Programma a.s. 2012/2013 Marcon Cristina Materia: Scienze Classe: 3 BSA Docente: Traguardi formativi Indicatori Capitolo 0 Le proprietà dello stato gassoso 1a. Spiegare il comportamento macroscopico dei gas sulla base della loro natura particellare 1c. Indicare come la teoria cineticomolecolare spiega le leggi dei gas 2a. Descrivere le osservazioni sperimentali che hanno condotto alla formulazione delle leggi dei gas Capitolo 1 Traguardi formativi - Descrive il modello particellare di un gas e lo sa mettere in relazione il concetto di pressione - Mette in relazione l’energia cinetica media della particelle di un gas con la sua temperatura - Spiega il comportamento dei gas ideali in funzione delle variazione di pressione, volume e temperatura -conosce e risolve semplici problemi sulle leggi dei gas Indicatori 1a. Essere consapevole della differenza tra quantità di materia e quantità di sostanza 1c. Comprendere la relazione tra composizione percentuale in massa e composizione atomica di un composto - Utilizza correttamente le unità di misura - Sa spiegare i rapporti di combinazione tra volumi di aeriformi - Comprende che il simbolismo delle formule ha una corrispondenza con grandezze macroscopiche Traguardi formativi 2a. Determinare la massa molare di una sostanza nota la formula 2b. Utilizzare il concetto di mole per convertire la massa/il volume di una sostanza o il numero di particelle elementari in moli e viceversa 2c. Determinare la formula empirica e molecolare di un composto Indicatori - Utilizza la tabella delle masse atomiche per determinare le masse molecolare/peso formula e molare di una sostanza - Applica le relazioni stechiometriche che permettono il passaggio dal mondo macroscopico al mondo microscopico - Esegue calcoli con cui determinare la formula minima/molecolare o la composizione percentuale Traguardi formativi Indicatori La quantità chimica: la mole Capitolo 1 La quantità chimica: la mole Capitolo 2 Le particelle dell’atomo 1a. Comprendere come prove sperimentali abbiano determinato il passaggio dal modello atomico di Thomson a quello di Rutherford 1b. Spiegare come la composizione del nucleo determina l’identità chimica dell’atomo c. Spiegare come il diverso numero di neutroni, per un dato elemento, influenza la massa atomica relativa - Individua i punti di forza e le criticità del modello di Rutherford - Utilizza Z e A per stabilire quanti nucleoni ed elettroni siano presenti nell’atomo di una determinata specie atomica e viceversa - Determina la massa atomica come valore medio in funzione della composizione isotopica dell’elemento Traguardi formativi Indicatori Le particelle dell’atomo 2a. Descrivere le principali trasformazioni del nucleo correlandole al diverso contenuto di nucleoni 2b. Interpretare la legge del decadimento radioattivo 2c. Descrivere le reazioni nucleari di maggiore interesse per la produzione di energia - Valuta in maniera corretta la misura, gli effetti e le applicazioni delle radiazioni - Correla il tempo di dimezzamento di un isotopo al suo utilizzo e a eventuali problemi di smaltimento Capitolo 3 Traguardi formativi Indicatori Capitolo 2 La struttura dell’atomo 1a. Distinguere tra comportamento ondulatorio e corpuscolare della radiazione elettromagnetica 1b. Riconoscere che il modello atomico di Bohr ha come fondamento sperimentale l’analisi spettroscopica della radiazione emessa dagli atomi 1c. Comprendere come la teoria di de Broglie e il principio di indeterminazione siano alla base di una concezione probabilistica della materia Traguardi formativi Capitolo 3 La struttura dell’atomo Capitolo 4 Il sistema periodico 2b. Essere consapevole dell’esistenza di livelli e sottolivelli energetici e della loro disposizione in ordine di energia crescente verso l’esterno 2c. Utilizzare la simbologia specifica e le regole di riempimento