OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO

OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285210 – 335 275538
apansuno @ tiscalinet.it
www.apan.it
BOLLETTINO N. 365
Mercoledì 17 giugno 2015, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo
mercoledì di ogni mese si faranno delle proiezioni al planetario; se il cielo sarà sereno, si potranno
fare delle osservazioni al telescopio.
La Luna sarà di un giorno dopo il novilunio. Dato che sarà poco luminosa e che tramonterà molto
presto si potranno vedere tanti oggetti del cielo profondo.
Giove sarà visibile tutta sera nel Leone e vicino si potrà vedere Venere nel Cancro. Saturno sarà
visibile tutta notte nella Bilancia. Mercurio e Marte saranno praticamente non osservabili in quanto in
congiunzione con il Sole.
RECENSIONI - COSMOLOGIA
PIERO ANGELA
TREDICI MILIARDI DI ANNI
Il romanzo dell’Universo e della vita
Mondadori 2015 - Pagine 224 - € 19.00
Peccato che nessun cronista e nessun cameraman abbia potuto
assistere in diretta all'evoluzione dell'Universo e della vita sulla
Terra. Sarebbe stato il più grande reportage della storia. Ma oggi
qualcosa del genere si può fare: tutte le conoscenze e le immagini
che gli scienziati hanno accumulato possono essere rimontate
insieme per diventare un grandioso film, un racconto straordinario
del nostro passato. È proprio quello che cercherà di fare questo
libro: osservare le concatenazioni degli eventi che hanno portato la
nube di gas iniziale a trasformarsi in stelle, pianeti e poi in esseri
viventi, e infine in esseri viventi intelligenti. Sarà un po' come seguire
il racconto di un cronista che, dialogando con un immaginario
interlocutore curioso, ripercorrerà questa fantastica storia,
soffermandosi soprattutto sui passaggi cruciali, sui momenti di svolta che hanno modellato pian piano
l'Universo e che hanno scandito il percorso della vita sulla Terra. Questo percorso, avvincente come
una grande saga, sarà l'occasione per approfondire molte delle conoscenze scientifiche attualmente
a nostra disposizione sugli argomenti più diversi: l'astronomia (il Big Bang, i buchi neri, la formazione
dei pianeti e delle stelle, il destino dell'Universo...), la biologia (la cellula, il DNA, la teoria
dell'evoluzione...), la storia della vita sulla Terra (i primi organismi viventi, i dinosauri, le estinzioni di
massa...), lo sviluppo dell'uomo (dagli ominidi preistorici all' Homo sapiens).
Piero Angela rende i misteri della scienza meno lontani da noi, più accessibili. E lo fa anche con 13
miliardi di anni, una storia dell’universo e della vita, raccontata con tutte le scoperte avvenute negli
ultimi anni. Il presentatore, scrittore e scienziato ci porta per mano a fare un viaggio: quello
dall’esplosione iniziale fino al mondo moderno, attraverso delle semplici tappe.
Tanti sono ancora i segreti di ciò che ci circonda, e ciò che viviamo e vediamo, e se ci soffermiamo a
guardare le stelle in una notte d’estate quello che percepiamo è una sensazione di serenità e pace. In
realtà nell’universo accadono continuamente fenomeni molto violenti, tra esplosioni e scontri. Gli
astrofisici finalmente hanno capito che quello che accade è incredibile tra stelle cannibali, collassi,
buchi neri e scontri di galassie. Quello che ci svela Piero Angela è un cosmo ancora più affascinante
di quello che immaginavamo e ce lo racconta come un romanzo, come una storia, la più grande e
affascinante mai esistita, quella che ci spiega perché siamo qui, in questo mondo. 13 miliardi di anni
si focalizza soprattutto sulla terra, il nostro pianeta, e ci dice come è nata e come mai è diventata un
luogo abitato rispetto ad altri pianeti, apparentemente più accoglienti. E come mai esistono così tante
specie animali, tra cui l’uomo? Cosa rende la terra un luogo così adatto al proliferare di tanta varietà?
Tutti i dubbi che avevamo verranno spazzati via da un racconto magico e semplice, ma che non
lascia mai spazio alla banalità, anzi riconduce sempre a ricchi dettagli scientifici. Oggi l’uomo esplora
lo spazio grazie alla sua intelligenza e alla tecnologia, ma tutto è partito 13 miliardi di anni fa. Un inizio
stellare.
(a cura di Silvano Minuto)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
Cattedrale di Strasburgo
Orologio Astronomico
(continuazione dal bollettino n, 364|
1) Il quadrante del tempo medio, provvisto di due paia di lancette; quella dorata indica il tempo medio
astronomico del meridiano di Strasburgo, l’altra, argentata, indica l’ora legale pubblica.
