7 febbraio 2017 Arianna Garuzzo Associazione Dalla parte dei Piccoli Onlus LA SCUOLA E I BES I problemi più diffusi nella scuola «moderna» • • • • • Studenti con difficoltà d’apprendimento Studenti che non parlano bene l’italiano Studenti con diversi tipi di svantaggio Studenti con problemi di attenzione Studenti «iperattivi», «incontenibili» COSA NE SAPPIAMO? 2 La (più recente) normativa Da un lungo percorso (Legge 517/1977): avvio all’integrazione scolastica • Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico e successive Linee Guida del 12 luglio 2011 • Direttiva del 27 dicembre 2012, Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica • Circolare 8 del 2013 Strumenti di intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali (BES) 3 Parole chiave • • • • • Scuola dinamica ma che si muove sui principi consolidati dell’individualizzazione dei percorsi didattici (DPR 275/99) ACCOGLIENZA SOLIDARIETA’ EQUITA’ VALORIZZAZIONE DELLE DIVERSITA’ POTENZIALITA’ DI CIASCUNO Strumenti di Intervento per alunni con BES - 22 novembre 2013 4 Bisogni Educativi Speciali Basato sul modello ICF ( International Classification of Functioning) che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale. • • Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta (D.M. 27/12/2012). CULTURA DELL’INCLUSIONE finalizzata ad una più stretta interazione tra tutte le componenti della comunità educante. Ma tutti i bambini sono speciali! 5 Chi sono i BES nella scuola? • Disabilità (legge 104/1992) • Disturbi evolutivi specifici (legge 170/2010) (oltre i disturbi specifici dell’apprendimento, anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo – per la comune origine nell’età evolutiva – anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività) • Svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale PER TUTTI I BES E’ NECESSARIO un approccio educativo per individuare strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze educative speciali, nella prospettiva di una scuola sempre più inclusiva e accogliente. 6 Chi è coinvolto nella certificazione per DSA? • Per la certificazione DSA: équipe multidisciplinare (neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista) presso strutture pubbliche o accreditati. • Vi si legge il profilo di abilità per costruire un’alleanza di sviluppo tra bambino/famiglia, operatori scolastici, insegnanti Nel caso della terza «fascia» BES , non ci sono né diagnosi, né certificazioni 7 I Disturbi Specifici d’Apprendimento Cosa sono i DSA ? • La legge 8 ottobre 2010, n. 170, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo. • I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica. • Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di origine neurobiologica; allo stesso tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano come un’atipia dello sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati. • Non hanno a che fare con l'abilità di ragionamento e di elaborazione dei concetti. Lo studente con DSA necessita di apprendere in modo differente e necessita di imparare strategie efficienti per sostenere il processo di apprendimento. • sono un disturbo che dura tutto l'arco di vita con eventuali compensazioni; esse possono verificarsi in parte grazie a interventi riabilitativi precoci ed in parte in maniera "naturale" nella fase di crescita fino ad una stabilizzazione in età adulta. • Non ci sono "sconti" sui contenuti, ma il diritto ad avere un’organizzazione dello studio e delle prove di profitto tale da metterlo in condizioni di poter dimostrare al meglio le competenze acquisite. 8 Mettiamoci nei panni di …. 9 Una parentesi attuale (un po’ provocatoria, ma su cui riflettere) 10 MOTIVI PER CUI LA SCUOLA FA MALE • • • • • • Sottolinea tutti i miei errori di ortografia in rosso. Ogni pagina sembra un campo di battaglia. «Correggi tutto e ricopia in bella grafia. È per il tuo bene!». Alle prove di verifica ho sempre tutto il compito come gli altri: fotocopie che non riesco a leggere con parti da completare. Se non riesco a finire la maestra mi fa stare in classe durante la ricreazione per terminare. Gli altri giocano e io scrivo. Perché? «Per il tuo bene!» L’inglese non lo capisco per niente. Le lettere non si leggono mai allo stesso modo. L’insegnante però dice che devo studiare perché l’inglese è importante e poi lei non può fare differenze con gli altri. L’inglese è una lingua indispensabile per comunicare. Ma allora, se serve per comunicare, perché non posso impararlo solo all’orale? «È per il tuo bene!». Non riesci a imparare le tabelline? Devi ripassarle tutti i giorni e fare i calcoli senza la tavola pitagorica. Devi sforzarti, altrimenti non imparerai mai. È per il tuo bene! Leggere ad alta voce davanti a tutti, incespicandomi a ogni parola con il sottofondo delle risatine dei miei compagni. Perché? «Per il tuo bene». 