SENATO DELLA REPUBBLICA XVI LEGISLATURA Giovedı̀ 28 ottobre 2010 448ª e 449ª Seduta Pubblica ORDINE DEL GIORNO alle ore 9,30 I. Seguito della discussione di documenti su procedure di sorveglianza e coordinamento delle politiche economiche europee – Relatore Massimo Garavaglia (relazione orale) – e della connessa mozione n. 314 sulla politica economica (testo allegato). II. Discussione della mozione n. 331 sulla condanna a morte dell’ex Vice Primo Ministro iracheno Tareq Aziz (testo allegato). alle ore 16 Interpellanza e interrogazioni (testi allegati). TIPOGRAFIA DEL SENATO (510) – 2 – MOZIONE SULLA POLITICA ECONOMICA (1-00314) (6 ottobre 2010) RUTELLI, D’ALIA, PISTORIO, FOLLINI, BRUNO, RUSSO, GUSTAVINO, FISTAROL, POLI BORTONE, MARCUCCI, SERRA, BIANCHI, COLOMBO. – Il Senato, premesso che: è necessario concentrare l’azione del Governo e del Parlamento nella seconda metà della Legislatura su riforme e provvedimenti mirati alla promozione della crescita economica; senza riforme coraggiose, in una perdurante situazione di difficoltà per le economie occidentali, l’Italia: non sarà in grado di tornare tra i Paesi che accrescono la ricchezza, e continuerà a perdere posizioni nella competitività e nell’attrattività degli investimenti; vedrà peggiorare il tasso e la qualità dell’occupazione; vedrà crescere diseguaglianze sociali e territoriali e ridursi le opportunità di premiare il merito e la qualità; non disporrà di risorse adeguate per la modernizzazione dei servizi e delle infrastrutture; si troverà davanti alla pessima alternativa di dover ridurre il debito attraverso generalizzati ed insostenibili tagli di bilancio, oppure con ulteriori, inaccettabili aumenti della pressione fiscale; dinamismo economico e sociale e ritorno alla crescita sono le priorità nazionali, e possono essere conseguiti attraverso decisioni condivise tra la maggioranza e le opposizioni parlamentari impegnate per l’interesse generale; sebbene la parola futuro sia tra le più presenti nel dibattito politico, l’Italia è dominata dall’esasperazione partigiana, che produce quotidiana conflittualità ed una politica di corto respiro; la presente mozione indica gli obiettivi principali su cui definire un radicale cambiamento rispetto all’immobilismo e ai veti che hanno impedito molte riforme nell’ultimo quindicennio ed aprire una stagione di Governo coerente con la strategia europea per la crescita da perseguire entro il 2020, che dovrà essere adottata dal nostro Paese e diventare la bussola delle politiche nazionali per il prossimo decennio, impegna il Governo a promuovere iniziative di competenza al fine di realizzare i seguenti obiettivi, che concorreranno a formare l’agenda per la crescita, nonché il programma nazionale di riforma per la strategia europea «per l’occupazione ed una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» nel decennio 2010-2020: 1) migliorare i servizi e le prestazioni sociali per i cittadini riducendo la spesa pubblica e bloccando l’espansionismo delle amministrazioni pubbliche centrali, regionali e locali. In particolare: a) la politica deve dare il primo esempio, con il taglio del 35 per cento dei finanziamenti ai partiti politici. Vanno adottati un preciso e ine- – 3 – quivocabile programma di riduzione entro il termine della XVI Legislatura dei centri di spesa territoriali e l’applicazione progressiva di costi standard in tutte le amministrazioni; b) va operata la revisione dei meccanismi di spesa dello Stato (spending review), ma non sulla base di tagli lineari, che spesso provocano impatti negativi, iniquità e inefficienze, come nei comparti della cultura e della scuola. Ad ogni riduzione della spesa e degli apparati burocratici deve corrispondere una riorganizzazione funzionale, e ad ogni riforma significativa devono corrispondere puntualmente le risorse necessarie: si consideri il caso della riforma dell’università, ora all’esame della Camera dei deputati, che sebbene intenda ridurre sprechi ed inefficienze, rafforzando gli elementi di meritocrazia, rischia tuttavia di fallire per mancanza di fondi; c) va effettuato il taglio dei margini di spreco e inefficienza nella sanità – quantificabili in circa un sesto della spesa pubblica anche a seguito dell’aumento del 50 per cento di spese per acquisti negli ultimi cinque anni – mediante accorpamento delle Aziende sanitarie locali (ASL), centralizzazione degli acquisti, ridefinizione dei fabbisogni sovradimensionati, divieto di nomina politica dei manager; d) vanno messi in atto: il radicale disboscamento dei finanziamenti pubblici improduttivi alle imprese sino ad oggi distribuiti «a pioggia»; l’accorpamento delle Province e la ridefinizione dei compiti degli enti territoriali, con abolizione delle Province nelle grandi aree urbane; e) il federalismo deve essere anche competizione tra le istituzioni pubbliche, perché la certezza di adeguate ed eque prestazioni per tutti i cittadini nei campi della salute, dell’istruzione e formazione e dei servizi sia anche frutto dell’esercizio di parametri concorrenziali che consentano agli utenti di scegliere i servizi migliori e comportino premi per le prestazioni più efficaci; 2) migliorare la competitività del sistema-Italia, tenendo conto che: a) l’accelerazione delle riforme è parte di uno sforzo strategico coordinato per accrescere la competitività del Paese rispetto alle sfide dell’economia globale: è con riforme e competitività che si dà la migliore risposta alla «questione settentrionale»; b) la svolta per la «questione meridionale» va trovata nell’impostazione progettuale definita dalla Banca d’Italia nel novembre 2009; con certezza di risorse, ma spendendo quelle disponibili, finora largamente inutilizzate, per realizzare i progetti che attivino investimenti pubblici, privati ed europei e porre nel prossimo decennio il nostro Mezzogiorno – anche creando zone franche economiche – al centro della crescita del Mediterraneo; c) la «questione giovanile» – alta disoccupazione, blocco dell’ascensore