Magliana, vacche che si fan pubblicità da sole

annuncio pubblicitario
PROTAGONISTI NELLA SELEZIONE
Magliana, vacche
che si fan pubblicità da sole
L’allevamento della cooperativa
Magliana di Sant’Albano Stura, in
provincia di Cuneo.
di M. V.
F
arsi pubblicità o mettere in mostra il proprio allevamento non
è esattamente il modo di presentarsi
dell’allevamento Magliana ma, senza molto clamore, lo scorso anno
questa azienda ha mandato circa
13 torelli alle prove di progenie nei
diversi Centri italiani, ha venduto
una ventina di maschi per monta
naturale, più di una ventina di manze
da vita, oltre ad un mercato consolidato di animali di elite, tra cui una
top price all’Asta della Frisona a Cremona nel 2003, Magliana Fusa, e di
embrioni selezionati.
Sono risultati concreti e costanti
che pongono questo allevamento Da destra, Lorenzo Donalisio, con i fratelli Paschiero, Ettore e Franco con il figlio Paolo e
del cuneese tra le aziende di spicco Cristian Donalisio, soci fondatori e conduttori della Cooperativa Magliana. La cooperativa
della selezione italiana e la motiva- Magliana conduce nella vecchia sede aziendale anche un allevamento di vacche Piemontesi
zione sta anche in questi dati: rank iscritte – la tipica razza locale apprezzata in tutto il mondo per la qualità delle carni - e
98 per le 182 vacche indicizzate con vende i vitelli da mandare all’ingrasso all’età di 3-4 mesi, al peso di 150-200 kg: nel dialetPFT medio di 853 (Latte 706, Grasso to locale, a questo stadio vengono detti, in modo eloquente, “mangiarin”
% 0.04, Proteine % 0.01, Tipo 0.76,
Indice Composto Mammella 0.69, Indice Arti e Piedi
0.56).
La cooperativa Magliana, nata nel 1980, prende il
nome dalla cascina, vecchia sede aziendale è oggi condotta dai soci fondatori, i F.lli Paschiero Ettore e Franco e
Lorenzo Donalisio, con i figli Paolo Paschiero e Cristian
Donalisio, dopo il pensionamento di altri soci fondatori.
Franco e Paolo Paschiero si occupano della stalla e, in
una intervista a due voci, ci raccontano e descrivono il
loro lavoro di selezione.
“Alla fondazione della cooperativa abbiamo acquistato
circa duecento manze Frisone iscritte, di cui una quarantina avevano origine nordamericana. Con la fecondazione artificiale abbiamo cercato di lavorare nel modo che
si riteneva il migliore in quel periodo, con tori alti a latte,
perché i contenuti di grasso e proteine non venivano La sede aziendale costruita ex novo nel 1980 nella quale trovano
posto in mungitura circa 200 vacche di Frisona Italiana che hanno
considerati, in seguito ci venne richiesta una maggiore chiuso il 2007 con 10688 kg di latte al 3,70% di grasso e 3,40%
qualità del latte e cercammo quindi tori che trasmetteva- di proteine. Diversi tori che portano il prefisso Magliana sono atno più titoli. Sulla morfologia ci siamo orientati ad avere tualmente in prova di progenie, su di essi gli allevatori della coobuone mammelle e arti, con una certa taglia, perché ci perativa Magliana nutrono buone aspettative. Tra questi ci sono
piacevano gli animali imponenti, un po’ il contrario di alcuni tori rossi, come Lentini Dalmazzi, Lentini Striped e Royalist
Lapacuse
quello che si ricerca oggi, forse a buona ragione. Adesso
l’obiettivo di selezione punta soprattutto ad una vacca
funzionale, che abbia longevità, con cellule basse, insom- ricavammo solo una femmina, la Magliana Duster Atomica, che non lasciò molto. Dopo qualche anno, compramma, vacche che durano, dando pochi problemi”.
mo in società tre vitelle di cui una, Granduc Angeli Lindy,
■ Qual è stato il vostro primo passo verso la selezione ci ha lasciato la Magliana Rudolph Acetosa, che ha avuto
genetica?
