Cure, malattie e conservazione del timo (la guida)

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Cure, malattie e conservazione del timo (la guida)
Autore : Manuela Serio
Il timo è una pianta erbacea dalle molteplici proprietà benefiche
per la salute umana e per quella dell’orto. Ecco la guida alla
semina, al trapianto, alla conservazione, alle malattie e alla cura
nell’orto biologico.
Il timo , originario delle zone occidentali del bacino del Mediterraneo, è coltivabile in tutta la
nostra penisola senza particolari accorgimenti. Utile in cucina e base di svariate preparazioni
farmaceutiche, è utilizzato anche in cosmetica, in profumeria e in consociazione nell’orto.
CARATTERI BOTANICI
Timo è il nome italiano delle piante del genere Thymus e in particolare del genere Thymus
vulgaris, una pianta indigena dei paesi mediterranei che cresce su pendici assolate e rocciose e
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la conservazione. Leggi la guida!
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CICLO DEL TIMO
Il timo si mantiene produttivo per circa tre anni ma in alcune zone può risultare produttivamente
utile anche per un quinquennio, al termine del quale risulta conveniente rinnovarne la
coltivazione. A seconda delle condizioni pedo-climatiche e delle annate, il timo può regalare
anche più raccolti annuali.
CURE PER LA COLTIVAZIONE
Il timo non richiede cure particolari se non semplici zappature e sarchiature e l’accortezza di
mantenere il terreno sempre umido, ricordando che nei mesi caldi il fabbisogno idrico aumenta
anche per questa aromatica e che eccedere nell’irrigazione può provocare marciumi che ne
compromettono la produzione.
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germogliazione. Qui una guida ragionata all’uso dell’equiseto, lecitina, assenzio, felce, neem,
ortica e molto altro.
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MALATTIE CHE COLPISCONO
Le più comuni malattie che attaccano il timo sono due ruggini: la Puccinia menthae e
l’Aecidium thymi che provoca macchie rossastre sulla pagine inferiore delle foglie e sui piccioli.
Queste ruggini, che si presentano soprattutto in settembre, si contrastano con il contenimento
delle concimazioni azotate e con lo sfalcio dei rametti che stimolano il rinnovo della
vegetazione.
Per contrastare l’alternariosi (Alternaria oleracea), che colpisce i fiori e frutti un valido rimedio è
dato dalla distruzione dei residui vegetali infetti.
Il timo può essere colpito anche da un lepidottero, la tortrice (tortrix pronubana), le cui larve di
colore verde scuro raggruppano, con fili sericei, foglie e germogli. Se notate, quindi, che la
vostra pianta perde di vigore e ingiallisce può essere stata attaccata da questi temibili minatori
fogliari, per contrastare i quali è consigliabile raccogliere manualmente i nidi, falciare e quindi
distruggere le parti colpite.
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La parte ipogea delle piante di timo, inoltre, puo? essere attaccata dai nematodi, soprattutto dal
meloidogyne hapla, che causano ingiallimenti fogliari che spesso scompaiono con la ripresa
vegetativa o dopo le concimazioni. L'infestazione di questo nematode galligeno, che attacca
l’apparato radicale del timo, spesso ha origine in vivaio, pertanto, ponete molta cura nella
scelta del materiale da trapiantare.
L’aggiunta di ghiaia al terriccio, suoli ben drenati e irrigazioni mai eccessive proteggono le
radici di timo dalla marcescenza provocata da un’eccessiva umidita?.
Ultima ratio: dato il costo contenuto di questa aromatica, qualora non riuscita a debellare queste
malattie, potete procedere rinnovando completamente la vostra coltivazione di timo.
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RACCOLTA E CONSERVAZIONE
La raccolta si effettua tra maggio e settembre, tagliando la parte superiore dei rametti, completi
di foglie e fiori.
Quando dovrete raccogliere il timo, ricordate però che il contenuto in essenza delle piante
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coltivate raggiunge il valore massimo nel secondo taglio e nelle prime ore del pomeriggio.
Il timo, di cui si utilizzano le foglie e la pianta fiorita, si può essiccare in sacchetti di carta e si
può congelare per essere utilizzato nei mesi freddi.
PROPRIETA' DEL TIMO
Il timo, come vedremo più avanti già noto e utilizzato nell’antichità, deve le sue proprietà alla
presenza dell’essenza e trova impiego, per via interna, come vermifugo, eupeptico, stimolante,
balsamico, anticatarrale, antibatterico, antisettico e antispasmodico.
Nelle tossi spasmodiche in particolare è indicato anche per i bambini e si associa al serpillo o
alla bava di lumaca sotto forma di sciroppo. Per uso esterno è invece utilizzato efficacemente
come deodorante, cicatrizzante e per bagni antireumatici e stimolanti.
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LE CONSOCIAZIONI
Sono molte le coltivazioni che possono beneficiare della vicinanza col timo, aiutandoci a evitare
l’uso di prodotti di sintesi per la coltivazione del nostro orto. In particolare, il timo risulta efficace
contro gli attacchi di limacce quando coltivato vicino a zucca, spinacio, lattuga e melone;
consociato con cavolo, rapa e ravanello è un alleato nella lotta contro l’altica; e sempre col
cavolo risulta efficace nel contenimento degli attacchi della pieride.
PREPARAZIONI GALENICHE A BASE DI TIMO
Si utilizza sotto forma di: infuso (2-3%), tintura in gocce, estratto fluido, essenza (per frizioni e
pomate o anche in gocce per via orale) e sciroppo (10 gr di estratto fluido con 90 gr di sciroppo
semplice).
L’essenza, per esempio, si ottiene da specie diverse di Thymus, di cui la Spagna detiene il
primato per le maggiori varietà presenti. In particolare, quelle provenienti dalla provincia di
Murcia sono caratterizzate da un maggiore contenuto di timolo, mentre quelle provenienti dalla
provincia sivigliana contengono una percentuale maggiore di carvacrolo.
Sconsigliate sono le varietà provenienti dal Sud del Marocco, povere di timolo, il fenolo estratto
dall’olio di timo ed il cui contenuto determina il valore delle preparazioni.
USO IN CUCINA
Il timo può essere utilizzato in cucina per aromatizzare carni, pesci e lievitati come focacce e
pizze ma trova un uso diffuso anche nella conservazione di molti alimenti come verdure e olive.
CENNI STORICI
La parola Thymus, deriva dal greco Thymos che nella sua accezione positiva per gli antichi
rappresentava la vitalità, il respiro e il cuore ma anche l’ira, il vigore fisico e il coraggio, tanto
che i soldati ellenici tonificano il proprio corpo con lavaggi a base di acqua e timo o ne
bevevano l’infuso per rinvigorire l’animo.
Sempre gli antichi greci utilizzavano il miele di timo come ingrediente aromatizzante del vino
che consumavano durante i banchetti.
Gli antichi egizi, invece, sfruttando le proprietà antibatteriche degli oli essenziali contenuti nel
timo e la capacità di questi di impedire la putrefazione dei tessuti, preparavano degli unguenti
che poi impiegavano nei processi d’imbalsamazione.
Noto anche agli etruschi per le sue proprietà, il timo fu sfruttato più tardi anche dai romani per il
potere antisettico e utilizzato sia per la conservazione delle derrate alimentari e per purificare
l’aria che in epoca imperiale per aromatizzare formaggi, salse, minestre e carni.
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