timo comune Nome comune Timo comune Nome scientifico Thymus vulgaris L. Famiglia botanica Lamiaceae (sin. Labiatae) Origine e storia Originario del mediterraneo, è spontaneo nell’area mediterranea fino a 1500 m s.l.m. Il nome del genere deriva dal greco thymos (coraggio, audacia); le donne greche e romane ricamavano il timo sulle vesti dei mariti che andavano in guerra. Questa tradizione fu seguita nei secoli seguenti tanto che era ancora praticata nel Medioevo. I Romani usavano il timo per insaporire pietanze, vino e formaggi. Il timo per la sua azione antibiotica veniva impiegato per la conservazione degli alimenti e come generico disinfettante. Utilizzazione Le foglie ed i fiori sono utilizzati come condimento, in fitoterapia e in profumeria. L’olio essenziale (1.0 - 2.5 % sul secco) ha come principio attivo principale il timolo (fino al 55 %) e in misura minore geraniolo, linalolo, terpinolo, carvacrolo, borneolo, cimene La massima concentrazione dei principi attivi si ha nelle foglie basali in pre-fioritura. Il timo ha proprietà battericida, fungicida, antisettica: la sua azione disinfettante è 25 volte superiore a quella del fenolo, di cui è anche meno tossico; viene utilizzato come rimedio verso affezioni dell’apparato digerente (stomatiti, gastriti, ulcere, coliti…), dell’albero respiratorio (azione balsamica ed espottorante ), dell’apparato urinario (cistiti, uretriti…), della pelle (dermatiti, psoriasi, foruncolosi…), del sistema nervoso centrale (antispasmidico, analgesico, sedativo ma tonificante…). Largamente utilizzato in cucina. Diffusione e importanza Cresce spontaneo fino a circa 1500 metri s.l.m. In Italia la coltivazione è estesa su circa 20 ha, principalmente in Piemonte ed Emilia-Romagna. I principali produttori sono Francia, Grecia, Spagna, Portogallo, USA. Caratteri botanici Tipo biologico: pianta perenne, sempreverde. Stelo: eretto, a sezione quadrangolare, molto ramificato, alto 10-60 cm, tende a lignificare dopo 45 anni, formando densi cespugli compatti. 1 timo comune Foglie: opposte, lanceolate, pelose, grigio-verdi. Infiorescenze: spicastri posti all’ascella della foglie con fiori rosei o bianchi; in Italia fiorisce indicativamente da maggio a luglio. Frutto: tetrachenio; 1000 acheni (“semi”) pesano 0.2-0.3 g, capacità germinativa: 2-3 anni. Esigenze pedo-climatiche Clima Preferisce ambienti caldi e soleggiati. Resistente alla siccità e alle gelate, non tollera però inverni umidi e freddi. Terreno. Si adatta a diversi tipi di terreno anche se preferisce quelli tendenzialmente sciolti e calcarei. Varietà e/o tipologie commerciali Elementi di tecnica colturale Impianto Si può moltiplicare per seme, talea erbacea o divisione dei cespi. 2 timo comune La semina può essere eseguita direttamente in campo o in semenzaio per il successivo trapianto. La semina diretta in campo (5-6 kg/ha di seme) è poco adottata. Il trapianto, che è la tecnica d’impianto comune, si può effettuare in autunno o in primavera (aprile-maggio). La propagazione per talea si esegue in primavera o in estate inoltrata. L’impianto si effettua a file distanti 50-70 cm, con piante distanti sulla fila 25-35 cm, per una densità di 5-8 piante per m2. Il timo rimane in coltura mediamente 4 anni perché dopo la pianta tende a lignificare. Cure colturali Il timo ha basse esigenze nutrizionali, ma una adeguata concimazione azotata (70-80 kg/ha all’anno) favorisce la crescita vegetativa; i concimi azotati dovrebbero essere distribuiti in maniera frazionata alla ripresa vegetativa e dopo gli sfalci d raccolta. Si consiglia di applicare come concimazione di fondo anche 50-60 k/ha di fosforo e 100-120 kg/ha di potassio. L’irrigazione nei nostri ambienti è necessaria dopo il trapianto per favorire l’attecchimento delle piantine e durante il ciclo colturale per favorire lo sviluppo vegetativo e i ricacci dopo gli sfalci. La coltura si avvantaggia di sarchiature dell’interfila per il controllo delle malerbe e per l’arieggiamento del terreno e di una leggera rincalzatura per favorire il rapido ricaccio delle gemme e per proteggere dal gelo la parte basale della pianta. Raccolta Si raccolgono le cimette fiorite eseguendo lo sfalcio ad un’altezza da terra di 5-10 cm. Per uso erboristico la raccolta si effettua a inizio fioritura, mentre per l’estrazione dell’olio essenziale in piena fioritura. Il primo anno si esegue un solo sfalcio a fine estate, mentre negli anni successivi si effettuano due sfalci, uno in maggio-giugno e l’altro in settembre-ottobre. Le rese dipendono da molti fattori (clima, disponibilità di acqua e di elementi nutritivi…): mediamente il timo produce 4-5 t/ha di prodotto fresco pari a circa 1-1,5 t/ha di fiori e foglie secche; il prodotto fresco contiene lo 0,5-0,8 % di olio essenziale con una resa in olio di circa 20 kg per ettaro. 3