diverse discendenti in stalla, di cui due Tugolo, Caligola
Nel 1995 abbiamo comprato una partita di embrioni che di 85 punti e Gigliola di 86, che hanno avuto diversi
venivano dagli Stati Uniti, dalla famiglia di Aaron, ma ne maschi e prodotto diversi embrioni. La nostra principale
BIANCONERO . APRILE 2008
13
Balorda ET
Pasquero Hunter Zingara TV
Magliana Aaron Dushara
Magliana Boliver Lupa
famiglia ha però un’origine locale, dall’azienda Luciano
Bertolino di Rocca de’ Baldi, da cui comprammo nel
1999, mentre era gravida di secondo parto con Aaron,
Hunter Zingara, la madre di Banderas. Fece una femmina,
Duschara, che è sorella piena di Jucar. Da Zingara abbiamo circa 60 discendenti in stalla ed è la vacca che ci ha
dato di più dal punto di vista della qualità e del numero
di progenie. Dall’azienda Bertolino acquistammo anche
una Arpagone, Azzurra, che ha un maschio con Ford, Magliana Ford Transit, di cui stanno uscendo i dati. Sempre
dalla Azzurra abbiamo avuto due Champion, Greppia
87 punti e Giotta di 88 punti, ora vacche di terzo parto,
che piacciono molto a tutti i sire analyst, perché molto
eleganti, con ottimi arti e caratteri da latte, vacche che
sembrano fragili, ma non hanno mai problemi. Hanno
sempre dato solo femmine e queste sono tutte qui, in
stalla.
■ Tornando a Zingara ed alla sua famiglia, che tipo di
vacche sono?
Zingara è uscita dall’allevamento a 12 anni e non abbiamo mai dovuto controllarle i piedi. I suoi arti sono
sempre stati a posto, quasi perfetti, sembravano quelli di
una manza di 10 mesi, una vera fuoriclasse sotto questo
aspetto. Era da proteggere nell’apparato mammario, infatti l’abbiamo sempre incrociata con tori alti a mammella
e, nelle generazioni successive, la debolezza è stata superata. Gli incroci migliori li ha avuti con Valentein, Aaron
e Tanker, ma anche con Jockobesn. Con Valentein aveva
avuto Banderas e, qui da noi, Balorda, da cui, con Con-
Magliana Velox Lira
vincer, è nata Dantilope. Dantilope è la madre di quattro
figlie con padre Capri che hanno dato molti torelli e embrioni venduti sia in Italia che in Germania e da una di
loro è nata la Titanic Ignota, 89 punti di secondo parto.
La Duschara (Zingara per Aaron), ha avuto Titanic Improma e Velox Lira. Con Jockobesn è nata Darline, che avuto
la Morty Idea, molto richiesta sul mercato per torelli ed
embrioni. Idea ha partorito Boliver Lupa, da cui abbiamo
ottenuto molti embrioni ed è stata venduta in Germania
da primipara. Tutta la famiglia, figlie e nipoti, portano il
tratto distintivo della capostipite, molta qualità negli arti,
nei caratteri da latte e nella finezza.
Potremmo dire che, sulle discendenti, siamo arrivati ad avere vacche
complete, omogenee, che piacciono
e soddisfano tutti i requisiti.
■ Lavorate molto con gli embryo
transfer?
Facciamo circa 7-8 interventi all’anno, sul totale della stalla. Preferiamo
trapiantare gli embrioni freschi e
quindi ci serve avere disponibili un
buon numero di manze riceventi. Le
prepariamo con un aggiunta di vitamina E nella razione alimentare, dall’età di 14 mesi fino alla gravidanza
accertata. Naturalmente, se abbiamo
un numero di embrioni superiore
alle manze a disposizione, li congeliamo per la vendita. La richiesta di
embrioni viene prevalentemente dall’estero, in Italia il mercato è spento,
fatta eccezione per la domanda di
manze gravide che, a livello regionale, si mantiene costante per la nostra
azienda, cui aggiungiamo le femmine
di particolare interesse genetico, che
hanno un loro mercato a parte.
■ Come impostate gli accoppiamenti?
