1 STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA Le proprietà fisiche degli stati di aggregazione della materia (solido, liquido e gassoso) dipendono dall’entità e dalla natura delle interazioni (legami) esistenti fra le particelle (atomi, ioni o molecole) che la costituiscono Stato solido interazioni molto forti particelle occupano posizioni fisse nella struttura Rigidità Forma e volume propri Stato gassoso interazioni molto deboli particelle si muovono liberamente ed in modo casuale, occupando tutto il volume a loro disposizione Privi di forma e volume propri particelle si muovono in modo casuale, rimanendo sempre a contatto fra loro Privi di forma propria Hanno volume proprio Stato liquido interazioni intermedie fra quelle dello stato solido e dello stato gassoso 2 I GAS I gas sono i sistemi chimici più semplici e le loro condizioni sono descritte sulla base di quattro grandezze: numero di moli (quantità di materia) grandezze estensive volume pressione grandezze intensive temperatura Bassa pressione Alta temperatura Gas ideale: Interazioni fra le particelle trascurabili Il comportamento è uniforme, indipendentemente dalla natura del gas considerato modello di gas che permette di descrivere efficacemente il comportamento dei gas ad alte temperature e basse pressioni, utilizzando alcune leggi semplici ed esatte Il comportamento dei gas reali si allontana da quello del gas ideale al crescere della pressione e al diminuire della temperatura, cioè al crescere delle interazioni fra le particelle gassose 3 Il comportamento del gas ideale è descritto da quattro leggi: Legge di Boyle (isoterma) (P⋅⋅V)T = cost Legge di Charles (isobara) (V/T)P = cost Legge di gay-Lussac (isocora) (P/T)V = cost Legge di Avogadro V ∝ n (P, T costanti) 4 Dalla combinazione delle leggi dei gas ideali si ottiene la Legge di Stato dei Gas Ideali P⋅⋅V = n⋅⋅R⋅⋅T P = pressione V = volume n = numero di moli T = temperatura assoluta (K) R = costante universale dei gas (8.31 J K-1 mol-1) Questa equazione descrive il comportamento di un gas ideale in qualsiasi condizione di temperatura e pressione Quando il comportamento di un gas reale è descritto Legge di Stato dei Gas Ideali, esso si comporta come un gas ideale 5 MISCELE DI GAS La pressione totale esercitata da una miscela di due o più gas, che si comportino idealmente e non reagiscano fra loro, è determinata dal numero totale di molecole (di moli) Gas 1 n1 Ptot = ntot ⋅ P1 = n1 ⋅ R ⋅T V Gas 2 n2 Gas 3 n3 R⋅T R ⋅T = (n1 + n2 + n3 ) ⋅ V V P2 = n2 ⋅ Ptot = P1 + P2 + P3 = ∑ Pi R ⋅T V P3 = n3 ⋅ R ⋅T V Legge di Dalton i La pressione esercitata da una miscela di gas è pari alla somma delle pressioni che ciascun gas componente eserciterebbe se occupasse da solo tutto il volume, alla stessa temperatura (pressioni parziali) 6 SOLUZIONI Una soluzione è un sistema omogeneo costituito da almeno due sostanze, le cui quantità relative possono variare con continuità entro un certo intervallo, più o meno ampio Solvente: sostanza presente in quantità maggiore Soluto: sostanza presente in quantità minore Una soluzione si ottiene dalla dissoluzione di uno o più soluti in un solvente. In generale: Solvente: sostanza allo stato liquido Soluto: sostanza solida, liquida o gassosa Per definire le proprietà di una soluzione è necessario conoscere: 1) la natura delle sostanze che la compongono 2) le quantità relative delle sostanze che la compongono La quantità relativa di un soluto disciolto in un solvente è detta concentrazione del soluto nella soluzione