FarmaDay - n.256 - Ordine dei Farmacisti di Napoli

Anno II – Numero 256
Notizie in Rilievo
Alimenti e salute
1. La dieta vegetariana è
anti-age
2. Non c’è legame tra
celiachia e autismo
3. Un rimedio naturale
per calli e verruche?
Prova l'aglio!
Martedì 01 Ottobre 2013, S. Teresa del bambin Gesù
Il Proverbio di Oggi
’A sera vaje truvanno ‘e micciarielli
Cerchi sempre il rimedio all’ultimo momento.
LA DIETA VEGETARIANA È ANTI-AGE
Arriva a modificare il Dna e "blocca" l'invecchiamento
Farmaci e salute
4. Acido folico non solo
in gravidanza: estendere
la finestra terapeutica
alle donne in età fertile
Scienza e Salute
5. Il potere del pisolino
6. Quei tre geni della
giovinezza che regalano
pelle liscia anche dopo i
100 anni
7. Farmaci: combattere la
resistenza ad antibiotici
alternandoli
Prevenzione e
Salute
8. Ipertiroidismo, TSH,
fT3 e fT4:
le FAQ sulla tiroide
Una dieta vegetariana non solo può aiutare a curare alcune malattie ma blocca
letteralmente gli effetti dell'invecchiamento,
agendo nell'organismo a livello genetico. A
dimostrarlo uno studio condotto dall'Univ. di
California e pubb. su Lancet Oncology.
Cambiamenti nel Dna - Gli scienziati hanno
osservato in dieci uomini malati di tumore della
prostata e sottoposti alla dieta vegetariana,
l'apparire di mutazioni ai telomeri dei pazienti. I telomeri sono la parte finale
dei filamenti cromosomici e la loro lunghezza è stata legata alla longevità.
Nel rapporto si spiega: "In soli tre mesi della dieta i telomeri si sono allungati
del 30%". In altri 25 uomini di un gruppo di controllo i telomeri sono rimasti
della stessa lunghezza. Il nutrizionista D. Ornish, ha detto: "E' il primo studio a
evidenziare che un intervento sullo stile di vita può bloccare l'invecchiamento
cellulare e sono convinto che questi risultati non siano confinati a pazienti con il
cancro della prostata". La dieta include il consumo di frutta, verdure, grani
integrali e mantiene l'assunzione di grassi al 10% delle calorie quotidiane.
(Salute, Tgcom24)
NON c’è LEGAME tra CELIACHIA e AUTISMO
Non c'e' nessun legame tra celiachia e disordini dello spettro
autistico.
Ad escludere la relazione e' stato un ampio studio fatto in Svezia, pubblicato
dalla rivista Jama Psychiatry. I ricercatori hanno usato i dati di diversi database
sulle due malattie, per un totale di 213.208 persone, senza trovare nessuna
corrispondenza tra le diagnosi di celiachia e autismo. L'unico legame trovato è
quello tra autismo e positività al test dell'intolleranza al glutine, che però da
solo non basta a formulare la diagnosi e non è valido senza quello che
dimostra il danno all'intestino. (Sn)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 256
ACIDO FOLICO non solo in GRAVIDANZA: ESTENDERE la
FINESTRA TERAPEUTICA alle DONNE in ETÀ FERTILE
Secondo una ricerca condotta dall’istituto GfK Eurisko sulla popolazione femminile
Italiana il 77% delle donne italiane non pianifica la gravidanza esponendo il
nascituro a rischi di malformazioni e solo il 3% sostiene che
utilizzerà l’acido folico come forma di prevenzione.
Lo studio, commissionato da Effik e Italfarmaco, è una nuova conferma del
dato epidemiologico consolidato relativo alla necessità di una corretta
prevenzione delle malformazioni neurologiche nei nascituri, da effettuarsi
con l’assunzione dell’acido folico nel giusto dosaggio, come da linee guida e
raccomandazioni, ovvero 400mcg per donna in tutta l’età fertile. A
conferma di ciò anche l’AIFA, comprendendo l’importanza della prevenzione
delle malformazioni neurologiche, ha inserito l’acido folico a 400mcg,
nell’elenco dei farmaci a rimborsabilità totale (classe A).
Estendere la “finestra terapeutica” facendo assumere l’acido folico a tutte le
donne in età fertile che iniziano ad essere sessualmente attive è la soluzione
proposta per contrastare i difetti del tubo neurale tra i nascituri. (Sani e Belli)
IL POTERE DEL PISOLINO
La ricerca continua a trovare conferme dell'importanza del riposo diurno per
consolidare i ricordi, nei bambini in età prescolare ma anche negli adulti
L'importanza del risposo, le canoniche 8 ore di sonno notturne eccetera eccetera, viene
continuamente confermata dalla ricerca scientifica. L'ultimo studio in ordine di tempo sui benefici del
sonno è quello pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences e riguarda il
prodigioso impatto che i pisolini hanno sulla capacità di apprendimento dei bambini in età prescolare.