sociale, sfiducia diffusa – è diventata una drammatica questione generazionale, e non si risolve affatto con provvedimenti settoriali o assistenziali, ma con un’economia più aperta che accresca le opportunità, con particolare attenzione alla riorganizzazione delle professioni e alla formazione; – 4 – d) va consolidato e innovato il nostro ancoraggio europeo a partire dalle possibilità di sviluppo che scaturiranno dai nuovi settori del Mercato unico, indicati con precisione nel «rapporto Monti» del maggio 2010; e) le liberalizzazioni sono urgenti, e va tradotta in disposizioni legislative la segnalazione al Governo del febbraio 2010 da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, riguardante i mercati dei servizi pubblici (postali, ferroviari, autostradali e aeroportuali), energetici (carburanti e filiera del gas), bancario-assicurativi, degli affidamenti pubblici e di tutela dei consumatori. Vanno recepite nella Costituzione le norme dei Trattati UE sulla concorrenza. Vanno rafforzate le norme in materia di servizi pubblici locali: troppi monopoli stanno spingendo verso l’alto le tariffe. La competenza in materia di reti idriche va attribuita all’Autorità per l’energia elettrica e il gas; vanno stabilite quelle per i servizi postali e i trasporti; completati immediatamente i ranghi di Consob e Autorità per l’energia; f) è tempo di porre fine al conflitto in materia di giustizia: un’alta commissione nominata dal Governo e formata da 15 rappresentanti del Parlamento, della magistratura e dell’Avvocatura dello Stato dovrebbe identificare entro dicembre le riforme fattibili con ampia convergenza in campo civile e in quello penale entro i prossimi due anni; g) i risparmi di spesa provenienti dalle misure citate precedentemente (si veda il punto 1) della parte dispositiva) dovranno consentire tagli mirati dell’imposizione fiscale per almeno un punto di PIL, con priorità per le imposte sul lavoro, la tassazione familiare, la drastica semplificazione, attraverso accorpamento di differenti tributi, accompagnata da riduzioni selettive di prelievo per le micro e piccole imprese. La riforma del fisco per il recupero dell’insostenibile evasione ed elusione risponderà a principi di contrasto di interesse tra contribuenti, ed esige coinvolgimento e collaborazione da parte delle categorie professionali interessate; h) il futuro Ministro dello sviluppo economico sarà chiamato a coordinare le azioni prioritarie per i nostri comparti manifatturieri – che con le esportazioni oggi sorreggono la pur debole crescita del PIL – promuovendo le capacità del made in Italy, le produzioni di qualità, il settore energetico e i comparti innovativi. Il Governo deve imporre una riforma della governance del turismo – primo settore produttivo nazionale aggregato, e volano indispensabile per la valorizzazione e la fruizione del nostro patrimonio storico-artistico, archeologico, paesaggistico e per le produzioni tipiche dei territori – che oggi è frammentata in modo fallimentare: la strategia competitiva deve tornare allo Stato, restando alle Regioni la programmazione e agli enti territoriali la gestione; i) non c’è progresso senza miglioramento della scuola, dell’educazione, della conoscenza: ma più che di continue riforme che riformano altre riforme, c’è bisogno di una stagione di buone direttive, investimenti in innovazione e buona amministrazione; l) un Paese si addormenta se non si creano nuovi prodotti, nuovi processi, nuovi servizi; vanno orientati e coordinati gli investimenti pubblici per la ricerca, con priorità ai settori dell’innovazione energetica e – 5 – delle tecnologie; va condivisa un’agenda del digitale per Internet veloce e i servizi di e-government: la rete di nuova generazione per le comunicazioni elettroniche va realizzata subito, per coprire l’intero territorio nazionale, secondo le proposte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato e dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni; m) il Governo deve presentare entro due mesi alla Conferenza Stato-Regioni, alla Conferenza unificata e al Parlamento un programma preciso sulla realizzabilità delle piccole, medie e grandi infrastrutture ed opere pubbliche progettate ed avviate, e per incentivare la finanza di progetto; i casi complessi vanno affidati ad uffici di missione guidati da commissari ed integrati con rappresentanti degli enti territoriali; n) l’economia verde ha grandi potenzialità nei settori della logistica e dei trasporti, dell’efficienza energetica nell’edilizia, delle nuove tecnologie per le fonti rinnovabili. La concentrazione di questi fattori – indispensabili per centrare gli obiettivi vincolanti concordati in sede europea, e per la conquista di nuovi mercati – riguarda fortemente le città, motori dello sviluppo sostenibile. Ma occorre che la regolazione sia resa chiara, semplice, e soprattutto omogenea. L’Italia deve porsi all’avanguardia per migliorare l’ambiente e conquistare i mercati che si apriranno con la direttiva 2010/31/UE, che imporrà nell’arco di un decennio la costruzione di edilizia a zero emissioni; o) va istituita una commissione composta da 10 personalità indipendenti (economisti, tecnologi, scienziati) che entro quattro mesi metta a disposizione del Parlamento un parere pro veritate sulla fattibilità economica e tecnologica della proposta del nuovo nucleare italiano; p) la competitività da ritrovare e la coesione nazionale dipendono da due altri fattori principali: 1) il contrasto della corruzione, per cui è urgente la presentazione del disegno di legge governativo e l’approvazione di una legge che contenga proposte già avanzate da numerose forze parlamentari, nonché l’applicazione amministrativa delle principali raccomandazioni contenute nel Rapporto di valutazione sulla corruzione in Italia del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d’Europa, approvate nel luglio 2009; 2) la crescita della produttività, che è anche condizione per attrarre investimenti esteri, attraverso nuove regole