RASSEGNA DI IGIENE MENTALE
ORGANO UFFICIALE DELLA LEGA
NAZIONALE D'IGIENE MENTALE
VOL.XI, SUPPLEMENTO FASe. 3-4 - 19H9
UNIVERSlTA' DEGLI STUDI DI MESSINA
CATIEDRA DI PSICIIIATRIA
(DiRErrORE:
PROF. MATmO VITETfA)
IL SUPERDOSAGGIO TELEVISIVO: UNO STRESS DA CORREGGERE*
GIOV ANNIIANNUZZO**
ROCCO ZOCCALI***
RIASSUNTO
Gli Autori discutono le implicazioni igienico mentali dell'eccessivo ascollo televisivo sia nei bambini che
negli adulti. Essi identificano alcune modalità psicologiche e socio-cultumli del rdpporto col mezzo
televisivo, e suggeriscono alcune modalità igienico menlali per una corretta educazione all'uso della
televisione.
SUMMARY
The Authors discus.~es implications far mental hygiene of television 's use in adulls and children. 111ey show
some psycholological and socio-cultural Wdys in which such a phenomenon may be expcrienced, and suggc.~t
some psycho-hygienic strategies far prevention of psychologìcal effect of excessive exposure.
L'usosemprc più vasto della televisione nella vita quotidiana dell'uomo medio
occidentale è un fenomeno non recentissimo, che comunquc si inscrive perfettamente
nell'ambito della evoluzione tecnologica della società contemporanea e del perfezionamento delle tecnologie di comunicazione di massa.
Il televisore si è quindi trovato a rappresentare ben più di un qualunque elettrodomestico, come notano Singer e Singer (1986) riguardo ai bambini e alla situazione
americana (comunque sostanzialmente sovrapponibile , per molti versi, a quella
italiana.
.
"Per molti versi l'apparecchio televisivo, che oggi praticamente si trova in diverse stanze
di ogni casa americana, può essere visto come un nuovo tipo di input, una componente
dell'ambiente familiare che contribuisce all'esperienza del bambino in crescita quasi
come l'esposizione ai genitori e ai fratelli. Se si considera il numero crescente di famiglie
in cui entrambi i genitori lavorano è facile comprendere come i bambini spesso passano
più tempo nell'interazione passiva con la televisione piuttosto che nel continuo feedback
che caratterizza i rapporti umani". Questo fondamentale ruolo svolto oggi dalla televisione nella vita quotidiana ha implicato una serie di conseguenze sul piano individuale
* Il lavoro spetta in parti uguali agli Autori. Il Direttore.
** Specialista in Igiene Mentale, collaboratore della Cattedra di Psichiatria
*** Professore a.c di Psicoterapia nela Scuola di Specializzazione in IbrieneMentale dell'Università
di Messina
.
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e sociale:
1. un aumento quantitativo medio dell'a.vcollo televisivo, in temlini di ore di ascolto
giornaliero;
2. l'esposizione di .\pecijichefasce di utenti a Wl insieme di stimoli prima sostanzialmeme
sconosciuti. Si pensi, per esempio, ai bambini, agli anziani e alle casalinghe che, più di
altre fascie di popolaLionc sono vaste utilizzatrici del mC7,ZO
televisivo;
3. la possibilità che tale esposizione all'ascolto televisivo abbia, particolamlente proprio
nelle fU.\'ciesuddette degli effetti psicològici specifici.
Studi specifici compiuti al riguardo hanno documentato che queste conseguenze sono
sicuramente osservabili. Come afferma Carli (1987), "le prestazioni cognitive, ad
esempio, vengono influenzate ed alterate in funzione della "struttura" dello stimolo
televisivoe dell'elevata esposizione ad esso; la condotta aggressiva, oggetto di numerose
indagini, viene incrementata dalla visione di programmi ad alto contenuto aggressivo;
l'immagim17jone può risultare mortificata, i sistemi di valore possono assumere, negli
alti fruitori di televisionem specifiche connota7joni sostanziale da una attribuzione eccessiva di pericolosità al contesto ambientale, da una valoriL.7..azionedelle iniziative
violente quale soluzione ottimale ai problemi dell'ordine sociale".
.
Effetti simili sono sostenuti da Singer e Singer (1986):
"Il guardare la televisione si associa in molti bambini ad una paura esagerata verso i
pericoli del mondo, nonchè a scarso controllo degli impulsi".
Si tratta di effetti decisamente ben documentati. Gli studi sullo sviluppo di
condotte antisociali, aggressive, in adolescenti e bambini' alti fruitori' di televisione (
Eron, 1963; Eron
e Huesamann, 1984, 1986; Eron et a1.,1972, 1983) hanno
documentato come, sia a breve che a lungo termine, la visione di programmi televisivi
ad elevato contenuto aggressivo possa indurre una modificazione in senso aggressivo
del comportamento, e soprattutto della considera;lÌone delle condotte antisociali come
modi del tullo legittimi di comportamento sociale.