Gli autori mostrano che un pisolino in classe aiuta l'apprendimento dei bambini alla scuola materna,
potenziando il ricordo delle cose imparate nel corso della giornata. Il beneficio sarebbe maggiore per i
bambini che fanno del pisolino un'abitudine, indipendentemente dall'età. E se le prestazioni del
bambino calano a causa di un pisolino saltato, non basta una bella notte di sonno per recuperare.
Il sonnellino ha insomma effetti benefici insostituibili sul consolidamento dei ricordi e di ciò che si è
appreso. E se questo è vero nei giovanissimi, non c'è motivo per credere che non abbia una funzione
simile anche negli adulti. Lo sostiene una ricerca dell'Univ. di Haifa, in Israele, secondo la quale l'ideale
per trattenere la maggior quantità di ricordi è una pennichella di 90 minuti nel corso della giornata.
Ma quanti sono i fortunati che possono permettersi una pausa così lunga in un giorno lavorativo
medio? Ben pochi. Per questo c'è chi ha esplorato i benefici che si possono trarre dal "power
napping", pisolini di breve durata ma dall'ottimo effetto ristoratore. Se volete semplicemente
ricaricare le batterie per una migliore resa sul lavoro, 10 o 20 minuti possono bastare. Per
l'elaborazione della memoria cognitiva, tuttavia, un pisolino di 60 minuti può fare ancora meglio. Dal
momento che include una fase di sonno a onde lente, aiuta a ricordare fatti, luoghi e volti.
Il rovescio della medaglia? Ci si risveglia un po' intontiti.
Per quanto faccia bene, però, è assolutamente sconsigliato concedersi il lusso di un pisolino nel pieno
delle proprie attività lavorative. Qualcuno lo dica per favore ai piloti britannici che, secondo un
recente sondaggio condotto per conto della British Airline Pilots Association (Balpa), non di rado
cedono alla stanchezza e si addormentano durante il volo...
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 256
QUEI TRE GENI DELLA GIOVINEZZA
CHE REGALANO PELLE LISCIA ANCHE DOPO I 100 ANNI
Trovate tre variazioni genetiche congenite in un'area specifica del Dna di un
gruppo di ultracentenari
Sono stati identificati per la prima volta i «geni della giovinezza» che
garantiscono una pelle sempre liscia, anche dopo i 100 anni di età. Sono 3
variazioni genetiche congenite, identificate con le sigle Kcnd2, Diaph1 e
Edem1, e sono state trovate in un'area specifica del DNA umano di un
gruppo di fortunati ultracentenari con una pelle eccezionalmente giovane.
La scoperta è dei ricercatori del dip. di dermatologia della Stanford
university school of medicine e dell'Albert Einstein College of medicine di New York e lo studio è
pubblicato su Journal of investigative dermatology.
INVECCHIAMENTO RALLENTATO - Gli scienziati hanno potuto accedere ad un corposo database
del DNA di 1.000 persone anziane, inclusi 100 ultracentenari, residenti a New York.
«Escludendo chi si era sottoposto ad interventi di chirurgia e trattamenti estetici, abbiamo individuato
gli stessi 3 geni in chi mostrava un invecchiamento molto più rallentato nonostante avesse già
superato i 100 anni di età.
Spiega Anne Lynn Chang, autrice della ricerca: «Il nostro studio conferma che la pelle giovane si può
ereditare anche se poi subentrano molti fattori ambientali a modificare la situazione di partenza, come
il fumo e l'esposizione al sole. Il prossimo passo sarà quello di identificare con quali meccanismi
biologici agiscono queste varianti genetiche, anche per ricercare sostanze farmacologiche che,
applicate sulla pelle, siano in grado di promuovere questo meccanismo innato di protezione dalle
rughe». (Salute, Corriere)
UN RIMEDIO NATURALE PER CALLI E VERRUCHE?
PROVA L'AGLIO!
Tra le tante proprietà, il bulbo ha anche quella di far sparire i dolorosi indurimenti
dai piedi. Scopri come usarlo
Hai un problema ai piedi? Un callo? Una verruca? Una vescica? Per molti
dei fastidi cutanei ai piedi, la tradizione popolare attribuisce all’aglio
poteri curativi. Il piccolo bulbo tanto usato in cucina è un concentrato di
proprietà, ma il suo utilizzo come rimedio per calli e verruche è
confermato anche dalla medicina.
Come applicarlo: «Bisogna schiacciare nel mortaio alcune fettine di uno
spicchio fino a formare una poltiglia da applicare sulla zona interessata»,
suggerisce il fitoterapeuta Fabio Firenzuoli.