2) La lancetta solare indica il tempo vero, dovuto al movimento apparente e irregolare del Sole intorno
alla Terra; l’emisfero boreale terrestre è rappresentato da un disco convesso che occupa il centro del quadrante.
3) La lancetta lunare rappresenta il movimento apparente e irregolare della Luna attorno alla Terra; ha
sulla punta una piccola sfera lunare mezza nera e mezza dorata, che descrive, oltre al movimento di
rivoluzione, un movimento di rotazione su se stesa, in modo da rappresentare le fasi; inoltre questa
lancetta si allunga e accorcia automaticamente, secondo la latitudine della Luna in rapporto
all’eclittica, per rappresentare meccanicamente le eclissi solari e lunari, insieme alla lancetta del Sole.
4) Due lancette che si spostano simmetricamente, indicano il sorgere e il tramontare del Sole in tempo vero.
5) La sfera celeste, di 84 cm di diametro, sulla quale sono riprodotte circa 5.000 stelle, riproduce il
movimento diurno del cielo stellato e compie anche il movimento di precessione degli equinozi, il cui
periodo è di circa 25.806 anni.
6) Quadrante di forma anulare, sul quale la lancetta fissata sull’asse del glo-bo celeste indica il tempo siderale.
7) I meccanismi delle equazioni solari e lunari che realizzano l’accelerazione o il rallentamento del
movimento delle lancette solare e lunare.
8) il computo ecclesiastico che indica l’anno, il ciclo solare, il numero d’oro, l’indizione, la lettera
domenicale e le epatte. Questi dati sono evidenziati auto-maticamente, secondo la regola gregoriana,
durante la notte del 31 dicembre.
9) Il calendario civile, che ha la forma di una corona circolare (di 2,75 m di diametro) indica i mesi, le
date, le lettere domenicali, i nomi dei santi, le feste mobili e quelle fisse. A sinistra del calendario una
statua di Apollo indica, per mezzo di una freccia, il giorno corrente, durante gli anni ordinari il
calendario conta 365 giorni; l’inserimento del 29 febbraio negli anni bisestili regolari e se-colari,
nonché la sistemazione delle feste mobili sulle rispettive date, secondo la regola gregoriana,
avvengono automaticamente, nella notte del 31 dicembre. A destra del calendario vi è una statua di
Diana, come pendant di Apollo (fig. n 7).
10) Il planetario, il cui centro è occupato da un disco solare, attorno al quale i sei pianeti principali
descrivono le loro rivoluzioni nei periodi corrispondenti a quelli dei veri pianeti: Mercurio, Venere, Terra
(accompagnata dalla Luna), Marte, Giove e Saturno; sul bordo esterno sono rappresentati i dodici
segni dello zodiaco, che così permettono di conoscere le costellazioni nelle quali si trovano questi
corpi celesti. Il fondo blu del planetario misura 2,20 m di diametro (fig. n.8).
Continua
A cura di Salvatore Trani
CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE
CASSIOPEIA
Alfa – Schedar
A.R. 00h 40 m – D. + 56° 32’
Separazione 64.4” – mag. 2.2 e 8.9 – AP° 280
Alcuni autori segnalano questa stella come una variabile con oscillazioni molto ridotte. Non si hanno
però conferme precise, probabilmente le irregolarità sono di lungo periodo. E’ anche una doppia con
componenti di colore arancione e rosso porpora. Può essere osservata con un buon binocolo o un
piccolo telescopio.
Gamma – AR 00h 57m D + 60° 43’
Variabile irregolare – mag. Da 1.6 a 3.0
Stella variabile irregolare con periodo molto lungo. Di norma la sua luminosità è intorno alla mag. 2.2,
la classe spettrale B0, la superficie caldissima. Può essere seguita ovviamente ad occhio nudo. E’ una
stella in rapida rotazione e con ogni probabilità le variazioni di luminosità sono causate dall’espulsione
di materia dalla zona equatoriale dell’astro che forma dei gusci esterni. Si trova a 613 anni luce di
distanza e brilla come 4000 soli. Gamma Cas è anche una doppia con compagna di magnitudine 10.9
a soli 2.2” di distanza. L’individuazione della compagna è però praticamente impossibile a causa
dell’enorme differenza di luminosità tra le due componenti.
Eta – AR 00h 49m D + 57° 49’
Separazione 12.9” – mag. 3.4 – 7.5 – AP° 317
Stella doppia interessante per il contrasto di colori, giallo e rossastro. Si può osservare anche con un
piccolo strumento. Si trova a soli 19 anni luce da noi e le dimensioni della stella principale sono simili
a quelle del Sole.
