IL LABORATORIO NELL’IPERTENSIONE Finalità dei test diagnostici • Stratificare il rischio cardiovascolare del singolo paziente. • Identificare eventuali cause di ipertensione secondaria. Accertamenti di laboratorio nel paziente con ipertensione DI ROUTINE • Glicemia • Colesterolemia totale e HDL • Trigliceridi • Uricemia • Creatinina • Kaliemia • Emoglobina e ematocrito • Esame urine • ECG RACCOMANDATI • Ecocardiogramma • Ecografia carotidi o femorali • Proteina C reattiva • Microalbuminuria (essenziale nei diabetici) • Proteinuria quantitativa (in presenza di stick positivo) • Fundus oculi (nell’ipertensione grave) Linee guida ESH ESC 2003 Prevalenza di lieve insufficienza renale N° Pz. % Pz. Con Creat. ↑ % Pz. Con Clcreat < 60-70 ml/min HOT 18790 2.5 12.3 INSIGHT 6321 3.1 29.1 HOPE 9173 10.5 36.4 47 Ambulatori per l’Ipertensione in Spagna 3822 12.1 24.6 ( da Ruilope J Am Soc Nephrol 2002) Prevalenza della microalbuminuria nell’ipertensione Autore (Anno) Tipo di studio Prevalenza Definizione Agewall (1993) Serie di casi 25 % 17-100 mg/12 ore Redon (1994) Serie di casi 22 % 30-300 mg/24 ore Mimran (1994) Serie di casi 31,6 % 14-200 µg/min Summerson (1995) Serie di casi 20 % > 30 µg/min Agrawal (1996) Epidemiologico 30 % Semiquantitativo Horner (1996) Epidemiologico 10% ACR > 2 mg/mMol Cerasola (1996) Serie di casi 25,8 % > 20 µg/min Pontremoli (1997) Epidemiologico 6,7 % ACR > 2,38 (M) o 2,96 (F) mg/mMol Jensen (1997) Epidemiologico 4,7% > 15 µg/min Hoegholm (1998) Serie di casi 14,1 % ACR > 95° percentile Palatini (1998) Epidemiologico 6,1 % 30-300 mg/24 ore Bigazzi (1998) Serie di casi 38% 30-300 mg/24 ore Calvino (1999) Serie di casi 40% 30-300 mg/24 ore Pedrinelli (2000) Serie di casi 32% > 15-200 µg/min 3,5 mg/mmol Relazione fra l’escrezione di albumina (µg/min) e il rapporto albumina/creatinina in 312 pazienti consecutivi 10 000 (da Reboldi, Gentile, Angeli, Verdecchia, Minerva Med 2005) Valore prognostico della microalbuminuria nella popolazione (EPIC-Norfolk)* All-cause 5,3 5,2 6,3 8,7 18,4 CVD 1,6 1,7 2,1 4,3 12,6 Non-CVD 3,7 3,5 4,2 4,4 5,8 * 20911 soggetti con follow-up = 6,3 anni n./1000 Pz.-anno (da Yuyun et Al, Int J Epidemiol 2004) Effetti della misurazione dell’albuminuria sulla classificazione del rischio 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% molto alto alto medio basso Routine Routine + Ecocardio + Eco carotidi Routine + albuminuria (da Pontremoli et Al, J Am Soc Nephrol 2002) Interazione fra pressione, PCR e microalbuminuria (Studio PREVEND) 8592 soggetti con e senza microalbuminuria selezionati fra la popolazione di Groninghen (da Stuveling et Al, Hypertension 2004) Principali cause di ipertensione secondaria 1. Renale Patologia parenchimale (glomerulonefrite acuta e cronica, rene policistico, nefropatia diabetica, idronefrosi) Patologia vascolare (stenosi dell’arteria renale, vasculite renale) Tumori secernenti renina Renopriva 2. Endocrina Acromegalia, ipotiroidismo, ipertiroidismo, iperparatiroidismo Patologia surrenale corticale (sindrome di Cushing, iperaldosteronismo primitivo, iperplasia corticosurrenale congenita) Patologia surrenale midollare (feocromocitoma) Tumori cromaffini extrasurrenalici Carcinoidi 3. Coartazione aortica 4. Gravidanza 5. Patologie neurologiche 6. Da farmaci Test per l’identificazione di cause secondarie di ipertensione • Da riservare a sottogruppi di pazienti identificati sulla base di “indizi” raccolti con le procedure di routine (anamnesi, es. obiettivo, esami di base, ecc..) • Di fronte al sospetto generico di ipertensione secondaria, in considerazione della maggiore prevalenza occorre considerare in prima istanza l’ipertensione renovascolare e l’iperaldosteronismo primitivo VALUTAZIONI STRUMENTALI E DI LABORATORIO IN FORME SECONDARIE DI IPERTENSIONE: misurazione di renina, aldosterone, ormoni corticosteroidi, catecolamine, Esecuzione di arteriografia; ecografia renale e surrenalica, TC, RMN. Prevalenza di iperaldosteronismo nei diversi stadi dell’ipertensione 14 63 pazienti con iperaldosteronismo primitivo Iperaldosteronismo primario (%) 609 pazienti ipertesi 13,2 12 10 8,02 8 6 4 2 1,55 1,99 0 Normali (da Mosso et Al, Hypertension 2003) Stadio 1 Stadio 2 Stadio 3 Classificazione JNC VI SCREENING PER L’IPERALDOSTERONISMO Aldosterone plasmatico (ALDO) (pg/dl) Attività Reninica Plasmatica (PRA) (ng/ml/h) ALDO ↑ PRA ↑ ALDO/PRA ≤ 100 SECONDARIO •Ipertensione renovascolare. •Tumore renale secernente renina. ALDO ↑ PRA ↓ ALDO/PRA ≥ 300-500 PRIMARIO ALDO ↓ PRA ↓ PSEUDO •S. da apparente eccesso di mineralcorticoidi Esposizione all’ac. glicerrizinico (liquirizia) •Ipertensione trattata con diuretici K-disperdenti. •S. di Cushing. •Ipertensione “maligna” o “accellerata” che •Iperplasia corticosurrenale congenita causa ischemia renale. (deficit 11β β e 17α α