degli orbitali per la scrittura delle configurazioni elettroniche di tutti gli atomi - Illustra la relazione di de Broglie e il principio di Heisenberg Indicatori - Utilizza i numeri quantici per descrivere gli elettroni di un atomo - Attribuisce a ogni corretta terna di numeri quantici il corrispondente orbitale - Scrive la configurazione degli atomi polielettronici in base al principio di Aufbau, di Pauli e alla regola di Hund Traguardi formativi Indicatori 1a. Descrivere le principali proprietà di metalli, semimetalli e non metalli 1b. Individuare la posizione delle varie famiglie di elementi nella tavola periodica 1c. Spiegare la relazione fra Z, struttura elettronica e posizione degli elementi sulla tavola periodica - Classifica un elemento sulla base delle sue principali proprietà - Classifica un elemento in base alla posizione che occupa nella tavola periodica - Classifica un elemento in base alla sua struttura elettronica 2a. Comprendere che la legge della periodicità è stata strumento sia di classificazione sia di predizione di elementi 2b. Discutere lo sviluppo storico del concetto di periodicità 2c. Spiegare gli andamenti delle proprietà periodiche degli elementi nei gruppi e nei periodi - Descrive come Mendeleev arrivò a ordinare gli elementi - Mette a confronto i criteri di classificazione del XIX secolo con l’ordinamento in base a Z crescente - Mette in relazione la struttura elettronica, la posizione degli elementi e le loro proprietà periodiche Traguardi formativi 1a. Distinguere e confrontare i diversi legami chimici (ionico, covalente, metallico) I legami chimici 1b. Stabilire in base alla configurazione elettronica esterna il numero e il tipo di legami che un atomo può formare 1c. Definire la natura di un legame sulla base della differenza di elettronegatività Capitolo 5 Traguardi formativi 2a. Descrivere le proprietà osservabili dei materiali, sulla base della loro struttura Capitolo 5 microscopica 2b. Prevedere, in base alla posizione nella I legami chimici tavola periodica, il tipo di legame che si può formare tra due atomi. 2c. Prevedere, in base alla teoria VSEPR, la geometria di semplici molecole Capitolo 6 - Interpreta il concetto di quantizzazione dell’energia e le transizioni elettroniche nell’atomo secondo il modello di Bohr Traguardi formativi Indicatori - Riconosce il tipo di legame esistente tra gli atomi, data la formula di alcuni composti - Scrive la struttura di Lewis di semplici specie chimiche che si formano per combinazione dei primi 20 elementi - Individua le cariche parziali in un legame covalente polare Indicatori - Formula ipotesi, a partire dalle proprietà fisiche, sulla struttura microscopica di alcune semplici specie chimiche - Utilizza la tavola periodica per prevedere la formazione di specie chimiche e la loro natura - Spiega la geometria assunta da una molecola nello spazio in base al numero di coppie solitarie e di legame dell’atomo centrale Indicatori Le nuove teorie del legame 1a. Comprendere il concetto di risonanza 1b. Spiegare la teoria del legame di valenza e l’ibridazione degli orbitali atomici 1c. Comprendere i diagrammi di energia degli orbitali molecolari - Scrive le formule limite di una determinata struttura chimica - Utilizza il modello dell’ibridazione degli orbitali per prevedere la geometria di una molecola e viceversa 2a. Utilizzare le diverse teorie sui legami chimici per spiegare le proprietà e le strutture delle molecole 2b. Aver compreso il concetto di modello in ambito scientifico 2c. Aver compreso l’evoluzione storica dei modelli riguardanti la formazione dei legami chimici - Individua i casi limite in cui la teoria di Lewis non è in grado di spiegare dati sperimentali e propone adeguati correttivi - Attribuisce il corretto significato alle diverse teorie di legame - È in grado di individuare punti di