Iota – AR 02h 29m D + 67° 24’
Separazione 2.5” – 7.2” * mag. 4.6 – 6.9 – 8.4 * AP° 230-114
Sistema multiplo tra i più belli del cielo. Le stelle più vicine orbitano una intorno all’altra in circa 900
anni. Entrambe sono bianco azzurre. Una terza componente giallastra si trova a 7.2” di distanza.
Abbastanza facili da individuare anche on piccoli telescopi.
R Cassiopeiae
A.R. 23h 58m – D. + 51° 24’
Tipo Mira
m. 4.7 – 13.5 – periodo 430 gg
Stella variabile a lungo periodo, di un
bel colore rosso cupo. La luminosità
passa da magnitudine 4.7 a 14.5 in
430 giorni. Può essere individuata
facilmente nella fase di massimo
splendore, mentre non è facile da
rintracciare al minimo in quanto si
trova in una zona povera di stelle
brillanti.
ASC 8 – Ammasso aperto
Cfr Stock 2
Ngc 103
A.R. 00h 25m – D. + 61° 21’
Dimensioni 5’ mag. 9.8
Tipo ammasso
Ammasso aperto contenente
30 stelle su un campo di 5’.
Le componenti più brillanti
sono di mag. 11, le più deboli
di 18. Visibile con un
binocolo. Si tratta di un
ammasso molto giovane con
età stimata in 38 milioni di
anni.
Ngc 436
A.R. 01h 16m – D. + 58° 49’
Dimensioni 5’ – mag. 8.8
Tipo ammasso
Piccolo ammasso aperto. Contiene 30 stelle le
più luminose raggiungono la mag. 11. Si trova a
meno di 40’ a nord ovest di Ngc 457, e quindi è
possibile eseguire una comparazione tra i due
oggetti
Ngc 457
A.R. 01h 19m – D. + 58° 20’
Dimensioni 13’ – mag. 6.4
Tipo ammasso
Ammasso aperto che si trova a soli 2
gradi a sud della stella Delta Cas.
Contiene 60 stella a partire dalla 9^
magnitudine. Viene soprannominato
“Ammasso civetta o gufo” e questo
per la presenza di due stelle brillanti
nella parte sud est di cui una la Phi
Cas, di mag. 5.0.
Ngc 7635
A.R. 23h 20m – D. + 61° 11’
Dimensioni 16x16’ – mag. 8.5
Tipo nebulosa
Nebulosa planetaria, chiamata “Bubble nebula”.
Per ricercarla ci si può riferire a due stelle di
mag. 7 e 8.7 che si trovano al suo interno. Si può
anche partire da M 52 (NGC 7654) e spostarsi di
35’ verso sud ovest. Per vedere la nebulosa
occorre inquadrare queste stelle e utilizzare il
metodo della visione distolta, naturalmente con
un telescopio adeguato, se possibile utilizzare
dei filtri nebulari e naturalmente occorre avere un
cielo molto buio.
Ngc 7654 (M 52)
A.R. 23h 24m – D. + 61° 35’
Dimensioni 12’ – mag. 6.9
Tipo ammasso
Ammasso aperto. Si trova ai confini
con la costellazione del Cefeo.
Contiene circa 100 stelle a partire dalla
8^ mag. Buona la condensazione
centrale. Oggetto facile e visibile con
un binocolo. Meglio però un piccolo
telescopio
Stock 2
AR 02 h 15 m – Dec + 59° 16’ – 42 x 38’
Si può trovare partendo dal doppio del Perseo (cfr).
Ammasso aperto ricco e molto esteso.
Impressionante con piccole aperture. Questo
bellissimo e colorato ammasso di stelle si trova
appena a nord ovest del doppio ammasso del
Perseo. Per questo motivo non viene quasi mai
osservato
A stella più luminosa è di mag. 7, nel bordo nord
ovest ci sono 11 stelle più luminose della mag. 9
e 40 stelle di mag. 10 oltre a 149 stelle più
brillanti della mag. 13. Alcune nebulosità sono
visibili sullo sfondo, in particolare attorno alla
stella HD 13689. Un altro raggruppamento di
stelle, attorno a HD 14299 che si trova ad Est di
Stock 2 è un altro ammasso aperto denominato
ASCC 8, scoperto nel 2005
DIARIO ASTRONOMICO
Presentazione nel bollettino n. 355 del 21.1.2015
Siamo nel 1910; la cometa di Halley era osservabile fino alla fine di giugno anche se il tempo è stato
cattivo. Si proseguono le osservabile di Mira e in particolare di Saturno con qualche balzo sulla Luna
e su Venere.