per le relazioni industriali che tengano conto dell’esperienza di Pomigliano d’Arco e modelli contrattuali che sviluppino la contrattazione decentrata di secondo livello e coinvolgano i lavoratori nei risultati dell’impresa; l’effettiva premialità per la responsabilità e il merito anche nelle amministrazioni pubbliche; un nuovo codice del lavoro semplificato, anche sulla base delle proposte del disegno di legge Senato 1873; 3) un nuovo ordine liberale e il tessuto civile dell’economia. In proposito, occorre tener conto che: a) le relazioni tra le persone, l’intraprendenza diffusa e il ruolo delle famiglie sono stati gli assi portanti delle stagioni d’oro della crescita italiana. Il nuovo Governo del Regno Unito ha proposto una formula denominata «Big Society»; ma l’Italia ha sperimentato nel dopoguerra una via originale dell’economia sociale di mercato: con difetti e importanti – 6 – pregi. Oggi, molti pregi stanno svanendo: per i pesi insostenibili che gravano sulle famiglie, per le difficoltà concorrenziali delle nostre piccole imprese, per la diffusione, non solo in ambito politico-amministrativo, di illegalità e corruzione, per le gravi disfunzionalità ed inefficienze delle amministrazioni pubbliche; b) un nuovo ordine liberale per l’Italia del XXI secolo impone: di mettere doveri di cittadinanza e diritti sullo stesso livello; un paziente e diffuso recupero di efficienza nella pubblica amministrazione; un equilibrato rapporto tra i poteri dello Stato secondo le previsioni costituzionali (Governo forte, Parlamento forte, ordine giudiziario indipendente e non politicizzato, autorità di garanzia e controllo indipendenti); investimenti certi, mezzi moderni ed efficacia organizzativa per i corpi addetti alla sicurezza interna, in particolare per il contrasto delle mafie e del crimine. Il tessuto civile dell’economia è necessario per la coesione sociale ed anche per l’esistenza di una moderna economia di mercato; esso valorizza le esperienze non profit e del «terzo settore»; deve basarsi sulla ripresa competitiva dei sistemi, dei distretti, delle filiere, delle piccole e medie imprese; c) il ciclo sociale ed esistenziale delle famiglie italiane riceve la spinta positiva dell’allungamento della vita umana, che schiude anche la possibilità del contributo attivo alle nostre comunità da parte di milioni di anziani. Ma mancano risposte e sostegni adeguati e concreti a fronte di trasformazioni dirompenti quali la fine della stabilità occupazionale, la crescita della povertà specialmente nel Sud, il manifestarsi delle malattie degenerative e della non autosufficienza tra gli anziani, la diffusione di droghe, alcol e nuovi disagi tra i giovanissimi, l’afflusso indispensabile e le difficoltà di integrazione delle persone immigrate. Questi cambiamenti profondi hanno bisogno di misure coordinate e innovative su basi di sussidiarietà: non solo di sostegni economici e fiscali, ma di nuove soluzioni organizzative, informative e formative. Non si conosce l’economia e la tecnologia di domani, ma si devono prevedere le esigenze delle famiglie, le conseguenze della crisi demografica, le fragilità dei ragazzi e degli anziani di domani; d) ripensare il fisco a misura di famiglia e per incentivare la natalità, migliorare e diffondere i servizi che consentano alle donne di poter lavorare senza rinunciare alla maternità (o doverla spingere troppo avanti negli anni) significa accrescere il tasso di occupazione, accrescere il PIL, migliorare la qualità del lavoro: il Governo dovrà presentare al Parlamento entro sei mesi un concreto «progetto-famiglia 2020». – 7 – MOZIONE SULLA CONDANNA A MORTE DELL’EX VICE PRIMO MINISTRO IRACHENO TAREK AZIZ (1-00331) (26 ottobre 2010) BONINO, DINI, MARINI, VIESPOLI, D’ALIA, BELISARIO, TONINI, MARCENARO, POLI BORTONE, COMPAGNA, PERDUCA, PORETTI, SOLIANI, ADAMO, AMATI, BAIO, BALDASSARRI, BARBOLINI, BASSOLI, BERTUZZI, BIANCO, BLAZINA, BOSONE, CAFORIO, CASSON, CECCANTI, CERUTI, CHIAROMONTE, CHIURAZZI, DEL VECCHIO, DELLA SETA, DI GIOVAN PAOLO, FERRANTE, FLERES, FOLLINI, FONTANA, GALPERTI, GASBARRI, GHEDINI, GIARETTA, GUSTAVINO, ICHINO, LEDDI, LIVI BACCI, MAGISTRELLI, MARCUCCI, MARINARO, MARINO Ignazio, MARITATI, MERCATALI, MICHELONI, MUSSO, NEROZZI, PASTORE, PEGORER, PETERLINI, RANDAZZO, RUSCONI, SACCOMANNO, SERAFINI Giancarlo, SERRA, SIRCANA, STRADIOTTO, TOMASELLI, TOMASSINI, VIMERCATI, VITA, VIZZINI, ZANDA, ZANOLETTI, COLOMBO. – Il Senato, premesso che: il 26 ottobre 2010, l’ex vice Presidente iracheno Tareq Aziz – insieme all’ex Ministro dell’interno, Saadun Shaker, e all’ex segretario personale di Saddam Hussein, Abdel Hamid Hamud – è stato condannato a morte dall’Alta corte penale di Baghdad mediante impiccagione; la sentenza riguarda uno dei sette processi nei quali Tareq Aziz è imputato, quello relativo alla campagna avviata dal regime di Saddam Hussein negli anni Ottanta contro i partiti politici sciiti filo-iraniani, che in quegli anni vide eseguire una serie di arresti e di condanne a morte nei confronti dei principali esponenti sciiti; considerato che: non può esservi impunità per i crimini compiuti dal deposto regime iracheno e i crimini di cui Tareq Aziz è imputato insieme ad altri rappresentano gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale; ciò nonostante il sistema penale iracheno, nel suo insieme, non può non tener conto degli standard di giustizia internazionali e, in particolare, dei principi fissati per i tribunali e le corti penali internazionali, i quali escludono il ricorso alla pena di morte per crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità; il processo nei confronti di Tareq Aziz e degli altri suoi coimputati non pare esser stato condotto nel pieno rispetto di tutte le garanzie internazionalmente riconosciute di imparzialità e equità, apparendo invece l’azione giudiziaria più come la giustizia dei vincitori sui vinti o la vendetta delle vittime nei confronti del loro carnefice; – 8 – nel luglio 2008, proprio contro la paventata condanna a morte