\\Host\hostcomune\SCUOLA LETERE Progetto PRELIMINARE

annuncio pubblicitario
SCUOLA ELEMENTARE “ORSANO” PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE “AMBIENTI PER L’APPRENDIMENTO” FESR 2007-2013
2007 IT 05 PO 004 F.E.S.
ASSE II ‐ “ QUALITA’ DEGLI AMBIENTI SCOLASTICI” PON FESR “ AMBIENTI PER L’APPRENDIMENTO - ASSE II - QUALITA DEGLI AMBIENTI SCOLASTICI” - OBIETTIVO C
C1- C2 -C3 -C4 - C5
RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI
1. PREMESSA
Il presente progetto è attinente ai lavori di adeguamento dell’impianto elettrico per la scuola
elementare “ ORSANO”
sita in Via Nuova Orsano
nel Comune di Lettere (NA). Oggetto
dell’intervento saranno i locali da adibire a “Sala Mensa” siti al piano seminterrato e l’impianto di
illuminazione esterna nonché l’ampliamento dell’impianto di Messa a Terra Esistente.
Nel presente progetto vengono illustrate le scelte tecniche e dimensionali adottate per rendere
l'impianto elettrico conforme alle normative vigenti. La descrizione delle opere da eseguire è
basata sull'adozione di forniture di ottimo standard qualitativo, a soddisfazione dei calcoli effettuati,
tali da garantire la rispondenza alle norme CEI in vigore nonché al Decreto n. 37/08.
2. PRINCIPALI LEGGI E NORME DI RIFERIMENTO
Gli impianti elettrici dovranno essere eseguiti in conformità alle prescrizioni tecniche generali e
particolari specificate nei capitoli seguenti, nonché nel pieno rispetto delle buone regole
d'installazione, ed in particolare delle Leggi e Norme sotto elencate:
•
Decreto n° 37 del 22/01/2008: "Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino
delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.”
•
D.P.R. n° 462 del 22/10/2001: "Regolamento di semplificazione del procedimento per la
denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di
dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”.
1
•
Legge n°186 del 01/03/1968: "Disposizioni concernenti la produzione di materiali,
apparecchiature, macchinari, installazione di impianti elettrici ed elettronici”;
•
D.Lgs. 81 del 09/04/2008: "Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro"; Legge regionale
n°17 del 27/03/2000: “Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione
esterna e di lotta all’inquinamento luminoso”;
•
Legge 791 del 18/10/1977: "Garanzia di sicurezza del materiale elettrico"; -Norma CEI 1713/1: “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri
bassa tensione)”;
•
Norme CEI 20-22: “Prova dei cavi non propaganti l’incendio”;
•
Norme CEI 64-8: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in
corrente alternata e a 1500V in corrente continua”;
•
Norme CEI 64-12: “Guida all’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici di uso
residenziale e terziario”;
•
Norma CEI 64-50: “Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e
telefonici”;
•
Norme CEI 81-10: “Protezione di strutture contro i fulmini”; -Norma CEI 81-4: “Protezione
delle strutture contro i fulmini -Valutazione del rischio dovuto al fulmine”;
•
Norma EN 12464: “Illuminazione di interni con luce artificiale”;
•
Prescrizioni e Raccomandazioni del Locale Comando dei Vigili del Fuoco;
•
Prescrizioni e Raccomandazioni dell'Ente distributore di Energia Elettrica;
•
Prescrizioni e Raccomandazioni dell'Ente gestore della rete telefonica;
I nuovi impianti e/o le trasformazioni radicali devono essere realizzate a regola d'arte, non solo per
quanto riguarda le modalità d’installazione, ma anche per la qualità e le caratteristiche delle
apparecchiature e dei materiali.
3. FORNITURE ENERGIA ELETTRICA
Attualmente la fornitura dell’energia elettrica è in bassa tensione del tipo trifase con neutro sistema TT. Il punto di consegna ENEL ubicato nella zona ingresso del fabbricato.