e può essere espressa in vari modi 7 CONCENTRAZIONE DELLE SOLUZIONI Può essere espressa in vari modi 1) Percentuale in peso (% p/p): grammi di soluto presenti in 100 grammi di soluzione 2) Percentuale in peso su volume (% p/V): grammi di soluto presenti in 100 cm3 di soluzione 3) Percentuale in volume (% V/V): cm3 di soluto presenti in 100 cm3 di soluzione 4) Parti per milione (ppm): grammi di soluto in 1 tonnellata (106 gr) di soluzione mg di soluto in 1 Kg di soluzione 5) Molarità (M): numero di moli di soluto disciolte in 1 dm3 di soluzione (mol/dm3) 6) Molalità (m): numero di moli di soluto disciolte in 1 Kg di solvente (mol/Kg) 7) Normalità (N): numero di equivalenti di soluto disciolte in 1 dm3 di soluzione (eq/dm3) 8) Frazione Molare: rapporto fra il numero di moli di un componente della soluzione ed il numero di moli totali χ= ni n = i ntot ∑ ni i ni= numero di moli dell’iesimo componente ∑ ni = numero di moli totali i 8 PRORPRIETÀ COLLIGATIVE DELLE SOLUZIONI Dipendono esclusivamente dal numero di particelle presenti e non dalla loro natura Gas Soluzioni Pressione Volume Abbassamento della tensione di vapore Abbassamento crioscopico Innalzamento ebullioscopio Pressione osmotica Le leggi che descrivono le proprietà colligative delle soluzioni sono valide solamente per soluzioni molto diluite, che si comportano in modo ideale 9 TENSIONE DI VAPORE ve >> vc ne >> nc liq vap ve > vc ne > nc liq vap ve = vc ne = nc liq vap equilibrio La pressione esercitata dal vapore in equilibrio col liquido è detta tensione di vapore del liquido. Essa è indipendente dalla quantità di sostanza considerata, dalla sua superficie e dal volume del vapore. La tensione si vapore dipende dalla temperatura e dalle proprietà chimiche della sostanza considerata. Un liquido si dice volatile quando è caratterizzato da una elevata tensione di vapore 10 La tensione di vapore del solvente in una soluzione è data da Psolv = χsolv ⋅Psolv (puro) Poiché la frazione molare del solvente nella soluzione è necessariamente minore di 1 (χsolv < 1), ne consegue che la tensione di vapore del solvente in una soluzione è inferiore rispetto alla tensione di vapore del solvente puro L’abbassamento della tensione di vapore del solvente in una soluzione rispetto al solvente puro dipende solamente dal numero relativo di particelle nella soluzione e non dalla loro natura chimica 11 INNALZAMENTO EBULLIOSCOPICO La temperatura di ebollizione di un liquido corrisponde alla temperatura alla quale la sua tensione di vapore è pari alla pressione esterna. La temperatura di ebollizione del solvente in una soluzione è sempre superiore a quella del solvente puro. L’innalzamento ebullioscopico è la differenza fra le temperature di ebollizione del solvente nella soluzione e del solvente puro (∆Teb) ∆Teb = Keb⋅m Keb costante ebullioscopica del solvente m molalità della soluzione ABBASSAMENTO CRIOSCOPICO La temperatura di solidificazione di un liquido corrisponde alla temperatura alla quale la tensione di vapore del liquido e del solido coincidono. La temperatura di solidificazione del solvente in una soluzione è sempre inferiore a quella del solvente puro. L’abbassamento crioscopico è la differenza fra le temperature di solidificazione del solvente nella soluzione e del solvente puro (∆Tcr) ∆Tcr = Kcr⋅m Kcr costante crioscopica del solvente m molalità della soluzione L’innalzamento ebullioscopio e l’abbassamento crioscopico dipendono solamente dal numero di particelle di soluto presenti in soluzione e non dalla loro