SCHIENA DRITTA E PETTO IN FUORI RENDONO DAVVERO PIÙ

Anno III – Numero 518
AVVISO
Ordine
1. Campagna
antinfluenzale 20142015
2. Crisi occupazionale:
Istituito un fondo di
solidarietà per i colleghi
iscritti all’ albo in stato
di disoccupazione
3. Ordine: Corsi Ecm
gratuiti
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Schiena dritta e petto in
fuori rendono davvero
più sicuri?
5. Ciclismo, il rischio e un
“terzo testicolo”
6. Distimia: cause,
sintomi, cure e terapia
7. "Il fumo fa ingrassare,
soprattutto quello
passivo"

Prevenzione e
Salute
8. Menorragia: sintomi,
cause, terapia e rimedi
9. Contro calcoli renali
bere acqua,
no a cioccolato e fragole
10. Influenza: boom italiani
a letto per virus mezza
stagione
Mercoledì 12 Novembre 2014, S. Renato, Cristiano
Proverbio di oggi………..
Pare nu' maccarone senza pertuso E' un uomo senza personalità
è sorda
SCHIENA DRITTA E PETTO IN FUORI
RENDONO DAVVERO PIÙ SICURI?
Stare dritti aiuta ad avere più fiducia? È un luogo comune o c'è
qualcosa di vero?
Assumere una postura di dominanza trasmette un
senso di potere e di controllo che aiuta a gestire
meglio le situazioni e a tollerare le difficoltà.
Diversi studi hanno dimostrato che stare dritti e
con il petto in fuori, adottando un atteggiamento
di espansione del corpo, può diminuire il livello di cortisolo, l’ormone dello
stress prodotto dalle ghiandole surrenali.
E non basta: un’équipe di ricerca delle Univ. di Toronto e della California ha
scoperto che questa postura incide persino sulla percezione del dolore.
I ricercatori hanno applicato il bracciale dello sfigmomanometro (lo strumento
per misurare la pressione) sulle caviglie e sulle braccia di alcuni volontari:
quando assumevano una postura dritta e composta tolleravano meglio il
dolore causato dal rigonfiarsi dell’apparecchio rispetto a quando stavano in
posizione neutra o ricurva, tipica di un atteggiamento più remissivo.
Più controllo. Anche la posizione degli altri conta: quando il ricercatore era a
schiena dritta i volontari sopportavano meglio il dolore di quando era rilassato
perché trasmetteva una sensazione di sicurezza. I ricercatori hanno infine
concluso che adottare la giusta postura aiuta ad affrontare meglio anche la
sofferenza emotiva. (Focus)
CICLISMO, il rischio e un “Terzo Testicolo”
Usare la bicicletta, anziché l’auto, può offrire benefici alla salute
Ma come sempre è la giusta via di mezzo a fare la differenza. Il troppo stroppia
si è soliti dire. E anche in questo caso è vero. Secondo un team di scienziati
sudafricani, infatti, andare troppo in bicicletta come può fare un ciclista,
metterebbe a rischio di ottenere un “terzo testicolo”.
(Salute, La Stampa)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 518
CONTRO CALCOLI RENALI BERE ACQUA,
NO A CIOCCOLATO E FRAGOLE
Consigli da esperti dell'American College of Physicians
Per chi ha sofferto di calcoli renali e non vuole che si ripresentino, sì
all'acqua, anche quella del rubinetto, no alla cioccolata e alle fragole.
Queste alcune linee guida dell'American College of Physicians, che
individua i comportamenti da tenere per evitare le recidive nella calcolosi renale.
Dagli internisti americani via libera all'acqua: bisogna berne molta, circa due litri al giorno, e va bene
anche quella del rubinetto, tranne nel caso in cui assumere liquidi in grande quantità venga
sconsigliato.
"Aumentare l'assunzione di liquidi durante la giornata - spiega infatti David Fleming - può dimezzare il
rischio di recidive di calcoli renali, senza incorrere in effetti indesiderati. Ma le persone che già di base
bevono una quantità sufficiente di liquidi o quelle per le quali è controindicato assumere troppi liquidi,
non devono aumentarne l'assunzione".
