"L`Italia riemerge, ma la ripresa è fragile".

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La Repubblica – 09/07/2015
Fmi: "L'Italia riemerge, ma la ripresa è fragile". Promossi Jobs Act e politica fiscale
Per l'Istituto di Washington "le prospettive di medio termine siano tenute a freno da colli di
bottiglia strutturali, alta disoccupazione, bilanci deboli e un debito pubblico elevato". "Rischi
sostanziali" dalla Grecia. Cottarelli: "Bene le riforme, governo determinato".
MILANO - L'economia italiana "sta emergendo gradualmente da una prolungata recessione" ma
"la ripresa è ancora fragile". Lo sostiene il Fondo monetario internazionale, pur lodando le autorità
italiane per "le azioni politiche coraggiose che, insieme con le azioni a livello europeo (il piano di
allentamento monetario della Banca centrale europea e la maggiore flessibilità data dal Patto di
stabilità e crescita, ndr) hanno contribuito al rilancio dell'economia italiana e hanno migliorato la
fiducia".
In un comunicato che esprime la visione del board esecutivo a seguito dell'analisi del rapporto
sulla Penisola, completato il 16 giugno dallo staff e condotto nel mese di maggio, i direttori
esecutivi dell'Istituto di Washington sottolineano come "le prospettive di medio termine siano
tenute a freno da colli di bottiglia strutturali, alta disoccupazione, bilanci deboli e un debito
pubblico elevato". Fa paura Atene: "Sviluppi avversi in Grecia potrebbero avere un impatto
sostanziale sull'Italia con effetti sulla fiducia, ma le esposizioni dirette sono limitate".
LE STIME DEL FMI PER L'ITALIA
PIL
+0.7%
+1.2%
+1.1%
+1.1%
+1%
+1%
DISOCCUPAZIONE
12.5%
12.2%
11.9%
11.5%
11.1%
10.7%
DEBITO/PIL
133.3% 132.1% 130.5% 128.4% 125.8% 122.9%
DEFICIT/PIL
2.7%
2.1%
1.4%
0.8%
0.4%
0.2%
I conti pubblici. Dal punto di vista numerico, il Fmi prevede un Pil in crescita dello 0,7% nel 2015 e
dell'1,2% nel 2016. La performance economica italiana, ricorda, è stata la più debole nell'area euro
dalla crisi. Promossa la politica fiscale, che "ha il giusto equilibrio tra sostenere la crescita
economica e ridurre il debito pubblico". In particolare, secondo i tecnici di Washington, il rapporto
tra deficit e Pil si attesterà al 2,7% quest'anno per poi scender al 2,1% il prossimo. Il debito salirà
invece al 133,3% nel 2015 per poi ricollocarsi al 132,1% nel 2016.
Riforme promosse. Oltre all'impostazione dei conti, il Fmi promuove "l'ambiziosa agenda di
riforme per rivedere il sistema economico e produttivo", ricordando che si può agire più in
profondità sfruttando la "finestra di opportunità" data dal Quantitative easing e dai germogli di
ripresa. Secondo gli economisti, l'effetto combinato del Jobs Act e della ripresa economica farà
calare la disoccupazione, che in Italia resta ancora tropo alta. Il giudizio è del Fondo monetario
internazionale, secondo cui il tasso di senza lavoro scenderà al 12,5% quest'anno e al 12,2% il
prossimo. Sulla riforma del mercato del lavoro, si dice che "creerà migliori incentivi ad assumere e
formare i lavoratori. L'introduzione di un nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele
crescenti e l'estensione della copertura dei benefici per la disoccupazione sono un importante
inizio".
La curiosità. Nelle vesti di recensore dei conti italiani è tornato Carlo Cottarelli, ex uomo della
spending review. Nonostante l'uscita di scena poco felice, il giudizio non è certo rancoroso:
"L'Italia sta attuando simultaneamente riforme in varie aeree critiche" e "gli sforzi stanno
ripagando". Ora è "fondamentale consolidare la ripresa", dice il direttore esecutivo del Fondo
spiegando che "il ritorno stabile a una crescita bilanciata e solida è essenziale per sostenere gli
sforzi di deleverage (riduzione dell'indebitamento, ndr) dei bilanci pubblici e privati, di riduzione
dei livelli inaccettabili di disoccupazione (soprattutto tra i giovani) e di piena liberazione dei
benefici delle riforme strutturali". Per Cottarelli, in Italia è stata "chiaramente definita e i lavori
proseguono su vari fronti in un contesto di continua prudenza per la politica fiscale". L'economista
di caratura mondiale, che non manca di mettere in evidenza i fiori all'occhiello dell'Italia, come il
fatto che vanta il secondo maggiore settore manifatturiero in europa e il settimo nel mondo e la
presenza di certe aziende altamente produttive e competitive - dice che le autorità italiane "sono
determinate a mantenere lo slancio e continuare a dare risultati".
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