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PROGETTI DADAUMPA srl impresa teatrale
Via Agucchi, 84/10° A - 40133 Bologna - telefono 051 3140366 - 3140374 - 4141070 - telefax 051 311712
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TONI LIGABUE – pag. 2
Sono davvero poche le figure di artisti e intellettuali italiani che abbiano saputo travolgere con la
loro lucida utopia ogni convenzione, correndo incontro a un'ossessione e ad una speranza.
Se di Pasolini, con mille equivoci e tentativi di strumentalizzazione, si conosce (quasi) tutto, di
Cesare Zavattini si sa davvero poco o niente.
Anzi, meno di niente. Neutralizzato con l'etichetta di "umorista", o tutt'al più di sceneggiatore
neorealista di De Sica, Zavattini è stato ricondotto dentro quella camicia di forza che lui stesso
aveva indossato nell'indimenticabile e intensa interpretazione del film La veritàaaa
Nel racconto in versi scritto per il famoso libro dell’editore Ricci (1973), Cesare Zavattini confessa
intrepidamente il disagio che gli procurò la figura di Antonio Ligabue le poche volte che ebbe
occasione d’incontrarlo.
Sempre respinto ai margini della società, zingaro ed eretico per eccellenza, il pittore di Gualtieri fu
riscoperto dopo la sua morte come la più forte voce poetica della Padania, come una specie di
sciamano e perfino come produttore di ricchezza attraverso quadri spesso ceduti per un piatto di
minestra.
Nasce così uno spettacolo che sa miscelare sapientemente forme e stili esteticamente diversi,
soprattutto grazie ad una ricerca linguistica.
Per un’opera in cui la parola è così centralmente rilevante,dunque, si impone una messinscena
minimalista.
Uno spettacolo leggero nel senso calviniano del termine ma pieno di emozioni, musica e parole,
quelle di Zavattini, che porteranno a rivivere attraverso l'universo teatrale il sorprendente genio
pittorico di Ligabue .
NOTE
Lo spettacolo si divede strutturalmente in tre momenti:
All’apertura del sipario viene proiettato un cinegiornale originale dell’istituto Luce sulla mostra del 1975 per il
decennale della morte di Ligabue della durata di 6 minuti.
Inizia, poi, lo spettacolo vero e proprio dove il poema viene interpretato anche con l’ausilio del leggio.
Vito alterna parti interpretate, rievocanti la figura di Antonio Ligabue nelle sue più divertenti e a volte tragiche
esternazioni, con altrettante parti recitate al leggio (dove è la figura del “poeta” Zavattini a fare da mentore)
supportate da un’interazione continua con la scenografia che lo circonda.
La scenografia, che rappresenta un collage di immagini e quadri di Ligabue, permette allo spettatore di
identificare senza indugio le citazioni pittoriche, e non solo, del testo.
La durata di questa seconda tranche dello spettacolo è di circa 45 minuti.
Lo spettacolo si conclude con Vito che racconta un esilarante aneddoto sul suo incontro personale con
Cesare Zavattini, seguito poi da alcune divertenti poesie per omaggiare la figura meno conosciuta di
Zavattini poeta. La durata di quest’ultima parte è di circa 15 minuti.
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TONI LIGABUE – pag. 3
ANTONIO LIGABUE
Nato nel 1899, fin dalla più tenera età Ligabue ha avuto
un’esistenza difficile. Figlio naturale di un’italiana emigrata, ha sempre ignorato il nome del padre.
