5 S A L U T E w w w. p e r i o d i c o c o n t a t t o . i t Regole “Insolite” per prevenire Tumori alla pelle A CURA DELLA REDAZIONE L a prevenzione funziona: è un dato di fatto. Nel caso dei tumori della pelle ancora di più: e questo perché la pelle si vede, è tutti i giorni sotto i nostri occhi e, prima ancora di andare dal dermatologo, riusciamo spesso a renderci conto se c’è qualcosa che non va. E questo è il periodo giusto per effettuare una visita di controllo, prima dell’arrivo della bella stagione. Di regole e prevenzione ce ne parla la dott. Angela Capponi Specialista in Dermatologia e Venereologia - Negli ultimi anni è cambiato molto il modo di esporsi al sole e non c’è più il desiderio di “un’abbronzatura selvaggia”: bene o male tutti conoscono le regole della buona esposizione al sole e molti le mettono in pratica. Tuttavia capita ancora, ahimè, di trovare qualcuno che durante il controllo dei nevi, alla domanda: “usa una protezione solare?”, ti risponda “certo, una protezione 10 per i primi giorni e poi una 6”. Finora ho sempre scritto sull’importanza dell’uso della protezione solare, ora facciamo un passo in avanti: non basta usare una protezione solare, bisogna saperla scegliere ed applicare correttamente! Il fattore di protezione solare (SPF-sun protection factor) va scelto in funzione del fototipo, cioè delle caratteristiche della propria pelle: il suo colore, quello dei capelli e degli occhi, la presenza di lentiggini, la capacità di scottarsi al sole. E’ comunque buona norma orientare la scelta su fotoprotezioni molto alte, alte e medie, cioè al di sopra di 15 SPF. Inoltre, e questo è un dato piuttosto recente, è preferibile scegliere una fotoprotezione che assicuri una copertura anche nei confronti degli UVA, in considerazione del fatto che i raggi UVA raggiungono gli strati più profondi del derma e, pur non causando eritema, sono responsabili dei principali danni sul DNA cellulare. Un luogo comune è che le protezioni dei bambini, gli schermi fisici quindi, proteggano di più rispetto a quelle degli adulti (schermi chimici): in realtà un SPF di 50 è tale sempre e comunque per cui, se non abbiamo problemi specifici, situazioni in cui potrebbe in effetti essere preferi- bile uno schermo minerale, non torturiamoci con solari che si spalmano male e lasciano un’insana patina biancastra. Un solare che è applicato con difficoltà diventa ben presto un solare che si applica raramente, rischiando di compromettere l’efficacia della fotoprotezione. Il solare va applicato preferibilmente a casa, prima di andare al mare, e su tutto il corpo, anche nelle zone non fotoesposte, in quanto non tutti i tessuti schermaDott.ssa Angela Capponi no adeguatamente i raggi UV; dopodiché l’applicazione va ripetuta regolarmente, soprattutto se ci si bagna. Altro luogo comune: “una volta abbronzato non ho più bisogno di ricorrere alla protezione solare”; purtroppo non funziona esattamente così: senz’altro una pelle abbronzata subisce meno gli effetti dannosi del sole ma comunque li subisce. Si potrà pertanto scegliere una protezione più bassa rispetto a quella con cui si è partiti, e comunque sempre non inferiore a 15 di SPF, continuando ad applicarla regolarmente. Ben venga poi la cosiddetta “fotoprotezione sistemica”, cioè l’assunzione di integratori a base di beta-carote, luteina, licopene, astaxantina, vitamine e quant’altro: personalmente li ritengo estremamente utili, ma deve essere chiaro che il fatto di assumerli non esime dall’applicazione della fotoprotezione topica. Prevenzione però non vuol dire solamente esporsi al sole adeguatamente protetti, altrettanto importante è sottoporsi regolarmente a controlli dermatologici: buona norma è fare almeno un controllo l’anno in età adulta, intensificando la frequenza in caso di necessità. Anche qui, tanti luoghi comuni e falsi miti: innanzitutto quello che spesso preoccupa è il nevo sporgente, quello che capita vada incontro a traumi. In realtà nella maggior parte dei casi si tratta di lesioni benigne, spesso neanche di nevi, ma magari di fibromi, angiomi o cheratosi seborroiche, per cui il fatto di andare incontro a rottura non comporta alcun tipo di rischio. Tuttavia l’eccezione c’è, per cui ben venga il controllo dermatologico