Persinsala Teatro Simona Maria Frigerio giugno 21, 2011 Il vento di cambiamento che spira a Milano porta, sul palcoscenico della Scala, Attila, l’opera verdiana che infiammò i cuori durante i moti del ’48 e le guerre per l’Unità d’Italia. Due i colori che dominano il palcoscenico del teatro alla Scala: il rosso del campo romano – quel porpora, vestigia dell’Impero – e il grigio/verde degli invasori unni. pe rs in sa la In un intrigo di asimmetrie che esaltano le diagonali, i contrasti luminosi, i chiaro-scuri e la coralità dell’insieme – vero motivo dominante di Attila di Giuseppe Verdi – la regia magistrale di Lavia ricrea (coadiuvato perfettamente dallo scenografo Alessandro Camera e, per i costumi – saggiamente e volutamente consunti -, da Andrea Viotti), un Medioevo tragico, volutamente artificioso e di maniera che, nel secondo e terzo atto, scopre impudicamente il gioco dichiarando la propria metateatralità. Nel secondo atto, infatti, il banchetto prende posto in una platea teatrale, dove i palchetti che circondano gli invitati sembrano specchiarsi, mezzo diroccati, in quelli della Scala stessa. Tutti insieme – interpreti e pubblico – si trasformano in spettatori di quanto sta accadendo in scena: Foresto vorrebbe avvelenare con una coppa di vino Attila, ma la sua innamorata Odabella – contraria a un simile tradimento – svela l’inganno. Nel terzo atto, ecco poi che il teatro frana ulteriormente sotto i colpi di un destino che sembra inarrestabile – mentre la musica di Verdi risuona quasi come un inno alla guerra – l’uso della multimedialità permette alle immagini di battaglia di irrompere sulla scena, scorrendo come vecchia pellicola sgranata alle spalle di Foresto, mentre questi medita vendetta e si domanda perché la sua amata Odabella abbia salvato Attila, incapace di comprendere il suo gesto – dettato dal desiderio di vendicarsi con le proprie mani per l’uccisione del padre e non dall’amore per il condottiero unno. L’intera cifra stilistica, a livello registico, converge del resto su rimandi teatrali: quello romano – si vedano le rocce scolpite a forma di maschere, proprie della tragedia – e quello shakespeariano – impossibile di fronte alla coppa avvelenata e al banchetto allestito come spettacolo, non pensare ad http://teatro.persinsala.it 1/3 Persinsala Teatro Persinsala Teatro Simona Maria Frigerio giugno 21, 2011 Amleto e alla metateatralità insita nella tragedia del principe danese. Del resto, Francesco Maria Piave – che ha ampiamente rimaneggiato il libretto di Attila, a causa dei ritardi di Temistocle Solera – e Giuseppe Verdi porteranno in scena solo un anno dopo, il 14 marzo 1847, proprio Macbeth. la Interessante anche il gioco di luci e ombre, soprattutto durante la processione del primo atto, quando le torce illuminano la diagonale occupata da Leone e dai fedeli, mentre le ombre sembrano oscurare il campo invaso dagli unni. pe rs in sa Dal punto di vista dell’interpretazione, molto apprezzabili le prove di Marco Vratogna nel ruolo di Ezio e di Fabio Sartori – che compensa con il bel canto la convenzionalità di Foresto, tipico amante tradito da melodramma. Decisa e piena di trasporto la direzione del maestro Nicola Luisotti. Del resto, un teatro sold-out ha espresso la propria approvazione con continui scrosci di applausi a scena aperta. Ma è proprio la matrice registica che si vuole sottolineare sia perché davvero interessante, sia perché manca il commento alla voce di Elena Pankratova – l’interprete di Odabella, sfortunatamente indisposta – e infine perché a Gabriele Lavia – con un appunto decisamente personale – attore e regista, devo la passione per il teatro – dato che fu lui a farmi innamorare di questo mezzo artistico di espressione e comunicazione – tra i più alti e antichi – grazie al suo Il vero amico, di Carlo Goldoni, nel lontano ‘78. Foto: Gabriele Lavia durante le prove al Teatro alla Scala. Credits: Brescia e Amisano, Teatro alla Scala http://teatro.persinsala.it 2/3 Persinsala Teatro Persinsala Teatro Simona Maria Frigerio giugno 21, 2011 Lo spettacolo continua: Teatro alla Scala Piazza della Scala – Milano (Biglietteria: via dei Filodrammatici 2) fino a sabato 15 luglio, ore 20.00 (biglietti da 12 a 187 Euro) pe rs in sa la Attila dramma lirico in un prologo e tre atti di Giuseppe Verdi libretto di Temistocle Solera Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 17 marzo 1846 (Nuova produzione Teatro alla Scala) www.teatroallascala.org 20, 22, 24 giugno e 2, 4, 6, 8, 12, 15 luglio direttore Nicola Luisotti regia e luci Gabriele Lavia scene Alessandro Camera costumi Andrea Viotti Cast e distribuzione: Attila: Orlin Anastassov (20, 24 giugno – 2, 6, 12, 15 luglio) Michele Pertusi (22 giugno – 4, 8 luglio) Ezio: Marco Vratogna (20, 24 giugno – 2, 6, 12, 15 luglio) Leo Nucci (22 giugno – 4, 8 luglio) Odabella: Elena Pankratova (20, 24 giugno – 2, 6, 12, 15 luglio) Lucrecia Garcia (22 giugno – 4, 8 luglio) Foresto: Fabio Sartori Uldino: Gianluca Floris Leone: Ernesto Panariello http://teatro.persinsala.it 3/3 Persinsala Teatro