forza e punti di debolezza delle diverse teorie di legame Capitolo 7 Traguardi formativi Le forze intermolecolari e gli stati condensati della materia 1a. Individuare se una molecola è polare o apolare, dopo averne determinato la geometria in base al modello VSEPR 1b. Correlare le forze che si stabiliscono tra le molecole alla loro eventuale miscibilità 1c. Correlare le proprietà fisiche dei solidi e dei liquidi alle interazioni interatomiche e intermolecolari [ Indicatori - Stabilisce la polarità di una molecola sulla base delle differenze di elettronegatività e della geometria - Spiega la miscibilità di due o più sostanze in base alla natura delle forze intermolecolari - Mette in relazione le proprietà fisiche delle sostanze alle forze di legame Traguardi formativi Capitolo 7 Le forze intermolecolari e gli stati condensati della materia Capitolo 9 Le proprietà delle soluzioni 2a. Prevedere la miscibilità di due sostanze tra loro 2b. Comprendere l’importanza del legame a idrogeno in natura 2c. Comprendere come la diversa natura delle forze interatomiche e intermolecolari determini stati di aggregazione diversi a parità di temperatura Indicatori - Prende in esame le interazioni fra le molecole per stabilire se due sostanze sono miscibili - Giustifica le proprietà fisiche dell’acqua, la struttura delle proteine e di altre molecole in base alla presenza del legame a idrogeno -Riconduce a un modello il comportamento dello stato solido e dello stato liquido Traguardi formativi Indicatori 1a Interpretare i processi di dissoluzione in base alle forze intermolecolari che si possono stabilire tra le particelle di soluto e di solvente 1b. Organizzare dati e applicare il concetto di concentrazione e di proprietà colligative - Riconosce la natura del soluto in base a prove di conducibilità elettrica - Determina la massa molare di un soluto a partire da valori delle proprietà colligative 2a. Conoscere i vari modi di esprimere le concentrazioni delle soluzioni 2b. Comprendere le proprietà colligative delle soluzioni - - Utilizza il concetto di pressione osmotica per spiegare la necessità di un ambiente ipertonico al fine di impedire la decomposizione batterica dei cibi Capitolo B1 TRAGUARDI La fotosintesi e la respirazione cellulare INDICATORI CONTENUTI ◗ Collegare la fotosintesi alla produzione di materia organica. ◗ Definire gli organismi autotrofi distinguendoli dagli eterotrofi. ◗ Descrivere i principali pigmenti foto sintetizzanti. ◗ Descrivere la struttura di una foglia e del La fotosintesi immagazzina energia e rilascia ossigeno La fotosintesi. Gli organismi autotrofi. I pigmenti fotosintetici. La struttura della foglia, il FORMATIVI ◗ Comprendere che la fotosintesi è il processo che alimenta la biosfera di energia disponibile per i viventi perché è in grado di costruire molecole organiche a partire da molecole inorganiche. cloroplasto. ◗ Mettere in relazione gli elettroni emessi dalla clorofilla eccitata dalla luce con la produzione di ATP. ◗ Evidenziare che l’ossigeno liberato dalla fotosintesi proviene dalla molecola di acqua. ◗ Suddividere la fotosintesi in fase luminosa e ciclo di Calvin. ◗ Mettere in relazione il percorso non ciclico degli elettroni durante le reazioni luminose con la produzione di ATP e di NADPH. ◗ Spiegare in che modo la membrana del tilacoide partecipa alla produzione di ATP e NADPH. cloroplasto. Il ruolo della luce nella fotosintesi. La sintesi dell’ATP. L’ossigeno liberato dalla fotosintesi. Le due fasi della fotosintesi. Il percorso degli elettroni durante la fase luminosa. Il ruolo svolto dalla membrana del tilacoide: la catena di trasporto degli elettroni e la chemiosmosi. ◗ Comprendere come l’energia contenuta le molecole di ATP e NADPH prodotte durante la fase luminosa sono utilizzate nel ciclo di Calvin per sintetizzare materia organica. ◗ Descrivere il ciclo di Calvin mettendo in relazione i prodotti della fase luminosa con la riduzione del CO2. ◗ Evidenziare il ruolo dell’enzima rubisco e del ribulosio bifosfato. ◗ Identificare nel glucosio e nella gliceraldeide tre fosfato (G3P) le molecole chiave del metabolismo degli organismi autotrofi. ◗ Spiegare in che modo l’attività fotosintetica contrasta l’effetto serra. Il ciclo di Calvin produce carboidrati La fissazione del CO2. L’enzima rubisco. La riduzione del CO2. La rigenerazione del ribulosio bifosfato. La sintesi delle altre molecole organiche a partire dal glucosio. Le foreste tropicali e l’effetto serra. ◗ Comprendere che attraverso la respirazione cellulare la cellula trasferisce l’energia dalle biomolecole, in particolare dagli zuccheri, all’ATP. ◗ Scrivere la reazione generale di demolizione del glucosio in presenza di ossigeno. ◗ Spiegare il ruolo dei coenzimi NAD+ e il FAD. ◗ Identificare nella glicolisi la prima fase della demolizione del glucosio. ◗ Illustrare le due vie che può prendere il piruvato in presenza e in assenza di ossigeno. ◗ Elencare le tre fasi in cui può essere suddivisa la respirazione cellulare. La demolizione del glucosio libera energia L’ossidazione del glucosio. Il NAD+ e il FAD. La glicolisi. Il destino aerobico e quello anaerobico del piruvato. Le tre fasi della respirazione cellulare: la reazione preparatoria, il ciclo di Krebs e la catena di trasporto degli elettroni. ◗ Comprendere in che modo e in che misura le diverse tappe della demolizione del glucosio contribuiscono a rifornire la cellula di energia utilizzabile per svolgere le proprie funzioni. ◗ Riassumere le reazioni della glicolisi collocandole nel citoplasma della cellula. La respirazione cellulare produce diossido di carbonio e acqua Le fasi della glicolisi. La reazione preparatoria. Il ciclo di Krebs. La formazione dell’acetil-CoA. Le tappe del ciclo di Krebs. La produzione di CO2. La catena di trasporto degli elettroni. Il ruolo svolto dalle membrane mitocondriali nella produzione di ATP tramite chemiosmosi. Il bilancio energetico dell’ossidazione del glucosio. ◗ Comprendere che le nostre cellule quando si trovano in difficoltà perché carenti di ossigeno mettono in atto una strategia alternativa ◗ Distinguere la fase preparatoria da quella di recupero energetico. ◗ Spiegare il processo di fosforilazione a livello di substrato che porta alla formazione di ATP durante la glicolisi. ◗ Spiegare come si forma l’acetil-CoA. ◗ Individuare nei mitocondri la sede del ciclo di Krebs. ◗ Analizzare le tappe fondamentali del ciclo di Krebs evidenziando quelle esoergoniche. ◗ Mettere in evidenza che al termine del ciclo di Krebs l’ossidazione del glucosio è completa. ◗ Mettere in relazione la discesa degli elettroni lungo la catena di trasporto e il processo chemiosmotico. ◗ Seguire il calcolo del guadagno energetico complessivo che si ottiene al termine dalla demolizione completa di una molecola di glucosio. ◗ Spiegare i vantaggi della fermentazione in carenza di ossigeno. ◗ Identificare nella rigenerazione del NAD+ lo scopo della fermentazione. ◗ Distinguere la fermentazione alcolica da quella La fermentazione è una via metabolica alternativa I pro e i contro della fermentazione. La rigenerazione del NAD+. La fermentazione alcolica e la d’emergenza per continuare a ricavare energia dagli zuccheri. lattica. ◗ Elencare alcuni prodotti alimentari ottenuti con il processo fermentativo controllato. fermentazione lattica. Le applicazioni pratiche fermentazione. ◗ Comprendere la complessità del metabolismo cellulare e l’importanza dei punti chiave in cui degradazione e sintesi di biomolecole si incontrano. ◗ Distinguere il metabolismo cellulare in catabolismo e anabolismo. ◗ Individuare i diversi tipi di biomolecole degradate dalla cellula per ottenere energia. ◗ Identificare