natura chimica 12 PRESSIONE OSMOTICA A: solvente puro B: soluzione Membrana semipermeabile Si verifica il passaggio di molecole di solvente dal solvente puro (A) alla soluzione (B), fino a quando la pressione esercitata dalla colonna di liquido di altezza h è tale da opporsi all’ulteriore passaggio di molecole di solvente da A a B. Lo stesso fenomeno si verifica anche quando si mettono a contatto due soluzioni a differente concentrazione. In questo caso, il solvente passa dalla soluzione più concentrata a quella più diluita. 13 La pressione che deve essere esercitata sulla superficie della soluzione per impedire il passaggio di molecole di solvente nella soluzione è detta pressione osmotica Π⋅V = n⋅R⋅T Π = pressione osmotica V = volume n = numero di moli T = temperatura assoluta (K) R = costante universale dei gas (8.31 J K-1 mol-1) La pressione osmotica di una soluzione dipende solamente dal numero di particelle di soluto presenti in soluzione e non dalla loro natura chimica 14 REAZIONI CHIMICHE E STECHIOMETRIA Reazione chimica: trasformazione nel corso della quale alcune sostanze (reagenti) si trasformano in altre (prodotti), in seguito alla rottura e alla formazione di legami chimici Nel corso di una reazione chimica non si formano e non si distruggono atomi, cambiano solamente i legami che li tengono uniti Le razioni chimiche sono rappresentate simbolicamente e sinteticamente per mezzo di equazioni chimiche del tipo reagenti → prodotti → : reagiscono per dare, formano Reagenti e prodotti sono rappresentati mediante le rispettive formula chimiche, le quali hanno il significato quantitativo di 1 molecola o aggregato di atomi (ragionando microscopicamente, di 1 mole di sostanza) Nell’equazione, reagenti e prodotti sono preceduti da un numero, detto coefficiente stechiometrico, che specifica il numero di molecole (o di moli) di sostanza che partecipano alla reazione, definendo i rapporti quantitativi secondo cui i reagenti si combinano e i prodotti si formano 15 a) (1) C + (1) O2 → (1) CO2 combustione di C A livello microscopico: - 1 atomo di C reagisce con 1 molecola di O2 per dare 1 molecola di CO2 A livello macroscopico: - 1 mole di (atomi di) C reagisce con 1 mole di (molecole di) O2 per dare 1 mole di (molecole di) CO2 Ricordando le masse molari di reagenti e prodotti si ha che: 12.01 g di C reagiscono con 32 g di O2 per dare 44.01 g di CO2 NB: Per convenzione, il coefficiente stechiometrico 1 va omesso C + O2 → CO2 b) H2 + Cl2 → 2 HCl A livello microscopico: - 1 molecola di H2 reagisce con 1 molecola di Cl2 per dare 2 molecole di HCl A livello macroscopico: - 1 mole di (molecole di) H2 reagisce con 1 mole di (molecole di) Cl2 per dare 2 moli di (molecole di) HCl 16 c) 2 Na + Cl2 → 2 NaCl A livello microscopico: - 2 atomi di Na reagiscono con 1 molecola di Cl2 per dare 2 unità formula di NaCl A livello macroscopico: - 2 mole di (atomi di) Na reagiscono con 1 mole di (molecole di) Cl2 per dare 2 moli di NaCl Poiché nel corso di una reazione avviene una ricombinazione degli atomi dei reagenti per formare i prodotti, tutti gli atomi che costituiscono i reagenti devono ritrovarsi nei prodotti, anche se combinati diversamente Principio di conservazione della materia: la massa di ciascun elemento all’inizio della reazione è uguale a quella della fine della reazione stessa Per bilanciamento di una reazione si intende la correzione dei coefficienti stechiometrici allo scopo di soddisfare al principio di conservazione della materia Una reazione è bilanciata