Europa secondo Cinquecento

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Scenari del secondo ‘500
Spagna, Inghilterra, Francia,Italia
Situazione geopolitica in Europa
alla fine dell’impero di Carlo V
Scenario 1/La monarchia di Filippo II
La monarchia di Filippo II
• Carlo V abdicò nel 1556
• Il figlio Filippo II assunse la corona di
Spagna, che comprendeva anche
in Europa,
la Lombardia e il regno di Napoli,
i Paesi Bassi
in America, Nuova Spagna e Perù
• Teoricamente si trattava della monarchia
più potente del continente europeo,
grazie ai metalli preziosi del Sudamerica
e alla ricchezza imprenditoriale e
commerciale dei Paesi Bassi
Il regno di Filippo II, re cattolico
• Filippo concepiva il suo regno come una monarchia che
aveva il suo cuore a Madrid, per quanto fosse articolata in
territori diversi e lontani da loro, e non aveva aspirazioni di
natura universalistica a differenza di suo padre
• Il re spagnolo riteneva di avere una missione religiosa, cioè
la difesa della fede cristiana sia dai nemici esterni, gli
ottomani islamici, sia dagli avversari europei, gli “eretici”
riformati
Gli obiettivi politici di Filippo II
• I suoi obiettivi, in questa prospettiva di difesa della vera
fede, sono:
• recuperare l’Inghilterra, tradizionale alleata della Spagna,
alla fede cattolica, eliminando lo scisma e portando la
dinastia Asburgo in quel territorio
• aiutare gli Asburgo, il cui principe Federico, zio di Filippo,
era imperatore, contro i riformati e contro gli ottomani
• supportare in Francia la fazione cattolica in lotta contro la
combattiva minoranza dei calvinisti, gli ugonotti, ma senza
che questo supporto consolidi la monarchia francese
• orientare in senso favorevole alla Spagna la politica dei
papi, che per quanto possibile dovevano essere
filospagnoli
Il sistema dei Consejos
• Filippo governa la Spagna attraverso i Consejos, cioè
organismi i cui membri sono aristocratici, esponenti
dell’alto clero e esperti di amministrazione e diritto, i
letrados
• I Consejos si occupano di: affari interni, guerra, finanze,
Inquisizione, e delle singole regioni e territori che sono
parte della monarchia spagnola: Castiglia, Aragona, Italia,
Portogallo e Paesi Bassi
• I Consejos forniscono al re i propri pareri, consultas, sulle
questioni loro sottoposte dal sovrano
• Se il re ne controfirma i pareri, essi diventano operativi e
vengono trasmessi alle autorità per avere applicazione
Governare dall’Escorial
L’Escorial, reggia di Filippo II
• Filippo decise di stabilire la propria
corte a Madrid, che era allora un
piccolo borgo al centro della Castilla,
nel 1561
• Il suo palazzo, la reggia dell’Escorial,
fu il centro del potere, da cui governò
i suoi domini con una attenzione che
gli fece meritare il titolo di rey
prudente
• Il problema del sistema di governo
spagnolo stava nella complessità dei
passaggi e nella lunghezza dei tempi
richiesti dalle singole decisioni
Il significato dei domini italiani
• I domini italiani, nella visione di Filippo II, sono
l’avamposto cristiano della sua monarchia nel
Mediterraneo
• Questi domini devono essere governati in modo da
mantenere stabilità politica e sociale e sicurezza
militare
• Inoltre era necessario per il re spagnolo mantenere
sotto controllo e in equilibrio i rapporti con i singoli
potentati territoriali presenti in gran numero in Italia:
le repubbliche di Genova e Venezia, il ducato di
Mantova, il ducato di Savoia, lo Stato della Chiesa
Gli ottomani conquistano Cipro
• Nel Mediterraneo le tensioni con i pirati saraceni (area sudoccidentale) e con gli ottomani (area centro-orientale),
spesso alleati, si acuirono tra gli anni ‘60 e ‘70
• Tra 1570 e 1571, gli ottomani conquistarono l’isola di
Cipro, da secoli controllata dai veneziani, e molto
importante per il commercio di sale, zucchero e cotone
• In Europa, anche in seguito a questa conquista, ricominciò
a crescere la paura per il pericolo turco, che sembrava
minacciare l’esistenza stessa della religione cristiana
• Papa Pio V spronò con forza i principi cristiani a affrontare il
pericolo turco
Il problema dei moriscos
• Filippo II in un primo momento rimase passivo, sia perché gli interessi
della Spagna erano concentrati più sull’area sud-occidentale del
Mediterraneo che sulla orientale, sia per il grosso impegno economico
che avrebbe comportato una “crociata” antiottomana.