di Tareq Aziz, centinaia di parlamentari di tutti gli schieramenti politici, premi Nobel e personalità di tutto il mondo avevano sottoscritto l’appello internazionale «Moratoria universale sulla pena di morte, anche per Tareq Aziz» promosso da «Nessuno Tocchi Caino» e dal Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito per chiedere la difesa del diritto e della verità, della legalità e della giustizia in Iraq; nel succitato appello internazionale veniva esplicitamente sottolineato che «evitare la condanna a morte e l’esecuzione di Tareq Aziz, che rischiano di avvenire senza che vi sia stato un processo degno di questo nome, potrebbe segnare una evidente soluzione di continuità rispetto a metodi e pratiche in voga ai tempi di Saddam, oltre che assicurare verità e giustizia a tutte le vittime del suo regime, non solo quelle per cui Aziz è oggi sotto processo»; per aiutare nella ricostruzione della verità storica sulle responsabilità del regime e sugli accadimenti che hanno caratterizzato la storia irachena fino alla guerra appare di fondamentale importanza garantire la vita a un testimone chiave quale l’ex vice-Presidente iracheno; impiccando un altro testimone eccellente, l’Iraq rischierebbe di ripetere il tragico errore già commesso con Saddam Hussein, impedendo l’accertamento della verità, che costituisce un diritto fondamentale e un interesse inalienabile della collettività umana, diritto tanto più prezioso se si considera l’elevato prezzo pagato in termini di vite umane e sofferenze in Iraq; su questi obiettivi, dal 2 ottobre 2010, Marco Pannella ha ripreso il suo Satyagraha con uno sciopero della fame che, il 26 ottobre, alla notizia della condanna a morte di Tareq Aziz, è divenuto anche della sete perché non si passi alla sua esecuzione, impegna il Governo: ad intervenire con urgenza nei confronti delle autorità irachene perché sia evitata l’esecuzione di Tareq Aziz e dei suoi coimputati, coerentemente con la straordinaria iniziativa nonviolenta, parlamentare, istituzionale e di opinione pubblica che il 18 dicembre 2007 ha portato allo storico risultato dell’approvazione della «Moratoria universale della pena di morte» da parte dell’Assemblea generale dell’ONU; a farsi promotore presso i partner europei di una formale richiesta alle autorità irachene di reintrodurre la moratoria sulla pena di morte stabilita in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein, al fine di rafforzare il completamento della transizione democratica dell’Iraq secondo i principi di uno Stato di diritto che rispetta i più alti standard della giustizia internazionale. – 9 – INTERPELLANZA SU EPISODI DI MANCATO RISPETTO DELLA DISCIPLINA RELATIVA AL REGIME SPECIALE DI DETENZIONE (2-00178) (23 marzo 2010) LI GOTTI, BELISARIO, PARDI. – Al Ministro della giustizia. – Premesso che: da fonti di stampa («la Repubblica», 19 marzo 2010) risulterebbe che nel gennaio 2010, all’interno del penitenziario milanese di Opera, due detenuti in regime di detenzione speciale (cosiddetto «carcere duro») abbiano avuto incontri e colloqui. Si tratterebbe, in particolare, del capomandamento di Cosa nostra siciliana Giuseppe Graviano e del boss camorrista di Casal di Principe Francesco Schiavone (detto «Sandokan»); al di là dell’evidente inopportunità di tali incontri, l’articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, come modificato dall’articolo 2, comma 25, dalla legge 15 luglio 2009, n. 94, prevede che «i detenuti sottoposti al regime speciale di detenzione devono essere ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari, ovvero comunque all’interno di sezioni speciali e logisticamente separate dal resto dell’istituto e custoditi da reparti specializzati della polizia penitenziaria». La norma del 2009 sancisce, inoltre, che: «saranno inoltre adottate tutte le necessarie misure di sicurezza, anche attraverso accorgimenti di natura logistica sui locali di detenzione, volte a garantire che sia assicurata la assoluta impossibilità di comunicare tra detenuti appartenenti a diversi gruppi di socialità, scambiare oggetti e cuocere cibi»; inoltre, l’articolo 41-bis , al comma 2-quater, lettera a), prevede che «l’adozione di misure di elevata sicurezza interna ed esterna» abbia l’obiettivo di «prevenire contatti con l’organizzazione criminale di appartenenza o di attuale riferimento, contrasti con elementi di organizzazioni contrapposte, interazione con altri detenuti o internati appartenenti alla medesima organizzazione ovvero ad altre ad essa alleate», si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo ritenga legittimi gli incontri di esponenti di primissimo rilievo della criminalità organizzata, all’interno di strutture penitenziarie preposte alla permanenza di soggetti sottoposti al regime detentivo speciale; se non ritenga che situazioni analoghe a quelle di cui in premessa – ove effettivamente accertate – possano rischiare di compromettere le azioni di contrasto alla criminalità organizzata poste in essere sia dalla magistratura che dallo stesso Ministro della giustizia, anche alla luce del potere conferitogli dal comma 1 dell’articolo 41-bis citato, consistente nella facoltà di sospendere l’applicazione delle normali regole di tratta- – 10 – mento dei detenuti e degli internati, nel quadro di quanto disposto dalle vigenti norme sull’ordinamento penitenziario e sull’esecuzione delle misure privative e limitative della libertà personale. – 11 – INTERROGAZIONI SULLA COMPATIBILITÀ DI TALUNE SCELTE GESTIONALI DELL’AZIENDA OSPEDALIERA S. GIOVANNI ADDOLORATA CON IL PIANO DI RIENTRO DAL DISAVANZO SANITARIO DELLA REGIONE LAZIO (3-01388) (29 giugno 2010) GRAMAZIO. – Ai Ministri della salute e dell’economia e delle finanze. – Premesso che: i decreti trasmessi dal Presidente della regione Lazio in qualità di commissario ad acta per il rientro della spesa sanitaria, nel descrivere la situazione critica in cui versa la sanità regionale, impongono, oltre il blocco del turnover, una serie di misure necessarie al