Semaforo rosso, invece, per gli alimenti ricchi di proteine animali come la carne, e di purine e
ossalato come nocciole, spinaci, te, rabarbaro, cioccolato, fragole e crusca di frumento.
In una dieta il più possibile bilanciata bisogna, inoltre, mantenere stabile il livello di calcio ricordano gli
esperti, secondo i quali sono vietati anche tutti i soft drinks, le bevande gassate, in particolare quelle
con alto contenuto di acido fosforico, come la Coca Cola e altre.
L'unica eccezione sono quelle a base di frutta e con acido citrico.
I DIECI CIBI DA SEMAFORO ROSSO
1. Carne
6. Cioccolato
2. Nocciole
7. Fragole
3. Spinaci
8. Crusca di frumento
4. Tè
9. Kiwi
5. Rabarbaro 10. Bevande gassate con eccezione per quelle a base di frutta e con acido citrico
I calcoli renali colpiscono in media nella vita il 13% degli uomini e il 7% delle donne: se non trattati
possono ripresentarsi dopo cinque anni in circa la metà dei casi. (Salute e Benessere)
INFLUENZA: BOOM ITALIANI A LETTO PER VIRUS
MEZZA STAGIONE
"Sembra influenza, ma non lo e'. E' infatti la diffusione dei virus di mezza stagione,
i cosiddetti parainfluenzali, che sta costringendo molti italiani a letto".
Lo ha detto Giovanni Maga dell'Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche.
"Questo meteo insolito sta favorendo la diffusione dei virus tipici dell'autunno e della primavera".
"Le temperature miti e l'umidità sono il clima ideale per i virus parainfluenzali". "Questo potrebbe
spiegare il picco di casi similinfluenzali".
I sintomi sono quasi del tutto assimilabili alla vera e propria influenza. "Sono solo meno aggressivi e, in
genere, si guarisce piu' velocemente rispetto alla normale influenza", ha precisato Maga. Anche i
trattamenti sono praticamente simili a quelli raccomandati per l'influenza. "A parte le complicazioni
che richiedono l'intervento del medico - ha detto l'esperto - gli unici rimedi sono quelli classici per
contenere i sintomi fastidiosi. E' inoltre raccomandabile un po' di riposo". Sul fronte prevenzione il
consiglio del virologo e' quello di "evitare gli sbalzi termici, vestendosi 'a cipolla'". Vietato usare gli
antibiotici. "In questi casi non servono a nulla. Per quanto riguarda l'influenza vera e propria e' ancora
presto. "L'arrivo e' previsto - ha precisato l'esperto - per la fine dell'anno". (AGI) .
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 518
SCIENZA E SALUTE
DISTIMIA: CAUSE, SINTOMI, CURE E TERAPIA
Cos’è la distimia? Quali sono le cause, i sintomi, le cure e la terapia?
La distimia (o disturbo distimico) è un disturbo dell’umore che tendenzialmente ha gravità inferiore,
ma maggiore durata nel tempo rispetto alla depressione.
Questo disturbo può comparire sin dall’adolescenza sia negli
uomini che nelle donne e si riscontra più frequentemente
nella fascia di età compresa dai 18 ai 45 anni.
La distimia è considerata un disturbo cronico poiché i sintomi
si ripresentano quotidianamente e per un tempo
generalmente superiore a due anni.
Ha assunto il significato odierno nel 2013, quando il Manuale
Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) l’ha
inclusa nel capitolo dedicato alla depressione.
Cause e sintomi: Le cause scatenanti sono ancora perlopiù sconosciute, anche se molti medici sono
concordi nel sostenere che alcune esperienze di vita particolarmente drammatiche possono
determinare l’insorgere del disturbo.
Generalmente alla base della distimia possono esserci, comunque, cause biochimiche, predisposizioni
genetiche o fattori ambientali. Le persone affette da questa patologia si sentono particolarmente tristi
e preoccupate, irritate ed irrequiete. Soffrono di solitudine, insonnia, disturbi legati all’appetito e, nei
casi più seri, manifestano manie suicide.