• Gli spagnoli erano impegnati in quegli anni in un conflitto molto duro per
tenere sotto controllo i Paesi Bassi in rivolta e impegnare truppe e uomini
in zone così ampie e lontane del continente europeo significava un grosso
dispendio di uomini e mezzi
• Inoltre dentro la Spagna vi era il problema dei moriscos, cioè i musulmani
che si erano convertiti al cristianesimo, ma che sembravano poco
assimilabili alla cultura e alla lingua spagnola
• La corona spagnola temeva che i moriscos potessero essere legati alla
pirateria del nord-Africa o con gli ottomani, e non voleva affrontare un
conflitto anti-islamico con questi problemi di “slealtà” al suo interno
• Una vera e propria guerra contro i moriscos,che erano concentrati
soprattutto nella parte meridionale della Spagna e che si rivoltarono nel
1568, si concluse nel 1570 con la sconfitta dei moriscos e la loro
deportazione o dispersione in tutto il territorio della Castilla
La Lega santa contro gli ottomani
• Nella primavera del 1571, Filippo II, risolti
questi problemi interni, aderisce all’alleanza
voluta da papa Pio V e che comprendeva
anche la repubblica di Venezia, la
repubblica di Genova, il ducato di Savoia, il
ducato di Toscana e l’Ordine di Malta
• L’alleanza, chiamata Lega santa, aveva come
obiettivo la lotta contro i musulmani nel
Mediterraneo
• La flotta della Lega, imperniata sulle navi
spagnole, salpò nell’estate del 1571 per
impedire la conquista definitiva di Cipro, ma
senza successo
La battaglia di Lepanto
• La flotta della Lega, comandata da Giovanni d’Austria, fratellastro
di Filippo II, decise nell’autunno del 1571 di affrontare lo scontro
con la flotta ottomana: 208 erano le navi della Lega e 230 quelle
degli ottomani, guidati da Selim II
• La battaglia navale tra le due flotte si svolse a Lepanto, nel golfo di
Patrasso (Grecia) il 7 ottobre del 1571
• La flotta europea vinse lo scontro, diventato poi una specie di mito,
in base al quale in quella occasione l’Europa cristiana si sarebbe
salvata dal pericolo turco, cioè dall’invasione musulmana
Dopo la Lega santa
• La Lega santa si sciolse dopo la battaglia a causa dei
forti contrasti tra Venezia, gli Asburgo e la corona
spagnola
• La repubblica di Venezia nel 1573 decise di firmare
una pace separata con gli ottomani, in base alla quale
Cipro rimaneva all’impero turco, e in cambio la
Serenissima ottenne di poter continuare i suoi
commerci in sicurezza
• Le forze asburgiche, guidate da Giovanni d’Austria,
conquistarono Tunisi nel 1574 e poi la persero nel 1575
• Filippo II era molto impegnato nel conflitto con i
riottosi Paesi Bassi e allontanò le proprie forze dal
Mediterraneo
I Paesi Bassi tra Quattrocento e Cinquecento
La regione di Anversa
Anversa nel XVI secolo
• I Paesi Bassi erano uno dei territori più
fiorenti e popolati in Europa
• La loro economia era composita:
un’agricoltura ricca, un artigianato
florido basato sulla manifattura tessile,
un commercio sviluppato e importante
• Le Fiandre e in particolare la città di
Anversa erano il centro di questa
floridezza
• Anversa era il più importante centro dei
commerci e delle finanze del Nord
Europa, e qui era stata creata la Borsa,
che si occupava di quotazione delle
merci e di regolare le transazioni
finanziarie (1531)
La crisi dei Paesi Bassi
• La floridezza dei Paesi Bassi andò in crisi a
partire dalla seconda metà del ‘500
• 1. per la concorrenza dei pannilani inglesi
• 2. perché Anversa perse parzialmente il controllo
dei traffici internazionali quando i mercanti
inglesi trasferirono le transazioni a Amburgo
• 3. perché si creò un asse commerciale e
finanziario tra Siviglia e Genova, su cui si
svolgevano molti traffici con i metalli preziosi
provenienti dal Sud America, e questo asse era in
concorrenza con l’asse Anversa-Augusta
L’affermazione delle province del Nord
Amsterdam nel 1574
• Inoltre i Paesi Bassi del Sud soffersero la
concorrenza dei Paesi Bassi del Nord
• Questi ultimi si specializzarono
nell’agricoltura intensiva, nella pesca e nel
commercio marittimo
• I Paesi Bassi del Nord avevano migliorato
la loro agricoltura grazie a opere idriche,
dighe e bonifiche, che permisero di
prosciugare alcune grandi aree e drenare i
polders, in modo da rendere coltivabili
zone prima occupate da stagni
• Inoltre alcune zone come Amsterdam e
Rotterdam diventano mercati per il grano
coltivato nell’Europa nordorientale
(Polonia, Russia), e quindi anche per vino,
tessuti, metalli, sale
La rivolta dei Paesi Bassi contro la Spagna
Margherita
d’Asburgo
Il cardinale Granvelle
• La crisi economica dei Paesi Bassi fu una delle cause
che portarono questa zona alla rivolta contro la
monarchia spagnola, sotto cui essi si trovavano
• Le altre due cause della rivolta furono
