“Que viva Frida!”, e va in scena quel “cervo ferito” che si rifugia nella

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4 Venerdì 22 Maggio 2015
PALCO&NOTE
WeekEnd
Your Future Festival Appuntamento con Ascanio Celestini
“I Racconti d’estate”
CRISTINA GIOACCHINI
Ancona
Al Your Future Festival con
'Racconti d' estate, storie e contro storie' è arrivato il momento del contributo di Ascanio Celestini. Nato dalla collaborazione tra l'Università Politecnica
delle Marche e Amat, l' evento
si inserisce nella ricca programmazione del festival che mette
al centro le contaminazioni tra
l' Ateneo ed i soggetti che interagiscono con esso. L' appuntamento con Celestini, attore e
narratore tra i più amati da
pubblico e critica, è stasera alle
21,30 presso l'Aula Magna Guido Bossi polo Monte Dago in
Ancona. 'Sono diversi anni
-commenta Celestini- che vengo nelle Marche, nei posti più
disparati, dagli spazi occupati
ai teatri. In questa regione c'è
un teatro in ogni paese, una risorsa straordinaria'. Info Amat
071 2072439.
Celestini, le è già capitato di
recitare in un'aula magna
piuttosto che in un teatro?
Diciamo che la maggior parte delle volte che ho fatto teatro
nelle scuole è stato in situazione di occupazione. Ci è sembrato sensato portare questi racconti al festival ma, tecnica-
“Lo spettacolo in realtà
è un’incognita
nel senso che cambia
a secondo del posto”
μ Oggi
Ascanio Celestini sarà oggi all'Aula Magna Guido Bossi polo Monte Dago
mente, non sappiamo ancora
come ci organizzeremo perché
nella stessa sala c'è una scaletta
di appuntamenti da rispettare,
mente noi generalmente alle
spalle abbiamo una se non due
giornate di montaggio. L' importante per me è portare uno
spettacolo fluido e flessibile.
Ovvero? Che storie racconterà ai ragazzi che verranno a
vederla?
Lo spettacolo in realtà è un'
incognita, nel senso che cam-
bia a secondo del posto. Parto
con una scaletta con il fonico
ma, come se fossi in concerto,
si decide al momento che cantare. Naturalmente non sono
storie che invento, sono del
mio repertorio però, gli argomenti li decido in base al tipo di
serata.
Come si inserisce il suo
spettacolo nel contesto di
questo festival dove si parla
principalmente dei giovani e
del loro futuro?
Il linguaggio dell'arte è mediato, è un linguaggio che porta
più il dubbio che la certezza,
che non indica strade, non parla del futuro ma della possibilità di linguaggio del futuro. Come diceva Fortini, chi ha memoria deve cercare di comunicarla legandola a un tempo breve, affinchè non sia inquinata,
tale memoria, da un lavoro di
ricostruzione storico e sociologico. L' artista per me deve fare
questo, ricordare alle persone
ciò che sta accadendo e ciò che
è accaduto ieri quindi, più che
altro, lavorare sull' incertezza e
sul dubbio. Che cosa racconterebbe allora del nostro
tempo?
A differenza del passato che
per capire in che tempo stessimo vivendo bisognava raddrizzare le antenne, ora serve fare
il contrario e tapparsi le orecchie. Tutte le volte che vado in
un posto mi rendo conto che
ciò che è stato raccontato più
che falso è parziale, come, ad
esempio, mi è capitato di constatare a Lampedusa. Siamo distratti dalla narrazione professionale e, se per caso ci capita
una cosa davanti agli occhi,
non la vediamo. C'è allarme
per l' arrivo dei barconi ma la
gente non si rende conto che, a
parte quelli che hanno famiglia
o chi è stato identificato in Italia, gli altri se ne vanno e sarebbero ben felice di poter sbarcare in un paese molto più civile
del nostro.
IL CONVEGNO
Cento anni fa l’Italia
nella Grande Guerra
Senigallia
Cento anni fa, il 24 maggio
1915, l’Italia entrava nella Prima guerra mondiale. Combattuta inizialmente con idealismo ed entusiasmo patriottico (“la quarta guerra del Risorgimento”), essa si rivelò
un’incredibile carneficina decisa da pochi capi politici e
militari a scapito della grande
maggioranza della popolazione: il Parlamento italiano conobbe il Patto di Londra, che
vincolava il Paese all’ingresso
in armi a fianco della Triplice
Intesa, solo nel 1917; metà degli italiani caduti nell’esercito
operante tra 1915 e 1918 (ben
260.000 persone) aveva meno di 25 anni; infine, l’Italia
vinse sì il conflitto, ma il dopoguerra determinò lo sfascio
delle istituzioni liberali e portò al potere il fascismo. Questi temi, e altri connessi all’argomento, saranno al centro
di una serie di appuntamenti
previsti nel territorio marchigiano che vedranno protagonisti gli studiosi dell’Associazione di Storia Contemporanea: si inizia stasera a Polverigi (Sala consiliare, ore 21) con
la conferenza del professor
Marco Severini (Università di
Macerata) intitolata “Viaggiare durante l’odissea bellica”.