quando il numero di atomi di ciascun elemento nei reagenti e nei prodotti è lo stesso 17 Un’equazione chimica deve descrivere fedelmente il processo chimico reale. La correttezza di una equazione chimica non deve perciò essere valutata esclusivamente su basi puramente algebriche, ma anche facendo riferimento a criteri chimici che permettano di prevedere correttamente i prodotti finali Zn° + 2 HCl → Zn(Cl)2 + H2 Equazione formalmente corretta Reazione reale Cu° + 2 HCl → Cu(Cl)2 + H2 Equazione formalmente corretta La reazione non avviene perché è chimicamente impossibile 18 Nell’equazione chimica devono comparire solamente le specie chimiche che prendono parte effettiva alla reazione. Perciò: 1) si trascurano tutte le specie chimiche che, pur essendo presenti nell’ambiente di reazione, non vi prendono parte attiva Gli altri componenti dell’aria (ad es. N2) sono omessi, perché non partecipano alla reazione C + O2 → CO2 Quando le reazioni avvengono in soluzione, il solvente viene omesso, tranne nel caso in cui venga in parte formato o consumato nel corso della reazione stessa 2) Per reazioni in soluzione, è necessario considerare le eventuali trasformazioni cui le sostanze vanno incontro, in seguito al processo di solubilizzazione Sostanze pure insolubili nel solvente considerato sono indicate con la loro formula chimica P4 N2 AgCl CaCO3 Sostanze solubili nel solvente considerato sono indicate con le specie effettivamente presenti in soluzione, le quali prendono parte diretta alla reazione, trascurando le altre 19 Ad esempio, mescolando due soluzioni acquose di AgNO3 e NaCl si ha che Na+(aq) + Cl-(aq) + Ag+(aq) + NO3-(aq) → Na+(aq) + NO3-(aq)+ AgCl(s)↓↓ Ag+(aq) + Cl-(aq) → AgCl(s)↓↓ La reazione è indipendente dal tipo di sali solubili di Ag e Cl utilizzati Il pedice aq indica che gli ioni sono idratati Il pedice s indica che AgCl è presente come solido (insolubile) I composti solubili sono rappresentati con le loro formule chimiche solamente quando essi prendono parte alla reazione come sostanze pure allo stato solido, cioè come corpo di fondo della soluzione Se un composto chimico è presente in soluzione sotto forma di più specie, esso è rappresentato con la formula di quella prevalente. 20 BILANCIAMENTO DI UNA REAZIONE Per bilanciare una reazione è possibile operare solamente sui coefficienti stechiometrici, senza alterare le formule dei reagenti e dei prodotti, né introdurre specie chimiche estranee alla reazione In generale: 1) Bilanciare per primo l’elemento che compare nel minor numero di composti nelle due parti dell’equazione 2) Bilanciare per ultimo l’elemento che compare come elemento puro nei reagenti e nei prodotti (qualora sia presente) NB: Il bilanciamento è il risultato di un processo razionale e non la conclusione di tentativi più o meno casuali 21 Na(s) + Cl2(g) → NaCl(s) la reazione non è bilanciata Vi sono due possibilità per il bilanciamento a) da 1 molecola di Cl2 si formano 2 NaCl e quindi sono necessari 2 Na 2 Na(s) + Cl2(g) → 2 NaCl(s) b) da 1 atomo di cloro ½ molecola di cloro si forma 1 NaCl e quindi è necessario 1 Na Na(s) + ½ Cl2(g) → NaCl(s) È possibile usare coefficienti stechiometrici non interi, anche se, in generale, è preferibile evitarli, dal momento che hanno significato solo a livello macroscopico (è possibile parlare di 1/2 mole, ma non di ½ molecola). Nel presente caso, abbiamo che 1 mole di Na(s) reagisce con ½ mole di Cl2(g) per dare 1 mole di NaCl(s) 22 Na(s) + H2O → Na+(aq) + OH-(aq) + H2(g) a) 2 molecole di H2O non