• 1. il fattore religioso
• 2. la questione politica
• 1. I Paesi Bassi erano governati da Margherita,
sorella di Filippo II, coadiuvata dal cardinale
Granvelle
• Granvelle guidò la lotta contro gli “eretici”, perché
nei Paesi Bassi le dottrine riformate ebbero grande
diffusione, e il cardinale, sostenuto da Filippo II,
voleva estirpare la Riforma dai territori che
governava
• Rafforzò l’Inquisizione e l’apparato ecclesiastico, e
fece promulgare leggi contro gli aderenti al
protestantesimo
La politica repressiva della Spagna
• Granvelle attuò una politica repressiva che ledeva sia le
autonomie delle città, sia le prerogative degli stati
provinciali
• Di fronte a questa politica, anche i patriziati urbani e i
grandi nobili, per quanto cattolici, si sentirono
oppressi dalla monarchia spagnola, con la quale fino a
quell’epoca erano stati in relazioni soddisfacenti
• Granvelle fu allontanato per le pressioni della nobiltà
di queste zone (1564), ma questo fu solo l’inizio delle
rivendicazioni
• Nel 1566 i nobili invasero armati il palazzo di
Margherita e vollero l’abolizione dell’Inquisizione e la
mitigazione delle leggi anti-riformate
La guerra tra Spagna e Paesi Bassi
Il duca d’Alba
• A Anversa, nel 1566, una folla di calvinisti
arrabbiati, anche per la crisi economica
sempre più difficile, devastarono alcune
chiese cattoliche e distrussero le immagini
sacre
• Si aprì una guerra vera e propria tra la
monarchia spagnola e i suoi territori del
Nord
• Filippo II inviò nella Fiandre un esercito
comandato dal duca d’Alba, che si sostituì,
di fatto, a Margherita alla guida dei territori
(1567)
• I capi dell’opposizione furono incarcerati e fu
creato il Consiglio dei Torbidi, un tribunale
straordinario che decise moltissime
condanne a morte, anche di cattolici
“sediziosi”
La rivolta dei Paesi Bassi settentrionali
Guglielmo I
di Orange-Nassau
• Per due anni il governo forte del duca d’Alba
riportò l’ordine, ma nel 1569 si scatenò una
nuova rivolta causata da un forte aumento
delle tasse, specialmente sulle transazioni
commerciali, tasse che dovevano mantenere
l’esercito spagnolo
• Emerse in questo periodo la figura del
principe di Orange-Nassau, Guglielmo, che
dopo essere fuggito per evitare le
persecuzioni spagnole, tornò nelle sue zone
d’origine alla guida di una sua flotta
• Invase le provincie settentrionali e si fece
nominare nel 1572 governatore militare di
Olanda e Zelanda, per poi convertirsi al
calvinismo
Le difficoltà della Spagna
• Gli spagnoli si trovarono in difficoltà a controllare la
nuova rivolta
• Le zone del nord dei Paesi Bassi erano acquitrinose e
difficili da raggiungere a causa degli estuari dei fiumi
Reno e Mosa, quindi l’esercito spagnolo aveva ostacoli
naturali importanti da superare
• I rivoltosi furono sostenuti economicamente dagli
ugonotti francesi e dai protestanti inglesi e tedeschi
• Gli spagnoli furono costretti a rifornire il loro esercito
lungo un percorso tutto terrigeno da Genova alla Franca
Contea, e questo rendeva la guerra molto costosa
• Inoltre la Spagna dichiarò bancarotta per i debiti pesanti
nel 1575
• L’anno successivo i soldati spagnoli, non pagati, si
rivoltarono a loro volta e saccheggiarono Anversa
La “sottomissione di Arras” e la lega di Utrecht
• Un accordo tra cattolici e protestanti per attuare una
resistenza comune contro gli spagnoli fu raggiunto nel
1576, ma si spezzò dopo alcuni mesi
• Un nuovo governatore, Alessandro Farnese, fu inviato
dalla Spagna nel 1578, e la sua azione politica ebbe
l’effetto di riavvicinare i Paesi Bassi meridionali e la
corona spagnola
• Nel 1579 importanti principi e nobili cattolici decisero
di firmare la “sottomissione di Arras”, con cui
accettavano di sottomettersi alla Spagna
• e da parte protestante fu formata la Lega di Utrecht,
per continuare la lotta contro gli Asburgo
La situazione dei Paesi Bassi in lotta contro la Spagna
Le Province Unite settentrionali,
poi
costituitesi in repubblica furono:
Groninga
Frisia
Gheldria
Olanda
Overijssel
Utrecht
Zelanda
Drenthe
La nascita della Repubblica delle Province Unite
• I calvinisti uniti nella lega di Utrecht proclamarono la
propria indipendenza dalla Spagna nel 1581
• Per legittimare la propria dichiarazione, le provincie
settentrionali dovevano adottare una forma di regime
politico monarchico, perché in Europa in quel momento
storico non esisteva uno stato senza un monarca
• La corona fu offerta a diversi principi, ma i due più graditi,
cioè il duca d’Angiò e il principe Guglielmo d’Orange
morirono entrambi. Guglielmo fu ucciso da un fanatico
cattolico
• Alla fine una reggenza fu offerta al conte di Leicester, uomo
di fiducia della regina Elizabeth I d’Inghilterra, con cui le
provincie stabilirono un’alleanza
