STUDIO - Impiego di Zeolite nell`Osteoporosi

 Ecobase GmbH AUSTRIA DISPOSITIVI MEDICI MULTIZEO STUDI RIFERITI ALL’IMPIEGO DI ZEOLITE IN CASI DI OSTEOPOROSI ECOBASE GMBH WWW.MULTIZEO.IT
Studi riferiti all’impiego di PMA® Zeolite in casi di osteoporosi Gennaio 2013 Pagina: 2 di 10 I
DescrizioneeimportanzadeiDispositiviMediciMULTIZEO
BASICabasediPMAZeoliteattivataeDolomitePMA.
La clinoptilolite è un minerale vulcanico, di origine naturale, che appartiene al gruppo delle zeoliti. Numerose ricerche dimostrano le proprietà eccezionali della zeolite in grado di legare le sostanze nocive e di favorire la salute. La Dolomite è un ulteriore ingrediente del MULTIZEO BASIC che funge da fonte di calcio e magnesio. Il calcio è essenziale per la mineralizzazione di ossa e denti, per la contrazione della muscolatura e gioca un ruolo determinante anche nella coagulazione del sangue. Il magnesio, invece, svolge funzioni fisiologiche durante la formazione delle ossa e nel metabolismo dei muscoli in veste di antagonista del calcio. II
L‘invenzione
La zeolite naturale utilizzata nei Dispositivi Medici MULTIZEO BASIC è stata polverizzata mediante un procedimento unico al mondo che ne rende possibile l’impiego al fine di prevenire o rallentare l’inizio di malattie ossee in un essere umano o in un animale. La zeolite descritta e somministrata oralmente è in grado di cedere molto bene il calcio in una forma biodisponibile grazie alla sua capacità di scambio degli ioni. Sembra inoltre che la zeolite sia in grado di cedere il silicio, in essa contenuto, in forma colloidale. Questo comporta un effetto positivo sulla densità ossea. Questo permette alla zeolite di ampliare lo spettro della profilassi fino ad ora conosciuto che consisteva fino ad oggi in una dieta ricca di calcio, nell’aumento dell’attività fisica e, nel caso di osteoporosi post‐menopausale, nella somministrazione di estrogeni. Somministrando i Dispositivi Medici MULTIZEO BASIC si potrebbe rinunciare completamente, nella profilassi dell’osteoporosi, ad una terapia di estrogeni dato che gli ormoni somministrati dal’esterno provocano una irritazione dei cicli regolatori finemente sincronizzati dell’organismo e ove la loro somministrazione cela l’aumento del rischio di insorgenza di un carcinoma dell’endometrio. A fronte degli studi eseguiti, è stato possibile dimostrare anche che l’effetto della zeolite attivata e somministrata per bocca non si limita assolutamente all’impiego in fase di profilassi bensì provoca, anche in casi di osteoporosi già manifestata, un miglioramento della densità ossea rappresentando quindi un provvedimento molto efficace ai fini terapeutici in grado di integrare o anche sostituire in singoli casi le restanti misure terapeutiche (come calcitonina, bifosfonati oppure fluoridi). Studi riferiti all’impiego di PMA® Zeolite in casi di osteoporosi Gennaio 2013 Pagina: 3 di 10 III ImeccanismichedeterminanoglieffettiprodottidallaPMA
Zeoliteattivata
La capacità della zeolite di far retrocedere una osteoporosi manifesta, è imputabile tendenzialmente a più meccanismi diversi: o La capacità di effettuare lo scambio degli ioni e la capacità di assorbimento della zeolite: nel tratto gastrointestinale gli ioni di ammonio, gli ioni di metalli pesanti e gli ioni di metalli di transizione formatisi in seguito alla digestione delle proteine o eventualmente già presenti e verso i quali la zeolite dimostra una grande affinità, vengono scambiati con i cationi liberi presenti nella zeolite (Na+, K+, Ca2+, Mg2+). Le zeoliti funzionano in aggiunta come un filtro molecolare assorbendo composti con poche molecole (come idrocarburi, biossido di zolfo e ossidi d’azoto) e micotossine. o Ioni di calcio biodisponibili: questi ioni di calcio possono essere presenti nelle ossa sotto forma di idrossiapatite. Si contraddistingue sia per un miglior assorbimento del calcio somministrato in combinazione con la zeolite come per un immagazzinamento maggiore del calcio riassorbito nel quadro della mineralizzazione ossea. o Attività antiossidativa della zeolite: lo stress ossidativo mette in moto dei patomeccanismi che sono in correlazione con una moltitudine di malattie degenerative come l’osteoporosi e l’arteriosclerosi. L’osso non è un elemento rigido bensì si adatta nella fase dei “Bone Remodellings” in continuazione a condizioni in fase di mutazione (sviluppo delle ossa attraverso gli osteoblasti e riassorbimento osseo mediante gli osteoclasti). Per garantire l’approvvigionamento dei “materiali di costruzione” necessari a tale scopo, è indispensabile la condizione di una perfetta irrorazione sanguigna dell’osso. Anche un approvvigionamento insufficiente di nutrienti provocato da vasi sanguigni modificati dall’arteriosclerosi può provocare l’insorgere dell’osteoporosi.