bilanciata elettroneutralità 1 molecola di H2 2 ioni OH- 2 ioni Na+ 2 atomi di Na 2 Na(s) + 2 H2O → 2 Na+(aq) + 2 OH-(aq) + H2(g) b) 1 mole di H2O 1/2 mole di H2 1 mole di OH- elettroneutralità 1 mole di Na 1 mole di Na Na(s) + H2O → Na+(aq) + OH-(aq) + ½ H2(g) CH4(g) + O2 (g) → CO2 (g) + H2O (g) combustione di CH4 non bilanciata - 4 atomi di idrogeno a sx (CH4) → 4 atomi di idrogeno a dx 2 H 2O - 1 atomo di C a sx (CH4) → 1 atomo di C a dx (CO2) → OK CH4(g) + O2 (g) → CO2 (g) + 2 H2O (g) - 4 atomi di ossigeno a dx → 4 atomi di ossigeno a sx → 2 O2 (CO2+H2O) CH4(g) + 2 O2 (g) → CO2 (g) + 2 H2O (g) bilanciata 23 REAZIONI DI EQUILIBRIO Le reazioni possono essere divise in due grandi gruppi a) reazioni in cui la conversione dei reagenti nei prodotti è praticamente totale (reazioni irreversibili) CH4(g) + 2 O2 (g) → CO2 (g) + 2 H2O (g) b) reazioni in cui la conversione dei reagenti nei prodotti è incompleta. In questo caso, i reagenti non scompaiono, poiché i prodotti reagiscono significativamente fra loro riformandoli. In questo caso, si instaura un equilibrio dinamico, nel quale reagenti e prodotti coesistono in un rapporto quantitativo fisso nel tempo, caratterizzato dal fatto che il numero di moli di reagenti che si trasformano nell’unità di tempo nei prodotti è esattamente uguale a quello delle moli di reagenti che si formano per reazione dei prodotti vf reagenti prodotti vr All’equilibrio la velocità della reazione diretta è esattamente uguale a quella della reazione inversa 24 3 H2(g) + N2 (g) 2 NH3 (g) Una volta raggiunto l’equilibrio, il numero di moli di NH3 che si formano nell’unità di tempo coincide con quello delle moli che dissociano per dare di N2 e H2. A causa di ciò, all’equilibrio il numero di moli di reagenti e prodotti presenti nell’ambiente di reazione è costante 2 NH3 (g) 3 H2(g) + N2 (g) Una volta raggiunto l’equilibrio, il numero di moli di N2 e H2 che si formano nell’unità di tempo coincide con quello delle moli che reagiscono per dare di NH3. A causa di ciò, all’equilibrio il numero di moli di reagenti e prodotti presenti nell’ambiente di reazione è costante 25 Per una generica reazione di equilibrio aA+bBcC+dD le condizioni di equilibrio dipendono dal valore della costante di equilibrio K c d aC ⋅ aD K= a b a A ⋅ aB a = attività delle specie chimiche [ C]c ⋅ [D]d Kc = [A]a ⋅ [B]b 3 H2(g) + N2 (g) 2 NH3 (g) [ NH 3 ]2 Kc = [H 2 ]3 ⋅ [N 2 ] H2(g) + I2 (g) 2 HI (g) Kc = CO(g) + H2O(g) H2 (g) + CO2(g) Kc = [HI ]2 [H 2 ]⋅ [I 2 ] [H 2 ]⋅ [CO 2 ] [CO]⋅ [H 2O] 26 La quantità di reagenti e prodotti presenti all’equilibrio dipende dal valore assunto dalla costante di equilibrio K K>1 l’equilibrio è spostato [C]c⋅[D]d > [A]a⋅[B]b verso i prodotti K<1 l’equilibrio è spostato [C]c⋅[D]d < [A]a⋅[B]b verso i reagenti Per qualsiasi reazione, il valore di K dipende solamente dalla temperatura K = f (T) 27 Principio di Le Chatelier-Brown o Legge dell’Equilibrio Mobile Qualora si alterino le condizioni di un sistema all’equilibrio (variando uno qualsiasi dei fattori che ne determinano la posizione), l’equilibrio si sposta nella direzione che tende a ripristinare le condizioni iniziali (cioè il sistema reagisce in modo da minimizzare gli effetti dovuti a tale variazione) Questo principio vale per qualsiasi equilibrio sia di tipo chimico, che fisico (ad es. i passaggi di stato) e implica che a) se aggiungiamo uno dei componenti (reagenti o prodotti) ad un sistema all’equilibrio, questo tende a consumarli. Se invece sottraiamo una certa quantità di un