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26 ottobre 2015
Expo 2015, il padiglione più bello è italiano, ma non è il
padiglione Italia: è quello dell'Azerbaijan (FOTO)
Arianna Giunti, L'Huffington Post
Pubblicato: 03/05/2015 16:09 CEST Aggiornato: 03/05/2015 16:09 CEST
Gli addetti ai lavori l’hanno ribattezzato “the jewel”, il gioiello. I visitatori fanno la fila accalcandosi davanti alle sue porte ondulate. E’ fatto
interamente in vetro, acciaio e legno.
C’è un’esposizione in particolare, in tutta Expo, che sta diventando il simbolo dell’eccellenza e della creatività italiane nel mondo. No, non si
tratta del Padiglione Italia, travolto da polemiche di ogni sorta, ma di quello dell’Azerbaijan, iniziato e finito a tempi di record e realizzato da
un team di creativi interamente italiano con un budget di sei volte inferiore rispetto a quello utilizzato per l’edificio che invece rappresenta il
nostro Paese.
Grandi sfere in vetro curvo e acciaio, tecnologia di derivazione aeronautica per la quale è in corso la procedura di brevetto, installazioni,
video, riproduzioni sonore, realtà virtuale e un’applicazione dedicata alla scoperta dei tesori custoditi nel Paese.
L’Azerbaijan, che per la prima volta ha deciso di partecipare a un’esposizione universale, per il suo debutto ha scelto infatti di affidarsi per il
progetto a una squadra “mista”: per la progettazione hanno lavorato oltre 300 persone, 250 in Italia e 50 nel proprio Paese.
Il “disegno” , però, è tutto made in Italy. A realizzarlo è stato infatti il team di “Simmetrico”, creativi, project manager, architetti, ingegneri
ed esperti in tecnologie multimediali che hanno dedicato all’intero progetto 18 mesi. Riuscendo a chiudere i lavori in tempo con l’apertura
dei cancelli.
Il padiglione, composto da tre enormi sfere incastonate come gioielli, rappresenta la biodiversità e la cultura del Paese in cui diversi elementi
convivono insieme.
All’ingresso il visitatore si trova come al centro di una bussola, che rappresenta la centralità del Paese. Lo spazio è segnato da grandi totem
curvi a led che rimandano immagini del patrimonio culturale del Paese, attraverso filmati girati con la tecnica del time­lapse e animazioni.
All’interno della sfera i visitatori camminano su un piano di cristallo sospeso, un’installazione di luce dedicata alla geomorfologia del paese.
In alto una scultura dinamica luminosa è dedicata all’aspirazione del Paese e ne ricalca la forma dei confini che disegnano un’aquila in volo
da occidente verso oriente.
La seconda sfera rappresenta la biodiversità e si proietta verso il decumano. All’interno una grande installazione di legno e luci disegna un
imponente albero la cui chioma è realizzata con veri rami di alberi di melograno, che simboleggia la vita e la prosperità. Tutta l’installazione
è dedicata alle ricchezze naturali del Paese. Nella parte bassa dell’albero un’installazione di schermi chiamata “Portraits of Arzebaijan”
mostra oltre 100 video ritratti di uomini e donne che rappresentano uno spaccato sociale del Paese.
La terza sfera incastonata tra il secondo e il terzo piano dell’edificio rappresenta un albero capovolto. Metafora della relazione tra
innovazione e tradizione in Azerbaijan, le cui radici guardano verso l’alto, prendendo ispirazione dal cielo per nutrire la visione del futuro e
dare linfa ai frutti dell’innovazione. Nella parte superiore della biosfera le radici dell’albero descrivono così le forti tradizioni che sostengono
la visione del futuro.
Le pareti sono invece ondulate: rappresentato il vento che soffia sul Paese. Al piano terra, c’è la Music Wall. Una grande parete interattiva che raffigura un pentagramma musicale in legno con inserti di metallo a
richiamare l’importanza della musica azerbaigiana, dichiarata patrimonio immateriale dell’Unesco. .
Al termine di Expo 2015, l’intero padiglione sarà smontato a rimontato a Baku, la capitale del Paese.
“Abbiamo cominciato a lavorare a luglio – racconta il team italiano che ha realizzato il lavoro– e a febbraio avevamo terminato la
costruzione. Ad aprile eravamo perfettamente pronti. E’ stata una grandissima soddisfazione vedere che il risultato sta avendo così tanto
successo”.
Costo dell’intera operazione: 15 milioni di euro. Tanto, certo. Però sempre meno dei 93 milioni di euro spesi per il Padiglione Italia, travolto
dalle polemiche e – a Expo già inaugurato ­ non ancora del tutto concluso.
Arianna Giunti
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