Il Servizio delle Professioni Sanitarie (infermieristiche, ostetriche, della riabilitazione, tecniche e della prevenzione) nelle Aziende Sanitarie dell’Emilia Romagna Ipotesi elaborata dalla Consulta Regionale delle Professioni Sanitarie dell’Emilia Romagna Relatore: Gianluca Mezzadri – Segretario Regionale UNPISI (Relazione abbinata a presentazione power point) Prima diapositiva La firma della lettera d’intenti costitutiva di questa Consulta Regionale delle Professioni Sanitarie ha impegnato tutte le associazioni, i collegi e le federazioni aderenti alla condivisione di obiettivi ed impegni comuni. Tra l’altro, collaboriamo per promuovere ogni più ampia forma di sviluppo professionale, anche in riferimento alla possibilità di un riassetto legislativo delle professioni sanitarie e alle opportunità di dirigenza scaturite dalla legge 251/2000. Condividiamo anche la progettazione dei modelli organizzativi al fine di promuovere linee guida comuni. La maggior parte delle soluzioni che sinora hanno trovato applicazione nelle aziende sanitarie di questa regione non hanno adeguatamente coinvolto tutte le professioni sanitarie nella gestione economica e tecnico – professionale dei processi aziendali. In molti casi non è stato assicurato, a nostro avviso, il peculiare rapporto tra l’autonomia dei professionisti sanitari e la conseguente assunzione di responsabilità a tutti i livelli; e, com’è noto, non si può parlare di professionista qualificato ed autonomo se questi si trova esonerato delle proprie responsabilità. Perciò, in questi mesi di lavoro, abbiamo prodotto e condiviso l’ipotesi di servizio delle professioni sanitarie che adesso vi vado ad illustrare. Doverosamente, premetto che abbiamo scelto questo nome per evitare raffronti con le altre soluzioni adottate in questa regione, che comunque ci hanno fornito gli spunti, assieme ai modelli di molte altre regioni italiane, per l’elaborazione della nostra ipotesi. 1 Seconda diapositiva Tutti noi conosciamo l’assetto organizzativo di base delle aziende sanitarie, individuato dalla legislazione recente in materia di Servizio Sanitario Nazionale. La responsabilità delle aziende ricade infatti sul Direttore Generale che, per espletare le sue funzioni, si avvale di un Direttore Amministrativo e di un Direttore Sanitario. Al di sotto di questi dirigenti, troviamo i responsabili dei Distretti, dei Presidi Ospedalieri e dei Dipartimenti. Ovviamente questa organizzazione può variare a seconda della tipologia di azienda che l’adotta (sia essa ospedaliera o sanitaria territoriale). Terza diapositiva La situazione che noi vogliamo considerare “di partenza” è quella antecedente la costituzione dei Servizi Infermieristici e Tecnici. Questo, perché sarebbe troppo difficile fare una sintesi delle diverse soluzioni di SIT adottate dalle varie aziende sanitarie e, comunque, sarebbe stato impossibile non scontentare nessuno nell’analisi critica della situazione. Prima l’organizzazione era basata solo sugli uffici infermieristici, distribuiti sui vari livelli dell’organizzazione aziendale. Ovviamente, dalla metà degli anni ’90, questa soluzione ha dimostrato tutti i suoi limiti sino a ispirare provvedimenti legislativi nazionali e regionali di riforma (basta pensare alla Legge 251/2000 e a tutto ciò che ne è derivato). I modelli di SIT che hanno visto la luce sino ad ora, a nostro avviso, chi più e chi meno, non consentono il rispetto degli obiettivi che hanno ispirato la riforma. Quarta diapositiva Gli obiettivi che ci siamo dati per la nostra ipotesi di modello organizzativo sono: coinvolgere tutte le professioni sanitarie nella gestione economica e tecnico – professionale dei processi aziendali al fine di migliorare la qualità delle prestazioni favorire lo sviluppo delle carriere orientato su un’oculata distribuzione delle responsabilità nell’ambito dell’organizzazione aziendale Il concetto è sempre lo stesso: non possiamo parlare di professionisti qualificati e autonomi senza riconoscere le loro responsabilità, graduandole oculatamente. 