Il romanzo italiano postmoderno 1.Lezione: Il postmoderno, l

Il romanzo italiano postmoderno
1.Lezione: Il postmoderno, l’evoluzione storica del concetto, l’ambito storico, la
questione terminologica
R. CESERANI, Raccontare il postmoderno. Torino, Bollati, Boringhieri, 1997
M. JANSEN, Il dibattito sul postmoderno in Italia: in bilico tra dialettica e ambiguità,
Cessati, 2002
N. RASPUDIĆ, Slaba misao – jaki pisci, Zagreb, Naklada Jurčić, 2006.
Introduzione:
Il termine postmoderno non è un termine che appartiene solo ad un ambito della teoria
letteraria, con questo termine si tende a definire anche la nostra epoca che viene dopo il
periodo del Moderno. Siccome questo argomento richiede alcune competenze teoriche che
riguardano non solo il tema molto complesso del postmoderno nella letteratura mondiale e
quella italiana, ma riguardano il dibatito sul postmoderno nel campo culturale più vasto, si
devono prima spiegare le questioni di terminologia ed etimologia dei concetti chiave della
poetica postmoderna.
Prima di passare all’etimologia dei termini postmoderno, postmodernismo e postmodernità
bisogna dire subito che questi concetti sono apparsi problematici sin dall’inizio perché alcuni
pensatori ritengono che il postmoderno sia una nuova epoca storica, mentre gli altri lo
percepiscono come un nuovo modo di pensare, una nuova forma mentis mettendo in
discussione le idee fondamentali sulle quali si fondava il “progetto moderno”.
1.a) Evoluzione storica del concetto
Quando si incomincia a parlare del postmoderno? La percezione di trovarsi a una svolta
epocale nasce prima degli anni 60’ del Novecento, ma prende coscienza negli anni 60’-70’ nei
campi della filosofia, storia e delle varie arti. David Lodge, critico letterario inglese, ne I
modi della scrittura moderna, si domandava nel 1979 «Ma quando finisce l’eta moderna?», e
citava il critico Ihab Hassan, di origine egiziana ma naturalizzato americano, che qualche
anno prima, nel 1971, si era posto la medesima domanda in un suo testo intitolato appunto
1
Postmodermism. Hassan proponeva l’ipotesi che in realtà l’età moderna fosse già terminata e
che si stesse già vivendo appunto nel post-moderno.
Nel 1979. un filosofo francese Jean-Francois Lyotard pubblica il libro intitolato La
condition postmodern (tradotta e pubblicata in italiano nel 1981 La condizione postmoderna)
nel quale espone l’idea che negli anni Settanta la modernità è giunta al suo compimento e che
il postmoderno è una nuova epoca storica.
Il termine POSTMODERNO per la prima volta fu usato ed elaborato nel 1979 da un filosofo
francese Jean-Francois Lyotard nel suo libro La condition postmodern (tradotta e
pubblicata in italiano nel 1981 La condizione postmoderna). Il termine si è diffuso negli
Stati Uniti nel corso degli anni Settanta del Novecento. Lyotard associa la nascita della
postmodernità al sorgere delle società industriali avanzate. In queste società si annuncia una
cultura che ha perso i principali caratteri della cultura moderna.
Prima di passare alle tesi di Lyotard, bisogna prima ricordarsi delle tendenze fondamentali
della modernità. Esse si possono riassumere in cinque punti fondamentali:
1. tendenza a concepire l’uomo come dominatore della natura e ad esaltare la scienza. La
realtà nella modernità perde la sacralità e la ragione viene identificata con quella tecnicoscientifica. Dalla prima tendenza provengono la seconda e la terza, cioè:
2. la tendenza a pensare in termini di novità e superamento
3. la tendenza a concepire la storia in termini di emancipazione ossia come percorso
progressivo che tende alla realizzazione d’un fine ultimo inteso come universale per l’intera
umanità (il benessere, l’uguaglianza).
Per quanto riguarda quest’ultima tendenza si deve dire che essa è ereditata dall’epoca
precedente, cioè dal Medioevo ma nella modernità si è passato dalla visione religiosa, che
pone il fine dell’umanità in un universo trascendente ad una laica della storia.