«Attenzione: è importante proteggere la pelle tutt’intorno, perché
potrebbe ustionarsi. Basta prendere un cerotto e praticare un piccolo foro
in corrispondenza del callo, della verruca o della vescica, così da delimitare l’area da trattare.
Dopo aver applicato la pomata d’aglio, fascia con una garza e lascia riposare tutta la notte.
L’operazione va ripetuta finché callo, verruca o vescica non saranno spariti». (OK Salute e benessere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 256
IPERTIROIDISMO, TSH, FT3 E FT4:
LE FAQ SULLA TIROIDE
1) Che cos`è la tiroide?: La tiroide è una ghiandola endocrina posta nella
regione anteriore del collo davanti alla trachea. Nonostante sia di dimensioni
modeste, è una tra le più rilevanti ghiandole del sistema endocrino perché regola
i processi metabolici e il consumo di energia dell’intero organismo attraverso la
produzione di due ormoni, la tetraiodotironina (T4) e la triiodotironina (T3).
2) Cosa sono e come funzionano TSH, T3 e T4?: Gli ormoni T3 e T4
circolano nel sangue legati a proteine di trasporto, e solo delle piccole parti che rimangono libere
definite fT3 (triiodotironina libera) e fT4 (tetraiodotironina libera) sono in grado di svolgere l`attività
ormonale.
La loro produzione è regolata da effetti stimolatori ed inibitori con un meccanismo di bilanciamento
che consente di mantenere, in condizioni normali, un adeguato livello circolante di ormoni nel sangue:
l`effetto stimolante è esercitato dal TSH, l`ormone tireotropo prodotto dall`ipofisi che stimola la
produzione e la secrezione di T3 e T4, che a loro volta inibiscono la secrezione di TSH.
Questo meccanismo di autoregolazione, noto come "controllo retrogrado", consente di attivare
processi che tendono a far aumentare la sintesi e la secrezione degli ormoni tiroidei quando il loro
livello diminuisce e, al contrario, ne limitano la produzione quando il loro livello è eccessivo.
Gli ormoni tiroidei hanno la caratteristica di essere iodati: ognuno di essi, cioè, contiene atomi di iodio
(3 per ogni molecola di T3 e 4 per la T4).
Lo iodio risulta, quindi, l’elemento fondamentale per un regolare funzionamento della tiroide: senza
iodio le sostanze prodotte dalla ghiandola, infatti, perderebbero ogni efficacia: da ciò deriva lo
sviluppo di numerose patologie secondarie dovute alla carenza e, in taluni casi, all’eccesso di iodio.
3) Mi hanno diagnosticato l`ipotiroidismo. Che cos`è, esattamente?: Quando la tiroide
funziona meno del necessario si parla di "ipotiroidismo". In questo caso il valore di TSH è elevato,
mentre risultano bassi i livelli di fT3 e fT4.
Diversi i segnali dell`organismo che possono far pensare all`ipotiroidismo: aumento di peso;
stanchezza; maggiore sensibilità al freddo; depressione; sonnolenza diurna; battito cardiaco rallentato;
difficoltà nella concentrazione; perdita di memoria; crampi muscolari; stipsi; voce roca;gonfiore del
viso; infertilità; irregolarità del ciclo mestruale; ingrossamento del collo (gozzo).
4) Ho la "Tiroidite cronica autoimmune o di Hashimoto". Che significa?: La tiroide può
funzionare meno del necessario a causa di processi infiammatori cronici (“Tiroidite cronica
autoimmune o di Hashimoto”), di precedenti trattamenti chirurgici o medico-nucleari, o di errori
congeniti della sintesi degli ormoni tiroidei.
Poiché la tiroidite cronica autoimmune, la causa più frequente di ipotiroidismo spontaneo, decorre
lentamente e in modo inapparente, i sintomi dell’ipotiroidismo si instaurano in genere in modo
insidioso nel corso di alcuni anni.
Il quadro è caratterizzato da facile stancabilità e scarsa iniziativa, intolleranza al freddo, ridotta
capacità di concentrazione, torpore, incremento di peso e senso di gonfiore. La diagnosi è posta
facilmente sulla base del reperto di elevati valori di TSH e la terapia è facilmente condotta con
l’assunzione una volta al giorno di T4 per bocca.
Nel corso di alcuni mesi i sintomi scompaiono e l’ipotiroidismo viene risolto dal trattamento senza
conseguenze sfavorevoli sullo stato di salute generale né sulla possibilità di future gravidanze.
