazione in decibel (dB) di un segnale RF all’interno della gabbia nel range di frequenza di lavoro dell’apparecchiatura RM. La misura valuta la differenza di ampiezza del segnale prodotto da un sistema di trasmissione RF e rilevato da un sistema di ricezione in condizioni di presenza e di assenza di schermatura RF. Data l’entità delle lunghezze d’onda in gioco, piccoli “varchi” della superficie non connessi o isolati possono essere fonte di “passaggi di segnale indesiderati”. Quindi particolare attenzione deve esser rivolta a tute le connessioni, in particolare i punti minimi dove è necessario effettuare la misura sono: PORTA, VISIVA, PANNELLO FILTRI MACCHINA. La prima verifica viene effettuata subito dopo l’installazione della RM; secondo la normativa italiana i controlli periodici devono essere eseguiti ogni 2 anni e dopo i 5 anni di attività della macchina annualmente e comunque qualora si presentino artefatti nelle immagini dovuti a segnali RF esterni ovvero a seguito di interventi significativi sulla gabbia. Attenuazione da parte di una lastra piana Misure efficienza di schermaggio 2 1 2 1 CATENA di TRASMISSIONE RF (Generatore RF, Antenna TX) Generatori a radiofrequenza: range di frequenza, potenza di emissione CATENA di RICEZIONE RF (Antenna RX, attenuatori, Ricevitore selettivo) Ricevitore selettivo (analizzatore di spettro): range di frequenza, larghezza di banda, filtri Come si verifica ? Fase di calibrazione: si posiziona il generatore RF all’esterno della gabbia e si collega ad un’antenna trasmittente: si genera un segnale RF di una data potenza ad una data frequenza. Un’antenna ricevente collegata ad un misuratore selettivo, posta ad una data distanza dipendente anche dalla frequenza di misura, rileva il segnale Fase di misura: si ripete la misura di cui sopra interponendo la gabbia tra le due antenne. La differenza tra i due valori letti nella fase di calibrazione e in quella di misura, espressa in dB, rappresenta l’efficienza di schermaggio “SE”. SE netta= SE(dB)(senza schermo) – SE(dB)(con schermo) IMPIANTO di CLIMATIZZAZIONE Le caratteristiche termoigrometriche richieste di solito sono quelle tipiche, ovvero: Temperatura: 20-22°C±1°C Umidità: 50%±5% L’impianto di distribuzione prevede la mandata nella parte anteriore della stanza (zona lettino), mentre la ripresa nella parte posteriore della stanza. In CONDIZIONI NORMALI la stanza dovrà essere in equilibrio pressorio con un ricambio dell’aria nell’intervallo (6-10) Vol/h. E Quando si verifica l’EMERGENZA? IL QUENCH “E’ la transizione non controllata della conducibilità elettrica di una bobina superconduttiva percorsa da corrente, da uno stato superconduttivo alla normale conducibilità, con la conseguente ebollizione del liquido criogenico.” Gas Criogenici Nocivi per la salute Inodori Infiammabili Non tossici Producono vapori freddi per evaporazione che si diffondono intorno I vapori di elio si accumulano verso il soffitto I vapori di azoto si abbassano rapidamente verso il pavimento DANNI DA GELO SULLA PELLE = BRUCIATURE PERICOLO GAS CRIOGENICI CONDENSAZIONE DELL’OSSIGENO BASSA TEMPERATURA DEL CONTENITORE >RISCHIO DI INCENDIO SOFFOCAMENTO (abbassamento concentrazione O2) ATTENZIONE !!!! A temperatura ambiente (20 ° C) ….. 