EREDITA’ E AMBIENTE La definizione iniziale di fenotipo (manifestazione esterna del genotipo) deve essere modificata: il fenotipo dipende infatti dall’interazione tra genotipo e ambiente. Il genotipo rappresenta una serie di informazioni (modello potenziale dello sviluppo), ma il fenotipo effettivo è l’espressione di tali potenzialità. Esperimento. Sono state prese in considerazione 7 piantine di Achillea aventi genotipo differente; da ognuna di esse sono state ottenute 3 talee, che sono state poi piantate in tre ambienti diversi: a livello del mare a 1400 metri a 3500 metri E’ stata poi misurata l’altezza delle 7 piantine ottenute alle diverse quote. Ad esempio, la pianta 1, più alta a livello del mare, a quota intermedia non fiorisce neppure, e ad alta quota è un po’ più bassa. Confrontando i risultati ottenuti nelle 7 piantine, si nota che non esiste alcuna correlazione tra l’altezza e la quota (cioè le condizioni climatiche). Ciò significa che non esiste un genotipo ottimale in senso assoluto. Per valutare in che misura siano determinanti il genotipo e l’ambiente, i genetisti studiano gli individui di linea pura, ottenuti attraverso ripetute autofecondazioni, oppure attraverso incroci tra consanguinei; nell’uomo si studiano i gemelli identici, che hanno lo stesso genotipo. Si considera un determinato carattere e si stabilisce con quale frequenza esso si manifesta in entrambi i gemelli identici. L’inizio di questi studi sui gemelli fu iniziato nel 1875 da Francis Galton, cugino di Charles Darwin, che ipotizzò che i gemelli molto somiglianti fossero frutto di una sola fecondazione. PENETRANZA ed ESPRESSIVITA’ Circa un secolo fa fu proposto il modello “un gene-un enzima”, che correlava in modo stretto il genotipo con il fenotipo. Oggi, però, sappiamo che esistono spesso grandi varietà di genotipi e di fenotipi: ad esempio, la fibrosi cistica può essere provocata da 400 mutazioni diverse, e lo stesso vale per la talassemia. Inoltre, studiando i gemelli identici, si sono rilevate discordanze tra il genotipo e la manifestazione di un dato carattere. Penetranza = probabilità che un determinato genotipo si esprima come si prevede. Penetranza completa = il fenotipo atteso si realizza nel 100% dei casi (es.gruppi sanguigni). Penetranza incompleta = alcuni soggetti portano una mutazione patologica ma non la manifestano (es.alcune malformazioni scheletriche hanno penetranza intorno al 50%). Espressività: tra lo stato patologico e quello sano esistono tanti stati intermedi, cioè un gene si può esprimere in modo incompleto. Es. polidattilia è dominante ma non si manifesta in tutti gli eterozigoti (penetranza incompleta); inoltre l’espressività è variabile perché l’individuo può avere polidattilia solo in una mano, o in entrambe, oppure anche nei piedi. Su penetranza ed espressività incidono sia fattori genetici (cioè il resto del genoma) sia ambientali (ambiente esterno a cui si è esposti, ambiente interno della madre durante la gestazione). Es. calvizie: il fattore genetico è la presenza del gene, ma questo gene è dominante nel maschio e recessivo nella femmina, in quanto la sua manifestazione è influenzata dall’ambiente ormonale; perciò gli eterozigoti sono calvi se maschi, mentre non lo sono se femmine. Fattori ambientali 1)ALIMENTAZIONE Anche se la statura ha base genetica, l’alimentazione influisce sullo sviluppo corporeo: da madri denutrite in gravidanza nascono figli gracili. In Italia, ad esempio, si è verificato, con studi statistici, che dopo il secondo conflitto mondiale, in seguito al progressivo miglioramento del tenore di vita, la statura media ha avuto un incremento progressivo (circa 1 cm ogni 10 anni), a causa del maggior consumo di proteine e vitamine e della maggiore diffusione delle attività sportive durante l’età dello sviluppo. In questo caso, dunque, la potenzialità genetica si è potuta esprimere meglio che in passato. Nelle comunità di insetti sociali, la differente alimentazione causa addirittura variazioni nella morfologia dell’animale: nelle api, le larve allevate con pappa reale (alimento molto energetico) diventano regine (più grandi e feconde), mentre le larve nutrite con nettare diventano operaie o soldati, cioè individui più piccoli e sterili. 2)TEMPERATURA In Drosophila, il gene che controlla il carattere “ali ricurve” si esprime soltanto a temperature maggiori di 25°, altrimenti si esprime il gene “ali diritte”. Nel coniglio dell’Himalaya, il pelo è bianco su tutto il corpo, tranne sulla punta delle zampe, sul naso, sulle orecchie, sulla coda, che sono le estremità più fredde. Ipotesi: il gene per il pelo nero si manifesta solo a bassa temperatura. Esperimento: rasiamo un coniglio sul dorso, e poniamo sulla parte rasata una borsa del ghiaccio il pelo ricresce nero. Interpretazione: le estremità tendono ad essere più fredde, e il colore nero fa sì che attirino di più i raggi solari e si scaldino meglio. 3)UMIDITA’ Una specie di colombo americano mostra piumaggio via via più scuro col crescere dell’umidità atmosferica (si pensava che fossero razze diverse, invece sono solo differenti manifestazioni fenotipiche). 4)LUCE Le piante cresciute al buio o in penombra sono più gracili, giallastre, di forma allungata e meno resistenti. Nell’uomo, la quantità di luce determina la sintesi di quantità diverse di melanina, nelle varie popolazioni, in funzione della latitudine a cui vivono e quindi dell’insolazione; inoltre la luce permette di fissare la vitamina D, antirachitica. 5)RUMORE DI FONDO A causa di piccole differenze di concentrazione delle molecole nelle cellule, in Drosophila si possono avere un diverso n° di setole sui due lati del corpo. Nei gemelli identici, per eventi accidentali, si possono avere piccolissime differenze: piccoli nei, posizione dei follicoli dei capelli… Lo stesso spartito (DNA) può essere suonato in modo diverso da due pianisti (ambiente), ma anche dallo stesso pianista se è più o meno distratto da un “rumore di fondo”.