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SOSTENIBILITA'

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LAVORO SVILUPPO SOSTENIBILE
Realizzare la seguente consegna:
1) Cercare e riportare il concetto di sviluppo sostenibile.
2) Indicare alcune buone pratiche da mettere in atto per garantire uno sviluppo sostenibile.
3) Riportare le definizioni di prodotti: DOP, IGP, STG.
1) Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo economico e sociale compatibile con l'equità sociale, la
tutela ambientale e i diritti delle future generazioni.
La prima definizione di sviluppo sostenibile venne sostenuta nel 1987 nel rapporto Our Common Future,
meglio conosciuto come Rapporto Brundtland dal nome del presidente della commissione.
2) Le buone pratiche da mettere in atto per garantire uno sviluppo sostenibile sono:
• FUSIONE NUCLEARE: Si cerca di riprodurre e controllare artificialmente il processo di combustione che
avviene sul sole e sulle altre stelle.
• ENERGIA GEOTERMICA: Fuoriesce dal terreno sotto forma di acqua calda o di vapore acqueo e che può
essere impiegata per il riscaldamento e per la produzione di elettricità.
• ENERGIA DEL VENTO: Si può trasformare direttamente in elettricità con dei mulini a vento.
• ENERGIA DEL SOLE: Può essere catturata con le celle fotovoltaiche (le stesse delle calcolatrici solari) che la
trasformano direttamente in elettricità; o con i pannelli solari che la utilizzano per riscaldare l'acqua degli impianti
domestici di riscaldamento.
• CENTRALI DI COOGENERAZIONE: Che sfruttano il calore residuo per ricavare altra energia elettrica.
• ISOLAMENTO TERMICO TEMPERATURA: Si mantenga attorno ai 18° -20°.
• VETRI: Doppi o speciali pellicole protettive.
• COSTRUZIONE: Pareti, solai e tetti isolanti.
• ILLUMINAZIONE SOSTITUIRE: Le normali lampadine ad incandescenza con quelle compatte fluorescenti.
Queste lampadine non solo fanno risparmiare l'80% dell'energia, ma hanno una durata otto volte maggiore.
• DIMINUIRE: Il numero delle lampadine ed aumentando leggermente la potenza di ciascuna .
• COMBUSTIONE: Migliorarla con l'impiego dell'elettronica.
• IDROCLOROFLUOROCARBURI: Utilizzarli in alternativa ai CFC. Esse sono più efficienti ma hanno un costo
maggiore.
• FINANZIARE LA RICERCA: Ed estendere la rete di monitoraggio.
• POLITICA ENERGETICA: Che assicuri una maggior efficienza e consenta una crescita economica.
• ARRESTARE LA DEFORESTAZIONE: Studiare delle tecniche per aumentare la produttività delle foreste
nelle zone temperate.
• BIOMASSA: (materiale biologico come trucioli, segatura) Può essere usato come combustibile al posto del petrolio
e del carbone.
• TRASPORTI MATERIALI: Impiegare quelli ceramici nei motori.
COSA POSSO FARE IO PER RIDURRE L'EFFETTO SERRA? Ecco cosa possiamo fare noi nel nostro
piccolo per limitare le emissioni:
1. VIAGGIARE IN QUANTO POSSIBILE IN MODO SOSTENIBILE: il traffico urbano è infatti uno dei
primari responsabili del riscaldamento globale. Limitare l’utilizzo dell’auto è un buon inizio per partecipare a salvare
il pianeta.
2. TENERE BENE LA PROPRIA AUTO: una macchina efficiente limita di sicuro la produzione di gas serra,
maggiori se l’auto funziona male. Curiamoci di gonfiare i pneumatici, controllare l’olio, fare rifornimento quando le
temperature sono basse (per evitare l’evaporazione di carburante), non lasciare l’auto accesa quando in sosta.
3. Usare quanto possibile i MEZZI PUBBLICI o viaggiare in più persone o andare a piedi.
4. Utilizzare la BICICLETTA almeno per i brevi spostamenti, fa bene alla salute tua e quella dell’ambiente.
5. RIDURRE IL CONSUMO ENERGETICO A CASA: scegliere elettrodomestici con basso consumo
energetico
6. RISPARMIARE ENERGIA ELETTRICA: spegnere le luci se non serve, spegnere del tutto gli
elettrodomestici, non lasciandoli in standby.
7. CAMBIARE ABITUDINI ALIMENTARI: limitando il consumo di carne a solo un paio di giorni alla
settimana. L’allevamento di bestiame costa energia e il settore agricolo produce molti gas serra.
8. MODIFICA I CONSUMI: acquista prodotti a Km 0. Il trasporto dei prodotti costa grandi quantità di emissioni
di gas.
9. RICICLARE e riutilizzare confezioni e contenitori, può ridurre l’impatto ambientale. Fai quindi la raccolta
differenziata.
3) Definizioni di DOP, IGP, STG:
DOP Denominazione di Origine Protetta, è il marchio di tutela giuridica della denominazione che l’Unione
europea attribuisce agli alimenti con caratteristiche qualitative che dipendono essenzialmente o esclusivamente dal
territorio in cui sono stati prodotti. Affinché un prodotto sia DOP, le fasi di produzione, trasformazione ed
elaborazione devono avvenire in un’area geografica delimitata. Chi fa prodotti DOP deve attenersi alle rigide regole
produttive stabilite nel disciplinare di produzione, e il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di
controllo. I colori del marchio sono il giallo e il rosso.
IGP Indicazione Geografica Protetta, è il marchio di origine che l’Unione europea attribuisce ai prodotti agricoli e
alimentari che hanno una determinata qualità, una reputazione o un’altara caratteristica collegata all’origine
geografica, e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un’area geografica determinata. Chi
produce IGP deve attenersi alle rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione, e il rispetto di tali
regole è garantito da uno specifico organismo di controllo. I colori del marchio sono il giallo e il blu.
STG Specialità Tradizionale Garantita non fa riferimento a un’origine ma ha l’obiettivo di valorizzare una
composizione tradizionale del prodotto o un metodo di produzione tradizionale. I colori del relativo marchio sono il
giallo e il blu. In questo gruppo troviamo solo la mozzarella e la pizza napoletana .
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