2 Quinta diapositiva Le azioni contenute nella nostra ipotesi sono: Costruire un modello di SPS che tenga nella giusta considerazione tutte le professioni sanitarie nell’ambito dell’attuale e futura organizzazione aziendale Assicurare a ogni professionista analoghe prospettive di carriera in modo da accrescere la partecipazione ai processi aziendali Favorire l’integrazione tra professionisti, nel rispetto dell’autonomia professionale, indirizzata al miglioramento delle prestazioni Sesta diapositiva I dirigenti previsti nella nostra ipotesi di servizio sono cinque. Un Direttore del servizio (struttura complessa) che fa parte dello staff del Direttore Generale. Quattro dirigenti di area delle professioni sanitarie (anche queste sono strutture complesse); le aree che abbiamo preso in considerazione sono quelle individuate dal Decreto del Ministro della Sanità di concerto con il Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica del 29/03/2001. Il dirigente dell’area 1 è responsabile per le professioni di: infermiere; ostetrica/o; infermiere pediatrico. Il dirigente dell’area 2 è responsabile per le professioni di: educatore professionale; fisioterapista; logopedista; ortottista - assistente di oftalmologia; podologo; terapista della neuro e psicomotricita' dell'eta' evolutiva; tecnico della riabilitazione psichiatrica; terapista occupazionale. Il dirigente dell’area 3 è responsabile per le professioni di: tecnico audiometrista; tecnico sanitario di laboratorio biomedico; 3 tecnico sanitario di radiologia medica; tecnico di neurofisiopatologia. dietista; igienista dentale; tecnico ortopedico; tecnico audioprotesista; tecnico della fisiopatologia cardiocircolatoria e per fusione cardiovascolare. Il dirigente dell’area 4 è responsabile per le professioni di: assistente sanitario; tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro. Settima diapositiva La gestione tecnico professionale del servizio è la vera novità della nostra proposta. Il Direttore del servizio (struttura complessa), assistito dai dirigenti di area, ha il compito di fissare gli obiettivi aziendali adattati alla disponibilità di risorse, delle quali è direttamente responsabile. I Dirigenti di area (strutture complesse) hanno il compito di pianificare il raggiungimento dei predetti obiettivi aziendali, per gli ambiti professionali dei quali sono responsabili, coordinandoli in modo da fornire risposte adeguate alle esigenze manifestate dalle varie professioni; l’ufficio di dirigenza di area costituisce il punto di riferimento per le metodologie professionali, per la formazione in tutte le sue componenti (ECM, Università, ecc.) e costituisce il supporto di riferimento in caso di bisogno a tutti i professionisti afferenti. I Responsabili tecnico professionali, uno per ogni professione sanitaria, sono componenti dell’ufficio di dirigenza dell’area; sono direttamente responsabili delle metodologie professionali e della formazione in tutte le sue componenti(ECM, Università, Tutor, ecc.); forniscono il diretto supporto a tutti i professionisti che lo richiedono. I Responsabili gestionali delle attività delle varie aree a livello dei Distretti, Presidi Ospedalieri e Dipartimenti (presenti obbligatoriamente nelle articolazioni più complesse) hanno il ruolo di "Responsabile" perché, in questo modo, è possibile ottenere una puntuale ed immediata attuazione dei progetti, mediante la gestione diretta, ponderata e responsabile delle risorse economiche messe a disposizione dall'Azienda; i loro compiti (nell’ambito della gestione tecnico professionale) sono quelli di coordinare la raccolta dei dati relativi ai fabbisogni, verificare la loro congruità con le risorse disponibili nell’articolazione, decidere tra le priorità operative nell’articolazione, 4 coordinare e armonizzare l’ottimizzazione dei procedimenti che vedono coinvolte più professioni dell’area. I Coordinatori delle Unità Operative Professionali e delle Unità Operative di Progetto / Processo (dal punto di vista della gestione tecnico professionale) sono incaricati della raccolta dati relativa ai fabbisogni formativi e della monitorazione continua delle metodologie di lavoro; sono ovviamente responsabili dell’applicazione nelle Unità Operative delle disposizioni impartite sia in materia di formazione che in materia di metodologie lavorative. Ottava diapositiva Gli obiettivi tecnico professionali del servizio delle professioni sanitarie sono: Rivedere le metodologie degli interventi con l’obiettivo di ottimizzare lo sfruttamento delle risorse disponibili al fine di garantire un miglioramento qualitativo per l’utenza Rilevare i fabbisogni formativi reali di ogni professionista Pianificare, organizzare ed accreditare gli eventi formativi necessari in base agli obiettivi aziendali ed alle risorse Tenuta dei registri dei crediti ECM Programmare e seguire l’attività dei tutor nelle realtà aziendali Collaborare strettamente con l’Università per le attività formative post base e per assicurare le necessarie docenze ai corsi di laurea per le professioni sanitarie Nona diapositiva La pianificazione, la