10 • • • • Non riesco a ricordare a memoria i verbi ma la prof dice che me li chiederà tutti i giorni. Lo fa per il mio bene. Devi scrivere in corsivo. Mi rifiuto di leggere i tuoi temi se sono scritti in stampato, e poi alle medie non si può scrivere in stampatello. Usare il computer? Troppo comodo ragazzo mio, bisogna esercitarsi per ottenere risultati. Lo dico per il tuo bene. Non hai risposto con sicurezza all’interrogazione, come al solito non hai studiato abbastanza. E poi mi chiedi di essere comprensiva con te, per le tue difficoltà. Cosa dovrei fare? Darti la sufficienza? No, non posso farlo, debbo darti un voto insufficiente, così la prossima volta studierai di più. Lo faccio per te, per il tuo bene! Ho ricevuto una nota perché non prendo appunti durante le lezioni. Io non riesco a scrivere e ascoltare. Ho chiesto di registrare la lezione, ma mi hanno detto che non si può, per la privacy. • Non amo la scuola, detesto gli insegnanti e quando i miei genitori mi dicono di studiare mi chiudo in camera mia e ascolto la musica. Lo faccio per il mio bene. 11 Lo svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale La «TERZA AREA» dei BES. Dal francese «sans papiers». Sono individuati sulla base di elementi oggettivi, ma anche su considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico. CAUSE: FAMIGLIA per motivi di svantaggio socioculturale o di atteggiamenti educativi inadeguati CONTESTO RELAZIONALE povertà di relazioni, carenze affettive… SCUOLA carenze nella struttura, nell’organizzazione, nelle metodologie … CONTESTO SOCIALE provenienza ambientale o culturale CONSEGUENZE: DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO povertà di contenuti cognitivi, stili di apprendimento non funzionali… RITARDO MATURATIVO scarsa motivazione, bassa autostima, scarso controllo emotivo APATIA mancanza di curiosità, interesse… DIFFICOLTA’ RELAZIONALI E EMOZIONALI iperemotività, ansia… Da I BES di Ciambrone R. e Fusacchia G. , Giunti scuola, 2014 12 Esempio di Bisogno Educativo Speciale 1 IPERATTIVITÀ é indicata con la sigla ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder), che significa deficit di attenzione e iperattività. E’ un DISORDINE dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da inattenzione e impulsività. • disattenzione, • impulsività Disattenzione, iperattività e impulsività • iperattività motoria Si associa spesso a : • Comportamenti oppositivi e provocatori • Difficoltà nelle relazioni sociali • Difficoltà a scuola • Disagi emotivi come disturbi d'ansia L’inattenzione o facile distraibilità tende a presentarsi soprattutto come scarsa cura per i dettagli e incapacità a portare a termine compiti o giochi intrapresi; l’impulsività si manifesta come incapacità di procrastinare nel tempo la risposta a uno stimolo ed è spesso associata a iperattività (Fedeli, D. Il disturbo da deficit dell’attenzione e dell’iperattività, Carocci, Roma, 2012) 13 Esempio di Bisogno Educativo Speciale 2 Bambini non italofoni Esempio di un Istituto della Lucchesia con una percentuale dell’11% e del 17% rispetto alla scuola primaria3. PADRONEGGIARE LA LINGUA PER COMUNICARE MANTENERE IL PROPRIO PATRIMONIO CULTURALE E LINGUISTICO INTEGRARSI NEL «TESSUTO SOCIALE» DELLA CLASSE 3. I.C.Lucca2 14 COSA FA LA SCUOLA? Che strumenti ha? INDICAZIONI NAZIONALI Il documento del 2012 evidenzia due passaggi fondamentali: CENTRALITA’ DELLA PERSONA • la persona (e non un individuo qualsiasi) con l'unicità della sua rete di relazioni, la sua articolata identità, le sue capacità e la sua fragilità, dentro un contesto sociale COLLETTIVO PER UN NUOVO UMANESIMO • superare la frammentazione della conoscenza a vantaggio di un quadro di insieme; • avvalersi di linguaggi multiformi; • indagare gli aspetti essenziali dei problemi. 15 Nello specifico: elabora un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con bisogni educativi speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, individuale o anche riferito a tutti i bambini della classe con BES, ma articolato, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate. STRUMENTI COMPENSATIVI O MISURE DISPENSATIVE (Linee Guida della L.170 – D.M. 12/07/2011) • Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria. Es. SINTESI VOCALE, REGISTRATORE, PROGRAMMI VIDEOSCRITTURA, CALCOLATRICE • Le misure dispensative sono interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. 16 Piano Didattico Personalizzato (Circolare 8 del 2013) • ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata - le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti; • NON può essere inteso solo come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; • È lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico-strumentale. 17 Oltre a misure più «tecniche», la scuola è attenta ad ACCOGLIERE, a costruire AMBIENTI SIGNIFICATIVI, AUTENTICI, è aperta a PIU’ LINGUAGGI grazie ai quali è possibile (e più facile) stringere RELAZIONI POSITIVE con adulti e compagni. Si sviluppano COMPETENZE TRASVERSALI di supporto a quelle DISCIPLINARI 18 L’ICEBERG delle COMPETENZE Arianna Garuzzo 19 Per una nuova cittadinanza educare alla convivenza Doppia linea formativa: verticale e orizzontale Formazione per tutto l’arco della vita COMPETENZE 1 Collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici trasversali e disciplinari 1 . Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente [Gazzetta ufficiale L 394 del 30.12.2006, pag. 10]. 20 Competenze? Cerchiamo di definirle capacità di far fronte ad un compito, o un insieme di compiti, riuscendo a mettere in moto ed a orchestrare le proprie risorse interne, cognitive, affettive e volitive, e a utilizzare quelle esterne disponibili in modo coerente e fecondo”. [Pellerey, 2004] 21 Focus sull’ APPRENDIMENTO 2 • apprendimento formale: apprendimento erogato in un contesto organizzato e strutturato (per esempio, in un istituto d’istruzione o di formazione o sul lavoro), appositamente progettato come tale (in termini di obiettivi di apprendimento e tempi o risorse per l’apprendimento). L’apprendimento formale è intenzionale dal punto di vista del discente. Di norma sfocia in una convalida e in una certificazione. • apprendimento non formale: apprendimento erogato nell’ambito di attività pianificate non specificamente concepite come apprendimento (in termini di obiettivi, di tempi o di sostegno all’apprendimento). L’apprendimento non formale è intenzionale dal punto di vista del discente. • apprendimento informale: apprendimento risultante dalle attività della vita quotidiana legate al lavoro, alla famiglia o al tempo libero. Non è strutturato in termini di obiettivi di apprendimento, di tempi o di risorse dell’apprendimento. Nella maggior parte dei casi l’apprendimento informale non è intenzionale dal punto di vista del discente. 2. Nel 2009 CEDEFOP ha pubblicato le Linee Guida Europee per la validazione dell’apprendimento non formale e informale (European Guidelines for validating non-formal and informal learning http://www.cedefop.europa.eu/en/news/4041.aspx). 22 Focus sulla DIDATTICA scienza della relazione educativa • DIDATTICA LABORATORIALE • DIDATTICA INCLUSIVA • DIDATTICA ORIENTATIVA • DIDATTICA PER ERRORI • DIDATTICA MULTIMEDIALE • ….. tecniche di lavoro: lavoro di gruppo/coppia, lezione frontale, cooperative learning, tutoraggio…. utilizzo di mediatori multimediali ..\..\2015-2016\alunni\italiano\Eureka! FUNZIONA!.pdf ..\..\2015-2016\alunni\italiano\Classe 2.0 con i nonni.pdf ..\..\2014-2015\alunni\ITALIANO\ACCHIAPPA DIALOGHI 4.ppt 23 Il valore della SINERGIA da Wikipedia SINERGIA = reazione di due o più agenti che lavorano insieme per produrre un risultato non ottenibile singolarmente • SINERGIA DI TUTTI GLI ASPETTI, CARATTERISTICHE E QUALITA’ DELLA PERSONA-STUDENTE • SINERGIE TRA I BAMBINI (INTEGRAZIONE DI STILI DI APPRENDIMENTO) • SINERGIA DI DIDATTICHE, LINGUAGGI, TECNICHE… • SINERGIA DEGLI APPRENDIMENTI (formali-non formaliinformali) • SINERGIA DELLE AGENZIE EDUCATIVE 24 I volontari nella scuola Domande aperte PERCHÉ? • per promuovere un apprendimento inclusivo • per sostenere bambini svantaggiati/ deboli • per creare ambienti significativi di socializzazione QUANDO? • progetti pomeridiani nella scuola • progetti pomeridiani a casa • progetti a scuola durante l’orario scolastico … 25 Ambienti significativi dove.. • • • • • • migliorare la socializzazione aumentare autostima aiutare i bambini ad organizzare il materiale aiutare i bambini ad organizzare il proprio tempo lavorare con creatività lavorare con linguaggi meno tradizionali 26 Pomeriggi assieme PER …. • Svolgimento compiti per casa • Giocare per sviluppare abilità e competenze • Rinforzo di alcune abilità anche attraverso libri di lettura o giochi di gruppo • Attività di manipolazione (DAS, pitture…), creative: LABORATORI, ATELIER • Cineforum con discussione collettiva • Giochi motori, di squadra 27 Grazie per l’attenzione 28 Biblio e sitografia • • • • • • Castoldi M., Progettare per competenze, Carocci, Roma, 2011 Ciambrone R. Fusacchia G., I BES: come e cosa fare, Giunti scuola, Firenze, 2014 Ciambrone R., Una didattica per i DSA, ed. Periferia, Cosenza, 2012 Cornoldi C, De Beni R., Gruppo MT, Imparare a studiare 2, Erikson, Trento, 2001 Cornoldi C., Zaccaria S., In classe ho un bambino che …, Giunti, Firenze, 2013 European Guidelines for validating non-formal and informal learning http://www.cedefop.europa.eu/en/news/4041.as Fedeli D., Il disturbo da deficit dell’attenzione e dell’iperattività, Carocci, Roma, 2012 Goussot, Bisogni educativi speciali, 2013, www.sipes.it Stella G., Tutta un’altra scuola, Giunti, Firenze, 2012 Stella G., Grandi L., La dislessia e i DSA, Giunti scuola, Firenze, 2011 • • • • Normativa • • • • • Legge 104/1992 Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico e successive Linee Guida del 12 luglio 2011 Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012, Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica Circolare 8/2013 Strumenti di intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali (BES) 29