contenimento della spesa sanitaria stessa. In particolare, in vista della revisione degli atti aziendali, che dovrà avvenire entro il 31 ottobre 2010, si dovranno ridurre del 10 per cento le unità operative complesse, semplici e dipartimentali; in questi giorni nell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, si assiste ancora una volta ad iniziative, da parte del direttore generale Luigi D’Elia, non in linea con le direttive impartite dal Presidente della regione Lazio Renata Polverini, anzi ad avviso dell’interrogante provocatorie ed irrispettose; ad una settimana dalla scadenza del suo mandato il dottor D’Elia, insieme al direttore amministrativo, al direttore sanitario ed al responsabile amministrativo dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata, che attesta la legittimità degli atti firmati dalla direzione, a quanto risulta all’interrogante avrebbe affidato complessivamente ben 40 incarichi professionali, ha istituito una struttura semplice nell’ambito della struttura complessa, ha pubblicato un avviso di selezione interna per l’affidamento di due posizioni organizzative nel provveditorato; considerato che: quelli descritti in premessa sono provvedimenti che creano aspettative nei professionisti e nel personale del comparto, aspettative sulle quali bisognerà intervenire nei prossimi mesi per dare applicazione ai decreti del Presidente della regione Lazio, Renata Polverini, che a sua volta ha un impegno con il Governo per assicurare un piano di rientro credibile; i suddetti provvedimenti, fatto ancora più grave, prefigurano l’attuazione di un atto aziendale i cui effetti sono stati sospesi già dal commissario Guzzanti, nel 2009, si chiede di sapere dai Ministri in indirizzo, ciascuno per le proprie competenze, se quanto riportato in premessa corrisponda a verità e, in caso affermativo, quale sia la ratio di tali provvedimenti che sembrano più che mai avulsi da qualunque logica aziendale e regionale ma perfetta- – 12 – mente in linea con lo strapotere di direttori generali convinti di operare nella più assoluta indipendenza rispetto ai vertici regionali ai quali non riconoscono autorità e rispetto. (3-01692) (27 ottobre 2010) (Già 4-02971) (7 aprile 2010) GRAMAZIO. – Ai Ministri della salute e dell’economia e delle finanze. – Premesso che: in data 12 marzo 2010 il Direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, con delibera n. 347/DG, ha nominato il dottor Ugo De Paula Direttore dell’Unità operativa complessa (UOC) di radioterapia; in data 19 marzo 2010 lo stesso Direttore generale, a seguito di avviso pubblico per soli titoli riservato al personale interno, con delibera n. 1508/DG del 2 dicembre 2009 ha nominato la dottoressa Danila Massenti Dirigente delle professioni sanitarie, infermieristiche tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione ostetricia per il servizio didattico e la formazione di base; in data 23 marzo 2010 il medesimo Direttore generale, a seguito di avviso pubblico per soli titoli riservato al personale interno, con delibera n. 1181/DG del 8 ottobre 2009 ha nominato la dottoressa Paola Magni Dirigente responsabile dell’Unità operativa semplice (UOS) «prevenzione e controllo infezioni ospedaliere»; in pari data il Direttore generale, a seguito di avviso pubblico per soli titoli riservato al personale interno, con delibera n. 43/DG del 20 gennaio 2010 ha nominato la dottoressa Anna Spoltore responsabile della posizione organizzativa «comunicazione e stampa»; il 19 marzo 2010 lo stesso direttore, con delibera n. 378/DG ha nominato la professoressa Luciana Annino Direttore del Dipartimento di oncoematologia; il 31 marzo 2010, a seguito di avviso pubblico per soli titoli riservato al personale interno, con delibera n. 432/DG del 30 marzo 2010 ha nominato la dottoressa Patrizia Polillo responsabile della posizione organizzativa «istituti contrattuali e convenzioni con università»; il 31 marzo 2010 il Direttore, a seguito di avviso pubblico per soli titoli riservato al personale interno, con delibera n. 433/DG del 30 marzo 2010 ha nominato la signora Maria Annunziata Iamiglio responsabile della posizione organizzativa «verifica, riscontro e consulenza contabile»; il 31 marzo 2010 l’Azienda ospedaliera, con un avviso interno a firma del Direttore sanitario, ha indetto un bando per l’incarico di Direttore per la UOC di chirurgia vascolare; in data 31 marzo 2010 l’Azienda, con un avviso interno a firma del Direttore sanitario, ha indetto un bando per l’incarico di Direttore per la UOC di medicina fisica e della riabilitazione; il 31 marzo 2010 l’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, con un avviso interno a firma del Direttore sanitario, ha indetto la ricerca di un Direttore per la UOC di neurochirurgia; – 13 – il 27 marzo 2010 con avviso di selezione interna della ASL Roma/ D, pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Lazio, verranno conferiti quattro incarichi di durata quinquennale di Direzione di distretto sanitario (struttura complessa); considerato che il professor Guzzanti, Commissario ad acta per il rientro del disavanzo sanitario della Regione Lazio, con apposita circolare ha bloccato qualsiasi assunzione e nomina, si chiede di sapere quali azioni i Ministri in indirizzo, ciascuno per le proprie competenze, intendano intraprendere nei confronti della Regione Lazio affinché vengano verificati motivi delle palesi inadempienze nei confronti delle precise disposizioni del commissario ad acta da parte dell’Azienda ospedaliera San Giovanni di Roma. (3-01693) (27 ottobre 2010) (Già 4-02972) (7 aprile 2010) GRAMAZIO. – Ai Ministri della salute e dell’economia e delle finanze. – Premesso che: in data 17 marzo 2010 il Direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, dottor Luigi D’Elia, a seguito di avviso pubblico, con delibera n. 08/DG del 12 gennaio 2010 ha nominato la dottoressa Caterina Meta direttore dell’Unità operativa complessa (UOC) Formazione risorse umane; in data 17 marzo 2010, a