componente dal sistema, questo tende a ripristinarla 28 Consideriamo la seguente reazione 3 H2(g) + N2 (g) 2 NH3 (g) T = cost [ NH 3 ]2 K= [H 2 ]3 ⋅ [N 2 ] K è costante Sottraiamo una certa Numeratore diminuisce quantità di NH3 Poiché K è costante, deve diminuire il denominatore, cioè il sistema consuma H2 e N2 denominatore diminuisce L’equilibrio si sposta numeratore aumenta verso destra Lo stesso comportamento si nota qualora si aggiunga una certa quantità di reagenti nell’ambiente di reazione 29 Consideriamo la seguente reazione 3 H2(g) + N2 (g) 2 NH3 (g) T = cost K è costante aggiungiamo una [ NH 3 ]2 K= [H 2 ]3 ⋅ [N 2 ] Numeratore aumenta certa quantità di NH3 Poiché K è costante, deve aumentare il denominatore, cioè il sistema produce H2 e N2, consumando NH3 denominatore aumenta L’equilibrio si sposta numeratore diminuisce verso sinistra Lo stesso comportamento si nota qualora si sottragga una certa quantità di reagenti nell’ambiente di reazione b) qualora reagenti e/o prodotti siano gassosi, anche la pressione influisce sulla posizione di equilibrio 30 REAZIONI CHIMICHE Esistono fondamentalmente 4 classi di reazioni chimiche: a) reazioni acido-base (o di neutralizzazione) b) reazioni di precipitazione c) reazioni di ossidoriduzione d) reazioni di complessazione Reazioni acido-base Per Broensted -un acido è un composto chimico che dissocia liberando ioni H+ HCl + H2O → H3O+ + Cl-una base è un composto chimico che agisce da accettore di ioni H+ NH3 + H2O → NH4+ + OHLe reazioni fra un acido e una base sono dette reazioni acidobase (o di neutralizzazione) e portano alla formazione di un sale NaOH + HCl → NaCl + H2O Na+(aq) + OH-(aq) + H+(aq) + Cl-(aq) → Na+(aq) + Cl-(aq) + H2O Il bilanciamento di questo tipo di reazioni si basa sul fatto che le cariche di reagenti e prodotti devono essere uguali 31 Acidi e basi forti: in soluzione sono totalmente dissociati in HNO3 + H2O → H3O+ + NO3-(aq) soluzione esistono solamente ioni H3O+ e NO3in NaOH → Na+(aq) + OH-(aq) soluzione esistono solamente ioni Na+ e OHAcidi e basi deboli: in soluzione sono dissociati in modo parziale CH3COOH + H2O H3O+ + CH3COO-(aq) reazione di equilibrio La posizione dell’equilibrio (cioè quanto prodotto si è formato) dipende dalla costante di equilibrio K Ka [CH COO ]⋅ [H O ] = 3 − 3 [CH 3COOH] + NB: la concentrazione di H2O non compare, perché è costante Ka è detta costante di dissociazione acida o costante acida La costante acida è una misura della forza di un acido Equilibrio totalmente Acido forte Ka>>>1 spostato verso i prodotti Acido totalmente dissociato Acido debole Ka<<<1 Equilibrio totalmente spostato verso i reagenti Acido pochissimo dissociato 32 NH3 + H2O NH4+ + OH-(aq) reazione di equilibrio La forza della base è espressa dal valore di Kb Kb [NH ]⋅ [OH ] = 4 + − [NH 3 ] Kb è detta costante di dissociazione basica o costante basica Base forte Ka>>>1 Equilibrio totalmente spostato verso i prodotti base forte Acido debole Ka<<<1 Equilibrio totalmente spostato verso i reagenti Base debole SCALA DI ACIDITÀ DELLE SOLUZIONI In H2O + 2 H 2O H 3O (aq) - + OH (aq) Reazione di autoprotolisi dell’acqua Keq = [H3O+]⋅⋅[OH-]= Kw = 10-14 a 25°C La concentrazione di H 2O non compare, perché è costante A 25 °C, il prodotto delle concentrazioni molari degli ioni H3O+ e OH- in H2O è sempre pari a 10-14 33 Soluzione acida HCl + H2O → H3O+ + ClPoiché la concentrazione molare di H3O+ ([H3O+]) cresce per effetto della presenza dell’acido, quella di OH- ([OH-]) deve diminuire, dato che il loro prodotto