anche al minimo dubbio, soprattutto perché l’esame dermatoscopico non è affatto doloroso e non comporta alcun tipo di rischio (non si tratta di radiazioni); inoltre, sebbene si tratti di lesioni benigne, se traumatizzate potrebbero richiedere una terapia antibiotica, cicatrizzante o antinfiammatoria. E’ bene sapere che la maggior parte dei melanomi insorge de novo, non si assiste cioè alla trasformazione di un nevo ma alla comparsa di un melanoma già tale fin da subito. Infine è sempre utile ricordare la famosa regola dell’ABCDE, dove A sta per asimmetria, B per bordi irregolari, C per colore disomogeneo, D per dimensioni >6mm, particolare attenzione va alla E di evoluzione: qualsiasi tipo di cambiamento, ma soprattutto la comparsa di qualcosa che prima non c’era, va considerata sospetta. Detto ciò, prendete il sole coscienziosamente, ma fatelo perché avrà altrettanti effetti positivi sul fisico e sull’umore. SESSUOLOGIA Ti Amo ma… Mi Disturbi! Di ARIANNA RECCO* a caratteristica principale del disturbo di avversione sessuale è appunto, l’avversione o repulsione verso il contatto fisico sessuale, la persona prova disgusto, ansia e paura di avere un contatto genitale con un partner sessuale e in particolare prova repulsione al contatto con i fluidi corporei conseguenti la penetrazione ed evita perfino i baci e affettuosità di ogni tipo. L’intensità della reazione che il soggetto manifesta può variare da un’ansia più controllata, associata ad una mancanza di piacere, ad una forma di risposta più estrema che prevede una vera e propria sofferenza psicologica. Il disturbo di avversione sessuale può essere, permanente ovvero presente sin dall’inizio dell’attività sessuale, oppure acquisito se il disturbo si manifesta in seguito ad un’attività sessuale normale. Tale disturbo può però anche essere caratterizzato dal contesto infatti possiamo ritrovare un disturbo generalizzato, ovvero, che si manifesta a prescindere dalla situazione, dalla stimolazione e dal partner. Oppure può presentarsi sotto una forma situazionale, cioè si manifesta in determinate situazioni e con determinate tipologie di partner. È possibile che in determinate situazioni il soggetto affetto da avversione sessuale, avverta uno stress molto elevato che inneschi attacchi di panico, forte ansia, vertigini e problemi respiratoti. Le persone affette da disturbo da avversione sessuale spesso hanno dei gravi problemi nell’ambito delle relazio- L ni, basti pensare a insoddisfazioni coniugali che insorgono. I soggetti evitano determinati partner e situazioni, per non trovarsi in contesti ansiosi e problematici per loro. Il soggetto evita in ogni modo il contatto sessuale trascurando la propria persona per rendersi sgradevole e poco attraente, andando a letto presto dichiarandosi sempre stanco, passando molto tempo fuori casa o dedicandosi in modo eccessivo ad attività familiari o lavorative. Tra le possibili cause vi sono: • Esperienze sessuali traumatiche quali abuso sessuale o fisico, aborto • Educazione familiare e/o religiosa rigida e sessuofobica – convinzioni che rendono difficoltoso il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità e con il sesso in generale • Informazioni sessuali inadeguate • Problemi relazionali • Pressioni subite in relazioni precedenti • Paura della gravidanza • Stress esterni – preoccupazioni di tipo economico, problemi di salute, preoccupazione per le implicazioni di una malattia (propria o di una persona cara) o paura di una ricaduta, dolore per la perdita di una persona cara, difficoltà sul lavoro, apprensione per i figli e i propri cari, ecc. • Stress interni – derivanti dal modo di pensare e di interpretare le situazioni, mancanza di problem - solving per trovare soluzioni adeguate, influenza dello stress sugli ormoni • Depressione Per ciò che concerne il trattamento del disturbo è consigliato un percorso di rieducazione sessuale, conoscenza dell’ana- tomia sessuale, potenziamento della consapevolezza del proprio corpo. Si consiglia un’esposizione graduata ovvero s’invita il soggetto ad affrontare situazioni sessuali ansiogene sempre più intense, per imparare poi a gestirle. È anche consigliato un percorso psicoterapeutico *psicologa-psicoterapeuta Cons. sessuologo