Lettera al Dr. Gregory Illustre Dr. House, È un onore per me scrivere ad un personaggio del suo calibro, dottore americano di fama mondiale. Seguo molto frequentemente i suoi casi alla televisione e recentemente ho avuto l’occasione di leggere un libro che parla della sua modalità di operare sia sul posto di lavoro, sia al di fuori di quello. In verità non sono rimasto particolarmente colpito da ciò che leggevo poiché quello che il libro riporta può essere facilmente intuito anche solo seguendo la sua attività. Lei per me è un personaggio molto particolare; vedere come riesce ogni volta ad avere la meglio sulle malattie e anche sui suoi colleghi mi rende entusiasta. Per raggiungere il suo obbiettivo lei non si preoccupa dei sentimenti altrui o della legge, ma cerca sempre di trarre il meglio per sé e per la sua fama di dottore da ogni occasione che si presenta. L’ho vista offendere o addirittura aggredire i suoi pazienti, somministrare farmaci non utilizzabili a dei malati anche in pericolo di vita, facendoli soffrire non indifferentemente; ho anche assistito a quando ha risvegliato dall’anestesia un ragazzo di 16 anni avente la maggior parte del corpo ustionata per avere qualche notizia in più su di lui, con lo stesso ragazzo che sbraitava a causa del dolore Ma proprio grazie a questo, è riuscito a scoprire da quale patologia era afflitto il ragazzo ed alla fine ha vinto ancora Lei riuscendolo a guarire. I casi di cui si occupa all’ospedale non sono quelli di tutti i giorni ma malattie estremamente rare o complesse;lei a quanto ho capito disprezza le malattie curabili da chiunque, va a cercare sfide con sé curando casi apparentemente inspiegabili e che sembrano non Lei ama il suo lavoro e prende le malattie come un nemico da mettere all’angolo e sconfiggere round dopo round. E’ una sfida personale, più che un paziente da curare. Non le interessa minimamente della salute del paziente, ma vede solo e soltanto la patologia. Personalmente io credo che la sua mentalità sia senza alcun dubbio vincente ma allo stesso tempo poco umana. Non direi che lei ha un pessimo comportamento con i suoi clienti, perché non ha quasi mai un rapporto diretto con i malati. Lei non li visita mai, li fa visitare ai suoi colleghi e trae delle conclusioni da quello che loro scoprono. E’ un calcolatore più che un dottore a mio vedere, poiché non si attiva in prima persona a curare o ad esaminare, ma si limita ad arrivare alla soluzione con un lungo ragionamento; parte con il prendere in considerazione ogni tipo di malattia, eliminandole una ad una a seconda dei sintomi che il malato presenta, fino a giungere ad una serie di conclusioni tra le quali riesce sempre a trovare la giusta diagnosi. Conoscendo la sua persona lei non mi starà di sicuro a sentire, anzi, forse, appena vedrà la busta con la mia lettera si limiterà a stracciarla e a buttarla in un cestino dell’ immondizia, ma non mi sconforto con questo, poiché anche se leggesse questa lettera lei non cambierebbe mai il suo atteggiamento. Dopo tanto tempo passato a guardare la sua fiction ho capito una cosa: lei è così, prendere o lasciare, amare o disprezzare, capire o non tollerare. Io se fossi in lei cercherei di farmi apprezzare un po’ di più per la persona che sono e non farmi odiare o parlarmi male alle spalle, poiché io sono una persona che ama le relazioni con gli altri. Lei invece preferisce la vita da lupo solitario, non volendo fare nuove amicizie e trattando in maniera del tutto personale e particolare i pochi amici che lei ha. Non li stima o li rispetta, ma li mette alla prova con inganni e trabocchetti solamente allo scopo di divertirsi e di deridere gli altri, volendo apparire superiore a loro. Traendo una considerazione sensata, oserei dire che, come medico, nonostante un metodo speciale e tutto suo, lei sia uno dei migliori di tutto il pianeta, se non addirittura il migliore, ma come persona, al di fuori del suo lavoro, non ho niente da invidiarle. Come già detto sicuramente, se mai leggerà la mia lettera, mi disprezzerà e si dirà, fra sé e sé, che, scrivendole, ho solamente perso del tempo che avrei potuto impiegare in qualcosa di più utile, e probabilmente lei ha ragione, ma ho dovuto farlo poiché questa lettera è un compito che è stato assegnato a me dal mio professore di filosofia;concludendo, però, vorrei farle i complimenti poiché, nonostante il suo comportamento scorbutico, è riuscito ad affascinare molti spettatori, diventando così uno dei personaggi più famosi di quest’epoca. Distinti saluti, Marzorati Fabio