E' stata anche documentata l'età maggiormente a rischio, che corrisponderebbe
(Eron et aL, 1972) agli otto anni: la quantità di violenza osservata in televisione a questa
età sembra possa influenzare il comportamento anche in età successiva.
"Dato che la quantità di tempo dedicato alla TV - scrivono al riguardo Heron e
Huesmann (1986) - raggiunge un picco all'età di 8 anni e dato che a quell'età il bambino
è ancora ampiamente convinto che cioò che vede in televisione sia una descrizione
fedele della realtà, è molto probabile che la televisione abbia il maggiore impatto sui
bambini proprio in questo momento dello sviluppo e che tale impatto si faccia sentire
anche in aree diverse dall'aggressività".
Questi dati sono relativi alla fascia di pubblico meglio studiata, appunto i
bambini. Appare ovvio, infatti, che si tratta dei telespettatori più esposti, sia per le ore
complessive trascorse davanti alla televisione che per la particolare sensibilità agii
stimoli propria dell'età.
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Non bisogna però dimenticare gli effetti della televisione sugli adulti che,
sebbene più relativi, non sono per questo meno importanti ~al punto di vista igienico
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mentale.Un certo numero di ricerche ha tentato di evidenziare quali possano essere gli
effetti di un eccessivo ascolto di specifici programmi televisivi sul suicidio, sia di adulti
che di adolescenti (Kessler et al., ]988; Phillips e Castersen, ]986; Berman, 1988). l dati
che ne sono risultati sono piuttosto contrastanti, e, a fronte della rilevazione di un
aumento significativo di suicidi di adolescenti dopo programmi sul suicidio trasmessi in
televisione o, per effetto imitativo, dopo la visione di storie e serials televisivi nelle quali
era reappresentato il suicidio dei protagonisti, altri dati sembrano concludere che in
realtà un simile effetto non è così chiaramente osservabile. In ogni caso i risultati sono
variabili, e legati a complessi fattori di interazione tra la personalità deltelespeltatore,
il tipo di programma e altre variabili ambientali. Ovviamente, si tratta di un aspetto particolarmente inquietante del problema delle 'conseguenze' dell'ascolto televisivo, che si
aggiunge alle osservazioni più sopra riportate.
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Che effetti esistano è dimostrato, tra l'altro, da una ricerca di Caprara et al.
(1985) che hanno sottoposto tre adulti alla visione di brevi pubblicità di contenuto aggressivo, registrando non solo successive condotte maggiormente aggressive, ma anehe
speciliche modificazioni dei parametri fisiologiche (per esempio la frequenza cardiaca).
Il problema dell'esposizione allo stimolo televisivo ha comunque caratteri diversi negli
adulti.
Mentre per i bambini il più grosso problema sembra essere quello dell'apprendimento di condotte antisociali, per l'adulto suggeriamo che il problema si ponga in
termini sostanziali di conllitto tra un modello di realtà personale, e il 'modello
televisivo'.
Se si prescinde, infatti, dai puri programmi di informazione, che rappresentano
l'assoluta minoranza dei programmi televisivi, per il resto le trasmissione TV si
adeguano, anzi propongono strereotipi specifici. Il caso della pubblicità è eclatante, ma
non si tratta solo di questo: ne sia esempio il caso dei 'serials', delle 'soap opera', delle
'tclenovelas', che si rifanno a modelli socio-individuali che, con un grado variabile di
raffinatezza, impongono stereotipi e modelli di vita, creano bisogni indotti, favoriscono
una identificazione o una 're-identificazione' con personaggi e situazioni irrealistici, in
ogni caso lontani dalla realtà del quotidiano, in quanto propongono una realtà
'alternativa' .
E' una realtà dominata da sentimentielementari, situazioni rclazionali complesse, e una realtà per il resto generalmente dorata. in specie dal punto di vista economico.