è costante Soluzione basica NaOH → Na+ + OHPoiché la concentrazione molare di OH- ([OH-]) cresce per effetto della presenza della base, quella di H3O+ ([H3O+]) deve diminuire, dato che il loro prodotto è costante Soluzione neutra [H3O+]= [OH-]= x a 25 °C Kw = [H3O+]⋅⋅[OH-]= x⋅⋅x = x2= 10-14 x=[H3O+]= [OH-]= 10-7 mol/l 34 L’acidità e la basicità di una soluzione sono definite sulla base di una scala logaritmica (pH) Il pH di una soluzione è dato dal pH = -log [H3O+] logaritmo in base 10 della concentrazione molare degli ioni H3O+ cambiato di segno Soluzione neutra [H3O+] = 10-7 mol/l pH = 7 Soluzione acida [H3O+] > 10-7 mol/l pH < 7 Soluzione basica [H3O+] < 10-7 mol/l pH > 7 Ricordando che Kw = [H3O+]⋅⋅[OH-]= 10-14 -log Kw = -log 10-14 = -log[H3O+] + (-log[OH-]) 14 = pH + pOH Soluzioni acide 0 < pH < 7 Soluzioni basiche 7 < pH < 14 NB: la variazione di un’unità di pH corrisponde ad una variazione di [H3O+] pari a una potenza del 10 pH = 3 [H3O+] = 10-3 mol/l pH = 2 [H3O+] = 10-2 mol/l 35 REAZIONI DI PRECIPITAZIONE Prevedono la formazione di prodotti insolubili nel solvente di reazione, i quali si separano come corpo di fondo nel recipiente di reazione H2S (g) + 2 Ag+(aq)→ Ag2S(s)↓↓ + 2 H+(aq) Il bilanciamento è molto semplice e prevede che le cariche di reagenti e prodotti siano le stesse Per un sale insolubile, ad esempio Ag2S Ag2S(s) 2 Ag+(aq) + S2-(aq) K = [Ag+]2⋅[S2-] = Kps Prodotto di solubilità [Ag2S(s)] = 1, per convenzione Qualora il prodotto [Ag+]2⋅[S2-] superi il prodotto di solubilità (Kps), si verifica la precipitazione di Ag2S, che si separa come corpo di fondo Kps >>>> 1 il sale è solubile Kps <<<< 1 il sale è poco (o pochissimo) solubile 36 REAZIONI DI OSSIDORIDUZIONE Implicano uno scambio di elettroni fra i reagenti per dare i prodotti. Ossidazione: cessione di elettroni Riduzione: acquisto di elettroni 4 Fe(s) + 3 O2(g)→ 2 Fe2O3 Fe passa da numero di ossidazione 0 a +3, cedendo 3 elettroni, quindi si ossida O passa da numero di ossidazione 0 a -2, acquistando 2 elettroni, quindi si riduce Fe(s) + S(s)→ FeS(s) Fe passa da numero di ossidazione 0 a +2, cedendo 2 elettroni, quindi si ossida S passa da numero di ossidazione 0 a -2, acquistando 2 elettroni, quindi si riduce Fe → Fe2+ + 2 e- ossidazione S + 2 e-→ S2- riduzione Fe + S→ FeS ossidoriduzione 37 Dagli esempi visti è evidente che le reazioni di ossidazione e riduzione devono procedere parallelamente, in quanto la prima fornisce gli elettroni necessari alla seconda Il numero di elettroni ceduti dalla specie che si ossida è uguale a quello degli elettroni acquistati dalla specie che si riduce (relazione chiave per il bilanciamento delle reazioni di ossidoriduzione) È evidente che 1) la specie che si ossida cede elettroni a quella che si riduce, perciò agisce da riducente 2) la specie che si riduce acquista elettroni da quella che si ossida, perciò agisce da ossidante Fe(s) + O2(g)→ Fe2O3 Fe → Fe3+ + 3 eO2 + 4 e-→ 2 O2- Poiché il n° di elettroni ceduti dal ferro deve coincidere con quello degli elettroni acquistati dall’ossigeno (Fe → Fe3+ + 3 e-) x 4 (O2 + 4 e-→ 2 O2-) x 3 4 Fe + 3 O2 + 12 e-→ 2 Fe2O3 + 12 e- 38 Il bilanciamento di reazioni più complesse prevede tre fasi 1) bilanciamento del n° degli elettroni scambiati 2) bilanciamento delle cariche di reagenti e prodotti 3) bilanciamento del n° di atomi di reagenti e prodotti MnO4-(aq) + Fe2+(aq) + H+(aq)→ Mn2+(aq) + Fe3+(aq) + H2O 1) MnO4- + 5 e- → Mn2+ il Mn passa da +7 a +2, assumendo 5 e- e si riduce Fe2+ → Fe3++ 1 e- il Fe passa