Immediatamente a valle del contatore, verrà realizzato un centralino
contenente un
idoneo
interruttore magnetotermico differenziale a protezione delle linee elettriche che arriveranno al
Quadro Elettrico posto al piano Seminterrato che conterrà tutte le apparecchiature di
sezionamento e protezione al servizio rispettivamente dell’impianto della sala Mensa e
dell’impianto d’illuminazione esterna. Si precisa che l’interruttore di cui sopra dovrà essere
corredato da bobina di apertura a lancio di corrente che sarà comandata dal pulsante di sgancio di
emergenza generale
2
4. MONTANTI DI ALIMENTAZIONE
La
montante
di alimentazione dal Quadro Arrivo Enel al Quadro Piano Seminterrato
sarà
realizzata mediante un cavo multipolare con guaina del tipo FG7O-M1 0,6/1kV di formazione
1x(5X6)mmq in tubazione sotto traccia.
Le montanti di alimentazione delle varie utenze in partenza dal Quadro Piano Seminterrato
saranno realizzate con cavo unipolare , del tipo :
• NO7G9-K ( posato sotto traccia) per le utenze dalla Sala mensa
• FG7OR ( posato in cavidotto interrato) per l’illuminazione esterna.
Le sezioni dei cavi sono indicate nell’elaborato corrispondente.
Le condutture che si utilizzeranno devono rispettare le prescrizioni previste dalla sez.
751.04.2 “Prescrizioni comuni di protezione contro l’incendio per le condutture”.
La distribuzione generale e le derivazioni avverranno principalmente con tubazione sottotraccia.
Le tubazioni saranno intercettati mediante opportune cassette di derivazione ad incasso. Le
dimensioni delle canalizzazioni saranno tali da garantire la sfilabilità dei conduttori in esso alloggiati
con grado di riempimento < 60% per le tubazioni, così come previsti dalle norme vigenti. Il loro
percorso sarà prevalentemente rettilineo. Le cassette di derivazione, saranno del tipo idoneo al
luogo di posa in opera e proporzionate adeguatamente alle canalizzazioni che le interessano; in
numero sufficiente a permettere un comodo passaggio delle condutture ed a contenere i relativi
collegamenti.
Le sezioni minime dei conduttori in rame per le condutture fisse devono rispettare l’art.
524.1 CEI 64-8/5 ovvero:
•
1,5 mm2 per circuiti di potenza;
•
0,5 mm2 per i circuiti di segnalazione e per i circuiti ausiliari di comando.
I conduttori di protezione attestati nei quadri in esame avranno la sezione minima prescritta
dall’art.543.1.2 della norma CEI 64-8/5.
Le montanti per linee di illuminazione avranno sezione minima di 2,5mmq con derivazioni fino
ad 1,5mmq; mentre per le linee di F.M. le montani saranno di sezione minima 4mmq e le
derivazioni con conduttori di sezione minima 2,5mmq
La portata di un cavo Iz dipende dalla sezione, dal tipo di conduttore e dall’isolante, ma
anche dalla temperatura ambiente e dalle condizioni di posa. Secondo la tabella CEI-UNEL
35024/1 (fascicolo 3516).
3
5. DISPOSIZIONI GENERALI RIGUARDANTI I QUADRI ELETTRICI
La norma CEI 23-51 si applica ai quadri di distribuzione per installazione fissa, per uso
domestico e similare, realizzati assiemando involucri vuoti, conformi alla norma sperimentale CEI
23-49, con sistemi di protezione ed apparecchi che nell'uso ordinario che dissipano una potenza
non trascurabile, ad esempio interruttori automatici e differenziali, trasformatori, lampade, ecc.
Tali quadri devono essere:
•
Adatti ad essere utilizzati a temperatura ambiente normalmente non superiore a 25 °C, ma
che occasionalmente può raggiungere 35 °C;
•
Destinati all'uso in corrente alternata con tensione nominale non superiore a 440 V;
•
Destinati ad incorporare sistemi di protezione ed apparecchi di manovra per uso domestico
e similare con corrente nominale (In) non superiore a 125 A;
•
Con corrente nominale in entrata (Ine) non superiore a 125 A;
•
Con corrente presunta di cortocircuito (Icp) nel punto d'installazione non superiore a l0kA
(valore efficace della componente simmetrica) o protetti da dispositivi limitatori di corrente
aventi corrente limitata (Ip) non eccedente 15 kA (valore di picco) in corrispondenza del
loro potere d'interruzione nominale.
