IMPIANTI ELETTRICI NELLE SCUOLE

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IMPIANTI ELETTRICI NELLE SCUOLE
CEI 64-8
CEI 64-50 (guida)
CEI 81-1 (scariche atmosferiche)
IN SINTESI:
La scuola è un luogo a maggior rischio in caso di incendio. (cosa vuol dire ?)
Occorre prevedere:
1. Un pulsante di emergenza in portineria
2. Tutti i circuiti vanno protetti singolarmente contro i corto circuiti e i guasti a terra
3. I cavi debbono essere collocati in alternativa:
• sotto traccia entro tubo protettivo
• a parete entro tubo metallico IP4x collegato a terra con isolante non propagante
la fiamma.
4. Solo in casi particolari si richiedono isolanti non propaganti l’incendio
5. Gli isolanti debbono essere a limitato sviluppo di gas tossici1
6. Quando un condotto attraversa una parete, si deve fare uso di barriere tagliafuoco.
7. Il trasformatore deve essere collocato o in un box esterno all’edificio, o, se all’interno, in un locale compartimentato, o, infine, si può utilizzare un trasformatore in resina non soggetto ad incendi come invece sono quelli isolati in olio.
8. I laboratori devono avere banchi alimentati in bassissima tensione di sicurezza
(SELV o PELV, secondo CEI 64-8).
9. Un impianto di diffusione sonora.
10. Un impianto di illuminazione di emergenza.
11. Un impianto di protezione dalle scariche atmosferiche (valutare secondo CEI 81-1)
12. L’impianto di terra è soggetto a verifiche biennali secondo DPR 462/01
Gli involucri devono avere grado di protezione IP4x se posti ad altezza <2.5 m, altrimenti basta IP2x
1
Nel corso di un incendio, infatti, i maggiori problemi derivano dalla emissione di gas tossici che impediscono la visibilità nelle vie di fuga e provocano il soffocamento delle persone. Altri problemi derivano dalla scomposta reazione dei presenti con problemi di schiacciamento, calpestio ecc.
Vi propongo adesso questa sintesi ripresa dalla rivista WATT
Leggi & Norme - Watt n. 206
Gli impianti nelle scuole
di Dino Pellizzaro
Il segretario del Comitato Tecnico 64 del CEI, Giuseppe Bosisio, ci accompagna in un ideale percorso all’interno di una struttura scolastica, per dimostrare come i contenuti di una Guida possano semplificare il
momento della progettazione degli impianti elettrici.
Perché una Guida all’esecuzione degli impianti elettrici negli edifici scolastici? E’ questa la domanda che
ci ha portato ad incontrare Giuseppe Bosisio, Segretario del Comitato Tecnico CT 64 del CEI, che, oltre a
rispondere a questa domanda, ci ha riassunto gli aspetti più significativi della Guida stessa.
Bosisio afferma che la Guida è nata proprio in seguito alle esigenze espresse dagli installatori. Durante le
varie riunioni dei Comitati Tecnici CEI spesso si è fatto presente la necessità di dare corrette e precise indicazioni sulle procedure con cui realizzare gli impianti elettrici in locali così specifici come quelli relativi
alle scuole, in modo da non utilizzare solo le prescrizioni della norma CEI 64-8. Il CEI ha voluto integrare
le prescrizioni ufficiali di questa norma, che potremmo definire quadro, con raccomandazioni e suggerimenti specifici per questo tipo di edificio.
Un utile aiuto. Naturalmente le difficoltà realizzative di un impianto elettrico negli edifici scolastici non si
discostano certo da quelle che solitamente si hanno per qualunque altro ambiente; quindi non erano certo
necessari chiarimenti particolari, tuttavia il CEI ha ritenuto opportuno racchiudere in un unico documento
tutto quanto potesse essere utile all’operatore, in modo da liberarlo da soverchie operazioni di ricerca sulla normativa da applicare in questo caso. Una semplice lettura della Guida è sufficiente per conoscere
quali siano i richiami legislativi, le Norme che si occupano delle problematiche degli impianti che vanno
realizzati negli edifici scolastici. Il lettore infatti può trovare argomenti come la protezione dai fulmini, l’illuminazione, l’illuminazione di sicurezza e molti altri aspetti di cui la Guida tratta. Ma, come ci fa notare Bosisio, con una utile caratteristica in più: tutto è raccolto in un unico documento.