nell’acetil-CoA il prodotto intermedio attraverso cui tutte le vie cataboliche confluiscono nel ciclo di Krebs. ◗ Spiegare cosa s’intende per anabolismo e quali molecole sono utilizzate come materia prima per la sintesi di altre biomolecole. Le diverse vie metaboliche hanno punti chiave comuni. Il metabolismo cellulare. Le reazioni cataboliche. Il ruolo dell’acetil CoA. Le reazioni anaboliche. B2 della La genetica molecolare TRAGUARDI INDICATORI CONTENUTI ◗ Comprendere come gli scienziati sono arrivati a identificare nel DNA il materiale genetico degli organismi viventi. ◗ Spiegare come Griffith è giunto a ipotizzare la presenza di un fattore trasformante nei batteri. ◗ Descrivere gli esperimenti di Hershey e Chase. ◗ Individuare le differenze tra i vari tipi di nucleotidi. ◗ Descrivere la struttura a doppia elica del DNA evidenziando la disposizione antiparallela dei due filamenti di nucleotidi. Il principio trasformante di Griffith. Gli esperimenti di Hershey e Chase. La struttura dei nucleotidi che formano il DNA e l’RNA. L’organizzazione strutturale a doppia elica del DNA. ◗ Comprendere il meccanismo di duplicazione del DNA spiegando l’azione degli specifici enzimi e il ruolo svolto dai telomeri. ◗ Saper mettere in relazione la complessa struttura del DNA con la sua capacità di formare una copia identica di sé stesso. ◗ Descrivere la duplicazione semiconservativa del DNA ◗ Spiegare le funzioni dei principali enzimi coinvolti nel processo di duplicazione. ◗ Mettere in relazione l’invecchiamento delle cellule con la perdita dei telomeri. ◗ Illustrare i meccanismi che portano alla formazione del filamento leader del filamento in ritardo. ◗ Identificare il ruolo dei frammenti di Okazaki. ◗ Descrivere l’azione dell’enzima ligasi. I tre stadi della duplicazione semiconservativa del DNA: srotolamento e apertura, appaiamento delle basi, unione dei due filamenti. L’azione degli enzimi primasi e DNA polimerasi. Il ruolo dei telomeri. La duplicazione del filamento leader e del filamento in ritardo. I frammenti di Okazaki. L’azione dell’enzima ligasi. ◗ Comprendere che il genotipo di ciascun organismo è legato al fenotipo tramite un codice che mette in relazione la struttura del DNA con quella delle proteine. come, ◗ Comprendere modificando l’RNA messaggero, è possibile ottenere proteine diverse a partire da un unico gene. ◗ Spiegare la relazione che c’è tra un gene e una proteina. ◗ Identificare nel codice genetico il mezzo per tradurre il messaggio scritto nel DNA nella sequenza di amminoacidi di una proteina. ◗ Descrivere come il messaggio genetico del DNA viene trasferito all’RNA. ◗ Evidenziare l’importanza del processo di maturazione dell’RNA messaggero negli eucarioti. ◗ Illustrare il ruolo dell’RNA di trasporto e dei ribosomi nella sintesi proteica. ◗ Illustrare le tre fasi del processo di traduzione. I geni dirigono la sintesi delle proteine Il legame tra geni e proteine: la sintesi proteica. Il codice genetico. Il processo di trascrizione: la formazione dell’RNA messaggero. La maturazione dell’RNA messaggero: introni ed esoni. L’RNA di trasporto. Il ruolo dei ribosomi. Il processo di traduzione: inizio, allungamento e terminazione. ◗ Mettere in relazione le mutazioni del DNA con la funzionalità delle proteine e il conseguente effetto sul fenotipo. ◗ Distinguere le mutazioni germinali da quelle somatiche. ◗ Distinguere le mutazioni puntiformi da quelle per sfasamento del codice di lettura. ◗ Illustrare gli effetti delle mutazioni sulle proteine e sulla funzionalità delle cellule e degli organismi. ◗ Chiarire gli effetti del processo di trasposizione sul genotipo e sul fenotipo. Le mutazioni cambiano la sequenza delle basi nel DNA Mutazioni germinali e somatiche. Mutazioni puntiformi e di sfasamento. Effetto delle mutazioni sulle proteine. I trasposoni. FORMATIVI ◗ Comprendere