Tra i diversi tipi di depressione, la distimia bipolare è una delle condizioni più particolari e difficili da
diagnosticare. In questo caso, infatti, nel paziente si alternano fasi altalenanti di ansia e depressione,
dovute ad uno squilibrio delle sostanze chimiche del cervello.
In caso di sospetta distimia, i medici eseguono una serie di test medici e psicologici che includono
esami fisici, di laboratorio ed un’attenta valutazione psicologica.
Cura e terapia: I principali trattamenti per la cura della distimia includono necessariamente l’uso di
farmaci specifici e la psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC).
Durante questo tipo di terapia la persona deve analizzare le cause che hanno scatenato ed aggravato
la malattia, valutando e modificando i propri comportamenti.
I farmaci psichiatrici più comunemente usati per trattare la distimia sono gli stessi utilizzati per curare
anche altre forme di depressione.
Essi includono perlopiù inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), antidepressivi
triciclici (TCA) e inibitori delle monoaminossidasi (MAO).
Alcuni integratori alimentari si sono dimostrati particolarmente efficaci nella cura di questo disturbo
psichiatrico.
Ad esempio, l’erba di San Giovanni può essere utile in caso di depressione lieve o moderata, mentre
assumere grassi omega-3 può essere di grande aiuto se combinato ai farmaci antidepressivi.
(Tanta Salute)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 518
SCIENZA E SALUTE
"IL FUMO FA INGRASSARE,
SOPRATTUTTO QUELLO PASSIVO"
Fa aumentare la resistenza all'insulina
IL FUMO, soprattutto quello passivo, fa ingrassare:
a smentire l'idea diffusa che fumare le sigarette aiuti a rimanere magri è uno studio della Brigham
young university di Salt Lake City, pubblicato sull'American journal of physiology, endocrinology and
metabolism.
"Chi vive con un fumatore, soprattutto se bambino, ha un
maggiore rischio di problemi cardiovascolari e metabolici",
spiega Benjamin Bikman, autore della ricerca.
Nello studio i ricercatori hanno voluto analizzare il legame tra
fumo e funzioni metaboliche, in particolare il meccanismo per cui i
fumatori diventano resistenti all'insulina.
Esponendo gli animali al fumo passivo, hanno così visto che
aumentavano di peso: il fumo infatti spinge alcune minuscole
molecole lipidiche, le ceramidi, ad alterare i mitocondri delle cellule, causando la distruzione delle
normali funzioni cellulari e inibendo la loro capacità di rispondere all'insulina.
"La nostra ricerca - aggiunge - mostra che tra le risposte al fumo passivo del nostro organismo c'è
l'alterazione della sensibilità all'insulina.
Una volta che questa continua ad aumentare, si ingrassa".
La chiave è invertire gli effetti del fumo, inibendo le ceramidi. I ricercatori hanno infatti visto che
trattando i topi con una sostanza che le blocca, la mioriocina, non prendevano peso né avevano
problemi di metabolismo. Se però, oltre al fumo passivo, i roditori erano alimentati con una dieta ricca
di zuccheri, il danno metabolico non poteva essere risolto.
Ora gli studiosi stanno cercando un inibitore delle ceramidi che sia sicuro anche per gli uomini, in
modo da proteggere chi è esposto al fumo passivo.
Il 25% della popolazione italiana è esposto ai pericoli del fumo passivo e 8 cittadini su 10 non sanno
che provoca il cancro del polmone. Secondo un sondaggio condotto dall'Associazione italiana di
oncologia medica, il 71% fuma regolarmente in luoghi chiusi, mentre per il 43% smettere con le
sigarette non riduce il rischio di sviluppare la malattia.
Il livello di conoscenza sui fattori di rischio è scarso, infatti quasi la metà delle persone (48%) pensa che
questo tipo di tumore non si possa prevenire. Una diffusa ignoranza che preoccupa, visto che il 49%
dichiara di fumare in presenza di bambini e solo il 45% cambierebbe il suo stile di vita per prevenire la
neoplasia.