seguito di avviso pubblico, con delibera n. 13/DG del 12 gennaio 2010 ha nominato la dottoressa Angela Antonietta Giuzio direttore della UOC Gestione procedure e contratti per il programma edilizio; in data 30 marzo 2010 il dottor D’Elia con delibera n. 347/DG ha nominato il professor Mauro Brogi direttore del Dipartimento per le malattie del sistema nervoso centrale e periferico; il dottor D’Elia ha indetto una selezione interna, per titoli e prova teorico-pratica o colloquio, per 15 posti di coadiutore amministrativo esperto, categoria B, livello economico Bs, mediante passaggio nell’ambito della categoria B; il Direttore ha altresı̀ indetto una selezione interna, per titoli e prova teorico-pratica o colloquio, per un posto di operatore tecnico autista, categoria B – che dovrà effettuare turni a copertura delle 24 ore – mediante passaggio dalla categoria A alla categoria B; in data 29 marzo 2010 il Direttore generale della ASL Roma/G dottor Giovanni Di Pilla ha nominato presso l’ospedale di Tivoli tre direttori di struttura operativa complessa, il dottor Francesco Vincenzi in otorinolaringoiatria, il dottor Ugo Donati in medicina d’urgenza e DEA I livello, il dottor Massimo Marci in medicina interna; considerato che il professor Guzzanti, Commissario ad acta per rientro del disavanzo sanitario della Regione Lazio, con apposita circolare, ha bloccato qualsiasi assunzione e nomina, l’interrogante chiede di sapere dai Ministri in indirizzo, ciascuno per le proprie competenze, quali azioni intendano intraprendere nei confronti della Regione Lazio affinché vengano verificati motivi delle palesi ina- – 14 – dempienze nei confronti delle precise disposizioni del Commissario ad acta, da parte delle direzioni generali delle aziende sanitarie richiamate in premessa. (3-01694) (27 ottobre 2010) (Già 4-03037) (20 aprile 2010) GRAMAZIO. – Ai Ministri della salute e dell’economia e delle finanze. – Premesso che in data 19 aprile 2010 il Direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, dottor Luigi D’Elia, ha nominato: 1) con riferimento alla delibera n. 1634/DG del 21 dicembre 2009, la dottoressa Paola Caruso responsabile della posizione organizzativa «Corsi di formazione di base»; 2) con riferimento alla delibera n. 1659/DG del 22 dicembre 2009, il signor Francesco Arcaro responsabile della posizione organizzativa «Responsabilità delle attività tecniche in materia di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro»; 3) con riferimento alla delibera n. 255/DG del 26 febbraio 2010, la dottoressa Beatrice Coiro responsabile della posizione organizzativa «Centro accoglienza e prenotazioni»; 4) con riferimento alla delibera n. 264/DG del 26 febbraio 2010, la signora Maria Domenica Mercurio responsabile della posizione organizzativa «Rilevazione presenze»; 5) con riferimento alla delibera n. 321/DG dell’11 marzo 2010, la signora Rosanna Proia responsabile della posizione organizzativa «Previdenza e quiescenza»; 6) con riferimento alla delibera n. 322/DG dell’11 marzo 2010, il signor Alfredo Mazzotta responsabile della posizione organizzativa «Trattamento economico»; considerato che il professor Guzzanti, Commissario ad acta per il rientro del disavanzo sanitario della Regione Lazio, con apposita circolare ha bloccato qualsiasi assunzione e nomina, l’interrogante chiede di sapere quali azioni i Ministri in indirizzo, ciascuno per le proprie competenze, intendano intraprendere nei confronti della Regione Lazio affinché vengano verificati i motivi delle palesi inadempienze nei confronti delle precise disposizioni del Commissario ad acta da parte dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma. (3-01695) (27 ottobre 2010) (Già 4-03257) (31 maggio 2010) GRAMAZIO. – Ai Ministri della salute e dell’economia e delle finanze. – Premesso che: da più giorni circola nei corridoi dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma la notizia di una prossima convocazione dei Direttori di Dipartimento per comunicare la nomina di un nuovo primario ai sensi dell’articolo 15-septiesdel decreto legislativo n. 502 del 1992; considerato che: il Direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, dottor Luigi D’Elia, ha nominato: con riferimento alla delibera n. 528/DG del 20 aprile 2010 e previa stipula di apposito contratto, il dottor Gabriele Galluccio Responsabile dell’Unità operativa semplice (UOS) Gruppo Operatorio IB; – 15 – con riferimento alla delibera n. 667/DG dell’11 maggio 2010 e previa stipula di apposito contratto, il dottor Maurizio Rossi Responsabile del Gruppo operativo interdisciplinare (GOI) per i trapianti di organi e di tessuti; con riferimento alla delibera n. 715/DG del 14 maggio 2010 e previa stipula di apposito contratto, il dottor Luigi Pisano Responsabile del GOI per l’emergenza in traumatologia; con riferimento alla delibera n. 717/DG del 19 maggio 2010 e previa stipula di apposito contratto, il dottor Roberto Ferrantelli Responsabile della posizione organizzativa «Gestione del Servizio Assicurativo»; con riferimento alla delibera n. 719/DG del 19 maggio 2010 e previa stipula di apposito contratto, il dottor Alfredo Ascani Dirigente Responsabile dell’UOS Monitoraggio Protesi e kit personalizzati; con riferimento alla delibera n. 720/DG del 19 maggio 2010 e previa stipula di apposito contratto, la dottoressa Agata Santina Palumbo Dirigente Responsabile dell’UOS Vigilanza e appropriatezza d’uso dei dispositivi medici; con riferimento alla delibera n. 745/DG del 21 maggio 2010 e previa stipula di apposito contratto, il dottor Massimo Sposato Responsabile del GOI per il trattamento del dolore acuto postchirurgico e da travaglio del parto, si chiede di sapere: se, a quanto risulta ai Ministri in indirizzo, ciascuno per le proprie competenze, quanto riportato in premessa corrisponda a verità, e, in caso affermativo, se non valutino che la nomina di un nuovo primario, unitamente alle nomine di seguito elencate, possano, specie in questi giorni, comportare un ulteriore pesante