Dato che è stato dimostrato che l’insorgere dell’arteriosclerosi è influenzato anche da alcune specie di ossigeno reattivo e che rappresenta un processo che dura tutta la vita, la zeolite somministrata per bocca esercita a questo livello un influsso su quanto accade dato che è in grado, nonostante il luogo del suo intervento si trovi nel tratto gastro‐intestinale, a ridurre la Studi riferiti all’impiego di PMA® Zeolite in casi di osteoporosi Gennaio 2013 Pagina: 4 di 10 concentrazione di specie reattive di ossigeno e quindi di rallentare molto presumibilmente i danni inflitti alle pareti dei vasi sanguigni. IV
Studi per la profilassi e la terapia dell’osteoporosi a base di
zeolite
4.1
Miglioramento della nuova formazione di tessuto osseo mediante
l’aggiunta di MULTIZEO BASIC al mangime somministrato a ratti affetti da
osteoporosi
Un campione di ratti, nei quali era stato indotto l’insorgere di osteoporosi mediante una ovariectomia, è stato trattato con MULTIZEO BASIC, quindi zeolite e dolomite con conseguente raccolta di dati istomorfometrici mediante microtomografia (µCT). In questo studio la microtomografia produceva sezioni della tibia mediante le quali è stata realizzata una ricostruzione tridimensionale delle trabecole esaminate. Imm.: 3D ricostruzione della tibia del ratto: confronto di due gruppi a cui erano stati somministrati differenti quantitativi di zeolite aggiunta al mangime. Sinistra: aggiunta di zeolite artificiale (Zeolith A), destra: aggiunta di MULTIZEO BASIC (zeolite naturale e dolomite). La zeolite artificiale (Zeolith A) e MULTIZEO BASIC (zeolite e dolomite) sono stati messi a confronto. Mediante una ricostruzione in 3D dell’osso è stato possibile dimostrare un Studi riferiti all’impiego di PMA® Zeolite in casi di osteoporosi Gennaio 2013 Pagina: 5 di 10 inspessimento della densità ossea visibile ad occhio nudo e rilevabile in quei ratti che erano stati trattati con MULTIZEO BASIC ‐ quando confrontati con ratti a cui era stato dato del mangime addizionato con Zeolith A. Grazie alle informazioni evidenziate dalle immagini, è stato possibile calcolare che l’integrazione con MULTIZEO BASIC ha condotto a una maggiore densità ossea così come ad una maggiore formazione di nuovo tessuto osseo, mentre la porosità e la distanza tra le trabecole è diminuita in modo decisivo [DM & Pavelic, 2011]. Riassumendo è possibile affermare che MULTIZEO BASIC non solo ferma il fenomeno di una osteoporosi manifesta ma la fa addirittura regredire, cosa che è stato possibile dimostrare in modo univoco in questo studio. Uno studio aggiuntivo è in fase di esecuzione e i risultati sono attesi per la fine del 2013. 4.2
Aumento della densità ossea dopo il trattamento a base di zeolite in
pazientiaffettidaosteoporosi
Grazie ai referti presenti è stato possibile dimostrare che una assunzione di MULTIZEO BASIC in dosi giornaliere da 4,5 ‐ 6g ha provocato un aumento della densità ossea. Nel caso di una paziente in particolare, la densità dell’osso dell’anca è aumentata complessivamente del 14%, una condizione che secondo la definizione significa un miglioramento, passando da una condizione di osteoporosi a una condizione di osteopenia. Dopo poche settimane e causa intolleranza la paziente aveva interrotto la terapia standard inizialmente prescritta che prevedeva Fosamax, calcio e vitamina D [Mörth, 2006]. Per questo è stato possibile dimostrare la grande efficacia di DM somministrato a pazienti affetti da osteoporosi. 4.3
Esami in vivo effettuati su polli alimentati con mangime ricco di silicio
hannodimostratoun’influenzapositivasullalineaepifisaria
Già nei primi anni 80 è stato possibile dimostrare mediante numerosi test su animali riferiti a manifestazioni di carenza di silicio, l’importanza del silicio nel metabolismo minerale, nella struttura ossea e, soprattutto, nei processi relativi alla crescita. Lavori condotti da Carlisle hanno dimostrato che in polli di quattro settimane di vita e ai quali era stato somministrato del mangime arricchito con silicio, paragonati ad un Studi riferiti all’impiego di PMA® Zeolite in casi di osteoporosi Gennaio 2013 Pagina: 6 di 10 gruppo di confronto, era evidente una zona marcatamente più pronunciata nell’area della cartilagine epifisaria collocata al di sotto della porzione cartilaginosa dell’epifisi. La zona proliferante nei polli alimentati con carenza di silicio era da sette a otto volte più stretta che nei polli con mangime arricchito da silicio [Carlisle 1982, 1981, 1980, 1972]. 4.4
