Venerdì 10 Febbraio 2012
PRIMO PIANO
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Potrebbe cominciare da casa sua, la presidenza del Consiglio. C’è molto da risparmiare
Consigli a Monti sui tagli da fare
Meglio sei sottosegretari che sei ministri senza portafoglio
DI
CESARE MAFFI
D’
accordo: la circolare di Mario Monti per promuovere
risparmi negli uffici della Presidenza ha un valore reale, soprattutto di monito e di esempio. Se tutti gli
enti pubblici sopprimessero
le «spese non indispensabili»,
la spesa pubblica complessiva
sarebbe ridotta, e non di poco.
In particolare, dovrebbero essere Regioni ed Enti locali a
seguire la traccia indicata
da palazzo Chigi, invece di
preoccuparsi esclusivamente
dei modi d’incrementare le
rispettive imposte.
Tuttavia ben altro potrebbe operare il presidente del
Consiglio in casa propria,
per sfrondare il superfluo. C’è
proprio bisogno di oltre ventidipartimenti-venti? Non ha
alcun senso mantenere in vita
un «dipartimento per il programma di Governo», creato
al fine di fornire una struttura quando c’era un ministro senza portafoglio con un
incarico evanescente e solo
politico, come quello per il
«programma di governo».
A proposito di ministri
senza portafoglio, tutti
e sei quelli attuali potrebbero essere sostituiti tranquillamente da
sottosegretari. Anzi,
nel caso del «ministro
per la Cooperazione
internazionale e l’integrazione», si potrebbe
tranquillamente sopprimere
l’ufficio senza
alcun danno
e con sicura
utilità. Infatti, l’attività prevalente
del diretto
responsabile si è finora
esternata in di-
Mario Monti
chiarazioni pubbliche e in lotte private per sottrarre competenze, ora affidate ad altri
ministri (e che quindi potrebbero restare dove sono).
Ciascun ministro senza
portafoglio, poi, dispone di un
proprio ufficio legislativo e di
un proprio gabinetto.
Anche continuando a serbare i (superflui) ministri senza
portafoglio, c’è da chiedersi
perché ciascuno di loro debba
essere dotato di gabinetto e
legislativo, con relativi dirigenti e personale: potrebbero
tutti servirsi del gabinetto
e del legislativo della Presidenza.
Similmente, abbondano i
consiglieri diplomatici: non
basterebbe l’ufficio centrale
di palazzo Chigi? Infine. Figura tuttora esistente l’«Unità tecnica di missione per le
celebrazioni dei 150 anni
dell’Unità d’Italia». Sarebbe
bene che a palazzo Chigi si
rendessero conto che il secolo e mezzo di Unità ricorreva
nel 2011: siamo, da un po’, nel
2012.
LETTERA
Un’Italia che merita
di essere raccontata
Seguo oramai da diversi
mesi gli articoli di Riccardo Ruggeri su ItaliaOggi
e, anche se da posizioni
di sinistra cattolica, mi
ritrovo pienamente nelle
posizioni che egli esprime nei suoi interventi.
In particolare quello di
mercoledi sulla fabbrica
del Veneto tecnologicamente avanzata che ha
perso il suo monocliente
rappresenta, secondo me,
il paradigma da cui l’Italia debba ripartire. Quella descritta da Ruggeri è
un’Italia che mi ricorda
quella del boom economico guidato da Enrico
Mattei e dai professorini
della sinistra cattolica
(da Amintore Fanfani a
Giorgio la Pira)
Emilio Corteselli
Civita Castellana
© Riproduzione riservata
Via XX Settembre valuta tagli. Nel mirino società come Sicot, Sogesid, Studiare Sviluppo. Ma non solo
Ministero troppo grasso: 32 società partecipate
STEFANO SANSONETTI
Enel e Finmeccanica. Oppure il controllo
esercitato in società come le Ferrovie dello
è la Sogesid, che si occupa di
stato, Poste Italiane, Rai. Per per arrivare
salvaguardia ambientale ed
a totalizzare 32 società, però, si passa atecosostenibilità. E c’è Studiare
traverso nomi praticamente sconosciuti. Si
Sviluppo, che offre consulenze
prenda la Sicot, società controllata da via
alle amministrazioni centrali. E che dire
XX Settembre al 100%. Sul sito si legge che
della Sicot? Anche qui il core business è la
la sua è un’attività di «supporto per forniconsulenza, più che altro rivolta al Tesore assistenza al dipartimento del Tesoro
ro. Dopo la direttiva con cui ha cercato di
nelle attività istituzionali relative alla gefornire indicazioni «virtuose» ai ministestione e valorizzazione delle partecipazioni
ri, adesso Mario Monti
azionarie detenute dalla
potrebbe aprire una bella
pubblica amministraziostagione di tagli proprio
ne e per l’attuazione dei
All’attenzione c’è
in una delle due «case»
processi di privatizzazioanche uno studio della
che adesso occupa: il mine». Il tutto attraverso 14
camera su come intenistero dell’economia. Sul
dipendenti, un consiglio
grare
alcune
attività
tavolo del premier e minid’amministrazione con
svolte
da
Poligrafi
co,
stro, infatti, c’è da un po’
tre persone e un collegio
Consip
e
Sogei
di tempo uno screening
sindacale con 5. Che poi,
completo delle dimensioa dirla tutta, a che serve
ni di via XX Settembre. Il
una società per gestire
ministero, tante per dare subito qualche
partecipazioni, visto che ci sono direzioni
cifra, negli anni è diventato un’autentica
ad hoc dello stesso dipartimento del Tesoholding. Al momento si contano parteciparo? Monti e Grilli, in un periodo di vacche
zioni nella bellezza di 32 società. Alcune
magre, potrebbero iniziare a chiederselo.