aggravio della spesa per il Servizio sanitario regionale; se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei motivi per i quali il Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata, dottor Luigi D’Elia, intenderebbe sostituire un primario andato in quiescenza, cosı̀ come continuare a deliberare nuovi incarichi, senza rispondere all’invito della Regione Lazio di non procedere a nuove nomine in attesa del riordino del Servizio sanitario regionale stesso. – 16 – INTERROGAZIONE SULL’ATTUAZIONE DELLA DISCIPLINA SUI TRAPIANTI IN VENETO (3-01369) (9 giugno 2010) ASTORE. – Al Ministro della salute. – Premesso che: la diffusione del sistema di donazioni e trapianti di organi costituisce un impegno importante dei sistemi sanitari dei Paesi sviluppati e in questo campo l’Italia ha raggiunto un livello paragonabile ai Paesi di maggiori tradizioni nel settore; nella donazione di organi e nel loro trapianto ai soggetti che ne abbiano bisogno si misura non solo la capacità tecnica ed organizzativa di un sistema sanitario, stante la complessità delle procedure necessarie e della messa in sicurezza delle stesse, ma anche e soprattutto la diffusione di uno spirito solidaristico e di coesione della struttura sociale; i criteri di ammissione alla possibilità di ricevimento di organi per trapianto dovrebbero essere riferiti esclusivamente alle condizioni sanitarie dell’individuo ed alla maggiore o minore urgenza dell’intervento, escludendo qualsiasi fattore legato alle condizioni individuali e sociali di vita; in tale contesto il ritardo mentale e, meno che mai, il basso quoziente intellettivo può considerarsi un sintomo di patologia che impedisca l’accesso alla procedura di trapianto ed il conseguente beneficio in termini di condizioni di vita e di salute, come dimostrato da autorevoli studi in materia, si chiede di sapere: se risulti al Governo corrispondente al vero che la Regione Veneto abbia adottato uno specifico atto volto ad escludere dalla possibilità di accedere all’impianto di organi mediante trapianto i soggetti selezionati sulla base del quoziente intellettivo; se il Governo non ritenga che tale atto violi la normativa sui Livelli essenziali di assistenza del 2001 e che esso riguardi competenze di controllo e sanzione da parte del Governo ai sensi della riforma del Titolo V della Costituzione; se non si ritenga che la posizione espressa dalla Regione Veneto non contravvenga ai più elementari principi etici e di solidarietà che devono ispirare un sistema sanitario nazionale che voglia raggiungere adeguati livelli di qualità e di risposta ai bisogni della popolazione; se non ritenga che la posizione assunta dalla Regione Veneto non si configuri come una vera e propria discriminazione nei confronti di fasce di popolazione in contrasto con i principi morali a cui debba ispirarsi il governo della cosa pubblica. Infatti ogni persona con disabilità intellettiva merita una valutazione individuale e non l’esclusione da una procedura salvavita. – 17 – INTERROGAZIONE SULL’ACCESSO ALLE FACOLTÀ CON NUMERO PROGRAMMATO (3-01429) (20 luglio 2010) GARAVAGLIA Mariapia. – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. – Premesso che: per l’accesso alle facoltà universitarie a numero programmato o chiuso è necessario superare un test; soprattutto per la facoltà di medicina si preannuncia una carenza di laureati in medicina nei prossimi anni rispetto alle necessità del nostro sistema sanitario; l’accesso, attraverso il superamento del test, ad un numero limitato di posti disponibili del singolo ateneo crea una situazione di oggettiva disparità, atteso che uno studente non ammesso per raggiunto limite quantitativo ad un ateneo, potrebbe invece rientrare nel numero degli ammessi in altro ateneo con maggiori disponibilità in termini di posti, si chiede di sapere se il Governo non intenda attivare un meccanismo sostitutivo che renda compatibili le diverse esigenze richiamate, tenendo conto anche delle proposte contenute nel disegno di legge atto Senato n. 1943. – 18 – INTERROGAZIONE SU UN ACCERTAMENTO TRIBUTARIO RIGUARDANTE UNA SOCIETÀ CON SEDE NELLA PROVINCIA DI TREVISO (3-01469) (29 luglio 2010) STIFFONI, GARAVAGLIA Massimo, VACCARI, VALLARDI. – Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso che: Cofiloc SpA è un’azienda con sede in provincia di Treviso, attiva da oltre 25 anni nel settore del noleggio di macchinari ed attrezzature per l’edilizia. La società opera attraverso varie filiali ubicate nel Nord Italia e precisamente in Veneto, in Friuli Venezia Giulia e in Emilia-Romagna. La forza lavoro impiegata direttamente da Cofiloc comprende circa 50 unità ed il volume d’affari del gruppo è pari a circa 18.000.000 euro annui; la società ha ricevuto un avviso di accertamento per il periodo di imposta 2004, impugnato presso la Commissione tributaria provinciale di Treviso, ed inoltre è stata oggetto di verifica fiscale per le annualità 20052007 per le quali non sono ancora stati emessi i relativi avvisi di accertamento. L’Agenzia delle entrate di Treviso contesta a Cofiloc SpA l’errata applicazione della tabella dei coefficienti di ammortamento prevista dal decreto 31 dicembre 1988 del Ministero dell’economia e finanze in quanto ritiene non applicabile da parte della Cofiloc il coefficiente di ammortamento del 15 per cento risultante dall’applicazione della Tabella di ammortamento Gruppo XVI specie I – Imprese di Costruzioni edilizie, di lavori di terra, eccetera. Secondo l’interpretazione dell’Agenzia di Treviso, non essendo Cofiloc un’impresa edile, avrebbe dovuto applicare il coefficiente di ammortamento previsto per il Gruppo XXII, relativo ad altre attività non precedentemente specificate in base al quale, a detta dell’ufficio, si sarebbe dovuto applicare un coefficiente di ammortamento del 7,5 per cento. In forza di tale illegittima interpretazione, l’Agenzia delle entrate di Treviso ha ripreso a tassazione, per il 2004 e intende fare lo stesso per il 2005-2007, i maggiori ammortamenti calcolati