Esami in vivo effettuati su mucche con mangime arricchito con Zeolite
clinoptilolite hanno dimostrato un’influenza positiva sul metabolismo del
calcioincasodiipocalcemia
E‘ ormai noto e ripetutamente dimostrato che la zeolite è in grado di fungere da scambiatore di ioni e che, in vitro, è in grado di cedere ioni di Ca2+‐. Una prova che la somministrazione orale di zeolite potesse influire in vivo negativamente sul metabolismo del calcio, è stata fornita da uno studio [Katsoulos 2005] in cui sono stati esaminati gli effetti di un mangime addizionato con clinoptilolite sull’incidenza del manifestarsi di febbre lattea in 52 mucche da lette. La febbre lattea (anche detta paresi da parto, febbre vitellare oppure, in inglese, parturient paresis) è una malattia dei mammiferi che può manifestarsi al momento del parto ed è provocata da un ridotto quantitativo di calcio nel siero sanguigno (ipocalcemia). Senza trattamento il tasso di mortalità degli animali si aggira sul 75 %. La terapia abituale consiste nell’infusione di soluzioni ad alto contenuto di calcio e anche per la prevenzione si è dimostrata efficace la somministrazione orale di preparati d calcio immediatamente dopo il parto. Lo studio sopra citato ha raggiunto come risultato che con un’aggiunta del 2,5 % di clinoptilolite al mangime è stato possibile riscontrare un’incidenza notevolmente ridotta dell’insorgere della febbre lattea rappresentando quindi un forma di prevenzione economica della malattia e, d’altro canto, suggerendo l’influsso benefico del metabolismo del calcio grazie alla somministrazione orale della zeolite, dato che è la ipocalcemia a causare la malattia. Questo influsso positivo sul metabolismo del calcio svolge un ruolo determinate anche nel dispositivo medico MULTIZEO BASIC. Studi riferiti all’impiego di PMA® Zeolite in casi di osteoporosi Gennaio 2013 Pagina: 7 di 10 4.5
E‘statopossibiledimostrarel’effettoantiossidantedellezeolitiDMinstudi
invitro In riferimento all’osteoporosi, l’attività antiossidativa già dimostrata in vitro e in vivo e della conseguente capacità di riduzione dello stress ossidativo svolge un ruolo molto importante. Abuja, un biochimico all’università di Graz, è riuscito a dimostrare in studi in vitro, che i Dispositivi Medici MULTIZEO BASIC sono efficaci grazie alla loro capacità di scambio degli ioni, e precisamente anche in caso di valenze di ioni fisiologicamente alte e in presenza di valori bassi del ph [Abuja, 2001]. Tramite test si è esaminato l’effetto antiossidativo in presenza di perossidazioni lipidiche senza che la zeolite fungesse in questi casi come tipico catturatore di radicali. Negli esperimenti eseguiti con un generatore di radicali termolabili (AAPH) è stato possibile creare un flusso costante di radicali e quindi uno stress ossidativo costante. Ancora più evidenti sono i risultati nel caso di una perossidazione lipidica di Cu2+ catalizzato. La capacità della zeolite di legare i cationi è tale da legare qualsiasi Cu2+ accessibile nel sistema. Dato che il tratto gastrointestinale rappresenta una fonte privilegiata di stress ossidativo, con un esperimento è stato simulato un ambiente acido, testando la perossidazione lipidica gastrica con una terapia a base i zeolite. Le simulazioni effettuate sulla carne muscolare hanno permesso di dimostrare che l’insorgere della idroperossidazione lipidica ritardava di ca. il 50% grazie a Zeolite Clinoptilolite PMA. Questo forte effetto della zeolite può essere ulteriormente rinforzato quando, più tardi, nel lume intestinale, lega metalli di transizione liberi. È stato quindi possibile dimostrare che la Zeolite Clinoptilolite PMA può avere un influsso determinante sullo stress ossidativo provocato dall’alimentazione e, anzi, lo può addirittura impedire. 4.6
È stato possibile dimostrare su tutti i probandi la riduzione della
concentrazionediidroperossidi