Se il quadro non ha le caratteristiche suindicate esce dal campo di applicazione della norma
CEI 23-51 e si applicano le norme CEI 17-13.
5.1
Quadro Arrivo ENEL
Sarà realizzato mediante una calotta in PVC con Grado di Protezione IP55
5.2
Quadro Piano Seminterrato
Il quadro elettrico al Piano Seminterrato sarà costituito da una carpenteria per installazione a
parete e/o similare, e dovrà avere grado di protezione pari almeno ad IP55. Tale quadro dovrà
essere dotato di una portella di chiusura. Nel quadro saranno installati gli interruttori a protezione
delle utenze previste, come meglio deducibile dallo schema elettrico riportato nell’elaborato
riguardante gli schemi unifilari dei quadri.
6.
IMPIANTO ELETTRICO PIANO SEMINTERRATO
Gli impianti elettrici dovranno rispettare nella loro configurazione finale la norma CEI 64-8.
L’impianto sarà prevalentemente realizzato attraverso un sistema di tubazioni in PVC flessibile
posate sotto traccia con diametri minimi non inferiori a 20mm. I punti di comando e le prese
saranno installate ad una quota di almeno 1,40m da terra per evitare contatti da parte degli alunni
4
e
collocate nell posizioni indicate nelle tavole grafiche. Le linee elettriche saranno realizzate
mediante la posa di cavo unipolare tipo N07G9-K, raccordate in apposite scatole di derivazione,
secondo gli schemi elettrici allegati. Si ricorda che le masse estranee (tubi metallici per i servizi
acqua, gas ecc. se previsti di materiale conducibile) dovranno essere equipotenzialmente messi a
terra per mezzo di un conduttore equipotenziale N07V-K di colore giallo-verde, avente sezione pari
a 6mm² e protetto meccanicamente contro possibili danneggiamenti.
7. IMPIANTO DI MESSA A TERRA E DI PROTEZIONE
L’impianto di terra dovrà essere
unico
per l’intera struttura e pertanto quello di nuova
realizzazione dovrà essere integrato con l’impianto di terra esistente. L'impianto di messa a terra
dovrà comunque rispettare nella sua configurazione finale le norme CEI 64-8 e CEI 64-12 che
prevedono:
-)il valore di terra sia in accordo con le esigenze di protezione e di funzionamento dell'impianto e in
ogni caso dovrà rispettare il valore ohmico ricavato dalla formula
Rt ≤ 50/Idn
-)l'efficienza di terra si mantenga nel tempo; -le correnti di guasto possano essere sopportate
senza danni di natura termica e meccanica -adeguata protezione meccanica. Per raggiungere
questi scopi occorrerà prevedere:
-)dispersore orizzontale in corda di rame nuda avente sezione pari a 35 mm² posato almeno 50 cm
di profondità nel terreno, con sovrastante protezione in malta e cemento, non a contatto dello
stesso (a circa 20cm);
-)posa di dispersori intenzionali verticali con profilo a croce di dimensioni 50x50x5mm e lunghezza
di 1,5 m o tondino in acciaio ramato;
-)posa dei conduttori di protezione secondo i seguenti criteri generali
La sezione di ogni conduttore di protezione che non faccia parte delle condutture d’alimentazione
non deve essere, in ogni caso, inferiore a:
•
2,5mm² se è prevista una protezione meccanica
•
4mm² se non è prevista una protezione meccanica
•
collegamento dei conduttori equipotenziali.
All'impianto di terra dovranno essere collegati :
•
le masse (prese, motori, corpi illuminanti, ecc.) di classe I
•
le masse estranee (riscaldamento, acqua, gas, ecc.)
5
8. CALCOLO DELLA SEZIONE DEI CAVI
La scelta della sezione da assegnare ai cavi è stata fatta facendo riferimento ai seguenti criteri:
•
CRITERIO TERMICO
•
CRITERIO ELETTRICO (calcolo della c.d.t.)
Precisamente si è utilizzato il primo criterio in fase di progetto, mentre il secondo è stato
utilizzato in fase di verifica.
Il dimensionamento dei circuiti è stato effettuato in base al valore dei carichi convenzionali.