Lavoriamo molto in collaborazione
con il nostro veterinario, Silvio Canavese, che è un profondo conoscitore di genetica e famiglie di vacche.
Ascoltiamo i suoi consigli e anche
il parere dei sire analyst dei Centri,
che ci suggeriscono o richiedono
certi accoppiamenti e collaboriamo
anche con Carlo Valsecchi, per la
vendita di embrioni. Noi, comunque,
siamo in stalla tutto il giorno e vediamo quali sono i punti di forza o di
debolezza delle vacche da correggere con un giusto accoppiamento. Per
esempio, rispetto al passato, abbiamo
notato che abbiamo meno problemi
di piedi ed il lavoro che dovevamo
fare per sistemarli si è ridotto molto.
Conosciamo bene quali sono le vacche belle, che non danno problemi,
ma non sempre coincidono con
quelle vacche che sono richieste dal
mercato: abbiamo animali di 4-5 parti
che ci piacciono molto e funzionano
bene, ma non hanno nessun valore
genetico, perché dietro, nel loro certificato non c’è niente e quindi non
sempre tutte le loro progenie sono
allo stesso livello delle madri. Mentre
notiamo la differenza quando c’è
una genetica profonda: è difficile
che le figlie sbaglino, anche con tori
diversi. Per questo pensiamo che sia
un errore credere di poter fare un
lavoro di selezione solo su una pro-
pria vacca buona.
■ Che cosa suggerireste a chi volesse
cominciare a selezionare?
Di partire subito con un buon animale
di qualche linea di sangue appetibile,
moderna, che viene considerata interessante dal mercato. Il mondo della
selezione è molto competitivo e bisogna ritagliarsi il proprio spazio: noi
ci siamo riusciti, impegnandoci con
pazienza e con serietà. Abbiamo deciso di non fare pubblicità al nostro allevamento: cerchiamo di fare in modo
che gli animali che portano il nostro
prefisso, quando escono da questa
azienda, si presentino e producano in
modo tale da dare risalto a se stessi
e, di conseguenza, anche al nostro
lavoro. I compratori soddisfatti che
parlano bene dei nostri animali sono
la migliore propaganda.
■ Quali torelli avete in prova?
Abbiamo rapporti con tutti i Centri
di fecondazione artificiale e vendiamo, normalmente, riservandoci le
royalties; è un modo di dimostrare
che crediamo nella nostra genetica
e vogliamo mantenere un contatto
con il nostro toro. Finora sono usciti
i dati di pochi tori nostri e non si
sono comportati male, Transit che è
uscito lo scorso anno dal centro tori
di Zorlesco con titoli e tipo alti, un po’
meno per il latte: un toro che è usato in Germania. Poi ci sono in prova
Lentini Striped, dalla famiglia di Mario
Red, un toro rosso, come è anche Lentini Dalmazzi dalla Zingara. Su un altro
rosso figlio di Royalist, Lapacuse, che
è in attesa, abbiamo buone speranze
e un altro su cui nutriamo aspettative
è Garibaldi, figlio della Dantilope, i cui
dati usciranno nel 2009. Pensiamo che
darà delle vacche complete sotto tutti
gli aspetti, con buone mammelle e arti
forti, come tutta la sua famiglia.
■ Il lavoro di selezione ripaga?
Tenendo presente che la fonte principale di reddito è nel frigo del latte,
possiamo dire che il lavoro di selezione ripaga la fatica. Selezionare ti fa lavorare con maggiore conoscenza delle
tue vacche, su come correggerle con
l’accoppiamento e il valore aggiunto
è il bestiame che rimane in stalla e ti
fa migliorare tutta la mandria. Inoltre,
ripaga grandemente la soddisfazione
come allevatori ad avere dei clienti
che ritornano a comprare, vedere i
nostri torelli che escono con buoni
dati, vendere qualche vacca di alto
livello, sentire che le proprie vacche
fanno bene in altri allevamenti e ricevere dei complimenti. Anche meritarsi
un’intervista su Bianconero è una bella soddisfazione, per noi ed il nostro
allevamento.
Scarica