idrossilasi). •Tumori secernenti Deossicorticosterone. •Produzione ectopica di ACTH. •Apparente eccesso di mineralcorticoidi. •Mutazioni del recettore dei mineralcorticoidi. Peptide Natriuretico Atriale (BNP) Il dosaggio di BNP o NT-proBNP è complementare e non sostitutivo della valutazione clinica e strutturale del paziente scompensato. Il dosaggio routinario di BNP o NT-proBNP per pazienti con ovvia diagnosi di scompenso cardiaco non è necessario. Il dosaggio routinario di BNP o NT-proBNP non è appropriato per lo screening di una disfunzione ventricolare sinistra in popolazioni asintomatiche. La determinazione di BNP o NTProBNP deve essere invece effettuata al momento del ricovero in ogni paziente con scompenso cardiaco acuto accertato in base a clinica ed ECG. Le concentrazioni plasmatiche di BNP e NTproBNP possono fornire un valido aiuto nella valutazione clinica di pazienti con scompenso cardiaco congestizio quando è richiesta la stratificazione del rischio. La determinazione di BNP/NTproBNP è utile per precisare il profilo di rischio di morte a breve e a lungo termine nei pazienti con sindrome coronaria acuta, sopratutto per coloro che si presentano senza segni di scompenso cardiaco in atto o pregressa o con troponina inizialmente negativa. E’ consigliabile eseguire il dosaggio di BNP/NTproBNP per escludere la diagnosi di scompenso cardiaco in pazienti con diagnosi sospetta che può essere confusa con altre patologie (broncopneumopatia cronica ostruttiva). DIAGNOSTICA PANCREATICA Pancreatite acuta Infiammazione acuta del pancreas associata a un grado variabile di: edema (pancreatite edematosa) necrosi (pancreatite necrotizzante) emorragia (pancreatite emorragica). Esami di laboratorio necessari: Glicemia (Picco nelle prime ore seguito da caduta) Emocromo (Leucocitosi) Elettroliti (Ca++) Amilasi - amilasi pancreatica – lipasi Amilasuria (raccolta urine 2 ore) azotemia - creatinina – emogasanalisi AMILASI (100\300 u\l) : indicatore delle affezioni pancreatiche un suo aumento, depone a favore di una pancreatite Aumenti più modesti si possono avere in corso di enteriti, epatiti e parotite. LIPASI : enzima prodotto dal pancreas , che viene normalmente attivato nell’intestino durante la digestione. In alcuni stati patologici però, l’enzima può attivarsi nel contesto della ghiandola pancreatica, prima di arrivare nell’intestino causando quindi danni al pancreas. In questi casi , si possono apprezzare tassi elevati dell’enzima nel siero che rimangono alti per molti giorni dopo l’inizio della patologia. Anche l’insufficienza renale può causare un innalzamento della Lipasi e dell’Amilasi nel sangue , per una diminuita escrezione renale. Serum Amylase Day 1 Day 2 Day 3 1000 UI 370 UI 45 UI Isoenzimi Amilasi Iso Amilasi Salivare Iso Amilasi Pancreatica Normale Pancreatite Parotite 60 10 90 40 90 10 Pancreatite cronica La pancreatite cronica è un processo infiammatorio che coinvolge inizialmente il sistema duttale pancreatico ( piccoli, medi e grandi dotti > e successivamente il parenchima acinoso ed insulare della ghiandola. Esordisce generalmente intorno la terza-quarta decade con un rapporto maschi/femmine di 3:1. L'incidenza è di circa 10-15 nuovi casi/100.000 abitanti per anno ed è in costante aumento dagli anni 60 nei paesi occidentali. Durante la fase acuta dolorosa, gli esami ematochimici evidenziano modesto incremento di: amilasemia, lipasemia, tripsinemia frequente: incremento di bilirubina, gamma-GT, fosfatasi alcalina e transaminasi( espressione di colestasi extraepatica da compressione del coledoco). La riserva ghiandolare esocrina può essere valutata tramite la misurazione dell’escrezione giornaliera fecale di: chimotripsina (v.n. > 6 UI/g. ) elastasi-I (v.n. > 200 < 500 mcg/g. ). Pancreolauryl Test: dilaurato di fluoresceina, scisso dalle lipasi pancreatiche. Il dosaggio dei lipidi nelle feci ha un significato clinico limitato, in quanto la steatorrea compare solo quando la secrezione di lipasi è compromessa per oltre il 90%, quindi in una pancreatopatia di grado avanzato. Indicazione principale: valutazione dell'efficacia della terapia sostitutiva con enzimi Valutazione della riserva funzionale endocrina pancreatica: test al glucagone insulino-resistenza, test di tolleranza all'insulina. Nel dubbio diagnostico con un una neoplasia pancreatica è opportuno il dosaggio del CA-19-9 Massima capacità secretoria pancreatica Dosaggio di enzimi pancreatici e di bicarbonati nell'aspirato duodenale, sotto stimolazione continua EV con secretina (0,5 U/kg/ora) e ceruleina (0.5 U/Kg/ora) Limiti: scarsa compliance da parte del paziente (In disuso) Vantaggi: accuratezza 95-97% anche nelle forme lievi. Indagine elettiva nella diagnosi delle pancreatopatie croniche iniziali, in caso di reperti di diagnostica strumentale non risolutivi.