Parte 11
1910
6 Agosto 1910. Ben visibili coi maggiori ingrandimenti i solchi di Igino e Ariadeo.
21 Agosto 1910. 10h e 1/4. Oss. di Venere che al cercatore appare come un
finissimo punto luminoso. Le immagini sono agitate, il disco piccolissimo e la
posizione un po' scomoda, si può tuttavia osservare qualche dettaglio. Il
lembo W sembra un po' più oscuro dell’altro. Più. sensibile è l’effetto della
fase che produce un leggero allungamento del pianeta (ingr. 75 diafr. mm 62,
e 125).
25 Agosto 1910. Intorno a 4h. Chiaro di Luna. Osservazione di Saturno.
Immagini mosse, ma a momenti discrete; interessantissima allora
l’osservazione, specialmente con 125 ingr. Con 70, l’immagine è molto
luminosa, e bisogna diaframmare a mm. 51, senza tuttavia ottenere
un’immagine veramente buona. L’anello è molto aperto, ma il suo asse minore è
ancora inferiore al diametro polare del pianeta. La parte inferiore (N.)
dell’anello, per quel tratto che si proietta sul disco, è internamente bordata
da una stretta zona oscura curvilinea. L’agitazione dell’immagine la rende
piuttosto mal visibile; tuttavia sembra essere un dettaglio abbastanza
distinto. Più evidente è la differenza tra i due rami australi, dei quali l’W non
giunge fino al pianeta: si è ancora lontani dall’opposizione, e l’ombra del
pianeta cadendo sugli anelli, produce questa apparenza. Titano è visibile assai
prossimo, a N, un po' ad W.
18 Settembre 1910. 1h 45m - 2h 30m. Oss. di Saturno. Chiaro di Luna.
Immagini buone. Con 125 ingr. è ancora sensibile l’effetto dell’ombra del
globo sull’anello: questo è poi nella parte boreale in cui si proietta sul pianeta
internamente bordato da una sottile linea grigia curva. Con 70 ingr.
l’immagine è troppo luminosa e confusa; necessita quindi diaframmare almeno
a 51 mm. (31 è troppo). L’immagine che se ne ottiene è nitida e ancor molto
luminosa, e lascia scorgere i dettagli osservabili con gli ingrandimenti più
forti, senza però renderne l’evidenza e l’interesse.
Due satelliti sono visibili a distanza all’incirca uguale dal centro del pianeta
dal quale non sono troppo distanti. L’uno è Titano, che dato l’intervallo di 24
giorni fra l’osservazione del 25 agosto e l’attuale, si trova precisamente
all’opposto della posizione allora occupata; S ed E. L’altro satellite più debole,
segue pure il pianeta e si trova presso a poco sul prolungamento dell’asse
maggiore degli anelli: forse Rea in elongazione
26 Settembre 1910. 1h 15m - 1h 50m. Oss. di Saturno. Immagini ancora
abbastanza buone: sempre meravigliosa l’osservazione con 125 ingr. I
dettagli sono del resto quelli già notati. Titano è il solo satellite visibile, a N
un po' ad W: una stella forse un po' più debole brilla più lungi presso a poco
nella stessa direzione.
26 Settembre 1910 - 2h - 2h 20m. Cielo alquanto illuminato dalla Luna
all’ultimo quarto. Oss. di Mira. Questa è notevolmente inferiore a δ Balena,
ma superiore alle tre prossime stellucce. Il suo splendore si avvicina a quello
della 66 ed è forse leggermente superiore (binocolo e cercatore). Al
cannocchiale : tinta rossastra.
26 Settembre 1910. 5h 15m.
Luna all’ultimo quarto, alba
nascente. Oss. di θ Orione. In
ordine: E, C, F, (A, D) G. Oss.
di I e di H
29 Settembre 1910. Oss, di θ
Orione. I è presso a poco
uguale ad H.