Dopo aver completato gli accertamenti con l’esecuzione delle indagini necessarie a stabilire la causa
dell’ipotiroidismo, il controllo nel tempo è estremamente semplice ed è basato sul periodico controllo
degli ormoni tiroidei e dell’ecografia.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 256
5) Quando si può parlare di ipertiroidismo?: Si parla di "ipertiroidismo" quando la funzione
tiroidea è eccessiva, e produce un`elevata quantità di ormoni che stimolano eccessivamente le
funzioni dell`organismo. L`eccesso degli ormoni tiroidei è caratterizzato negli esami di laboratorio da
livelli di TSH inferiori alla norma e da valori di fT3 e fT4 elevati.
Diversi i sintomi collegati all`ipertiroidismo: dimagrimento ingiustificato; intolleranza al caldo e
sudorazione; tachicardie; diarrea; nervosismo; debolezza muscolare; insonnia; tremore alle mani;
irregolarità del ciclo mestruale; occhi sbarrati o sporgenti; ingrossamento del collo (gozzo).
Le cause di ipertiroidismo sono di varia natura. Le più frequenti sono la presenza di anticorpi e cellule
immunitarie che stimolano la tiroide a funzionare eccessivamente (“Morbo di Basedow”), la crescita di
noduli iperfunzionanti all’interno della tiroide (“Gozzo tossico nodulare”) o la fuoriuscita massiccia di
ormone tiroideo da parte di cellule tiroidee danneggiate da processi infiammatori (Tiroidite subacuta).
6) Che significa "Tiroidite cronica autoimmune"?: È un`infiammazione della tiroide,
frequentemente dovuta a un processo autoimmune, ed è relativamente frequente nel nostro paese.
La maggior parte delle tiroiditi decorre senza sintomi per molti anni, e il loro unico rischio è un
graduale indebolimento della funzione tiroidea e la comparsa nel corso del tempo di ipotiroidismo. In
genere è quindi sufficiente il controllo periodico del TSH e l’inizio di una terapia sostitutiva con T4
quando il suo innalzamento dovesse testimoniare l’insorgere di una carenza di ormone tiroideo.
Soltanto in una minoranza dei casi, da infezione virale (“Tiroidite Subacuta”) o da rapida distruzione su
base autoimmune, l’infiammazione della tiroide è causa di dolore del collo, difficoltà a inghiottire,
febbre, malessere, palpitazioni e tremori. Solo in queste forme è opportuno un trattamento di breve
durata con anti-infiammatori o cortisonici, da ridurre in modo graduale nel tempo più breve possibile.
7) Cosa comporta una diagnosi di "nodulo tiroideo"?: È un ingrossamento ben circoscritto e
delimitato di una parte della tiroide. Noduli tiroidei apprezzabili con la semplice palpazione del collo
sono presenti nel 5% circa della popolazione, ma noduli così piccoli da poter essere svelati solo dalla
ecografia della tiroide interessano fino al 30-40% della popolazione adulta. È un disturbo nella maggior
parte dei casi del tutto benigno. Tuttavia è importante individuare i rari casi (5-7% del totale) costituiti
da tumori maligni al fine di porre in atto i trattamenti adeguati. La maggior parte dei noduli tiroidei
non causa alcun disturbo, e generalmente vengono riscontrati casualmente nel corso di una visita
medica di controllo o di uno studio ecografico o radiologico effettuato per altri motivi. Una volta
definita la natura benigna della lesione sarà possibile gestirla con assoluta tranquillità e, talvolta, senza
alcun bisogno di trattamento. Se il nodulo dovesse ingrossarsi progressivamente o causare dei disturbi
locali (difficoltà a inghiottire, a respirare, a parlare) è necessario mettersi in contatto con il medico di
riferimento. La visita, l’esame ecografico e il profilo ormonale consentono al medico di giudicare il
rischio di malignità dei noduli. Tuttavia, per determinare in modo quasi certo (90-95%) se il nodulo è
benigno è spesso necessario eseguire un agoaspirato tiroideo con ago sottile. (Salute)
FARMACI: COMBATTERE LA RESISTENZA AD
ANTIBIOTICI ALTERNANDOLI
Il fenomeno della resistenza agli antibiotici potrebbe essere battuto usando una
combinazione dei farmaci esistenti alternati in modo controllato, sfruttando il fatto
che un ceppo resistente a una terapia di solito e' piu' sensibile alle altre.
Lo afferma uno studio pubb. da 'Science Translational Medicine'. I ricercatori hanno usato per il loro
test due ceppi diversi di Escherichia Coli, trattati con quantità crescenti di un
antibiotico fino allo sviluppo della resistenza. I batteri risultanti sono stati poi
esposti a 23 altri farmaci, verificando la loro efficacia. I risultati elaborati hanno
prodotto 200 diverse combinazioni utilizzabili per una terapia mirata. "Questi
antibiotici - possono essere usati in cicli da 2, 3 e anche 4 farmaci alternati". (Agi)