La zeolite chabasite
Tra le 52 specie zeolitiche sinora identificate in natura, la chabasite è una delle più frequenti e diffuse. Si
ritrova sia sotto forma di cristalli macroscopici e/o microscopici, di norma con forma pseudo-cubica,
all’interno di fratture e cavità di rocce magmatiche intrusive (graniti, sieniti, ecc.), effusive (basalti) e
metamorfiche (gneiss, serpentiniti), sia come cristalli submicroscopici all’interno di rocce piroclastiche (tufi,
ignimbriti) diagenizzate.
La formula chimica generale è (Ca0.5, Na, K)4[Al4Si8O24] x 12H2O, ma presenta un’ampia variabilità sia per
quanto riguarda il contenuto di Si ed Al [rapporto Si/(Si+Al) variabile da 0.58 a 0.81], sia degli altri cationi
(normalmente Ca, Na e K, ma anche Sr ed Mg). Gli atomi di silicio e alluminio sono organizzati in tetraedri
che presentano ai vertici atomi di ossigeno e al centro gli stessi atomi di silicio o alluminio; ogni tetraedro,
inoltre, condivide ciascuno dei suoi vertici (atomi di ossigeno) con un alto tetraedro (quindi è come se
ciascun atomo di ossigeno contasse per metà). Lo spazio esterno a questi anelli di sei tetraedri è organizzato
in una struttura canaliforme in cui trovano posto gli altri cationi e le molecole d’acqua. Questi “canali” sono
collegati tra loro e con “l’esterno del minerale”, e questa è la ragione per cui Ca, Na, K ed acqua possono
essere facilmente estratti e scambiati con altri cationi.
La quantità di elementi che può essere scambiata con l’esterno definisce la cosiddetta "capacità di scambio
cationico" (CEC), proprietà alla base della maggior parte delle applicazioni per cui viene impiegato questo
minerale o la roccia che lo contiene, che prende il nome di zeolitite.
25 mm
Zeolite Chabasite - collezione del Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Modena e Reggio Emilia.