La Roccia del cardinale L’altro giorno sistemando la mia libreria ho ritrovato un libricino del Cardinale Carlo Maria Martini “il mio Novecento”. Una piccola, ma significativa raccolta di fotografie e pensieri autobiografici riguardo le esperienze dello scorso secolo intraprese dall’indimenticabile cardinale milanese. Tra i vari racconti uno in particolare mi ha molto colpito e vorrei portarlo all’attenzione dei giovani. Il titolo della riflessione è “La mia Roccia”. Non tutti sanno in fatti che Carlo Maria Martini è stato un grande scalatore. Nel libro c’è una fotografia che lo ritrae impegnato su una ripida parete rocciosa in cordata con tanto di elmetto in testa. Il cardinale racconta che il suo incontro con la montagna risale a quando era bambino, un amore che mantenne sempre vivo senza darsene troppe ragioni, si sperimenta infatti secondo lui “di stare bene in montagna senza spiegare troppi perché”. Quando l’età non gli permise più di scalere le rocce il cardinale decise comunque di tenersi una mezza giornata libera per lasciare l’ufficio e camminare in salita nei sentieri di montagna. Conobbe così quasi tutte le montagne della sua diocesi. Un modo molto efficace secondo Carlo Maria Martini per rimettere a posto le idee, riordinare i pensieri e sovente avere nuove intuizioni. Questo consiglio il cardinale lo ha voluto sempre passare ai giovani sacerdoti e vescovi, perché è un modo per liberarsi completamente dai fantasmi della quotidianità della propria chiesa e vita.