programmazione e la gestione del budget del servizio è affidata al Direttore; tra i suoi compiti, quello di individuare le priorità di utilizzo in base agli obiettivi del PSN, del PSR, dell’azienda sanitaria e agli orientamenti espressi dalle aree professionali. I Dirigenti di area danno un parere solo consultivo per la pianificazione circa l’utilizzo delle risorse, esprimendo i propri fabbisogni. I Responsabili delle sezioni distrettuali, di presidio ospedaliero e di dipartimento del SPS sono incaricati della gestione complessiva del budget armonizzando gli input del servizio aziendale con quelli del Direttore dell’articolazione a cui compete anche la responsabilità della committenza e dell’erogazione dei servizi. I Responsabili gestionali delle attività delle varie aree a livello dei Distretti, Presidi Ospedalieri e Dipartimenti (presenti obbligatoriamente nelle articolazioni più complesse) sono componenti delle sezioni di articolazione del SPS ed hanno il compito di coordinare e armonizzare 5 l’utilizzo delle risorse nelle aree di competenza; spetta a loro individuare le priorità tra le Unità Operative. I Coordinatori delle Unità Operative Professionali e delle Unità Operative di Progetto / Processo hanno il compito di coordinare l’applicazione delle disposizioni di servizio e il raggiungimento degli obiettivi dei piani di lavoro; raccolgono, coordinano e trasmettono le esigenze dei professionisti sia per quanto riguarda la gestione del personale che per quanto riguarda il materiale e la strumentazione di lavoro. Decima diapositiva Riassumendo, gli obiettivi gestionali sono i seguenti: Il budget viene gestito a livello aziendale e di articolazione All’ufficio di direzione spetta il controllo della gestione periferica e la pianificazione annuale per l’utilizzo delle risorse La direzione dispone direttamente delle risorse necessarie alla formazione ed addestramento del personale Le articolazioni aziendali (Distretti, Presidi Ospedalieri e Dipartimenti) gestiscono le risorse assegnate dalla pianificazione aziendale e provvedono direttamente alle necessità delle Unità Operative dipendenti Le direzioni tecnico professionali sono consultate al fine di orientare la pianificazione annuale per l’utilizzo delle risorse a livello aziendale Undicesima diapositiva In questo schema è rappresentata l’intera ipotesi di Servizio delle Professioni Sanitarie, quale struttura funzionale di direzione di attività, di pianificazione di obiettivi e gestione risorse, di coordinamento di procedure operative, operante a livello aziendale. Il percorso tecnico professionale, evidenziato dalle frecce verdi tratteggiate, è esterno a quello del budget, evidenziato invece con frecce gialle continue, e, tranne che nelle fasi di arrivo, è anche indipendente. Questa soluzione, evidentemente, garantisce la necessaria rapidità decisionale sia in tema di gestione delle risorse che in tema di esigenze tecnico professionali; offre anche tutte le garanzie che servono ai professionisti per poter fornire prestazioni di qualità ottimizzando lo sfruttamento delle risorse stesse. Infine, questo sistema piramidale offre a tutti decorose possibilità di carriera perché prevede: le posizioni di coordinamento per i livelli di Unità Operativa e di Area distrettuale; 6 le posizioni organizzative per le Sezioni di articolazione e per i responsabili tecnico – professionali aziendali; la dirigenza per il direttore del servizio e i dirigenti delle aree aziendali complesse. A nostro avviso, questa ipotesi, costituisce un’equa applicazione delle disposizioni normative a partire dalla Legge 251/2000 in avanti. Crediamo che, se recepita, possa fondamentalmente contribuire al miglioramento degli ambiti lavorativi, passando per la professionalizzazione degli operatori, che garantirà anche il miglioramento qualitativo delle prestazioni. Dodicesima diapositiva In conclusione vogliamo chiarire che : Il direttore e i 4 dirigenti delle aree professionali sono inquadrati nel CCNL della dirigenza STPA Gli uffici di dirigenza delle aree professionali possono comprendere più responsabili tecnico professionali (di norma almeno uno per ogni professione sanitaria compresa nell’area) con l’incarico di perseguire gli obiettivi individuati per la parte di competenza Le Unità Operative professionali sono di norma composte da operatori di una sola professione sanitaria che lavorano in uno dei servizi dell’Azienda Le Unità Operative di progetto o processo possono essere composte da professioni sanitarie anche diverse e anche provenienti da servizi diversi 7