Nel 1900 viene affidato ad una coppia di svizzeri tedeschi; non verrà legittimata la sua adozione,
ma il bambino si legherà moltissimo alla matrigna, con un insolito rapporto di amore e odio. Nel
1913, dopo aver superato solo la terza elementare, entra in un collegio per ragazzi handicappati,
dove si distingue subito per l’abilità nel disegno e la cattiva condotta. Nel 1917 è curato per
qualche mese in una clinica psichiatrica e qualche anno dopo è espulso dalla Svizzera su
denuncia della madre adottiva e ritorna in Italia dove vive come vagabondo, continuando però a
disegnare e a creare piccole sculture con l’argilla. Viene poi scoperto (1927-28) ed aiutato da
Mazzacurati, pittore e scultore. Nel 1937 viene internato in un manicomio in "stato depressivo", da
cui esce per l’interessamento dello scultore Mozzali. Durante la guerra fa da interprete alle truppe
tedesche ma, per aver percosso con una bottiglia un soldato tedesco, nel '45 viene nuovamente
internato. Nel '48 viene dimesso; i critici e i galleristi cominciano ad occuparsi di lui. Iniziano anni
durante i quali lentamente la fortuna sembra volgere a suo favore. La sua fama si allarga, la sua
attività pittorica subisce un netto miglioramento. Vince premi, vende quadri, trova amici che lo
ospitano, si girano film e documentari su di lui. Ligabue rimane però lo stesso, anche se viene
identificando nelle automobili, dopo la passione per le motociclette, il segno di un raggiunto
prestigio sociale, con forme maniacali (vorrà un autista, che si tolga il cappello, aprendogli la
portiera della macchina per salire). Nel 1962 viene colpito da paresi, continua comunque a
dipingere, ma nel 1965 muore.
CESARE ZAVATTINI
Nato a Luzzara (Reggio Emilia) il 20 settembre 1902. Scopre la
sua vocazione letteraria, comincia a collaborare a numerose riviste, inizia una produzione di opere
narrative di grande valore e di particolare significato nel panorama culturale e artistico italiano.
Nel 1930 si trasferisce a Milano e dirige per Rizzoli tutti i periodici dell’editore.
Nel 1939 conosce Vittorio De Sica è l’inizio di un’amicizia che li vedrà in tutti gli anni ’50
protagonisti della stagione d’oro del neorealismo, con Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a
Milano, Umberto D.
Zavattini lavora anche con altri grandi registi del cinema italiano e internazionale (Michelangelo
Antonioni, Federico Fellini, Pietro Germi, Luchino Visconti).
Di particolare rilevanza nella sua vita anche la lunga presenza a Cuba, da dove lo chiamano per
collaborare alla nascita del nuovo cinema dopo la rivoluzione.
Tra l’80 e l’82 Zavattini scrive, dirige e interpreta il film La veritàaaa, la sua prima e unica regia.
A quest’opera affida il messaggio morale e poetico di tutta una vita.
Zavattini è morto a Roma il 13 ottobre 1989, ed è sepolto a Luzzara.
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TONI LIGABUE – pag. 4
VITO
Stefano Bicocchi in arte Vito si forma alla scuola di Teatro Bologna di Alessandra
Galante Garrone; i suoi compagni sono Patrizio Roversi e Siusy Blady; con loro ed i gemelli
Ruggeri parteciperà, col personaggio Vito che era tutta mimica e senza parola, alla formazione del
Gran Pavese varietà, spettacolo cult degli anni ottanta che si teneva al circolo pavese di via del
Pratello di Bologna. Stesso gruppo che approda in televisione dove segna la strada ai varietà
comici degli anni ottanta con Gran Paese varietà voluto da Gianni Minoli e soprattutto Lupo
solitario, Matrioska e Araba fenice con Antonio Ricci e Mediaset che hanno segnato il percorso
della comicità televisiva degli anni a venire.
Vito da personaggio muto passa negli anni novanta con uno spettacolo fortunato dal titolo Se
perdo te alla parola; lo spettacolo di recente riproposto nei teatri italiani, segna il percorso legato
alla poetica della bassa con personaggi ispirati alla lunarietà di quelli descritti da Guareschi,
Zavattini e Fellini; gli spettacoli, sempre in coppia con Francesco Freirye e Daniele Sala come
autori, sono Don Chisciotte o la vera storia di Guerino e suo cugino con Enzo Iacchetti e salone
Meraviglia con Antonio Albanese e Tita Ruggeri.