come lo studio di virus e batteri e dei rispettivi cicli riproduttivi abbia contribuito a chiarire i meccanismi genetici. ◗ Mettere a confronto un ciclo litico con un ciclo lisogeno. ◗ Illustrare le modalità di infezione cellulare adottata da un retrovirus come l’HIV. ◗ Descrivere come i batteri possono modificare il proprio patrimonio genetico. Ciclo litico e ciclo lisogeno dei batteriofagi. I retrovirus: l’HIV. Il trasferimento di geni tra batteri: trasformazione, coniugazione, trasduzione. La genetica classica TRAGUARDI INDICATORI CONTENUTI ◗ Individuare le principali fasi del lavoro sperimentale di Mendel. ◗ Saper interpretare i risultati degli esperimenti di Mendel, applicando le sue tre leggi anche ad altri contesti. ◗ Elencare i dati a disposizione di Mendel agli inizi dei suoi lavori di ricerca. ◗ Illustrare le fasi del lavoro sperimentale di Mendel che ha portato alla formulazione della legge della dominanza e della segregazione. ◗ Distinguere dominante da recessivo, genotipo da fenotipo, omozigote da eterozigote. ◗ Costruire un quadrato di Punnett conoscendo i genotipi degli individui incrociati. ◗ Illustrare le fasi sperimentali che hanno portato alla formulazione della legge dell’assortimento indipendente. Il lavoro sperimentale di Mendel. Prima, seconda e terza legge di Mendel. Caratteri dominanti e recessivi. Genotipo e fenotipo. Quadrato di Punnett. Legge dell’assortimento indipendente. ◗ Comprendere come in ◗ Distinguere, ipotizzando i possibili fenotipi della prole, tra dominanza incompleta, codominanza e alleli multipli. ◗ Spiegare perché possano comparire fenotipi completamente diversi da quelli dei genitori. ◗ Spiegare come mai alcuni caratteri appaiono con gradualità di alleli differenti. ◗ Cogliere le interazioni tra espressione genica e ambiente. Mutazioni. Interazioni alleliche, fenomeni di dominanza incompleta e di codominanza. Alleli multipli. Epistasi, eredità poligenica e pleiotropia. Influenze dell’ambiente sui geni. ◗ Mettere in relazione la segregazione degli alleli con laseparazione dei cromosomi omologhi durante la meiosi I. ◗ Illustrare le fasi del lavoro di Morgan su Drosophila melanogaster e le sue conclusioni. ◗ Illustrare l’importanza del lavoro di Morgan. Il lavoro di Sutton: i geni sono portati dai cromosomi. I cromosomi sessuali e gli autosomi. La determinazione del sesso. L’esperimento di Morgan sui caratteri portati dai cromosomi sessuali. ◗ Capire il motivo di una differente trasmissione di alcuni caratteri a seconda del sesso dei discendenti. ◗ Dimostrare che è il padre, e non la madre, a determinare il sesso dei figli. ◗ Descrivere le modalità di trasmissione dei caratteri legati al sesso. ◗ Spiegare le condizioni necessarie perché una donna sia malata di emofilia o di distrofia. ◗ Costruire quadrati di Punnett che permettano di prevedere i genotipi di figli i cui genitori siano diversamente portatori di caratteri legati al sesso. 6.3 Malattie genetiche legate ai cromosomi sessuali Trasmissione dei geni presenti sui cromosomi sessuali. Daltonismo, emofilia, distrofia di Duchenne, sindrome dell’X fragile. Genotipo e fenotipo di una donna portatrice sana di emofilia o di daltonismo. ◗ Comprendere ◗ Saper collegare le ricombinazioni geniche al crossing over che avviene nella meiosi I. Il crossing over. Loci genici. Gruppi di associazione e ricombinazioni geniche. Le mappe cromosomiche: modalità della loro costruzione. FORMATIVI una popolazione possano comparire dei fenotipi diversi oppure intermedi rispetto a quelli portati dall’allele dominante e dall’allele recessivo. ◗ Comprendere il valore scientifico dei lavori sperimentali di Sutton e Morgan. l’importanza delle mappe cromosomiche sia a livello diagnostico sia per le applicazioni in campo genetico. ◗ Mettere in relazione la presenza di loci sui cromosomi omologhi con la