Tali carichi sono stati ottenuti moltiplicando le potenze rilevate dalle singole utilizzazioni per i
relativi coefficienti di valutazione. Per la scelta dei coefficienti di valutazione si sono adottati i valori
consigliati dalle Norme CEI.
E' stata verificata la c.d.t., imponendo che essa non fosse in nessun caso superiore al 4%
così come prescritto dalle Norme CEI. La formula adottata per la verifica della c.d.t. è stata la
seguente
ΔU = K ∗ L ∗ I ∗ ( R ∗ cos ϕ + X ∗ sin ϕ )
dove :
L(Km)
lunghezza della linea
I(A)
corrente trasportata
R( Ω/Km)
resistenza di fase della linea
X( Ω/Km)
reattanza di fase della linea
K=2
per linee monofasi
K=1,73
per linee trifasi
per le portate dei cavi si ci è riferiti alle tabelle UNEL in vigore.
Tutto il calcolo è stato realizzato ricorrendo ad un software specializzato i cui risultati e relative
verifiche sono allegati alla presente.
Tutto l'impianto dovrà essere segnalato con appositi cartelli indicatori nei punti ove sono posati i
dispersori.
L'impresa appaltatrice dovrà eseguire:
•
un esame preliminare dei percorsi interrati e della posizione dei dispersori verticali, prima
della loro messa in opera;
•
l’esatto rilievo della loro posizione ad installazione effettuata (se diversa dai grafici di
progetto) e riportarla su apposito disegno.
L'impianto di terra deve essere eseguito in conformità a quanto prescritto nel presente progetto.
6
9. CALCOLO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE CONTRO I SOVRACCARICHI
Per la protezione dei singoli circuiti contro i sovraccarichi sono stati impiegati
interruttori automatici differenziali e magnetotermici.
Onde
effettuare
una corretta scelta dei singoli dispositivi di protezione si sono
adottati i seguenti criteri :
a) il dispositivo di protezione deve essere adeguato al carico per cui la sua corrente
nominale In deve essere maggiore o uguale alla corrente d'impiego Ib del circuito
cioè deve v
b) erificarsi che In≥Ib ;
c) il dispositivo di protezione deve tener conto della portata del cavo Iz e cioè la
corrente nominale dell'interruttore In non deve superare la portata del cavo cioè
deve essere In ≤Iz ;
c) il dispositivo di protezione deve essere tale da intervenire sicuramente per
sovraccarichi superiori al 45% della portata del cavo e quindi la corrente convenzionale
di funzionamento deve essere inferiore o uguale ad 1.45 volte la portata del cavo.
In definitiva si può quindi dire che le condizioni rispettate nei calcoli per la scelta dei
dispositivi di protezione contro i sovraccarichi sono state le seguenti :
Ib ≤ In ≤ Iz
If ≤ 1.45 Iz
La verifica del soddifacimento di tali relazioni è stata fatta in base ai valori riportati negli
elaborati di calcolo allegati.
10. SCELTA DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONI CONTRO I CORTO CIRCUITI
Tale scelta è stata guidata dalle seguenti considerazioni: il dispositivo di protezione
contro le correnti di cto. cto. deve intervenire con una rapidità tale che i conduttori non
oltrepassino la massima temperatura ammessa,qualunque sia il punto della conduttura
in cui avviene il corto circuito. Per la verifica di quanto sopra,così come prescritto dalle
Norme è stata verificata la condizione seguente :
(I2t)< K2 S2
dove :
7
I è la corrente di corto circuito; t è il tempo di intervento del dispositivo di protezione
S è la sezione del cavo da proteggere K è una costante che dipende dal tipo di cavo
adottato.
Tale verifica è stata effettuata per la minore e la maggiore delle Icc possibili sul cavo.
Infine per quanto riguarda i poteri di interruzione sono stati scelti valori superiori a
quelli delle Icc calcolate nei punti di installazione degli interruttori.
11. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE
La scelta dei corpi illuminanti, per i vari ambienti, è stata fatta in seguito stato eseguito un calcolo
illuminotecnico preliminare. In particolare
•
I corpi illuminanti da installare nella sala mensa saranno plafoniere 2X36W, con
schermo in policarbonato installate a soffitto con grado di protezione IP40
•
Per l’esterno saranno utilizzati corpi illuminanti d’accento muniti di lampada JME
70W montati su sostegni in Ac di altezza ft 3,50m
Il livello di illuminamento medio mantenuto Em e le caratteristiche dell’illuminazione interna
sono indicate nella norme UNI EN 12464-1. Di seguito si riporteranno i metodi di calcoli ed i
riferimenti normativi da rispettare.
Oltre all’illuminamento, alla resa del colore e alla limitazione dell’abbagliamento, per una buona
qualità dell’illuminazione si è tenuto conto:
•
La tonalità del colore.
•
Al tipo di lampada.
•
All’uniformità di illuminamento.
Per il calcolo degli impianti di illuminazione per interni si utilizza il metodo del flusso totale.
Tale metodo si basa sull’utilizzo della seguente relazione:
E=
φtot
A
∗ Ku ∗ Km
dove:
E (lux)
Valore dell’illuminamento medio orizzontale sul piano di lavoro da mantenere in
relazione al tipo si interno e all’attività svolta
Φtot (lumen)
Valore del flusso totale emesso dalle lampade per ottenere l’illuminamento
desiderato
A (m2)
Superficie del piano orizzontale
Ku
Fattore di utilizzazione dell’apparecchio di illuminazione impiegato
8
Km
Fattore di manutenzione o declassamento della luce
Il flusso luminoso totale installato è dato da:
Φ tot = m ∗ n * Φ L
dove:
m
Numero di apparecchi di illuminazione
n
Numero di lampade per apparecchio
ΦL
Flusso luminoso nominale delle lampade
Il fattore di utilizzazione Ku di un apparecchio è il rapporto tra il flusso luminoso che
coincide sul piano di lavoro, chiamato Φu e il flusso Φtot totale emesso da tutte le lampade installate
nel locale. Il fattore di utilizzazione è desumibile dalle tabelle in funzione dei fattori di riflessione del
soffitto, delle pareti, del piano di lavoro e dell’indice del locale i. Il fattore di utilizzazione inoltre,
dipende dalla distribuzione spaziale della luce emessa dall’apparecchio di illuminazione, dal suo
rendimento e dalla disposizione degli apparecchi nel locale.
L’indice del locale “i”, per illuminazione diretta, semidiretta e mista, è esprimibile dalla relazione
i=
a ∗b
h ∗ ( a + b)
dove:
a (m)
Larghezza del locale
B (m)
Lunghezza del locale
h (m)
Distanza tra gli apparecchi di illuminazione e il piano di lavoro
Il fattore di manutenzione Km rappresenta il rapporto tra il valore dell’illuminamento medio
sul piano di lavoro dopo un dato periodo di utilizzo degli apparecchi e il valore ad installazione
nuova. Con esso si tiene conto, quindi, della perdita d’illuminamento degli apparecchi che si
verifica a causa dell’invecchiamento delle lampade e dello sporco che si accumula sulla superficie
degli apparecchi e dell’ambiente. Il valore Km dipende dal tipo di apparecchio e dalla manutenzione
dell’impianto. È quindi importante stabilire un programma di manutenzione per tenere sempre in
massima efficienza l’impianto.
I corpi illuminanti dovranno istallati come rappresentato nelle tavole allegate, prestando
particolare attenzione alle distanze dagli oggetti illuminati come prescritto dal punto 751.04.1.5
della Norma CEI 64/8 fascicolo 7 infatti le distanze minime da rispettare in funzione della potenza
della lampada sono:
9
•
0,5m fino a 100W
•
0,8m da 100 a 300W
•
1m da 300w a 500W
Inoltre tutti i corpi illuminanti corredati da lampade a scarica del tipo a ioduri, saranno dotati
di schermo di sicurezza in modo da non recare alcun danno in caso di rottura delle stesse.
Le lampade e altre parti componenti degli apparecchi d'illuminazione devono essere
protette contro le prevedibili sollecitazioni meccaniche. Tali mezzi di protezione non devono essere
fissati sui portalampade a meno che essi non siano parte integrante dell’apparecchio
d'illuminazione.