Un fenomeno quello del tabagismo che può produrre rischi, soprattutto per i più piccoli. Secondo una
ricerca dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma, un bambino su 5 tra quanti accedono agli ambulatori per
problemi respiratori, tosse o broncospasmo, ha problemi legati al fumo passivo.
Secondo altre ricerche almeno un bimbo su due già dal secondo anno di vita è abitualmente esposto al
fumo passivo.
Mentre dai dati Istat risulta che il 49% dei piccoli fino a 5 anni ha almeno un genitore che fuma,
mentre un neonato su 5 ha la mamma fumatrice.
In Italia le persone che fumano sono 11,3 milioni, il 22 per cento della popolazione: 6,2 milioni di
uomini, 25,4%, e 5,1 milioni di donne, pari al 18,9%.
Gli ex fumatori sono 6,6 milioni, 4,6 milioni di uomini e 2 milioni di donne.
(Salute, Repubblica)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 518
PREVENZIONE E SALUTE
MENORRAGIA: SINTOMI, CAUSE, TERAPIA E RIMEDI
Un’anomalia del ciclo mestruale, che rende la perdita ematica “in quei giorni”
particolarmente abbondante e fonte di imbarazzo e disagio: la menorragia o
ipermenorrea non è altro che questo, un eccessivo sanguinamento
mestruale.
Da non confondere con la metrorragia, caratterizzata da
perdite ematiche tra una mestruazione e l’altra, o altri
disturbi del ciclo, come la polimenorrea o la
dismenorrea, la menorragia può avere cause diverse, più
o meno gravi, ma molto spesso è tutta colpa degli
ormoni.
Ecco qualche informazione utile in merito a questo
disturbo, ai suoi sintomi, alle terapie e ai rimedi utili.
Le cause possibili
Nell’elenco dei possibili colpevoli, in caso di menorragia, rientrano, ai primi posti, le alterazioni
ormonali, seguiti dalle disfunzioni dell’ovaio, dalle patologie uterine e dalle infezioni pelviche.
I fibromi e i polipi sono la causa dell’anomalia, rispettivamente, nel 30% e nel 10% dei casi.
Da non sottovalutare anche altre patologie più serie, come i tumori dell’utero o dell’ovaio,
l’endometriosi o le disfunzioni di coagulazione sanguigna che possono provocare l’anomalia.
I sintomi e la diagnosi
Il sintomo, in realtà, è uno solo. È l’anomalia stessa, cioè la presenza di un flusso sanguigno molto
abbondante durante le mestruazioni. Inoltre, le mestruazioni possono essere particolarmente
dolorose e durare più a lungo del normale.
In presenza dell’anomalia del flusso mestruale, lo specialista, dopo la visita ginecologica e l’anamnesi,
può prescrivere alcuni esami di approfondimento, per smascherare la causa del disturbo.
In particolare, solitamente si prevede: un esame emocromocitometrico, un’ecografia e, se necessario,
per verificare l’eventuale presenza di anomalie uterine o di altre patologie, un’isteroscopia e una
biopsia endometriale.
La terapia e i rimedi
La cura più efficace, com’è ovvio, è quella che mira a risolvere la causa scatenante dell’anomalia
mestruale. In particolare, se il disturbo è solo la conseguenza più evidente di patologie più serie, è
necessario approntare terapie, farmacologiche o chirurgiche, specifiche per il caso concreto.
Negli altri casi, quando il flusso troppo abbondante è il risultato dell’azione, in perenne squilibrio, degli
ormoni, meglio tenere sotto controllo i livelli ormonali affidandosi alla pillola anticoncezionale.
Infatti, il contraccettivo orale è un vero toccasana per regolarizzare gli ormoni e il ciclo.
In aggiunta, se le perdite ematiche hanno influito su alcuni valori ematici (come il ferro), meglio
assumere anche gli integratori specifici, previo consiglio del medico curante.
(Salute, Pour Femme)