variabilità offerta dal crossing over. Capitolo B3 La regolazione genica TRAGUARDI FORMATIVI INDICATORI CONTENUTI ◗ Saper collegare il meccanismo di attivazione e disattivazione dei geni strutturali dei procarioti con la capacità di questi organismi di regolare il proprio metabolismo. ◗ Spiegare perché si è arrivati a ipotizzare che i procarioti accendano e spengano geni. ◗ Illustrare la struttura dell’operone. ◗ Distinguere l’operone inducibile da quello reprimibile. I procarioti controllano l’espressione genica La regolazione genica nei procarioti. Il modello dell’operone. Le proteine regolatrici. ◗ Comprendere che le cellule degli organismi eucarioti pluricellulari hanno tutte lo stesso patrimonio genetico, ma lo esprimono in modo diverso. ◗ Mettere in relazione la specializzazione delle cellule eucariotiche con la regolazione genica. Correlare la totipotenza delle cellule con la possibilità di produrre un intero organismo. ◗ Distinguere la clonazione riproduttiva da quella terapeutica. Negli eucarioti l’espressione genica specializza le cellule La specializzazione delle cellule. La clonazione riproduttiva, e la clonazione terapeutica. ◗ Comprendere che le complesse strategie messe in atto dagli eucarioti durante la produzione delle proteine sono alla base dei diversi compiti svolti da cellule diverse. ◗ Descrivere l’organizzazione del materiale genetico all’interno del nucleo della cellula. ◗ Distinguere l’eterocromatina dall’eucromatina. ◗ Spiegare come i fattori e gli attivatori di trascrizione regolano la prima fase della sintesi proteica. ◗ Spiegare il processo di splicing distinguendo gli introni dagli esoni. ◗ Descrivere in che modo può essere controllato il processo di traduzione. ◗ Illustrare alcune delle modalità che possono rendere funzionale una proteina. Negli eucarioti l’espressione genica è controllata a vari livelli I nucleosomi. Eterocromatina ed eucromatina. La regolazione della trascrizione: fattori e attivatori di trascrizione. L’elaborazione dell’mRNA: lo splicing e lo splicing differenziato. Il controllo di traduzione. Il controllo post-traduzione. ◗ Comprendere come le fasi dello sviluppo embrionale siano regolate da fattori che accendono e spengono i geni. ◗ Comprendere come lo studio di particolari sequenze geniche sia importante anche per gli scienziati che si occupano di evoluzione. ◗ Descrivere gli eventi che determinano la morfogenesi in un organismo modello come Drosophila melanogaster. ◗ Definire i geni omeotici. ◗ Spiegare l’importanza evolutiva della sequenza omeobox. ◗ Evidenziare la presenza dello stesso omeodominio in organismi anche distanti dal punto di vista evolutivo. ◗ Descrivere il fenomeno dell’apoptosi. Nello sviluppo è importante il controllo dell’espressione genica Le tappe fondamentali dello sviluppo. I geni omeotici. L’omeobox. L’omeodominio. L’apoptosi. ◗ Comprendere che stili di vita poco sani, mutazioni geniche acquisite nel corso della vita favorite da agenti cancerogeni, uniti ad una predisposizione genetica, contribuiscono allo sviluppo del cancro. ◗ Mettere in relazione il ciclo cellulare con lo sviluppo del cancro. Descrivere l’azione dei geni che controllano il ciclo cellulare. ◗ Mettere in relazione le mutazioni a carico di protoncogeni e geni soppressori dei tumori con l’alterazione del ciclo cellulare. Le mutazioni genetiche possono provocare il cancro Il controllo del ciclo cellulare. I protoncogeni e i geni soppressori dei tumori. Le mutazioni nei protoncogeni e nei geni soppressori dei tumori. La trasduzione del segnale. L’alterazione del ciclo cellulare. Le fasi di sviluppo di un tumore maligno. La diagnosi e la terapia del cancro. ◗ Descrivere la trasduzione del segnale. ◗ Spiegare il processo di cancerogenesi. ◗ Descrivere le terapie per curare il cancro. Cittadella, 1/6/2013 firma del docente Cristina Marcon