La Guida si applica ad ogni ordine di scuole, dagli asili nido alle scuole dell’obbligo, dagli istituti superiori
a quelli universitari, fino ai laboratori con funzioni didattiche e ai relativi spazi annessi, senza esclusione
alcuna, né di scuole pubbliche né di scuole private. Una appendice si riferisce, ad esempio, agli asili nido,
per quelle particolari applicazioni per le quali bisogna porre la giusta attenzione, visto il tipo di utenza che
li riguarda.
I punti salienti. Con l’aiuto del segretario del C.T. 64, passiamo ad analizzare i punti salienti di questa
pubblicazione CEI. Un richiamo della Guida, utile anche se non nuovo, precisa che la progettazione deve
essere effettuata da professionisti iscritti negli albi professionali di competenza specifica, come è previsto
del resto dalla Legge 46/90 e dal suo regolamento di attuazione.
La Guida dà per scontato l’utilizzo della 64-50 che è la guida generale per l’esecuzione degli impianti elettrici. Quindi tutte le raccomandazioni relative alle opere murarie e di predisposizione degli impianti sono
omesse in quanto presenti nella 64-50, cui evidentemente bisogna far riferimento.
Una parte della Guida è dedicata all’alimentazione ed offre utili suggerimenti per la valutazione della potenza di alimentazione dell’impianto o di una sua parte. Due sono le procedure alternative che si possono
utilizzare. Si può determinare il carico convenzionale come prodotto della potenza nominale per i fattori di
contemporaneità e di utilizzazione, considerando che è la Guida stessa a fornire in tabella la potenza apparente specifica nominale per unità di volume. Oppure, se si dispone delle caratteristiche dei carichi, della loro ubicazione e dei loro cicli di funzionamento, dalla tracciatura dei diagrammi di carico, è possibile ricavare la potenza effettiva.
La Guida si sofferma su tre tipi di alimentazione: l’ordinaria, quella dei servizi di sicurezza e quella dei
servizi di riserva, precisando che sono da considerare ordinari gli utilizzatori in uso nei servizi generali (ad
esempio l’illuminazione di esterni ed interni, le apparecchiature dei laboratori didattici, la centrale idrica e
di sollevamento delle acque nere). Vengono offerte nella parte che descrive l’alimentazione ordinaria informazioni relative al modo di realizzare i locali per la cabina elettrica e indicazioni sull’esigenza di suddividere l’impianto in più circuiti, a seconda delle esigenze di servizio, in modo da evitare pericoli e ridurre
gli inconvenienti in caso di guasto, di facilitare le ispezioni e le prove, di considerare la possibilità di pericoli che si potrebbero avere a causa di un guasto su un singolo circuito.
Ma la Guida si sofferma anche sull’alimentazione dei servizi di sicurezza, necessaria, secondo l’attuale
legislazione, e distinta da quella ordinaria. Dall’alimentazione di sicurezza derivano l’illuminazione di sicurezza, l’impianto di diffusione sonora e/o l’impianto di allarme. Vengono qui richiamati i valori minimi per
l’illuminazione di sicurezza necessari per illuminare le vie di esodo e i parametri con cui realizzare la sorgente di sicurezza in modo da garantire la prescritta autonomia.
Importante, fa rilevare Bosisio, anche la parte relativa all’illuminazione di riserva, necessaria a garantire il
corretto funzionamento di un servizio al momento della mancanza dell’alimentazione ordinaria.
Gli estensori della Guida hanno ritenuto sufficiente fare dei richiami all’illuminazione artificiale e agli impianti tecnologici, rimandando comunque il progettista alla normativa di riferimento (sempre citata). Ecco
allora l’indicazione che l’illuminazione artificiale deve avere i seguenti requisiti: illuminamento che supera
il minimo previsto e con uniformità di illuminazione, ripartizione della luminanza, limitazione dell’abbagliamento, direzionalità della luce e corrette tonalità di luce e resa dei colori. La parte relativa agli impianti
tecnologici (impianti di condizionamento e ventilazione, impianti centralizzati per la produzione di aria
compressa e impianti termici) rimanda espressamente al D.M. 26-08-92.
Anche l’impianto di allarme è preso in considerazione, così come l’impianto che alimenta ascensori e servoscala. Particolare importanza è posta dalla Guida alla scelta e all’installazione dei componenti, che devono essere adatti al luogo di installazione, soddisfacendo le misure di protezione per la sicurezza, le prescrizioni per un funzionamento corretto per l’uso previsto dall’impianto e quelle appropriate alle influenze
esterne previste.