750 litri di elio gassoso 1 litro di elio liquido 700 litri di azoto gassoso 1 litro di azoto liquido SISTEMA di MONITORAGGIO O2 E’costituito da: • una cella elettrochimica posta all’interno della sala esame vicino alla flangia di collegamento • una centralina posta in sala comandi che consenta la visualizzazione della percentuale di ossigeno rilevata e la programmazione di 2 SOGLIE di ALLARME (preallarme e allarme) Le CONDIZIONI di EMERGENZA si presentano quando il magnete va in “quench” (evaporazione dell’elio allo stato liquido contenuto nel magnete e fuoriuscita dell’elio in fase gassosa) e la tubazione di estrazione sia recisa in parte o totalmente, CON FUORIUSCITA DI ELIO ALL’INTERNO DELLA SALA ESAME. In questo caso si avvia AUTOMATICAMENTE, tramite un SENSORE di OSSIGENO posto all’altezza del soffitto nelle vicinanze della tubazione del “quench”, la VENTILAZIONE di EMERGENZA, ovvero la stanza dovrà essere in condizioni di depressione con un ricambio dell’aria ≥ 20 Vol/h. La ventilazione di emergenza può essere attivata MANUALMENTE anche dall’operatore. Il sistema di emergenza può prevedere l’impiego di una ripresa e di una mandata SPECIFICHE per l’emergenza stessa e che tuttavia sono posizionate, come le altre, rispettivamente nella zona posteriore e in quella anteriore della sala esame. I PERICOLI NEL QUENCH Carenza di O2 nella sala rischio soffocamento Raffreddamento degli oggetti con cui l’elio gassoso viene in contatto Esplosione del sistema di espulsione Produzione d una nube di colore bianco, per raffreddamento molecole di acqua presenti nella zona posta nelle vicinanze del magnete Possibili danni al magnete Cosa fare: INSERIMENTO VENTILAZIONE FORZATA ESTRAZIONE PAZIENTE DALLA SALA ESAME IMPIEGO RESPIRATORI OPERAZIONI DI RABBOCCO DEI GAS CRIOGENICI Legislazione vigente Riferimento Legislativo Decreto Ministeriale Decreto Ministeriale Decreto Ministeriale Decreto Presidente della Repubblica n.542 Data Validità 29/11/1985 Artt. 1 e 2 02/08/1991 Art. 7 e Allegati (1-6) Artt. 2, 4, 5 allegati 03/08/1993 A, B 08/08/1994 Tutti gli articoli SICUREZZA DEI LAVORATORI ATTIVA persone PASSIVA apparecchiatura ambiente Norme di sicurezza Barriere fisse Sorveglianza fisica Segnaletica Sorveglianza medica Dispositivi I RESPONSABILI della SICUREZZA MEDICO RESPONSABILE ESPERTO RESPONSABILE Competenze prevalentemente cliniche Stesura di protocolli per la corretta esecuzione degli esami e per il pronto intervento su pazienti nei casi di emergenza Compiti principalmente tecnici Validazione del progetto esecutivo e verifica della corretta esecuzione Stesura delle regole da seguire in caso di emergenza nel sito Sorveglianza fisica dell’ambiente Controlli periodici del perdurare delle caratteristiche tecniche dell’impianto M.R. ed E.R. congiuntamente devono Elaborare, portare a conoscenza di tutte le persone che hanno accesso al sito e far rispettare, tramite tutte le misure necessarie, un Regolamento che contenga tutte le norme interne di sicurezza Eseguire i Controlli di Qualità STRUMENTI OPERATIVI Delimitazione delle Zone Zona Accesso Controllato - Zona di Rispetto Segnaletica Regolamento di sicurezza Misure di sicurezza per il paziente Misure di sicurezza per l’operatore Verifiche periodiche LE ZONE segnaletica - Individuazione - Delimitazione - Controllo accesso STRUMENTI PER LA GESTIONE IN SICUREZZA DI UN SITO RM • Dispositivi di monitoraggio e di controllo dell’intensità dei campi magnetici • Installazione e controllo periodico funzionamento sensori ossigeno • Verifica periodica sistemi di sicurezza (pressione gas criogenico, integrità sistemi di espulsione vapori di boil off e di quench) • Adeguata segnaletica • Norme interne • Formazione del personale VERIFICHE PERIODICHE Controlli di esistenza/funzionalità (sistemi di ventilazione e climatizzazione, canalizzazione gas criogenici, valvole di sicurezza, rivelatore O2, sistema di aspirazione di emergenza, verifiche elettriche, rivelatore di metalli, sistema di disattivazione del magnete, ...) Controlli di presenza nel sito RM (locale di emergenza, defibrillatore…) Controlli di accesso al sito Controlli di accesso alla sala RM Tenuta della Gabbia di Faraday Distribuzione delle curve isomagnetiche Sistemi di prevenzione incendi.