Attraversa il cinema proprio partendo da Fellini con La voce della luna e poi inizia un sodalizio con
Alessandro Benvenuti col quale gira diversi film tra i quali Ivo il Tardivo per il quale viene
candidato come miglior attore non protagonista al Ciak d’Oro. Entra anche nella poetica di Luciano
Ligabue con un cameo in Radio freccia. Poi è coprotagonista nel film di Claudio Bisio Asini .
La poetica della bassa continua con lavori di grande impegno e notevole successo quali Bertoldo
primo testo rappresentato a teatro da Giulio Cesare Croce e Don Camillo da Guareschi con Ivano
Marescotti che lo hanno portato nei maggiori teatri d’Italia con grande successo di pubblico e
critica. Di recente è tornato alla tv con un personaggio che gli appartiene in Bulldozer su Rai Due
con Enrico Bertolino e Federica Panicucci e ha dato vita ad un progetto con Raisat Gambero
Rosso Channel alla passione da sempre della cucina con Invito a cena; è impegnato sempre in
teatro nel grande progetto di rappresentare Miracolo a Milano da Zavattini insieme a Lorenzo
Salveti già regista di Don Camillo che porterà in scena nella stagione teatrale del 2005.
Dopo il successo dello spettacolo sulla linea della poetica della bassa nascono tra il 2006 e 2007 i
successi il grande caldo sempre in coppia con francesco freyrie e daniele sala e l’ultimo piazzetta
bicocchi 57 attualmente in tournée in preparazione,liberamente tratto da morte di un commesso
viaggiatore di miller, dal titolo il venditore di stuzzicadenti, è stato coprotagonista del film i vicerè di
roberto faenza 2007 ed è protagonista del film albakiara di stefano salvati 2008di prossima uscita
nelle sale.E stato premiato per la trasmissione tv tintoria di raitre a cui partecipa col personaggio
stella rossa ormai alla sua 3 edizione 2005-2008 del premio della satira politica 2008 di forte dei
marmi.
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TONI LIGABUE – pag. 5
SILVIO PERONI
Nato il 15 agosto 1977 a Castiglione delle Stiviere in provincia di
Mantova.
Dopo alcuni approcci giovanili alla musica, al cinema e alla fotografia, trasferitosi a Roma
esordisce con la prima regia a 23 anni.
Tra i suoi vari lavori:
- Regia dello spettacolo “Toni Ligabue” di Cesare Zavattini con l'attore comico bolognese Vito
- Regia dello spettacolo “Le Carte di Masvà” di Giuseppe Manfridi con Franco Alpestre.
