•• 14 CAMPIONATO DI GIORNALISMO MARTEDÌ 8 APRILE 2014 Vota il tuo preferito su http://ilrestodelcarlino.campionatodigiornalismo.it Scuola media MALPIGHI Tutti vorremmo lasciare un’impronta nel mondo I giovani sono nelle mani dei social network, rischiando di vivere nell’indifferenza LE SCELTE Quella paura di rimanere troppo soli FORSE è per non rimanere soli che c’é anche chi si taglia e chi si fa del male. O chi ha sempre voglia di distinguersi ma lo fa nel modo sbagliato. C’è chi ha voglia di fare subito la mossa successiva e c’é chi paragona la vita al Monopoly: una successione di azioni, di case che devi costruire per vincere. Molti vivono la vita tralasciando le caselle che ritengono poco importanti e arrivano direttamente alla fine del gioco, senza passare dal via. C’è chi a 18 anni ha già provato tutto. Ha già fatto tutto quello che in una vita si può fare, ma troppo in fretta e con troppa superficialità. C’è chi non ha il coraggio di ammettere di avere paura perché è da perdenti, chi non ha nulla da offrire agli altri e preferisce fumarsi quella sigaretta in più per farsi riconoscere come una persona tosta. C’è chi vive nell’indifferenza per arrivare alla casella successiva, chi non si accorge di perdere persone importanti. Ma vivere così è davvero facile, non richiede alcun impegno, ma rende la vita piatta, proprio come il tabellone del gioco. C’è invece chi preferisce non essere uguale agli altri, chi ha voglia di vivere per davvero e si gode ogni singola casella su cui costruirà case, selezionando con cura ogni singola esperienza su cui costruire solidamente la propria vita. Cosa ci può aiutare nel gioco della vita? Cercare giusti compagni con cui condividere i nostri desideri più veri e le nostre scelte. Cercare persone che vogliano bene a noi e non alle posizioni che prendiamo o al vestito che indossiamo. Bisogna anche provare ad avere il coraggio di mettere il vestito che ci piace e di seguire insegnamenti ‘diversi’, di chi capiamo che sa dirci cose giuste. È CURIOSO osservare i cambiamenti del mondo e vedere che alla fine l’uomo è sempre uguale, ha sempre il pensiero di imporre sé sulla fragilità degli altri. E ora, ancora una volta ci stupiamo. Ci stupiamo perché nel 2014 siamo tutti nelle mani dei social network, nelle mani di persone sconosciute che ci inducono a fare cose che in realtà non vorremmo fare. Facebook, instagram, Ask, sono solo modi per eliminare ogni singolo gesto di comunicazione ‘faccia a faccia’. Per non parlare delle false compagnie, degli amici che si hanno solo per essere popolari e conosciuti. SPESSO i ragazzi non fanno altro che seguire e talvolta copiare il carattere di quell’amico ritenuto in gamba da tutti. In gamba forse per i tanti ‘mi piace’ alle foto, in gamba perché conosce tante persone come lui. Così si vive nell’indifferenza. Si vive nella neutralità di un carattere, nella non consapevolezza di essere chi non si è per davvero. Giornalisti in erba nelle classi 3 A e 3 C delle medie Malpighi Ma tutto questo ha un peso, tutto questo determina il comportamento dei giovani. SIAMO TUTTI uguali, siamo solo un numero, fra sette miliardi, e serviamo solo ad occupare spazio in tutte queste macerie di generazioni bruciate al vento. « Alla fine ti ricorderanno in base all’amore che hai lasciato nel mondo, non per le scarpe che indossavi o per il risvolto ai pantaloni. Non ti ricorderanno perché sei popolare, ti ricorderanno solo se hai lasciato un’im- pronta degna di essere scritta sui giornali, sui libri di storia, o semplicemente sulle persone a cui hai dato tutto», Andrea Marinzi, il nostro professore di religione ci insegna questo. Ci insegna a lasciare un’impronta nel mondo, diversa dalla popolarità su Facebook. LA POPOLARITA’ E GLI IDEALI A CONFRONTO IN UNA DOPPIA INTERVISTA A UN RAGAZZO E A UN ADULTO Oggi e ieri: cosa inseguivano i nostri genitori? I COMPORTAMENTI di noi ragazzi di oggi, il modo di vestire, cosa facciamo nel nostro tempo libero con i nostri amici: c’è molta differenza tra noi e quel che facevano i nostri genitori o i nostri nonni. Per dimostrare ciò abbiamo fatto alcune domande a nostri compagni e ad alcuni adulti. Ed ecco le risposte. Cosa fai o cosa facevi nel tuo tempo libero con i tuoi amici? Adulto: «Spesso alla sera ci trovavamo e mangiavamo la pizza e passavamo la serata a giocare a partite interminabili di Risiko». Ragazzo: «Nel tempo libero vado ai giardini o faccio un giro in centro. Oppure ci troviamo con gli amici al cinema». IN REDAZIONE Ecco gli studenti della 3 A e della 3 C che hanno realizzato la pagina: Elena Cenni, Maria Vittoria Dardi,Arianna Pelella, Sofia Cascio, Andrea Benatti, Giulia Roccabianca, Martina Caira, Beatrice Franceschelli. Chi era o chi è ritenuto popolare? Cosa faceva per esserlo? Adulto: «Uno popolare ai miei tempi era chi aveva delle idee, degli ideali. Chi seguiva la politica. Chi lottava per la sua opinione». Ragazzo: «Adesso un ragazzo popolare è chi fa delle cose stravaganti, fuori dal normale, per esempio fumare. I ragazzi adesso sono ritenuti popolari se seguono sempre le mode, per esempio indossare i pantaloni con il risvolto». Quali erano o sono i tuoi ideali per il futuro? Adulto: «Essendo andata a un liceo classico desideravo tanto rimanere nel campo della letteratura e diventare scrittrice, o emergere nel campo della filosofia. Un mio grande sogno era quello di diventare così importante da rimanere ricordata sui libri». Ragazzo: «L’anno prossimo andrò al liceo scientifico e dopo vorrei iscrivermi alla facoltà di astrofisica». Che distinzioni c’erano o ci sono nella tua scuola, tra i ragazzi? Adulto: «Quando ero giovane tra i ragazzi si distingueva chi veniva considerato un ‘nerd’, chi faceva il ‘bulletto’ e chi si definiva ‘neutro’». Ragazzo: «Ora i ragazzi stanno sempre in ‘gruppetti’, c’è il gruppetto dei ‘ragazzi giusti’, di quelli che si vantano, il gruppetto degli ‘sfigati’, di quelli che ‘vivono per lo studio’ e di quelli che vestono sempre con vestiti costosi e di marca».