29 Settembre 1910. 1h - 1h
40m. Cielo sereno, scuro. Oss.
di Saturno. Sono visibili 2
satelliti,
Titano
e
Rea,
occidentali
entrambi,
ed
entrambi al di sotto del
prolungamento dell’asse maggiore, non avendo ancora raggiunto la massima
elongazione. Saturno e i 2 satelliti si trovano presso a poco sopra una stessa
retta. Il movimento apparente del pianeta si compie attualmente in senso
opposto a quello di Titano ma con velocità sensibilmente uguale, onde la
stelluccia notata il 26 prossima al sistema, occupa ancora la stessa posizione
rispetto a questo satellite. Quanto al pianeta, l’immagine è al solito stupenda,
e quantunque un po' mossa, si scorgono distintamente i due soliti dettagli: si
giunge anzi a percepire la differenza di splendore fra i due anelli (125)(23
ingr. sono insufficienti a mostrare l’anello. Diaframmando a 31 mm., Titano è
appena visibile, ma l’immagine del pianeta divenendo netta si mostra
allungata e rigonfia nella parte centrale).
5 Ottobre 1910. 11h 1/2. Oss. di Saturno. Immagine agitata: il piccolo disco è
tuttavia sembrato ancora leggermente allungato. (75 e 125) Al cercatore
l’astro è appena visibile (Cielo caliginoso, molto illuminato).
6 Ottobre 1910. Oss. di Saturno. Cielo trasparente: l’astro è meglio visibile
nel cercatore, la le immagini sono pessime (75).
7 Ottobre 1910. Nota. (V. le osservazioni di Saturno del 26 e 29 settembre).
La spiegazione data a proposito del singolare spostamento della stelluccia
prossima al pianeta, si rivela ad un più attento esame falsa, compiendosi: il
movimento generale del sistema verso W, ed assai più veloce di quello di
Titano. Il movimento dell’astro in questione è quindi incompatibile coll’ipotesi
di una stella, che nell’intervallo dal 26 al 29 avrebbe dovuto apparire
spostata verso E di quasi una dozzina di m. primi. Tenuto con della posizione
e delle date, si può riconoscere in esso un terzo satellite: Giapeto.
11 Ottobre 1910 0h 35m - 1h. Oss. di Saturno e in specie dei suoi satelliti:
Titano e prossimo al pianeta a N.E. Rea assai debole, e più a S. ma a distanza
presso a poco uguale ed anch’esso nella metà inferiore della sua orbita. Ad W
sono visibili varie stelle, una fra le quali assai discosta dal pianeta e un po' a
S. del prolungamento dell’asse, potrebbe essere Giapeto.
12 Ottobre 1910. =h 10m - 0h 40m. Oss. di Saturno e dei suoi satelliti: Cielo
offuscato: si può usare il cannocchiale con 75 ingr. senza bisogno di
diaframma. Si indovina la differenza di tinta fra gli anelli (125). Quanto ai
satelliti, sebbene nei momenti di maggior trasparenza si sia creduto di
intravedere Rea, non sono visibili che Titano e Giapeto. Il primo è a N. e un
po' ad W del pianeta. Giapeto è la stella notata l’11, e si rivela per il suo
movimento comune al pianeta, che lo trasporta verso un gruppetto di stelle
intorno alla 9^ gr. delle quali la più brillante è doppia.
14 Ottobre 1910. 0h 10m - 0h 45m. Oss. di Saturno: Immagine mediocre.
Titano è ad W abbastanza discosto, e a N; Giapeto, alquanto più debole e più
lungi. Il pianeta ha già quasi raggiunto le stelle notate l’11-12; Giapeto le ha
anzi oltrepassate e tutte sono più di esso vicine al pianeta, per modo che non
conoscendone la posizione sarebbe assai difficile identificarlo.
15 Ottobre 1910. Oss: di Saturno. Cielo non troppo trasparente; chiaro di
Luna. Rea, debole, si trova ad E. e un po' a S.; Titano, ad W, piega
leggermente verso N.; Giapeto è il satellite più discosto, e più degli altri
devia dal prolungamento dell’asse maggiore degli anelli (verso S.). Il sistema
intero entra comodamente nel campo del cannocchiale anche con 125 ingr. I
due satelliti principali sono visibili con 23 ingr., ma non è che con 75 che
appaiono veramente bene; ed anzi per Rea è meglio usarne 125.
16 Ottobre 1910. 0h - 0h 30m. Oss. di Saturno. Immagini cattive, momenti di
nitidezza. Titano è ad W; Giapeto più lontano e un po' australe. E’
notevolmente inferiore a Titano, ma superiore a una prossima che lo segue un po' a S.
16 Ottobre 1910. 23h 40m - 24h. Oss. di Saturno. Cielo sereno: immagine
agitata e alquanto confusa. Chiaro di Luna. Tutti e tre i satelliti sono visibili,
e tutti a W; Rea un po' a N.; Titano, e più sensibilmente Giapeto a S. La
stella che a 0h 30m seguiva Giapeto, è ora a S.W. di Titano a poco più di 1/2’.