- Regia dello spettacolo “Perché… il fuoco non muore” di Francesco Niccolini con Daniela
Poggi
- Regia dello spettacolo “Amore e Psiche” di Apuleio con Terry Paternoster
- Regia dello spettacolo “Bash” di Neil La Bute
- Regia dello spettacolo “Prometeo male incatenato” di A. Gide
- Regia dello spettacolo “L’Educanda”
- Regia dello spettacolo “Lo Stato D’Assedio” di A. Camus
- Regia dello spettacolo “Ubu Cornuto” di A. Jarry
- Regia dello spettacolo “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo
- Regia dello spettacolo i “Calapranzi” di Harold Pinter
- Direttore Artistico con Stefano De Sando del festival Capalbio Poesia
- messa in scena degli spettacoli “Le Cirque de la Lune” e “Sinfonietta”
con la partecipazione di Nini Salerno, Marina Tagliaferri, Stefano Benassi, Giuseppe Manfridi
- messa in scena delle letture poetiche “Ti invito al Viaggio” e dell’ “Antologia di Spoon River”
di E. L. Masters con la partecipazione di:
Massimo Dapporto, Daniela Poggi, Franco Castellano, Stefano De Sando
- messa in scena della lettura poetica “Dante” con la partecipazione di :
Arnoldo Foà, Giuseppe Pambieri, Marina Tagliaferri, Stefano De Sando
- messa in scena della lettura poetica “Le piccole cose di pessimo gusto” con la
partecipazione di: Alessandra Gassman, Valeria Valeri, Marina Tagliaferri
- messa in scena della lettura poetica “Partitura musicale per banda futurista” con la
partecipazione di :
Antonello Fassari, Massimo Venturiello, Francesco Pannofino, Stefano De Sando
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TONI LIGABUE – pag. 6
ANTONIO DI POFI
Ha compiuto studi musicali presso il conservatorio di Santa Cecilia
conseguendo il diploma di pianoforte e il diploma di composizione. Dal 1980 è attivo nel teatro di
prosa, componendo le musiche di scena per più di cento allestimenti, collaborando con numerosi
autori e registi fra cui Albertazzi, Barbareschi, Camerini, Caprioli, De Fusco, Maccarinelli, Manfré,
Manfridi, Marino, Però, Piccardi, Puecher, Rubini, Siciliano. Nel 1989 ha esordito nel cinema con
le musiche per il film La stazione di Sergio Rubini, collaborando poi con numerosi registi italiani fra
cui Camerini, Gaudino, Izzo, Marino, Piccionni, Laudadio, Tescari, Ponzi. Per la televisione ha
composto le musiche per numerosi Tv-Movie ed alcune serie televisive. E' titolare della cattedra di
composizione presso il conservatorio Santa Cecilia di Roma.
PIERFRANCESCO PISANI
Pierfrancesco Pisani, nato a Cremona il 9 ottobre 1982.
Diplomato al Liceo Scientifico Tecnologico e un breve approccio universitario alla facoltà di
Economia e Commercio: non così breve da non capire che quella non sarebbe stata la mia strada.
La difficoltà, a 19 anni era capire quale fosse.
Quindi, pur di giovane età da 4 anni ho iniziato ad occuparmi di produzioni teatrali, collaborando
con operatori del settore.
La prima esperienza è stata al Festival estivo del Vittoriale (Gardone Riviera - Brescia) per
passare, poco più tardi, ai primi spettacoli teatrali con attori di rilievo nazionale come Sergio
Castellitto, Valerio Binasco , Zuzzurro e Gaspare.
Dal 2006 ho prodotto tre cortometraggi (di cui uno secondo classificato al Bologna Future Film
Festival 2006, ed un altro in concorso ai David di Donatello 2007) e 4 piece teatrali:
Scene dal nuovo mondo di Eric Bogosian
Bash di Neil LaBute
Mi chiamo Roberta di Aldo Nove
Amore e Psiche di Apuleio
regia Tiziano Panici
regia Silvio Peroni
regia Renzo Martinelli
regia Silvio Peroni
In produzione per il 2009 gli spettacoli :
"TONI LIGABUE" di Cesare Zavattini con l'attore comico bolognese VITO (www.vito.bo.it)
realizzato in collaborazione con l' Istituzione Biblioteche di Roma, l' Assessorato alle Politiche
Culturali e l' Archivio Zavattini.
"Kvetch - piagnistei" di Steven Berkoff co-prodotto col il Teatro Stabile della Sardegna per la
regia di Tiziano Panici che ha debuttato al Festival Internazionale Teatro a Corte della
Fondazione Piemonte Europa
"le carte di Masvà" di Giuseppe Manfridi (che ha proposto il lavoro) interpretato da un attore
storico come Franco Alpestre.
E’ un lavoro in versi sul tema della guerra e della creatività,tradotto in melologo dal musicista
Antonio Di Pofi (compositore pluri premiato e vincitore dei premi olimpici per il teatro nel 2008).
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