di queste, va emergendo dopo le prime
Poi c’è la Sogesid, anch’essa controllata
ricognizioni, sono di dubbia utilità, e poal 100%. Sempre on line si apprende che la
trebbero essere cassate. Altre, sulla scorta
sua attività consiste nella «progettazione
anche di vecchi studi, svolgono funzioni
e nel coordinamento di azioni mirate, volche molto spesso si sovrappongono, crete a soddisfare la necessità di assistenza
ando doppioni «antieconomici». Insomma,
tecnica, risanamento e salvaguardia amper Monti e il viceministro Vittorio Grilli
bientale, monitoraggio, ecosostenibilità».
il perimetro su cui calare la scure potrebbe
Sconosciuta ai più, a partire dai dipendendavvero essere molto ampio.
ti del ministero, la Sogesid ha sul groppone
Per carità, tra le 32 società partecipate
la bellezza di 92 dipendenti, un consiglio di
ci sono enti strategici, che possono sì esamministrazione di 5 componenti e un colsere valorizzati, magari venduti per fare
legio sindacale di 3. E poi, cosa ancor più
un po’ di cassa, ma pur sempre strategici
discutibile, la Sogesid nel 2011 ha portato
sono. E quindi non li si può certo definire
sul groppone la bellezza di 203 incarichi di
inutili. Tali sono le partecipazioni, diretconsulenza, come è facilmente verificabile
te o mediate attraverso la Cassa deposidal sito internet, di cui 57 ancora attivi
ti e prestiti, in società quotate come Eni,
in questo inizio di 2012. In un momento
DI
C’
in cui si chiedono sacrifici a tutti, a che
serve una società del ministero dell’economia che si occupa di ecosostenibilità?
Anche perché l’unica cosa che sostiene,
almeno per il momento, sono i consulenti.
E anche qui, Monti e Grilli potrebbero a
breve accendere un faro. Ancora, spunta
fuori un’atra società, sempre controllata
al 100%, che si chiama Studiare Sviluppo.
Nome che astrattamente evoca obiettivi
condivisibilissimi.
Ma nel concreto,
chi riesce a capire cosa faccia
questa società
è bravo. Nel
sito, infatti,
c’è scritto che
l’attività consiste nell’«offrire
supporto ad amministrazioni centrali nella
Vittorio Grilli
progettazione e implementazione di attività e progetti che, per la loro complessità
e strategicità, richiedano un qualificato
contributo specialistico sul piano operativo
e/o consulenziale». Sarebbe a dire?
Per non parlare di società che hanno sicuramente un loro perché, ma che
spesso si trovano a fare cose simili. È il
caso di Consip, Sogei e Poligrafico, tutte
controllate al 100% da via XX Settembre.
In questo caso all’attenzione di Monti e
Grilli c’è la relazione finale di un’indagine conoscitiva che la camera concluse
nel 2009 sull’informatizzazione della pubblica amministrazione. Ebbene, in quel
documento è scritto in chiare lettere che
le tre società spesso si trovano a svolgere
un’attività di approvvigionamento di servizi informatici che si sovrappongono. Per
questo la camera propose un’integrazione
di alcune attività e una razionalizzazione. Anche perché il Poligrafico conta oggi
1.816 dipendenti, la Sogei 1.796, la Consip 545. Per carità, non si proporrà
certo di tagliare senza pietà gli
organici. Ma con i sacrifici imposti ai cittadini, l’aumento
delle accise, delle addizionali Irpef, la reintroduzione dell’Ici (ora Imu) sulle
prime case, come si fa a
giustificare la presenza di
società che anche saltuariamente svolgono attività
che potrebbero essere razionalizzate?
Sono interrogativi che
Monti ha ben presenti,
soprattutto per un premier che ha dichiarato
di voler cambiare la vita
agli italiani.
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