Il sistema attraversa attualmente una regione deserta di stelle: quella
prossima a Titano è assai debole, e quelle del gruppo del 12-14 Ottobre sono
ormai discoste, onde i satelliti sono facilmente riconoscibili.
17 Ottobre 1910. 23h 45m - 18 Ott. 0h 10m. Oss: di Saturno. Immagini
cattive; Luna piena . Titano e Giapeto.
26 Ottobre 1910. 23h 5m - 23h 45m. Oss. di Saturno. Immagine assai
mediocre, ma a momenti buona: proiettata su di un fondo oscurissimo,
abbaglia la vista. Tutti i satelliti sono visibili; Titano a S. e ad W; Rea
immersa nell’irradiazione del pianeta ed assai debole, ad E e un po' a S.;
Giapeto (o quello che può ritenersi tale) è più lungi. I tre satelliti si trovano
quasi esattamente sopra una stessa retta che lascia un po' a S. il pianeta.
50 ingr. (diafr. mm. 36) bastano per mostrare i due fori oscuri. A tutta
apertura sono ben distinti i due satelliti più brillanti e più discosti.
2 Novembre 1910- 22h 30m - 23h. Oss. di Saturno. Immagini discrete: anello
simmetrico a sé stesso. Titano è ad W del pianeta e un po' a S. di esso. Una
stelluccia, a S. è forse Giapeto, che sarebbe già passato ad E. del pianeta: si
conferma la sua identità con la stella notata il 26 ottobre, che non è più
visibile mentre le altre stelle vicine permangono. Per quanto più discosto dal
pianeta di Titano, è di questo assai più debole, e peggio visibile del 26.
4 Novembre 1910. 22h 20m - 22h 50m. Oss. di Saturno. Qualità
dell’immagine come d’ordinario, con momenti abbastanza buoni. Rea è ad W. e
leggermente a S., Titano a S.W.; Giapeto più lungi nella stessa direzione.
Sono tutti visibili anche con l’oculare di 75 ingr., ma Giapeto e Rea sono
piccolissimi.
7 Novembre 1910. 22h 15m - 22h 45m. Oss. di Saturno. Titano è discosto ad
E, leggermente S. Due stellucce simili si hanno a S. del pianeta, ed entrambe
ad E. L’orientale di queste due stelle che si trova a S: e più ad E. di Titano,
corrisponderebbe bene alle posizioni di Giapeto se, come sembra, la stella
osservata negli ultimi giorni fosse realmente questo satellite: esso è
debolissimo, e anche per l’impossibilità di più frequenti osservazioni, la sua
identificazione si fa sempre più difficile e incerta. Del resto da qualche
tempo il cielo sembra essere meno trasparente; così attualmente, malgrado
un cielo assai oscuro, l’immagine con 75 ingr. non è più tanto difettosa, e col
diaframma a 51 mm. diviene eccellente. A 22h ½ il cielo si copre di nubi, e per
la loro struttura e la loro velocità lo splendore del pianeta offre una strana
serie di rapide fluttuazioni, ora indebolendosi ed anche scomparendo; ora
ravvivandosi, in un continuo oscillare, come una agitata dal vento. Già prima di
22h 45m, le nubi fattesi più fitte e compatte, pongono fine all’osservazione.
8 Novembre 1910. Dopo 22h 30m le nubi vanno diradandosi e scoprono
Saturno. Titano è ad E; Rea ad W, entrambi molto discosti dal pianeta:
quest’ultima, prossima all’elongazione, è relativamente ben visibile. Le due
stelle a S. (v. 7), sono ora entrambe ad E di Titano.
12 Novembre 1910. 22h - 22h 10m. Oss. di Saturno. Cielo sereno, ma
immagini pessime (ingr. 125) Titano è a N. e a sinistra; Rea è debole, più a S.
un po' più ad W.
12 Novembre 1910. 23h. Malgrado il chiaro di Luna (età g. 10.9), si può
vedere che lo splendore di Mira è disceso al di sotto delle prossime stellucce
del quadrilatero; almeno della boreale e dell’occidentale delle australi, che
sono le più brillanti. (cercatore).
13 Novembre 1910. 22h 15m - 22h 30m. Oss. di Saturno. L’osservazione è
assai migliore di quella del 12, per quanto contrastata dalle nubi. Titano è
nella parte W dell’orbita, ma ancor molto a S. Rea, assai più debole, e più
vicina al pianeta, pure a W., ma al di sopra del prolungamento dell’asse
maggiore degli anelli.