• Nel 1588 gli Stati generali delle Province Unite, l’organo in
cui erano rappresentati tutti i territori ribelli alla Spagna,
decisero di avocare la piena sovranità a se stesse, e si
proclamarono sostanzialmente una Repubblica
Scenario 2/ L’Inghilterra di Elizabeth I
La successione a Henry VIII:
Edward VI, Mary Tudor, Elizabeth
Edward VI
• In Inghilterra, alla morte di Henry VIII governò per sei
anni l’unico figlio maschio, Edward VI, che governò per
poco, dal 1537 al 1553, morendo in giovanissima età
• Il suo regno fu importante soprattutto per la migliore
definizione della religione anglicana
• Tuttavia al termine della sua breve monarchia, si aprì
una lotta molto dura per la successione
• A essa aspiravano due donne, Mary Tudor, figlia di
Enrico VIII e di Caterina d’Aragona, e Elizabeth, nata dal
matrimonio di Enrico con Ann Boleyn
• Mary Tudor sale al trono nel 1553, ma la sua
successione è violentemente contestata dagli
anglicani, che la vedono come uno strumento nelle
mani degli spagnoli
• Mary sposò infatti Filippo II nel 1554
Bloody Mary
Mary Tudor
• La nuova regina, teoricamente capo della
chiesa inglese, operò per far tornare
l’Inghilterra alla fede cattolica, e
perseguitò soprattutto i calvinisti inglesi,
che erano chiamati “puritani”
• Questa persecuzione violenta le fece
meritare il titolo di “Bloody Mary”
• Questa politica allontanò definitivamente
la maggioranza degli inglesi dal
cattolicesimo, che aveva un carattere
sanguinario e antinazionale
• Nel contempo, Mary Tudor fece
rinchiudere la sorellastra Elizabeth nella
Torre di Londra per tutto il tempo del suo
regno
Elizabeth e Mary Stuart
Elizabeth
Mary Stuart
• Bloody Mary morì nel 1558, e di nuovo si
scatenò la lotta per la successione tra due
fazioni
• Gli anglicani volevano che Elizabeth
salisse al trono, mentre i cattolici
cercarono di spingere al potere la regina
di Scozia Mary Stuart, cugina di Enrico
VIII, e cattolica
• I cattolici ritenevano Elizabeth figlia
illegittima, e quindi esclusa per questa
dalla successione
• Il Parlamento inglese fu chiamato a
decidere sulla questione e decise a
favore di Elizabeth
La politica religiosa di Elizabeth
• Elizabeth si mosse con prudenza, perché sapeva che la
minoranza cattolica era comunque rilevante; che la
minoranza puritana aveva grossa influenza sulle classi
dirigenti inglesi; e infine sapeva che una parte del suo
regno, l’Irlanda, era rimasta cattolica
• La sua politica religiosa puntò a rinnovare la Chiesa
anglicana, ma mantenendo con forza il controllo su di essa
• Nel 1559 la regina promulgò l’Atto di uniformità, con il
quale fu introdotto un unico libro comune di preghiere,e
che ribadiva come unica religione ufficiale l’anglicana
• Nel 1563, con l’Atto di Supremazia, la regina riaffermò che il
sovrano era l’unico capo della Chiesa anglicana
La mediazione tra calvinismo e cattolicesimo
• Nel 1569, Elizabeth emanò Act of settlement, con
il quale riorganizzò totalmente la chiesa anglicana
secondo un compromesso tra protestantesimo e
cattolicesimo
• Teologicamente, la Chiesa anglicana aveva una
base costituita dai 39 articoli di fede, ispirati alla
dottrina calvinista
• Sotto l’aspetto della liturgia e dell’organizzazione
ecclesiale, l’anglicanesimo mantenne
somiglianze con il cattolicesimo: vescovadi e
parrocchie continuarono a esistere come
articolazioni della Chiesa anglicana
L’accortezza di Elizabeth
• La regina fu molto accorta nel non fornire motivi
di rivalsa ai protestanti, e a non rafforzare le
pressioni dei cattolici
• Rifiutò di sposarsi, per non unirsi né a sovrani
cattolici, né a principi protestanti
• Quando la cugina Mary Stuart fu detronizzata da
una rivolta dei puritani scozzesi, Elizabeth la
accolse nel suo regno, ma la fece imprigionare
nella Torre di Londra, per evitare che diventasse
un punto di riferimento dei cattolici contro la sua
monarchia (1568)
La “regina vergine”
• A partire dagli anni ‘70 la politica di Elizabeth,
chiamata “the Virgin Queen”, diventò più decisa e
contribuì a darle anche un forte sostegno
popolare, per merito di una propaganda
intelligente che la presentò come sposata con il
suo paese
• Dal punto di vista economico, Elizabeth sostenne
la produzione e il commercio di pannilani inglesi,
che alla fine del Cinquecento erano in
concorrenza vincente con i prodotti dei Paesi
Bassi, dell’Italia e della Spagna
• Curò molto attentamente la marina e la flotta
militare inglese
Politica antispagnola di Elizabeth
Francis Drake
fu uno dei
protagonisti
della “guerra di
corsa”
degli inglesi contro
le navi spagnoli
• La monarchia inglese diventò la
principale avversaria della Spagna
sotto diversi aspetti
• 1. sostenne la “guerra di corsa”, cioè
gli assalti compiuti dalle navi inglesi,