Osservazioni sull’uso della zeolite riferite alla capacità antiossidativa nell’organismo umano sono state eseguite in occasione di uno studio eseguito presso la Privatklinik di Villach [Thoma, 2002]. La concentrazione degli idroperossidi prelevata dal sangue capillare è stata determinata nell’arco temporale di mezzo anno in probandi che assumevano giornalmente una dose quotidiana di 5,4 g di zeolite pura. In due terzi Studi riferiti all’impiego di PMA® Zeolite in casi di osteoporosi Gennaio 2013 Pagina: 8 di 10 dei 33 partecipanti è stato possibile riscontrare una riduzione media del 18,3% degli idroperossidi provocati da specie reattive di ossigeno e in un terzo del 33.3%. 4.7
Lo studio sull’applicazione della zeolite effettuato su oltre 2000 casi
documentati clinicamente descrive il successo dell’impiego in casi di
osteoporosi Nel quadro di uno studio decennale sull’impiego della zeolite, condotto dal chirurgo Ilse Triebnig, è stato possibile documentare l’effetto di sostegno della zeolite in 2000 casi [DM & Triebnig, 2011]. La donatrice di calcio zeolite scambia nell’intestino le tossine con i minerali necessari eliminando poi le tossine attraverso le normali vie di evacuazione. Per questo motivo la zeolite ha un effetto protettivo sul fegato, che torna così a potersi occupare del suo lavoro, ossia di sintetizzare dalla provitamina la vitamina D. Nel caso in cui l’organismo sia già iperinacidito (p.e. a causa di una chemioterapia, in caso di un’alimentazione scorretta, abuso di alcool oppure nicotina), la zeolite riduce la mobilizzazione del calcio dalle ossa altrimenti impiegato per neutralizzare gli acidi. In pazienti sottoposti a chemioterapia, terapie a base di raggi X, terapie cortisoniche, terapie antiormonali (anche con l’asportazione aggiuntiva delle ovaie), è stato possibile limitare il pericolo di una osteoporosi mediante la somministrazione giornaliera di zeolite. Anche nel caso di una osteoporosi avanzata, questa si è tramutata inizialmente in osteopenia per raggiungere infine valori nella norma. V
Conclusione
Gli studi in‐vitro e in‐vivo riferiti al trattamento con la zeolite, hanno potuto dimostrare in modo univoco il suo effetto positivo sul metabolismo del calcio e quindi sul miglioramento dell’osteoporosi. Mediante l’assunzione giornaliera di zeolite nell’uomo è stato possibile impedire una progressione dell’osteoporosi così come un regresso fino al raggiungimento di una densità ossea normale. Secondo la sensazione soggettiva dei pazienti, l’assunzione dei dispositivi medici MULTIZEO ha migliorato la loro qualità di vita comportando Studi riferiti all’impiego di PMA® Zeolite in casi di osteoporosi Gennaio 2013 Pagina: 9 di 10 un miglioramento complessivo dell’intero quadro clinico (nella maggior parte dei casi si trattava di malattie di carattere tumorale). Dagli studi attualmente in corso su modelli animali emerge già adesso la conclusione che la combinazione di zeolite e dolomite (calcio e magnesio) rappresenta un’alternativa priva di effetti collaterali alla terapia standard.
Studi riferiti all’impiego di PMA® Zeolite in casi di osteoporosi Gennaio 2013 Pagina: 10 di 10 Bibliografia: Tutte le fonti bibliografiche sono depositate nella banca dati delle referenze presso la Panaceo GmbH e possono essere esibite su richiesta. I seguenti medici e istituti hanno contribuito agli studi sulla zeolite in collaborazione con Panaceo: Abuja Peter, Institut für Molekulare Biowissenschaften, Universität Graz Bachl Norbert, Univ.‐Prof. an der Abteilung für Sport‐ und Leistungsphysiologie Zentrum für Sportwissenschaft und Universitätssport, der Universität Wien Hecht Karl, Experimentelle und klinische Physiologie der Charité/Humboldt‐Universität Berlin Knapitsch Christian, Ärztlicher Leiter; Schmölzer Siegfried, Sportwissenschaftler, Sportmedizinische und Sportwissenschaftliche Ordination, Klagenfurt Lautenbacher Lutz‐Michael, Sachverständigenbüro, Analytik und Beratung, München Pavelic Krecimir, School of Medicine, University of Rijeka Thoma Wolfgang, Primar und Ärztlicher Direktor, Facharzt für Innere Medizin Privatklinik Villach Triebnig Ilse, Fachärztin für Chirurgie, Villach Vymazal Kurt, Zertifizierter Sachverständiger, Pharmazeut, metaplus, Wien