da +2 a +3, cedendo 1 ee si ossida MnO4- + 5 e- → Mn2+ (Fe2+ → Fe3++ 1 e-) x 5 MnO4- + 5 Fe2++ 5 e-→Mn2+ + 5 Fe3++ 5 e- bilanciamento di eMnO4-(aq) + 5 Fe2+(aq) + H+(aq)→ Mn2+(aq) + 5 Fe3+(aq) + H2O 2) reagenti 5⋅⋅(+2) + (-1) + (+1) = +10 prodotti 1⋅⋅(+2) + 5⋅⋅(+3) = +17 Nei reagenti vi è un difetto di cariche rispetto ai prodotti. Per equilibrare le cariche sono necessari 8 ioni H+ 39 MnO4-(aq) + 5 Fe2+(aq) + 8 H+(aq)→ Mn2+(aq) + 5 Fe3+(aq) + H2O In questo modo reagenti 5⋅⋅(+2) + (-1) + 8⋅⋅(+1) = +17 prodotti 1⋅⋅(+2) + 5⋅⋅(+3) = +17 3) reagenti: 1 atomo di Mn prodotti: 1 atomo di Mn 5 atomi di Fe 5 atomi di Fe 4 atomi di O 1 atomi di O 8 atomi di H 2 atomi di H Nei prodotti vi è un difetto di atomi di ossigeno e idrogeno rispetto ai reagenti. Tale difetto può essere corretto aggiungendo il coefficiente stechiometrico 4 davanti ad H2O, dato che 8 H+ + 4 O2- → 4 H2O bilanciamento degli atomi MnO4-(aq) + 5 Fe2+(aq) + 8 H+(aq)→ Mn2+(aq) + 5 Fe3+(aq) + 4 H2O 40 Le proprietà ossidoriduttive di una specie chimica dipendono dal valore del suo potenziale di riduzione (E), il quale è direttamente proporzionale alla sua tendenza a ridursi. Ne consegue che in una reazione di ossidoriduzione, la specie con E più grande si riduce, mentre quella con E più piccolo si ossida. Ogni specie chimica riduce tutte quelle che hanno potenziale di riduzione superiore al suo (ossidandosi), mentre ossida tutte quelle che hanno potenziale di riduzione inferiore (riducendosi) a) Cu2+(aq)+ 2 e- → Cu°(s) E b) 2 H+(aq)+ 2 e- → H2(g) E c) Zn2+(aq)+ 2 e- → Zn°(s) Poiché E H+ > E H2 Zn 2 + E Cu 2 + H+ Cu ° H2 Zn 2 + Zn ° , H+ ha una tendenza a ridursi Zn ° superiore rispetto a Zn2+, perciò Zn°(s)+ 2 H+(aq)→ Zn2+(aq) + H2(g) 41 Poiché E H+ < E H2 Cu 2 + , H+ ha una tendenza a ridursi Cu ° inferiore rispetto a Cu2+, perciò Cu°(s)+ 2 H+(aq) → Il potenziale di riduzione è definito dall’equazione di Nernst E ox red = E° ox red − R ⋅ T [red] ln [ox] n⋅F E°red/ox = potenziale di riduzione in condizioni standard (298 K, [red] = [ox] = 1 mol dm-3) [red] = concentrazione molare della forma ridotta [ox] = concentrazione molare della forma ossidata n = numero di e- scambiati T = temperatura assoluta (K) R = costante universale dei gas (8.31 J K-1 mol-1) Il potenziale di riduzione non è una grandezza assoluta, ma relativa. Per convenzione, si pone uguale a 0 V (Volt) il potenziale di riduzione standard della coppia 2 H+(aq)+ 2 e- → H2(g) E °H + = 0V H2 Ne consegue che se E ox >> 0 V , la specie ox ha un’elevata tendenza a ridursi red se E ox << 0 V , la specie ox ha una scarsissima tendenza a red ridursi 42 4 Fe(s) + 3 O2(g)→ 2 Fe2O3 Fe → Fe3+ + 3 e- O2 + 4 e → 2 O E Fe 3 + 2- Fe 2 + si ossida < EO2 O 2− si riduce Fe + S→ FeS E Fe → Fe2+ + 2 eS + 2 e-→ S2- Fe 3 + < ES Fe 2 + si ossida S2− si riduce 43 REAZIONI DI COMPLESSAZIONE Aggiungendo a soluzioni contenti ioni metallici (di transizione) opportuni reagenti (detti leganti), in grado di cedere ai primi una coppia elettronica (formando un legame covalente dativo), si ottengono nuove specie molecolari, detti composti (o complessi) di coordinazione Ni2+(aq) + 6 NH3(aq) [Ni(NH3)6]2+(aq) K= [Ni(NH 3 )6 ] [Ni ] ⋅ [NH 3 ]6 2+ 3 Ogni molecola di NH3 cede una coppia di elettroni allo ione metallico costante di equilibrio della reazione di formazione del complesso, costante di stabilità del complesso HgI2(s) + 2 I-(aq) [HgI4]2-(aq) K= [(HgI ) ] [I ] 4 - 2 2− costante di equilibrio della reazione di formazione del complesso, costante di stabilità del complesso