da Cofiloc, nonché la totalità dei costi relativi ai leasing sostenuti dalla stessa società, relativi a gru e piattaforme aeree; una simile interpretazione appare ad avviso degli interroganti censurabile sotto molteplici profili. In primo luogo, essa si pone in contrasto con la ratio dell’art. 102, comma 2, del Testo unico delle imposte sui redditi (di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, e successive modificazioni) e del decreto ministeriale 31 dicembre 1988, i quali prevedono che i coefficienti di ammortamento dei beni materiali strumentali «sono stabiliti per categorie di beni omogenei in base al normale periodo di deperimento e consumo nei vari settori produttivi». Già dalla lettura della norma è chiaro che, nel caso di specie, il settore produttivo al quale ricondurre il deperimento ed il consumo delle gru e delle – 19 – piattaforme è quello delle «Industrie edilizie» e non quello delle «Altre attività». A tale proposito, è appena il caso di rilevare che le espressioni «settori produttivi» e «industrie», utilizzate dal legislatore fiscale, suggeriscono un’interpretazione estensiva (e non restrittiva) di quei concetti, al fine di individuare correttamente i coefficienti di ammortamento elencati nella Tabella allegata al decreto ministeriale; in altre parole, non si può sostenere che, poiché Cofiloc non è in senso stretto un’impresa edile, i suoi macchinari (gru e piattaforme aeree impiegati nell’edilizia) devono essere ammortizzati in base ai coefficienti previsti per la categoria residuale. Invero, non vi è dubbio che l’attività di Cofiloc («Noleggio di macchinari e di attrezzature per lavori edili e di genio civile») rientra nel settore dell’industria edilizia, tanto è vero che: a) tutti i beni strumentali oggetto dell’attività di Cofiloc sono impiegati – ed impiegabili – soltanto nel settore dell’edilizia; b) tutte le imprese clienti di Cofiloc sono, per l’appunto, imprese edili; questa impostazione trova conferma anche nella giurisprudenza della Corte di cassazione e nelle pronunce della stessa amministrazione finanziaria. A tal riguardo nella recente sentenza n. 13506 dell’11 giugno 2009, la Suprema corte ha avuto modo di spiegare che il coefficiente di ammortamento di un bene strumentale non può essere determinato «esorbitando arbitrariamente dalle categorie tabellari dei beni», cioè utilizzando «un criterio meramente descrittivo», ma deve essere determinato applicando «un criterio sostanziale, ritenuto conforme allo spirito del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, art. 67» (disposizione oggi trasfusa nell’art. 102). Invero, già nella sentenza n. 5241 del 1995 la Corte di Cassazione si esprimeva negli stessi termini, respingendo il ricorso dell’amministrazione finanziaria. Segnatamente, il giudice di legittimità statuiva quanto segue: «Il ricorso non è fondato, perché sorretto da argomenti di pura logica formale e ignaro, quindi, delle ragioni di ordine sostanziale che presiedono alla diversificazione dei coefficienti di ammortamento dei beni ammortizzabili, sicuramente incentrata sul variabile tasso di usura dei medesimi, determinato, questo, dagli impieghi cui essi sono singolarmente destinati»; sul punto, poi, è ancora più chiara la posizione della Direzione affari generali e contenzioso tributario del Ministero (anche questa ignorata dall’ufficio di Treviso). Ed invero, al paragrafo 1.4.1 della nota del 23 maggio 1996 n. 483/E, riguardante proprio l’ipotesi che ci occupa: «Ammortamento in caso di leasing operativo», la Direzione ha chiarito quanto segue: «si ritiene che nel caso di locazione di un bene il coefficiente di ammortamento applicabile sia quello del settore produttivo dell’impresa utilizzatrice». Ebbene, quanto spiegato dall’amministrazione finanziaria non lascia spazio a dubbi, poiché, anche qualora Cofiloc non rientrasse tra le imprese operanti nel settore edilizio (il che si nega), il coefficiente di ammortamento applicabile ai macchinari noleggiati sarebbe comunque quello delle imprese edili utilizzatrici; anche la risoluzione n. 56/E del 2004, conferma quanto detto. Riferendosi infatti alla citata sentenza n. 5241, l’Agenzia delle entrate riaf- – 20 – ferma il seguente principio: «Le ragioni di ordine sostanziale che presiedono alla diversificazione dei coefficienti di ammortamento dei beni ammortizzabili sono da ricercare nel variabile tasso di usura dei medesimi. Usura che presuppone, tuttavia, una destinazione definitiva del bene al suo naturale impiego da parte del possessore e che non può essere determinata tenendo conto di un utilizzo provvisorio e straordinario dello stesso». Nel caso di specie (gru e piattaforme aeree impiegate nell’edilizia), non occorre fare molti sforzi per capire qual è la «destinazione definitiva» di tali beni ed il loro «naturale impiego da parte del possessore». A tale fine, basta leggere la tipologia di attività svolta da Cofiloc, cioè il «Noleggio di macchinari e di attrezzature per lavori edili e di genio civile»; da quanto sopra illustrato emerge con chiarezza che, qualora vi fosse incertezza nello stabilire il coefficiente di ammortamento di un bene strumentale, sia l’amministrazione finanziaria che la Corte di cassazione hanno sempre adottato un canone interpretativo sostanzialistico, si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo intenda intervenire al fine di verificare se la posizione assunta dai funzionari dell’Agenzia delle entrate di Treviso sia in linea con la giurisprudenza in materia e con le stesse pronunce del Ministero, considerato che un eventuale errore da parte dell’Agenzia delle entrate di Treviso avrebbe delle pesanti ricadute economiche non solo per l’azienda Cofiloc ma per l’intero settore di riferimento, creando inoltre trattamenti differenziati sul territorio nazionale; se inoltre ritenga opportuno uniformare l’attività di controllo e verifica degli uffici territoriali dell’Agenzia delle entrate all’interpretazione data dal Ministero sulla suddetta questione.