Gli involucri di apparecchi elettrotermici, quali riscaldatori, resistori, ecc., non devono
raggiungere temperature più elevate di quelle relative agli apparecchi d'illuminazione. Questi
apparecchi devono essere per costruzione o installazione realizzati in modo da impedire qualsiasi
accumulo di materiale che possa influenzare negativamente la dissipazione del calore.
Si raccomanda che gli apparecchi di illuminazione con lampade a vista siano posti con la
lampada fuori portata di mano (altezza > 2,5 m) del pubblico, e che in posizione inferiore a 2,5 m
dal piano di calpestio gli apparecchi di illuminazione siano provvisti di schermo. Tutti i corpi
illuminanti saranno del tipo “Apparecchio installabile su superfici normalmente infiammabili”
contraddistinti dal simbolo
. I corpi illuminanti avranno grado di protezione almeno IP4X come
previsto dall’art. 751.04.5 della C.E.I. 64-8/7 “Prescrizioni aggiuntive e criteri di applicazione per gli
impianti elettrici degli ambienti di cui in 751.03.4”. Per le verifiche illuminotecniche si rimanda ai
calcoli allegati.
12. ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA
L’illuminazione di sicurezza ha il compito di evitare, in caso di mancanza dell’alimentazione
ordinaria, il panico e di permettere l’individuazione e l’uso sicuro delle vie di esodo fino ad un luogo
sicuro.
Il committente dovrà garantire i livelli minimi di illuminamento in caso di emergenza come previsto
dalle norme. Lungo le vie di esodo bisogna assicurare un illuminazione minima di 5 lux lungo di
esse.
La principale norma di riferimento è la UNI EN 1838 “Applicazione dell’illuminotecnica
Illuminazione di emergenza”.
L’esatta ubicazione delle lampade di emergenza, con autonomia minima di 1h e potenza indicata,
è riportata sull’elaborato grafico.
10
Naturalmente i segnali di sicurezza devono essere permanentemente illuminati e tali limiti di
luminanza devono essere rispettati sia in presenza dell’alimentazione ordinaria, sia quando entra
in funzione l’alimentazione di sicurezza.
Caratteristiche dei circuiti di sicurezza:
•
I circuiti di alimentazione del servizio di sicurezza sono indipendenti dagli altri circuiti, cioè
tali che un guasto elettrico, un intervento, una modifica su un circuito non compromette il
corretto funzionamento dei circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza.
•
L’illuminazione di sicurezza, compresa quella su vie e passaggi, deve possedere un grado
di illuminamento minimo di 5 lux misurato ad 1 metro dal piano di calpestio;
•
l’impianto di sicurezza deve avere la possibilità di essere inserito a mano;
•
l’impianto di sicurezza deve avere un autonomia maggiore di 30 minuti;
•
sono ammesse singole lampade ad alimentazione autonoma;
•
il tempo di ricarica deve essere di 12 ore;
•
I circuiti di alimentazione del servizio di sicurezza siano indipendenti dagli altri circuiti, cioè
tali che un guasto elettrico, un intervento, una modifica su un circuito non compromette il
corretto funzionamento dei circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza.
Vale la pena precisare, che il circuito di sicurezza collega la sorgente sussidiaria agli apparecchi.
Nel caso di apparecchi di illuminazione autonomi (autoalimentati o blocchi autonomi) il circuito di
sicurezza non c’è più perché la batteria è interna all’apparecchio stesso. Non ha quindi alcun
fondamento normativo, e nessuna giustificazione tecnica, richiedere per gli apparecchi autonomi
un circuito indipendente.
L'impianto di sicurezza funziona alternativamente col servizio di illuminazione principale. L'entrata
in funzione dell'illuminazione di sicurezza avviene automaticamente in un tempo breve e
contemporaneamente al mancare dell'alimentazione principale; al ritorno dell'alimentazione
principale l'illuminazione di sicurezza si disinserisce automaticamente.