Il postmoderno mette in discussione l’idea di progresso con l’emergere della questione
ecologica. Nella seconda metà del Novecento si rende conto che il progresso non è più
controllabile e che un progresso incontrollato potrebbe minacciare la vita sul nostro pianeta
nel futuro. Per quando riguarda l’emancipazione abbiamo una simile cosa, si smette a credere
nelle ideologie che dovevano portare benessere all’umanità, come marxismo. Dopo la
seconda guerra mondiale e soprattutto dopo la scoperta dei delitti compiuti dai regimi
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comunisti negli anni Cinquanta si rende conto che comunismo e socialismo possono dare esiti
drammatici. E quindi che i tentativi passati di capire la storia sono falliti.
Le ulteriori tendenze del postmoderno sono:
4. la sfiducia nei macrosaperi onnicomprensivi e legittimanti, cioè nei metaracconti come li
chiama Lyotard. Nelle opere di Gianni Vattimo, filosofo postmoderno italiano si afferma una
razionalità debole, incapace di offrire risposte definitive.
5. il rifiuto dell’idea che la realtà sia riducibile a qualcosa di unitario con una spiegazione
univoca. La realtà non è unità ma è molteplice e sfaccettata e come simbolo di questo
“mondo a frammenti”, i postmoderni scelgono figure come il labirinto.
Torniamo a Lyotard ed alle tesi principali della sua opera La condizione postmoderna.
Secondo egli nel 1979 si viveva già in una società trasformata: società postindustriale,
decentralizzata, globalizzata e dominata dai media mentre la società moderna era industriale e
politicamente strutturata sull’ideale dello stato-nazione.
Lyotard sottolinea che la modernità era un progetto di spiegare il mondo attraverso
l’applicazione di principi unitari. Il senso unitario e globale della realtà nell’epoca moderna
era costruito sull’asse di tre grandi meta-racconti (costruzioni che cercano di incasellare tutto
il reale entro paradigmi precisi):
•
ILLUMINISMO – è caratterizzato dalla fede assoluta nella ragione che viene inteso
come strumento dell’emancipazione dell’umanità
•
IDEALISMO – il movimento totalizzante dello spirito
•
MARXISMO – le leggi materialiste della realtà
LA POSTMODERNITÀ è caratterizzata dalla caduta di queste pretese. Quali eventi storici
hanno contribuito a questa caduta? Senza dubbio due guerre mondiali, la guerra fredda, la
decolonizzazione del terzo mondo e la fine dell’imperialismo occidentale. Alla fine Lyotard
ammette che non è semplice definire il postmoderno perché noi “ci siamo dentro” e inoltre il
postmoderno è una tendenza che si diffonde sia nel campo delle arti e della letteratura sia in
quello della filosofia. Si potrebbe dire che è un qualcosa che vuole essere diverso dal concetto
di modernità, ma è ancora aperto il dibattito se il postmoderno sia una fase radicalmente
nuova della cultura o se sia invece un episodio della modernità.
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L’ambito storico
L’ambito storico di riferimento è quello degli ultimi trentacinque anni. Passata la guerra
fredda e i vari movimenti di liberazione degli anni Settanta si giunge ad un contesto
internazionale dominato dalla contrapposizione tra i due blocchi. Dopo la caduta dei regimi
socialisti, il predominio occidentale e in particolare statunitense diventa mondiale. Si sviluppa
la cosiddetta globalizzazione dell’economia resa possibile dalla nuova situazione politica,
dalle conquiste tecnologiche e dalla trasformazione della società uniformata sul piano dei
consumi e della cultura di massa. Inoltre grazie alla terziarizzazione la forte contrapposizione
ideologica che anima la vita politica e sociale moderna della maggior parte dei paesi
occidentali indebolisce.
Letteratura
In letteratura intendiamo una serie di tendenze, di aspetti del clima culturale che possiamo far
partire in Europa dal 1970 in avanti. Queste tendenze cercano di recuperare un pubblico di
massa, senza per questo rinunciare ad una dimensione raffinata o intellettualistica. Ciò
avviene in rottura con la tradizione dello sperimentalismo novecentesco, considerato elitario e
chiamato modernismo, che cerca di disorientare il lettore per renderlo critico o dubbioso sul
mondo in cui vive. Gli autori postmoderni puntano a rendere rassicurante il rapporto con la
letteratura, recuperano gli intrecci, stilemi narrativi e linguistici tradizionali o tipici della
narrativa popolare. L’esempio: Il nome della rosa di U. Eco.