agili e veloci, contro i galeoni
spagnoli che dal Nuovo Mondo
riportavano nella penisola iberica
metalli preziosi
• finanziò, non ufficialmente, la lotta
dei Paesi Bassi, protestanti, contro la
corona spagnola
Guerra aperta tra Spagna e Inghilterra
• L’episodio che determinò una guerra aperta tra Inghilterra
e Spagna fu la condanna a morte e la decapitazione
nel1587di Mary Stuart, che era stata coinvolta in una
congiura di cattolici contro Elizabeth
• Filippo II decise di aprire il conflitto con l’Inghilterra,
facendo allestire la flotta militare più grande di ogni
tempo fin a quel momento, che fu chiamata Invencible
Armada, composta da 130 vascelli e 24.000 uomini
• Il piano di Filippo aveva come obiettivo la conquista
dell’Inghilterra, di cui il re spagnolo intendeva rivendicare
il trono sia per la parentela con Caterina d’Aragona, sia
come vedovo di Mary Tudor
• Vincendo, il monarca spagnolo avrebbe posto rimedio
alla guerra di corsa e alla turbolenza dei Paesi Bassi,
almeno nei suoi progetti
Flotta spagnola e navi inglese
La flotta spagnola
Una agile e veloce imbarcazione inglese
La spedizione sfortunata dell’ Invencible Armada
• L’ Invencible Armada giunse allo Stretto della
Manica alla fine di luglio 1588, ma affrontò molte
vicissitudini
• Il modo di combattere degli spagnoli era meno
dinamico di quello inglese, che contava su una
flotta meno imponente, ma più agile
• Gli spagnoli volevano abbordare le navi spagnole
per poi affrontare gli avversari in combattimenti
corpo a corpo nei quali erano favoriti, ma la
lentezza della loro flotta, e i cannoneggiamenti
degli inglesi, più rapidi e precisi, impedirono agli
iberici di attuare la tattica preventivata
• Inoltre nei primi giorni di agosto la flotta
spagnola, già in difficoltà, fu definitivamente
piegata da tre violentissime tempeste, che
dispersero più di 1/3 delle navi spagnole e
provocarono la morte di 10.000 uomini
• Gli spagnoli furono costretti a ritirarsi, sconfitti, in
pratica dando agli inglesi il dominio dell’Atlantico
Scenario 3/ La Francia nelle guerre di religione,
1560 - 1598
Un’immagine dal film
“La reine Margot”, di Patrice Chereau:
a sinistra Enrico di Borbone (Daniel Auteuil),
a destra Margherita di Valois (Isabelle Adjani)
La difficile successione di Enrico II
Il matrimonio tra
Enrico II e Caterina de’
Medici
• Dopo la pace di Cateau-Cambresis, nel 1559, la
Francia fu tormentata da una grave crisi politica,
legata a motivazioni religiose
• Il re Enrico II morì improvvisamente, per un
incidente di caccia, lasciando una moglie,
l’italiana Caterina de’Medici, e due figli,
Francesco e Carlo: entrambi saranno re,anche se
Francesco morirà subito dopo il padre
• In realtà per un lungo periodo governò Caterina
de’Medici nel ruolo di reggente per conto dei due
figli minorenni
• I problemi di Caterina sono
• da una parte il suo ruolo “provvisorio” di
reggente, che suscitò grandi lotte di potere dentro
la corte per impadronirsi del potere
• dall’altra la presenza di una forte minoranza
calvinista, tra cui vi sono anche importanti
famiglie nobili come i Borbone, imparentati con la
famiglia regnante dei Valois
Ugonotti e cattolici, Borbone e Guisa
Huguenots proviene,come
deformazione lessicale dal
termine tedesco
Eidgenossen, cioè
“confederati”
• Numericamente gli “ugonotti” , cioè i calvinisti,
(che chiamavano se stessi “riformati”) erano
circa un milione di persone, e controllavano
alcune città importanti nel Sud e Ovest della
Francia, su tutti Lione e La Rochelle, e alcune
zone del Centro e dell’Ovest, territori non del
tutto integrati nel regno di Francia e che
faticavano a accettare le novità giuridiche,
amministrative e fiscali della monarchia Valis
• Socialmente la religione calvinista era diffusa
tra gli artigiani delle città, a parte Parigi; tra
medici, avvocati e notai; e tra alcune grandi
casate nobiliari: i Borbone (sud-ovest) e i
Montmorency
• In contrasto con queste ultime è la famiglia dei
Guisa, che aveva una posizione influente nella
corte regia
• Queste famiglie esercitavano un potere forte
sulle provincie che controllavano, potevano
mobilitare delle forti clientele dentro il regno e
avevano legami anche con l’estero
Caterina de’ Medici, divide et impera
fino alla guerra civile
• La politica di Caterina era di far scontrare tra loro le fazioni in modo
che si indebolissero, così da evitare la perdita di autorità della
monarchia francese
• Gli ugonotti organizzarono nel 1560 una congiura per eliminarla, in
modo da sostituirla con Luigi di Borbone, così che re Carlo IX non
subisse le influenze della fazione cattolica di corte, guidata dai Guisa
• Vi fu un tentativo di pacificazione tentato attraverso un sinodo, che
ribadì le distanze teologiche tra cattolici e calvinisti