Domani mattina, l’Auditorium San Rocco di Senigallia
ospiterà un appuntamento di
Marco Severini
studio su Giuseppe Chiostergi e i volontari del 1914, con
partecipazione dei professori
Lidia Pupilli e Gilberto Piccinini e della pronipote dell’eroe dei due mondi, Anita
Garibaldi Jallet. Nel pomeriggio di domani verrà presentato (ore 17) presso la Società
Operaia di Mutuo Soccorso
di Fermo il volume “Trame
disperse”, dedicato alle complesse vicissitudini della
Grande guerra. Quest’ultimo
volume, stampato da Marsilio nel febbraio 2015, sarà di
scena domenica (ore 11) nella
Sala consiliare di Filottrano,
con intervento di alcuni autori dell’opera e del professor
Guido Carletti, del locale Centro Studi “Milani”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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e domani al “Piccolo”, un teatro diventato negli ultimi tempi un vero e proprio punto di riferimento a Jesi
“Que viva Frida!”, e va in scena quel “cervo ferito” che si rifugia nella pittura
Jesi
E’ la volta del “Piccolo” a San Giuseppe, teatro diventato negli ultimi tempi
un vero e proprio punto di riferimento a Jesi, a salire agli onori della cronaca culturale. Oggi e domani, alle 21,
andrà in scena “Que viva Frida!”, un
racconto appassionato, introspettivo,
su quella che è stata definita la maggiore pittrice messicana. Una vita tormentata, già raccontata ampiamente
dal cinema con un film intitolato “Frida”, interpretato dalla straordinaria
Salma Hayek. Una donna attraversata da disgrazie fisiche, la cui vita trascorre tranquillamente fino al giorno
in cui l’autobus che la portava a casa
da scuola va fuori strada, provocando-
·
“Frida” in scena al “Piccolo” a San Giuseppe
le diverse e serie ferite. Dopo mesi di
riposo, ingessata nel letto di casa sua,
Frida sente il bisogno di liberarsi, di
mostrare alla famiglia che la sua situazione di infermità è solo temporanea,
e che anche lei può aiutare suo padre
economicamente; inizia quindi a dipingere.
Ne farà tanti, di incontri, Frida, dal
matrimonio col pittore e sodale Diego
Rivera alla relazione con Trosky. Il lavoro presentato al “Piccolo” di Jesi,
vuole essere prima di tutto, un omaggio a Frida, alla sua forza, alla sua passione. L’artista si racconta, attraversando i temi che da sempre ne hanno
influenzato la vita e la produzione artistica. Il suo amore adolescenziale
per Alex - il ragazzo che si trovava con
lei sull’autobus al momento dell’incidente - la sua relazione tormentata
con Diego Rivera, il suo viaggio in
America, le sue ripetute gravidanze
mai portate a termine a causa dei gravi problemi fisici, sfiorando alcuni temi e stati d’animo che hanno caratterizzato lei e la sua pittura: il suo rapporto con il doppio, con l’altra parte
di sé, con il dolore e la morte, la sua
condizione di “cervo ferito” spesso
mascherata da allegria, il suo rifugio
nella pittura, il suo grido “Viva la Vida”. Frida accompagna lo spettatore
in un’atmosfera di sogno e lo spinge a
condividere un pensiero, il suo, che
“l’angoscia il dolore, il piacere e la
morte non sono nient’altro che un
processo per esistere”. Un racconto
teatrale fatto di parole, musica, atmosfere e suggestioni evocatrici di una figura femminile che ha lasciato un segno importante nella storia della pittura e nel difficile percorso di affermazione della donna in genere. Sandra Cattaneo - oltre che interprete,
autrice dello spettacolo - prende tra le
mani, come oggetto prezioso, la vicenda umana e artistica di Frida Khalo,
Cosimo Gallotta, Diego Rivera in scena - silenzioso e non ingombrante,
con la sua musica sottolinea i passaggi emotivi più sottili dell’opera. Uno
spettacolo che ha già collezionato
molti riconoscimenti e premi, che ha
coinvolto e appassionato centinaia di
piazze in cui è stato presentato.
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