Le indicazioni vengono date in funzione dei vari ambienti di cui può essere costituita una scuola, quindi
aule, laboratori e così via. A proposito dei laboratori, va detto che, in base all’art. 11.3 della Norma CEI
64-8, gli impianti elettrici dei laboratori elettrici e delle sale prova elettriche sono esclusi dal campo di applicazione della norma stessa. Bosisio tiene ad anticipare che il CEI intende realizzare una norma specifica per questi luoghi particolari. Quindi, per tali ambienti, non è sembrato il caso di inserire nella Guida ulteriori indicazioni, oltre a quelle previste per la generalità dei laboratori, tra cui l’utilizzo di una protezione
differenziale con Idn inferiore o uguale a 30 mA, l’opportunità di avere banchi e postazioni alimentati da
un proprio trasformatore di isolamento con collegamento equipotenziale tra le masse e senza collegamenti a terra, oppure, in alternativa, l’utilizzazione di circuiti SELV o PELV.
Nella Guida viene trattato il problema degli archivi, delle biblioteche e dell’aula magna. In questi ultimi
casi con un particolare riguardo agli aspetti antincendio, proprio per il materiale presente e per l’affollamento che si può avere in questi luoghi. Qualche cenno è dedicato anche agli impianti sportivi.
Lo scopo quindi di questa Guida è stato anche quello di raccogliere in un unico volume non solo tutta la
legislazione, in modo che l’operatore possa comprendere subito la totalità degli adempimenti anche non
di carattere elettrico necessari ad una corretta progettazione di questi luoghi, ma anche di garantire che
tale progettazione si realizzi grazie all’interdisciplinarietà di tutti coloro che partecipano al progetto stesso.
La Guida non prende una posizione netta sul fatto che gli edifici scolastici siano, o meno, ambienti a maggior rischio in caso di incendio, ma volutamente lascia al progettista tale valutazione. Tale tesi ha prevalso, in sede di elaborazione della norma e dopo varie discussioni, ed è da considerare la più corretta in
quanto demanda al progettista una valutazione attenta del luogo da questo punto di vista. Si immagini ad
esempio la possibilità di una piccola scuola con un esiguo numero di studenti: sarebbe stata una forzatura inutile il considerarla un ambiente a maggior rischio in caso di incendio.
Le verifiche. Un altro punto importante è quello delle verifiche. Sono state date indicazioni precise anche
di carattere temporale, rispetto alla periodicità degli interventi. Le indicazioni delle verifiche sono sostanzialmente tratte dalla Norma 64-15. Tra le verifiche più importanti vi è la verifica della funzionalità dell’interruttore differenziale (non si tratta, ovviamente della verifica che si raccomanda di fare periodicamente
con la semplice pressione del tasto di prova). La Guida comunque definisce una specie di calendario con
la tempistica per tutte le prove da eseguire, dal controllo del funzionamento degli apparecchi di illuminazione (una volta al mese), alla verifica sui differenziali prima accennata (una volta ogni tre anni).
Le raccomandazioni della Guida si applicano a tutte le scuole esistenti, anche se tipicamente le norme
sono applicabili alle nuove costruzioni o ai rifacimenti dell’esistente.
Un altro degli aspetti qualificanti della Guida è un’appendice interamente dedicata ai problemi illuminotecnici, per i quali si rimanda alle norme UNI del settore in modo che installatori e progettisti abbiano riferimenti precisi, con valori di illuminamento, inclinazioni delle lampade ecc., specie in presenza di videoterminali.
Difficile oggi trovare scuole a norma. Ma il Segretario del Comitato Tecnico 64 è fiducioso sul fatto che la
Guida diventi un punto di riferimento per poter operare in modo più dettagliato, garantendo la sicurezza.
Del resto che la situazione degli impianti elettrici nelle scuole lasci francamente a desiderare è dimostrato, inutile nasconderlo, dal fatto che il Ministero ha ritenuto opportuno prorogare di un anno l’adeguamento alle norme di ambienti di questo tipo, a causa delle difficoltà di carattere gestionale ed economico.
La Guida presenta un utile elenco di leggi e di norme che essa richiama e che comunque devono essere
utilizzate dai progettisti in questo caso. Tra tutte le Norme citiamo la 64-8 “Impianti Utilizzatori a tensione
nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in continua”, la 81-1 “Protezione delle
strutture contro i fulmini”, la 11-1 “Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica.
Norme generali”, la 64-12 “Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e
terziario”, la 64-14 “Guida alla verifica degli impianti elettrici”.
A proposito di protezione contro i fulmini, la Guida riassume la legislazione esistente e, vista la necessità
di proteggere tali edifici dai fulmini, prevede l’uso della procedura completa (CEI 81-4) oppure di quella
semplificata (CEI 81-1 allegato G
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