Le caratteristiche principali della poetica poetmoderna:
un indebolimento della ragione e del pensiero, si rinuncia alla pretesa di dare
un’interpretazione complessiva al mondo, alla storia, all’uomo, quindi una diffidenza nei
confronti di tutte le teorie che vogliono spiegare la realtà;
una crisi dei fondamenti, non si cerca più una causa ultima dei fenomeni dal punto di
vista scientifico e filosofico;
il linguaggio prevale sulle cose (J. Lacan) il mondo virtuale (creato dai linguaggi)
sostituisce il mondo reale;
l’intertestualità diventa centrale, l’opera letteraria viene pensata come una continua
citazione di altri testi;
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fine del concetto di avanguardia, non si crede più in una successione lineare della
storia (disgregazione della progressione del tempo), non ha più senso parlare di superamento,
viene meno l’idea di una rottura rispetto al passato;
viene meno l’idea di due arti (una per gli intellettuali difficile da capire e un’arte di
consumo), si pensa ad un’unica arte per tutti.
La questione terminologica
Vedi in: Jansen (2002: 33-42)
La riflessione sulla condizione postmoderna e la poetica postmoderna si è sviluppata prima
nei paesi anglossasoni e la terminologia è stata prima elaborata in lingua inglese e poi è stata
ripresa in altre lingue.
Quanto alla terminologia italiana, va notata una curiosità terminologica. Si incontrano tre
coppie di termini in lingua italiana:
(a) moderno, postmoderno
(b) modernismo, postmodernismo
(c) modernità, postmodernità
Claudio Minca nel suo libro Introduzione alla geografia postmoderna
1
rileva che nella
letteratura anglosassone si tende a usare il termine postmodernism per indicare il movimento
culturale, postmodernity per indicare l’epoca, e postmodern come attributo. In tutti questi casi
si aggiunge solo il prefisso post ai termini già esistenti come modernity, modernism and
modern. Nella critica italiana si nota subito che prevale il termine postmoderno invece di
postmodernismo. Il sostantivo postmoderno deriva dall' aggettivo anglosassone „postmodern“
invece che dal sostantivo „postmodernism“.
Qual'è il motivo per quest'uso selettivo?
Il motivo ce lo fornisce Dino Cervigni, curatore di un numero speciale di Annali
d'Italianistica dedicato alla letteratura postmoderna in Italia2 (1991). Cervigni spiega che in
Italia la voce modernismo è stata riservata per designare un movimento religioso di
rinnovamento agli inizi del Novecento. Per evitare confusione con la categoria storico-
1
Minca, Claudio Introduzione alla geografia postmoderna, Padova, CEDAM, 2001.
DINO CERVIGNI, The modern and the postmodern: An Introduction, in The modern and the postmodern ,a
cura di Dino Cervigni, «Annali d’italianistica», IX, 1991, pp. 5-31.
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religiosa, Ceserani preferisce l'uso di un termine come modernità. Anche questa scelta è un
po' equivoca
visto che questo termine viene spesso adottato come sinonimo di
contemporaneità. Per evitare ulteriori malintesi, Ceserani in Raccontare il postmoderno
adopera il termine inglese High Modern (1997:159).
L'etimologia della voce postmoderno (anche nelle varianti post-modern o postmoderno, con e
senza maiuscole) coincide secondo la maggior parte dei vocabolari con il concetto coniato da
Charles Jencks.
 Zingarelli, N. Vocabolario della lingua italiana, Bologna, Zanichelli, 2005.
Il POSTMODERNO - (composto di post- e moderno, calco sulla voce inglese post-modern,
usata per la prima volta in campo architetonico da C. Jencks in un’opera del 1977).
I dizionari italiani si rifanno in prima istanza al dibattito architettonico dove il superamento
del «venire dopo» viene relatato al Movimento Moderno. Il problema sta nel fatto che il
Movimento Moderno viene descritto in termini precisi di razionalità, funzionalismo,
subordinazione alle innovazioni tecnologiche e agli interessi industriali, il postmodernismo
viene presentato come un «movimento estetico, non ben definito, caratterizzato da
un'ecclettica libertà di soluzioni stilistiche». (Garzanti, 1988).