Non è questa la sede per analizzare dettagliatamente il tipo di 'messa/Shr1o'fornito da
queste produzioni, ma sicuramente ha tre caratteristiche sostanziali:
a. è immediato, nel senso di presentare situazioni emozionai i semplici, nelle quali
l'identificazione sia facile (amore, odio, aggressività, passione, etc.); ne sia esempio il
celebre caso di JR, un personaggio 'cattivo' di un celebre 'serial' che è diventato, anche
nel linguaggio comune rappresentazione emblcnatica della cattiveria, della macchinosità perversa, dell'ambizione senza scrupoli;
b. è complesso, in modo da evitare riflessioni eccessive, confronti, valutazioni: si è
avvinti dalla storia, non dal suo senso o dal suo contenuto: un altro celebre 'serial' viene
da anni trasmesso giornalmente, con centinaia di personaggi, decine di situazioni
diverse, intrecci spesso sbalorditivi;
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c. è 'proponitivo', ncl senso che suggerisce modelli di vita e di comportamento, in genere
alto-borghesi, irriflessivi, superficialmente edonistici. in genere dominati dall'azione
rispetto alla valutazione, da sentimenti improvvisi e irresistibili, da tensione verso il rag
giungimento di fmi amhiziosi, sia in campo individuale che sociale o sentimentale.
Si tratta, in generale, di valori sub-culturali, privi di uno spessore reale. Ovviamente sono rivolti a pubblici estremamente specifici (il 'target' ideale è rappresentato
dalla casalinga, dall'adolescente di sesso femminile o dall'anziano ). Altrettanto
ovviamente è presumbile che in tali persone entrano in .crisi i modelli di realtà creati
dalla propria esperienza individuale, spesso resi sintonici a prezzo di un lento e faticoso adattamento. E' questo adattamento che supponiamo venga messo in crisi.
Similmente alla 'soap opera', la pubblicità è altrettanto proponitiva e semplificante, ma meno complessa,poichè consente la gratificazione individuale mediante l'acquisizione di un bisogno indotto. Ci si puÒ sentire in conflitto per il fatto di essere un
impiegato statale e non un petroliere texano, e ilconflitto è ovviamente irrisolvibile. Non
così per quanto attiene al messaggio pubblicitario dove l'ìdentificazione è automatica;.
mente garantita dall'acquisto del prodotto che ne è veicolo.
In ogni caso sono identificabili diversi meccanismi psicodinamici nel telespettatore: la proiezione, l'identificazione o l'identifica7jone con l'aggressore sono, crediamo,
tra i più comuni e ci spiegano non solo la 'presa' della pubblicità, ma anche quella dei
'serials' .
PROBLEMI IGIENICO-MENTALI
In quanto disciplina calata ncl sociale, l'igiene mentale non può ignorare gli
effetti dell'eccessivo ascolto televisivo. Uno dei grossi problemi che si pongono però è
proprio quello della esatta quantificazione della qualità 'eccessivo'. Cosa è un ascolto
'eccessivo' ? Quando lo diventa? E la qualità delle trasmissioni può influenzare la
quantità in eccesso? Detto in altri termini, vedere cinque ore al giorno documentari di
watt Disney è altrettanto 'eccessivo' che vedere cinque ore di cartoni animati o di 'soap
opera'? Esistono 'equivalenze' quantitative e/o qualitative '! Certamente, non siamo
ancora in grado di valutare questi o altri problemi. Di sicuro, la televisione tende a
favorire un apprendimento passivo, privo di feed-back, tende a stimolare, almeno, la
tendenza a non sopportare le frustrazioni e a costruire una immagine interiorizzata del
mondo eccessivamente semplificata in termini emozionali e creativi.
Anche se ulteriori studi sono comunque necessari, il compito dell'igiene mentale
si pone come obiettivo la prevenzione primaria, l'unico campo nel quale è possibili
ottenere risultati concreti. Ciò implica una corretta informazione sugli 'effetti' della
televisione reali o semplicemente possibili e un'opera di sensibili7.za7ionc di
educatori c familiari. Le strategie possibili sono numerose. Tra le fondamentali identifichiamo la necessità di una educazione 'familiare' sia ad un milgiore rapporto affettivo
con i figli, sia per una limita7jone della 'delega' fornita allo strumento televisivo per
quanto riguarda il contatto o, addirittura, l'educazione dei figli.
Scuola e insegnanti. equipes medico-psicopedagogiche hanno in questo contesto
una importanza assai rilevante. Programmi di 'educazione aIl'ascoloto televisivo' per
quanto questa definizione possa sembrare eccessiva ancdrebbero probabilmenteiin-
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'Il~LEVISIVO
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serti all'interno di più vaste programmazioni educative.
Più difficile è una strategia che sia valida per gli adulti. Una corretta educazione
all'ascolto televisivo - meglio se gestita direttamente dal medico di medicina generale
andrebbe considerata uno strumento di prevenzione psicologica primaria.
Ciò non significa che la televisione non possa essere utilmente utilizzata (come
sottolineano, tra gli altri, anche Singer c Singer, 1986). Una corretta utilizzazione però
implica,dal punto di vista igicnico mentale, una Illcntalità critica c consapevole c quindi
la valutazione obiettiva delle potenzialità e dei limiti di questo mei'.ZOdi comunicazione
di massa, in particolare e dei mass media in gcnerale.
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