• Caterina che era circondata dalla “tutela” dei Guisa, per equilibrare
le pressioni sulla corona, concesse allora agli ugonotti una limitata
libertà di culto con l’editto di Saint Germain, ma questo suscitò la
reazione violenta dei cattolici, che uccisero a Vassy nel marzo1562
un gruppo di calvinisti
• Questo episodio determinò l’inizio delle guerre civili, durante le
quali morì il capo della fazione dei Guisa, Francesco
Durante le guerre di
religione in Francia
si creò una situazione
di frazionamento ,in
cui il territorio del
regno era diviso in tre
settori di influenza
religiosa e politica:
la zona fedele alla
corona dei Valois;
le provincie
controllate dai Guisa;
parte del centro e del
Sud-Ovest in cui vi era
una maggioranza di
ugonotti
La prima pace di Saint Germain
e l’emergere di Coligny
L’ammiraglio
Gaspard de Coligny
Il re Carlo IX
• La guerra civile diventa violenta nel 1567, con
scontri militari tra le fazioni e un tentativo di
pace nel 1570, la seconda pace di Saint Germain
• La pace del 1570 nasceva da una mediazione,
condotta dalla corte, per cui gli ugonotti ebbero
il riconoscimento della libertà di culto, e anche il
controllo di alcune città fortificate, come La
Rochelle, che garantissero la loro sicurezza
• Infine l’ammiraglio Coligny, uno dei leader
ugonotti, fu cooptato dentro il Consiglio di
Stato,cioè l’organo consultivo più importante,
che collaborava con il sovrano a decidere la
politica francese
• Coligny operò con grandi capacità
diplomatiche, tanto da ottenere la fiducia di
Carlo IX e diventarne un consigliere molto
ascoltato
La notte di S.Bartolomeo,
23-24 agosto 1572
• Coligny progettò un matrimonio che doveva portare la pace
tra cattolici e ugonotti
• Il protestante Enrico di Borbone, re di Navarra sposò
Margherita di Valois, sorella di Carlo IX
• Questo matrimonio fece giungere a Parigi i più importanti
nobili ugonotti
• Caterina de’Medici durante i festeggiamenti delle nozze
tentò di far uccidere Coligny, per tornare a controllare il
figlio, ma l’azione fallì
• Presa dal panico, Caterina diede la possibilità alla fazione dei
Guisa di scatenarsi insieme al popolo di Parigi, che era
fortemente antiugonotto
• La notte tra il 23 e il 24 agosto 1572, festa di S.Bartolomeo,
Coligny e altri duemila ugonotti, furono massacrati dai
Guisa e dai loro seguaci, nonché da molti parigini, poi le
violenze continuarono anche nelle provincie
L’affermazione di Enrico di Navarra
• Molti calvinisti fuggirono all’estero, specie nelle
Provincie Unite e in Inghilterra, contribuendo alla
crescita economica, scientifica e culturale di quei paesi
• L’esito della notte di S.Bartolomeo fu che la zona
sudoccidentale della Francia diventò una sorta di
confederazione di Stati indipendenti degli ugonotti
• Enrico di Navarra era riuscito a sfuggire all’uccisione
solo abiurando il calvinismo
• Tenuto di fatto prigioniero a corte, riuscì a fuggire e
nel 1576 annunciò di essere tornato alla fede
calvinista, diventando il leader dei territori ugonotti
• Contro di essi si formò la Lega santa guidata dai Guisa,
sostenuta dai nobili cattolici e dal popolo di Parigi
La guerra dei tre Enrichi
Enrico III
Enrico di Navarra
Enrico di Guisa
• Alla morte di Carlo IX, diventò re il fratello,
Enrico III (1574)
• Un equilibrio precario tra i due schieramenti
si mantenne fino al 1584, quando morì
l’ultimo figlio di Enrico II e Caterina
de’Medici ultimo possibile erede della casata
Valois al trono di Francia,
• Erede al trono, per motivi dinastici, se fosse
scomparso Enrico III, sarebbe diventato
proprio Enrico di Borbone
• Da qui nacque una nuova guerra civile, la
cosiddetta “guerra dei tre Enrichi”, in
quanto gli schieramenti in campo erano
guidati da tre capi con lo stesso nome: il re
Enrico III; Enrico di Borbone; Enrico di
Guisa, capo della Lega santa
Enrico III contro i Guisa
• Filippo II di Spagna sosteneva la fazione dei Guisa, ed essa
aveva maggiore forza militare degli avversari, tanto da
sostituire la propria autorità a quella del legittimo sovrano,
che perse anche il controllo di Parigi
• Dentro la capitale spadroneggiarono i cattolici oltranzisti,
che uccisero anche molti magistrati e nobili
• Enrico III si rifugiò nella città di Blois, e qui attirò,con il
pretesto di una mediazione il fratello del duca di Guisa e il
cardinale di Lorena, una delle menti della fazione Guisa,
facendoli uccidere (1588)
• Il passo successivo del re fu di allearsi con gli ugonotti
• Enrico III e Enrico di Borbone nell’estate del 1589
assediarono Parigi e la ripresero ai Guisa
• Nell’agosto del 1589, Enrico III fu pugnalato da una frate,
ma prima di morire designò come erede Enrico di
Borbone, a patto che si convertisse al cattolicesimo.