Generalmente le altre accezioni del termine postmoderno vengono date come estensione o
derivazione da quella architettonica. Come si traducono le caratteristiche
Paolo Portoghesi, famoso architetta italiano, introducendo il dibattito internazionale sul
postmoderno nella raccolta di saggi Immagini del postmoderno, distingue tre filoni3:
1. Letterario-filosofico
2. Economico sociale
3. Architettonico
Il primo ha il diritto di primogenitura, il secondo il merito della dimensione più ampia che
investe tutta la società. Il terzo il successo e la verifica necessari per poter conquistare uno
spazio ben definito. All'introduzione di Portoghesi segue un contributo di Maurizio Ferraris,
3
Jansen (2002:37)
6
uno dei primi protagonisti del dibattito italiano sul postmoderno. La genesi del dibattito
letterario viene qui caratterizzata come «un curioso meccanismo di scambi e rimandi» grazie
al quale sul finire degli anni Sessanta Ihab Hassan ed altri critici letterari statunitensi
cominciano ad applicare alle opere di scrittori americani come Barth e Vonnegut le categorie
teorico-estetiche tipiche del poststrutturalismo francese. (Derrida, Lyotard, Foucault). Egli
suggerisce che tra il dibattito americano degli anni Sessanta-Settanta e quello europeo degli
anni Ottanta si potrebbe stabilire una relazione di continuità, visto che ambedue sono segnati
da alcuni elementi comuni.
Elementi comuni:
•
l’attenzione maggiore ai caratteri strettamente formali del testo
•
Visione nichilista del mondo
•
Superamento del pathos dellà novità che aveva caratterizzato le poetiche delle
avanguardie
•
Maggiore disponibilità verso le contaminazioni tra presente e passato.
Il postmoderno in Italia – un fenomeno paradossale
La confusione terminologica rispecchia invece un fenomeno molto interessante che riguarda
la critica italiana e il suo rapportarsi con il postmoderno. I postmoderno in Italia è
caratterizzato da due fenomeni (Raspudić, 2006: 69-83, Jansen,2002: 13-25):
1. Il primo riguarda il fatto che in Italia dal 1980 in poi esiste una condizione postmoderna
par excellence, nell'ambito dell’architettura (P. Portoghesi), della letteratura (U. Eco, I.
Calvino) e della filosofia (G. Vattimo). Gli scrittori come Umberto Eco, Italo Calvino,
Antonio Tabucchi, filosofi come Gianni Vattimo e architetti come Paolo Portoghesi sono
diventati parte del “canone” della letteratura/filosofia/architettura postmoderna a livello
mondiale!
2.La maggioranza dei critici in Italia ignora la condizione nuova e rimane chiusa nel
paradigma dell’alta modernità che vede nel postmoderno una fuga superficiale dall’impegno
politico.
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Raspudić sottolinea che dobbiamo tener conto che la condizione postmoderna in italia si
stabilisce quasi contemporanneamente nei vari campi campi tra 1979 e 1984, mentre negli
Stati Uniti questi fenomeni si svolgevano in diacronia, tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta.
L’unico compendio del dibattito sul postmoderno in Italia è stato dato finora nel libro di
un’italianista olandese Monica Jansen intitolato Il dibattito sul postmoderno in Italia: In
bilico tra dialettica e ambiguità. In questo libro Jansen analizza i dizionari e le enciclopedie
italiane nelle quali il postmoderno si spiega come un fenomeno straniero, esclusivamente
statunitense e degli artisti italiani si menziona solo Paolo Portoghesi. Paradossalmente, mentre
le enciclopedie italiane escludono l’Italia dalla letteratura postmoderna, storia della letteratura
francese pubblicata nel 1992 menziona l’Italia come culla del pensiero postmoderno e
dell’arte postmoderna in Europa. Quali sono i motivi di questa ignoranza?
Remo Ceserani, uno tra pochi critici letterari che si è ocupato del fenomeno postmoderno in
letteratura e che ha cercato di trovare la risposta, sottolinea che la società italiaana si è buttata
in una realtà postmoderna dopo un breve periodo della modernità (l’unico caso simile è
Giappone che si è trasformato nel paese postmoderno senza passare l’esperienza della
modernità) e
in tal modo la critica non ha avuto tempo di prepararsi e adattarsi alla
condizione nuova ma è rimasta in un paradigma di alta modernità. Siccome la letteratura
statunitense postmoderna era apolitica, tesa a sperimentare con gli elementi formali del testo,
critici italiani la rifiutavano per cause ideologiche (vedevano in essa solo una semplice fuga
dall'impegnamento politico). Per questi motivi i più importanti contributi alla definizione e
articolazione della poetica postmoderna in letteratura non vengono cercati nei testi dei critici
italiani ma nei lavori di Linda Hutcheon, Bryan McHale e David Lodge.
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