LA PRIMA PERIODICA: LA 1P/HALLEY
Tutto nasce dal ricordo della mia prima osservazione della Cometa di Halley, sono già passati
trent’anni da quando osservai la Halley di magnitudine visuale 6.8, da Milano, era la sera del 14
novembre 1985.
Edmond Halley (1656-1742) osservò la cometa del 1682 nel mese di settembre ad occhio nudo di
quinta magnitudine, che si proiettava nella costellazione della Chioma di Berenice. Sempre Halley
calcolò gli elementi orbitali di questa cometa con l’approssimazione parabolica insegnata da Isaac
Newton (1642-1727 ); si precisa che queste date sono secondo il Vecchio Stile in quanto nel Regno
Unito era in vigore ancora il calendario Giuliano.
Ma non si fermò qui, perché Halley calcolò gli elementi di altre comete, e confrontandoli tra di loro
cominciò a sospettare che la cometa del 1682 fosse già apparsa in cielo, ma per confermare questo
erano necessarie altre osservazioni e chiese la collaborazione di Newton.
Nel 1705 presentò alla Royal Society la sua “Astronomiae Cometicae Synopsis” che venne pubblicata
sulle Philosophical Transactions. Era composta di 20 pagine, delle quali quasi la metà comprendenti
tavole ed esempi di calcolo, ed era frutto di una prodigiosa quantità di calcoli. Così Halley ricavò gli
elementi orbitali di 24 comete apparse tra il 1337 ed il 1682.
Il sospetto che aveva avuto si mostrò ben fondato, la cometa del 1682 doveva essere apparsa altre
volte, si persuase che la cometa del 1531 , osservata da Pietro Appiano (1459-1552), fosse la stessa
descritta da Johannes Keplero (1571-1630) e da Cristiano Longomontano (1562-1647), questi ultimi
due allievi di Tycho Brahe (1546-1601), nell’anno 1607. Rilevante fu la conferma della similitudine
degli elementi orbitali di queste tre comete. Apparizioni che avvengo, inoltre, con un periodo molto
prossimo ai 76 anni.
Infine , considerando anche la cometa del 1456, fece la previsione, molto fiducioso, che questa
cometa sarebbe ritornata nel 1758, e concluse la sua previsione con le seguenti parole: “Quindi se
dovesse ritornare con la nostra predizione, intorno all’anno 1758, la posterità imparziale non rifiuterà
di riconoscere che questo fu scoperto per la prima volta da un Inglese”.
E così fu. Anticipando tutti i cacciatori di comete del tempo, compreso il famoso scopritore francese di
comete Charles Messier (1730-1817), nella notte di Natale del 1758, Johann G. Palitzsch (17231788), agricoltore e astronomo dilettante, scopri questa cometa con il telescopio nei pressi di Dresda
in Sassonia. Ed ora, nella catalogazione ufficiale delle comete di sempre, questa affascinante cometa
che i nostri posteri rivedranno attorno al 2061, è stata giustamente chiamata “1P/Halley“.
Confermando così il desiderio di Halley, e per la storia il numero 1, sta ad indicare che è stata la
prima cometa ad essere riconosciuta come periodica
URANIO
FLY ME TO THE MOON
Il cratere Goclenius
Nella parte orientale del Mare Fecunditatis possiamo osservare il cratere "Goclenius", una formazione
circolare abbastanza danneggiata di 56Km con versanti poco scoscesi su cui si trovano Rimae
Goclenius a nord-ovest e la montagna Goclenius Epsilon a nord-est. Sulle pareti poco elevate si
trovano Goclenius B a nord e un cratere a forma di ferro di cavallo a sud-ovest. Nel fondo piatto ed
esteso piccoli solchi e una montagna decentrata. La sua formazione risale al periodo Nectariano (da 3.92 miliardi di anni a -3.85 miliardi di anni). Il periodo migliore per la sua osservazione è 4 giorni dopo
la Luna nuova oppure 3 giorni dopo la Luna piena.
Alcuni dati:
•
Longitudine: 45.031° East
•
Latitudine: 10.050° South
•
Faccia: Nearside
•
Quadrante: Sud-Est
•
Area: Parte Orientale del Mare Fecunditatis
Origine del nome:
•
Dettagli: Rudolf Gockel
•
Medico e fisico tedesco del 16° secolo nato in Germania
•
Nato nel 1572
•
Morto nel 1621
•
Autore del nome: Riccioli (1651)
•
Nome dato da Riccioli: Goclenius Nella foto una ripresa amatoriale del cratere "Goclenius". Lo
strumento minimo per poter osservare questo cratere è un rifrattore da 60mm.
Nella foto una ripresa amatoriale del cratere "Goclenius". Lo strumento minimo per poter osservare
questo cratere è un rifrattore da 60mm.