Dalle guerre civili alla guerra
Francia-Spagna
• Enrico di Borbone era un uomo diverso dagli ultimi re
Valois, visto che accoppiava l’esperienza militare alla
capacità di trattare con gli uomini, e aveva qualità per
piacere al popolo
• La Lega santa cercò di imporre sul trono Isabella, figlia
di Filippo II, che mandò in Francia delle truppe che
entrarono da Nord, dai Paesi Bassi e da Sud, attraverso
i Pirenei, a sostegno di questa successione
• Ma si trattò di un errore strategico, perché con questa
iniziativa spagnola, i Guisa indebolirono la loro
fazione, che appariva come responsabile di avere
aperto le porte agli stranieri
I politiques sostengono Enrico di
Borbone
• Enrico di Borbone fu abile nell’avviare l’azione di respingimento
degli spagnoli, presentandosi come il difensore della Francia
• Egli trasformò la guerra civile in conflitto contro gli stranieri
invasori e i loro alleati francesi, presentati come traditori della loro
stessa terra
• Enrico si presentò come colui che poteva pacificare la Francia e
ristabilire l’autorità monarchica e ottenne il sostegno della fazione
dei politiques
• I politiques erano cattolici moderati: magistrati e borghesi che
occupavano ruoli burocratici. Per loro l’interesse della Francia
doveva essere difeso contro ogni lotta tra le fazioni religiose, il più
importante pensatore di questo orientamento fu Jean Bodin
“Parigi val bene una messa”
Enrico di Borbone
• Dopo trent’anni la Francia era sfinita dalle guerre
civili, soprattutto per la violenza sanguinaria che fu
molto diffusa sia a Parigi, dove spesso il popolo era
fuori controllo; sia nelle provincie, dove si
scontravano nobili e soldatesche, da una parte, e
movimenti popolari spontanei che non volevano farsi
imporre esazioni ingiuste
• Enrico di Borbone sfruttò abilmente questa
stanchezza e convertendosi pubblicamente
nell’abbazia di Saint Denis era pronto a regnare,
1593
• L’anno seguente entrò trionfalmente a Parigi e
diventò il legittimo re di Francia con il nome di
Enrico IV
• Filippo II fu costretto a arrendersi e firmò la pace di
Vervins nel 1598
• Nel 1599 il matrimonio tra Enrico e Margherita di
Valois fu annullato, e il re sposò Maria de’Medici
L’Editto di Nantes, 1598
• Nell’aprile del 1598, Enrico IV promulgò
l’editto di Nantes
• Con questo documento, il re sanciva la
pace religiosa
• Nell’Editto, il cattolicesimo veniva
mantenuto come religione di Stato
• I protestanti dovevano pagare la decima
ecclesiastica, rispettare le feste cattoliche
e le restrizioni canoniche sul matrimonio
• Gli ugonotti avevano,tuttavia, il diritto di
praticare la loro fede e i loro culti, anche
se non a Parigi e in alcuni altri luoghi
• Inoltre essi potevano mantenere il
controllo militare di circa cento
piazzeforti, che garantissero loro la
limitata libertà religiosa di cui godevano
L’Italia nella seconda metà del ‘500
Situazione geopolitica dell’Italia
dopo la pace di Cateau-Cambresis
Spagna
Spagna
Le conseguenze della pace di Cateau-Cambresis per
l’Italia
• La pace di Cateau Cambresis fu
firmata da Spagna e Francia nel 1559
• La pace fu dovuta soprattutto alle
pessime condizioni finanziarie delle
due monarchie, che non potevano più
confrontarsi militarmente per il
possesso dell’Italia
• In base a questa pace la Spagna
mantenne una supremazia politica
sull’Italia, mentre la Francia ottenne il
riconoscimento del possesso dei
vescovadi a Metz, Toul e Verdun, e
anche di Calais
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La situazione geopolitica dell’Italia
nel secondo Cinquecento
La Spagna controllava circa metà della penisola italiana: Ducato di
Milano, Regno di Napoli, Sicilia e Sardegna e Stato dei presìdi (in
Toscana, tra Talamone, Orbetello e l’Argentario)
Solo Venezia era una repubblica davvero indipendente
Genova era legata strettamente alla Spagna per i suoi affari
marittimi
Il duca di Savoia e il duca di Toscana dovevano ai sovrani spagnoli
Carlo V e Filippo II i loro titoli e i loro territori
Gli altri stati dell’area padana, come Mantova, Parma e ducato
Estense non avevano una forza territoriale che li rendesse
importanti
Lo Stato pontificio era alleato e subordinato alla Spagna, che era la
monarchia cattolica più forte in Europa e nel Mediterraneo, e quindi
una difesa indispensabile per il cattolicesimo
Il governo della Spagna su Milano e sui
territori meridionali
• La Spagna governava il ducato di Milano con un governatore e il
regno di Napoli. Sicilia e Sardegna con un vicerè, sempre di origine
spagnola, così come erano spagnoli i comandanti militari di questi
territori
• I funzionari e i magistrati delle dominazioni spagnole erano però
soprattutto originari delle zone indicate sopra e rimanevano in
carica molto a lungo, così che anche grazie alla luna esperienza che
avevano maturato, avevano la capacità e la forza per lottare con
successo contro gli alti funzionari spagnoli
• Il governatore e il vicerè avevano l’autorità legislativa e il compito di
difendere i territori, e da questo dovere derivava alla Spagna anche
il diritto di imporre le tasse
• L’interpretazione e l’applicazione delle leggi e la ripartizione e la
riscossione delle imposte erano però nelle mani dei funzionari e
magistrati milanesi, napoletani, siciliani, ecc.
