Giove è il quinto pianeta del Sistema Solare e il maggiore per

Giove
Giove è il quinto pianeta del Sistema Solare e il maggiore per massa e dimensioni. È uno dei pianeti
conosciuti fin dall'antichità, essendo, dopo il Sole, la Luna e Venere, il quarto oggetto più luminoso
del cielo.
L'aspetto del pianeta è caratterizzato da fasce
parallele di ampiezza e colori diversi, che
circondano la sua superficie. In realtà, come tutti i
pianeti gassosi, Giove non ha una vera e propria
superficie solida: procedendo verso l’interno del
pianeta
il
materiale
gassoso
diventa
progressivamente più denso finché la pressione
raggiunge valori così elevati che gli atomi di
Credits: NASA
idrogeno si spezzano in elettroni e protoni e il gas
assume lo stato di metallo fluido. Al centro c’è probabilmente un piccolo nucleo solido di ferro e
silicati, che contiene una massa 10-15 volte quella terrestre. Quella che noi vediamo non è quindi la
superficie fisica, bensì la parte superiore della sua atmosfera.
Le bande colorate sono sistemi di nubi spinte da forti venti in direzione parallela all'equatore del
pianeta, a velocità anche superiori a 600 Km/h. I diversi colori delle bande indicano la presenza di
composti chimici diversi alle varie latitudini dell'atmosfera gioviana; i componenti più importanti
delle nubi sono cristalli ghiacciati di ammoniaca e di idrosolfuro di ammonio. I colori variano
inoltre dal rossastro al blu con l'altezza delle nubi. Oltre alle fasce sono presenti protuberanze,
vortici e macchie irregolari, la più grande delle quali è la "Grande Macchia Rossa", un enorme
vortice atmosferico, di forma ellittica, lungo 25.000 Km e largo circa 12.000 Km: è così grande che
potrebbe contenere due Terre affiancate.
Come Saturno, Giove emette una quantità di energia due volte e mezzo superiore a quella che
riceve dal Sole, da cui si deduce che deve possedere qualche sorgente interna di energia. Questa
energia viene prodotta dalla lenta contrazione gravitazionale del pianeta, che trasforma energia
potenziale gravitazionale in energia radiativa e produce una temperatura centrale dell'ordine dei
20.000 gradi.
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segue foglio n.
INAF – OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI BRERA
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Il campo magnetico di Giove è molto intenso e ha verso opposto rispetto a quello della Terra.
Questo campo è dovuto alla grande massa di idrogeno fluido che compone il pianeta, e che funziona
come un gigantesco corpo conduttore elettrico.
Giove possiede 16 satelliti: Adrastea, Amalthea, Ananke, Callisto, Carme, Elara, Europa,
Ganimede, Himalia, Io, Leda, Lysithea, Metis, Pasiphae, Sinope e Thebe. Quattro di essi (Io,
Europa, Ganimede e Callisto) sono stati osservati per la prima volta da Galileo al cannocchiale nel
1610 e sono noti da allora come “satelliti galileiani”. Galileo dedicò la sua scoperta a Cosimo II de'
Medici, pertanto essi prendono anche il nome di "satelliti medicei". A causa delle forze mareali che
si esercitano tra il pianeta ed i satelliti, la rotazione di Giove sta rallentando e i satelliti stanno
lentamente modificando le loro orbite.
Le prime osservazioni dei satelliti medicei fatte da Galileo
Galilei nel 1609 e pubblicate nel Sidereus Nuncius. Tratte da:
Archivio storico Osservatorio di Brera
Europa, uno delle 4 lune galileiane, potrebbe essere l'unico altro corpo del Sistema Solare oltre la
Terra a contenere quantità significative di acqua liquida. Europa possiede, infatti, una superficie
liscia e piana completamente ricoperta da strati di ghiaccio d’acqua. Per questo motivo le immagini
della superficie di Europa somigliano molto ai mari ghiacciati sulla Terra. È poi possibile che al di
sotto di questo strato di ghiaccio esista uno strato di acqua profondo 50 km mantenuto liquido dal
calore generato dalle forze di marea, interne al pianeta.
Il pianeta possiede anche un sistema di anelli molto tenue, invisibile da terra perché poco luminoso.
Tale sistema si estende da circa 30.000 km fino a 130.000 km di distanza dal pianeta. E’ piuttosto
uniforme, composto di particelle di polvere di dimensioni minori di 10 micron (il micron è uguale a
un miliardesimo di millimetro), probabilmente formatesi per disgregazione di micrometeoriti
provenienti dai satelliti gioviani.
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