La dieta metabolica
La dieta metabolica è stata sviluppata dal dott. Mauro di
Pasquale ed è immediatamente diventata popolare,
soprattutto nell'ambiente del body building dove la tecnica
del carico/scarico dei carboidrati è impiegata da tempo nei
periodi di definizione muscolare in vista delle gare, e in
generale per perdere il grasso in eccesso preservando i
muscoli.
Come funziona la dieta metabolica
La dieta metabolica si basa sul fatto che l'organismo, sottoposto a una dieta ipocalorica e
povera di carboidrati, preleva l'energia da proteine e grassi per alcuni giorni, per poi
iniziare ad intaccare le proteine muscolari, abbassando il metabolismo basale. L'idea è
quella di sfruttare il dimagrimento indotto nei primi giorni da questo "chock" metabolico, e
di reintegrare i carboidrati prima che insorga il catabolismo muscolare.
La prima fase della dieta metabolica prevede un periodo di prova di circa 4 settimane,
in cui il soggetto trova la quantità minima di carboidrati che gli consentono di evitare
stanchezza, nausea, cefalee, ecc. In questa prima fase la dieta prevede 12 giorni di
scarico (pochi carboidrati e molti grassi) seguiti da 2 giorni di ricarica (molti carboidrati).
Secondo Di Pasquale un simile dieta "addestra" l'organismo a bruciare i grassi per
soddisfare le proprie richieste energetiche.
Se durante la fase di scarico ci si sente particolarmente stanchi, la dieta metabolica
prevede un aumento graduale dell'apporto glucidico, fino alla scomparsa degli effetti
indesiderati. Quando il soggetto si assicura di aver trovato la quantità ottimale di
carboidrati, si passa alla seconda fase.
Nella seconda fase della dieta metabolica l'organismo dovrebbe essere diventato
un'efficiente macchina brucia grassi e, per mantenere tale caratteristica, occorre alternare
5 giorni di scarico a 2 giorni di ricarica. Nei cinque giorni di scarico verrà mantenuta la
ripartizione calorica sperimentata con successo durante la fase di prova. Stesso discorso
per la fase di carico.
I pro e i contro della dieta metabolica
La dieta metabolica porta all'estremo il concetto che una drastica riduzione dei
carboidrati porta l'organismo in uno stato di deplezione del glicogeno che favorisce il
consumo di grassi e quindi il dimagrimento. Il consumo di proteine al posto dei carboidrati
garantisce una maggiore sazietà e fa credere al soggetto di "mangiare a sazietà" quando
in realtà sta comunque mangiando poche calorie. I "pro" della dieta metabolica, se così si
possono chiamare, finiscono qui.
La diminuzione dei carboidrati così drastica (30 g al giorno) è molto lontana dai 180
g di glucosio che un soggetto di 70 kg deve assumere solamente per far funzionare al
meglio cervello e organi interni. Questo comporta un continuo iperlavoro dell'organismo
che deve ricavare glucosio dalle proteine e dai grassi, combustibili di serie B, che lasciano
scorie da smaltire e forniscono energia in modo molto più lento. L'attività fisica di intensità
medio-alta, con la dieta metabolica, è impossibile da praticare. Ma un corpo allenato ad
attività di resistenza è una efficiente macchina bruciagrassi e non ha bisogno di strategie
particolari per consumare calorie (basta praticare attività fisica). Consideriamo che un
soggetto di 70 kg che corre 12 km consuma circa 850 kcal, 600 delle quali sono
carboidrati, pari a 150 g: l'equivalente di un giorno intero di dieta metabolica di un
sedentario.
Non a caso la dieta metabolica ha avuto successo tra i body builder, che non necessitano
del glicogeno muscolare per allenarsi, né bruciano una quantità considerevole di calorie.
Per sopportare il disagio iniziale ci vuole forza di volontà, e chi non ne ha tende ad
adottare continui aggiustamenti, consentiti nella fase iniziale, aumentando i carboidrati
fino a vanificare ogni effetto della dieta metabolica.
Durante i dua giorni di carica il soggetto non può di certo mangiare ciò che vuole.
Per ricaricare il glicogeno muscolare è sufficiente un lauto pasto, se ne facciamo 4 (due
pranzi e due cene) immagazziniamo sicuramente anche del grasso, vanificando l'effetto
della dieta metabolica.
La dieta metabolica, con un così ridotto apporto di carboidrati, limita drasticamente
l'apporto di frutta e verdura, costringendo a una integrazione vitaminica e minerale, e
a una carenza di fibre che alla lunga può portare seri problemi di stitichezza, diverticolite,
per non parlare del maggior rischio di cancro all'intestino causato anche dall'abuso di
carne.
Concludendo, la dieta metabolica si basa su un concetto giusto, la riduzione dei
carboidrati nella dieta a favore di proteine e grassi, e il concetto di deplezione del
glicogeno come "boost" per il dimagrimento. Quello che è profondamente sbagliato
nella dieta metabolica è il come si sfruttano questi concetti: il percorso giusto da fare è
quello di ridurre di poco i carboidrati nella dieta e di aumentare l'attività fisica di
resistenza. Questo approccio consente di mantenere una dieta equilibrata, un giusto
dimagrimento e di conseguenza un corpo più efficiente e sano.