Davide Crespi
GIUSEPPE SCALA
(Noto, 1556 – Sabbioneta, 1585) è stato un medico, filosofo, matematico e astronomo italiano.
Giuseppe Scala, insieme a Giuseppe Moleti da Messina, fu
uno dei due studiosi che parteciparono, nel 1582, alla
commissione dei cinque dotti creata da papa Gregorio XIII
per la riforma del calendario. Chiamato dall'Università di
Padova per insegnare matematica, fu costretto a rifiutare per
le sue precarie condizioni di salute. Morì, infatti, giovanissimo
a soli ventinove anni.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo:
L'Efemeridi del mag.co et eccel.te sig. Gioseppe Scala
Siciliano, per anni dodici, le quali cominciano dall'anno di
Christo nostro Sig. 1589. & finiscono nel fine di dicembre
dell'anno 1600. ... Alle quali sono aggiunti i canoni, ò
introduttioni dell'efemeridi dell'eccell. sig. Gioseppe Moleto
matematico et dal detto signor Gioseppe Scala ridotto all'uso
delle presenti efemeridi, In Venetia: appresso i Giunti, 1589.
(Ephemerides Iosephi Scalae Siculi Noetini art. et med. doc.
ad annos duodecim, incipientes ab anno Domini 1589).
Vnà cum introductionibus ephemeridum excel. d. Iosephi Moletii mathematici. Ab eodem d. Iosepho
Scala, ad vsum suarum, restitutis. Venetiis: Lucantonio Giunta il giovane, 1589)
INAUGURAZIONE DEL NUOVA TELESCOPIO
Dopo trent’anni di onorata carriera ed aver regalato emozioni a migliaia di visitatori del centro
astronomico di Suno, l’ormai anziano telescopio da 0,4m è stato (temporaneamente) collocato a
riposo.
A rimpiazzarlo, un nuovo sistema con specchio da 0,61m con focale aperta f3,6 installato il 1° marzo
scorso.
Il nuovo strumento dispone di un moderno sistema di osservazione con ben 4 porta oculari sistemati
a 90° uno dall’altro. Uno permette il posizionamento permanente di una fotocamera e gli altri 3
agevoleranno le osservazioni dirette.
La calibrazione delle ottiche in un sistema a quattro oculari è molto delicata e ha richiesto un lungo
lavoro di allineamento portato a termine con pazienza certosina da alcuni soci.
Il primo fuoco e le riprese successive hanno consentito di verificare le ottime qualità delle ottiche e la
perfezione dell’intubamento meccanico che presenta delle caratteristiche veramente all’avanguardia.
Le possibilità del nuovo strumento sono veramente notevoli e non mancheranno di soddisfare la
voglia dei soci di proseguire nelle ricerche astronomiche.
E’ quindi giunto il momento di presentare la nuova realizzazione al pubblico. L’inaugurazione ufficiale
si terrà il 4 luglio 2015 (naturalmente presso la sede dell’Osservatorio) con il seguente programma:
Ritrovo in Osservatorio alle ore 16.00
Discorso introduttivo del Presidente e delle Autorità presenti
Benedizione del nuovo strumento
Rinfresco
Quindi accesso alla cupola dove verranno illustrate le caratteristiche della nuova installazione
Contemporanea visita al Planetario con proiezioni
Alla sera osservazione al telescopio e illustrazione delle caratteristiche della sfera celeste.
Ai bambini verranno consegnati dei palloncini colorati e altri gadget.
Contiamo sulla partecipazione dei Soci, appassionati e amici.
IMMAGINI DI MARCO PELASCO
Foto di Saturno Giove e Venere del 02/06/2015 fatte con un rifrattore Polarex del 1972 76 mm 1200
focale a dimostrazione come con le nuove webcam tipo le QHY5LII sia possibile dare nuova vita ai
telescopi "Vintage"
Tra poco, in occasione della dichiarazione dei redditi, si dovrà scegliere a chi
destinare il 5 per mille.
Sottoscrivendo il cinque per mille a favore dell’Osservatorio, ci permette di
ammodernare ed ampliare la struttura e di migliore le prestazioni in particolar modo
nel campo della divulgazione e della ricerca.
APAN - Associazione Provinciale Astrofili Novaresi – Onlus
C.F. osservatorio 00437210032
Casella sostegno del volontariato
OSSERVATORIO DI SUNO
Le coordinate dell’osservatorio sono: 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est
Hanno collaborato:
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Davide Crespi
Corrado Pidò
Sandro Baroni
Marco Pel asco
Vittorio Sacco