Saranno utilizzati :
1) sistemi autonomi di emergenza di tipo SE con lampada FLC da 11W, aut.1h., tempo di
ricarica 12h,
2) sistemi autonomi di emergenza di tipo SA con lampada FLC da 18W, aut.1h., tempo di
ricarica 12h,
13. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI
Tutti i materiali e le apparecchiature impiegati negli impianti elettrici devono, essere adatti agli
ambienti in cui sono installati e devono avere caratteristiche tali da resistere alle azioni
meccaniche, corrosive, termiche o dovute all'umidità alle quali possono essere esposti durante
11
l'esercizio. Devono essere rispondenti alle relative norme CEI e tabelle di unificazione CEI-UNEL,
ove queste esistono e alla legge 791 (rispondenza norme CEE). Tutti gli apparecchi devono
riportare dati di targa ed eventuali istruzioni d'uso utilizzando la simbologia del CEI e la lingua
italiana. Gli interruttori per i circuiti di alimentazione delle utenze finali avranno protezione
differenziale ad alta sensibilità pari cioè 30 mA. Il potere di interruzione dei singoli interruttori deve
essere sempre maggiore della massima corrente di corto circuito presente nel punto di
installazione degli stessi. Tutti gli interruttori che proteggono le linee in partenza devono essere
scelti in maniera tale che:
-sia sempre rispettata la condizione che l'energia specifica passante risulti minore o uguale a K²S².
sia sempre protetta contro i contatti indiretti, la lunghezza totale della linea uscente. Devono
essere impiegati cavi e conduttori del tipo non propagante l'incendio come evidenziato qui di
seguito:
tipo FG7O-M1 secondo CEI 20-22 II per linee principali di distribuzione poste all’esterno
tipo N07G9-K secondo CEI 20-22 II per le linee degli impianti d’illuminazione e forza motrice dove
possibile. Tutti i conduttori, compresi quelli di terra, di protezione ed equipotenziali, devono
rispettare il codice dei colori previsti dalle Norme CEI. Per le canalizzazioni realizzate con tubazioni
in PVC, devono essere utilizzati tubi in PVC di tipo non propagante l'incendio serie pesante rigido
UNEL 37118/72. In generale, le guaine flessibili, saranno in PVC pesante a marchio IMQ, con
anima in PVC e rivestimento in PVC
14. VERIFICHE
Le verifiche e le prove di collaudo, dovranno essere eseguite secondo le norme vigenti, in
particolare secondo la parte 6 delle norme CEI 64-8. L'impresa esecutrice deve predisporre gli
impianti, installati, montati e collegati per la realizzazione e delle prove e delle verifiche da
effettuarsi sia per le consegne parziali che finali. Si ricorda che secondo il DPR n°462 del
22/10/2001: “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e
dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti
elettrici e di impianti elettrici pericolosi”,e successive modificazioni, se l’attività è soggetta al D.Lgs.
81/08, il datore di lavoro è obbligato alla denuncia agli organi territorialmente competenti
(ASL/ARPA e ISPESL) dell’impianto di terra secondo le modalità previste. L’invio della
documentazione deve avvenire entro 30 giorni dall’inizio (o dalla ripresa) dell’attività.
Inoltre occorre incaricare l’ASL, l’ARPA oppure un organismo abilitato, alla verifica periodica
dell’impianto di terra.
12
15. GESTIONE DELL'IMPIANTO
Prima della messa in esercizio degli impianti, si eseguiranno i collaudi per accettazione che
consistono nell’eventuale ripetizione di tutte o di parte delle verifiche di cui al paragrafo
precedente. Le prove possono essere eseguite nel corso e/o al termine dei montaggi, secondo un
programma stabilito dalla committenza in collaborazione con la Direzione Lavori. Per tali collaudi,
l’impresa esecutrice, deve mettere a disposizione il personale e le apparecchiature necessarie per
l’espletamento dei collaudi. L'entità e le modalità di esecuzione dei collaudi dovranno essere
concordati preventivamente con il committente e la Direzione Lavori. Ad insindacabile giudizio da
parte del committente e della Direzione Lavori le prove dovranno essere ripetute nel caso di esiti
sfavorevoli. E' evidente che in questo caso, l’impresa esecutrice sarà tenuta a porre in regola tutti
gli impianti o parte di essi che non sono risultati idonei alle verifiche effettuate.
Data, Ottobre 2013
il Progettista
Arch. Ermando Piccirillo
13
Scarica