Il granducato dei Medici
Cosimo I de’Medici
• In Toscana, i Medici erano stati sostenuti dagli
spagnoli, e nel 1569 acquisirono il titolo di
“granduchi di Toscana”
• Le magistrature repubblicane rimasero, ma
erano subordinate a due consigli di cui facevano
parte gli esponenti delle famiglie più importanti,
che assistevano i Medici nel loro governo
• Quando diventò signore di Firenze Cosimo I, nel
1537, questi organi di potere però persero la
loro importanza, perché il duca e poi granduca
governò senza consultarli, utilizzando invece i
suoi segretari
• Nel 1557 Firenze si annesse la storica rivale Siena
con il suo territorio:questo fu un successo di
grande portata storica e simbolica
• Morto Cosimo I nel 1574, gli successero i figli
Francesco I e Ferdinando I. Ferdinando fece
realizzare l’importante porto di Livorno
Il ducato di Savoia
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Emanuele Filiberto
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Lo stato dei Savoia, dopo avere subito occupazioni di spagnoli e
francesi durante le guerre d’Italia, fu ricostituito per merito di
Emanuele Filiberto, il duca che al servizio degli spagnoli vinse
la battaglia di San Quintino contro i Francesi, decisiva per la
pace di Cateau Cambresis
Il suo ruolo in questa battaglia diede a Emanuele Filberto la
possibilità di assicurarsi voce in capitolo nella pace tra spagnoli
e francesi
Emanuele Filiberto spostò la capitale del suo ducato da
Chambery (Francia) a Torino:questo spostamento nasceva dalla
volontà di contare di più negli equilibri politici italiani
Inoltre limitò le autonomie locali
Aumentò le imposte, ma aiutò anche lo sviluppo delle attività
economiche, soprattutto i commerci e l’agricoltura
Questo gli permise di costituire un esercito permanente,
piccolo ma valido
Il suo successore, Carlo Emanuele I tentò alcune espansioni
territoriali, una sola delle quali ebbe successo, l’acquisizione
del Marchesato di Saluzzo dalla Francia
La lotta tra fazioni a Genova
• Genova era tormentata dalle lotte tra le fazioni nobiliari, la
“vecchia” e la “nuova”
• Questi contrasti diventarono tanto acerrimi che i nobili “vecchi”
abbandonarono nel 1575 la città dopo disordini molto violenti, in
cui si distinsero anche i ceti popolari, che reclamavano la riduzione
delle tasse e aiuti per le “arti” (professioni artigianali), tra cui la più
importante era la manifattura della seta
• La pace tra le fazioni fu realizzata con la mediazione di Spagna e
Stato della Chiesa, con il mutamento del sistema di governo
genovese
• L’effetto di questo accordo fu che il ceto dei “magnifici”, cioè i
cittadini più ricchi assunse il ruolo politico principale
• Le attività manifatturiere entrarono in crisi, mentre la grande
finanza diventò il settore più importante della città, legato ai bisogni
economici spagnoli
Lo scontro tra “vecchi” e “giovani”
a Venezia
• Le fazioni dei “vecchi” e dei “giovani” erano presenti anche dentro
l’oligarchia veneziana, il patriziato
• Prima della peste che colpì la città nel 1576, Venezia giunse a
180.000 abitanti, di cui i patrizi erano 7.500, che detenevano le
cariche pubbliche principali
• L’aumento del numero dei patrizi determinò anche una evidente
differenziazione tra patrizi ricchi e patrizi poveri, che furono
chiamati “barnaboti”, che potevano essere facilmente corrotti dai
più ricchi, che ne compravano i voti per accedere alle cariche più
importanti
• La differenziazione di ricchezza determinò, tuttavia, la
concentrazione del potere nelle mani dei più facoltosi
• I più ricchi rafforzarono il Consiglio dei Dieci che si occupava del
fisco, della moneta, del controllo delle miniere, dell'acqua e
dell'ordine pubblico.
La vittoria dei “giovani”
• I “giovani” riuscirono con il tempo a rafforzarsi e a ridurre potere e
autorità del Consiglio dei dieci
• Nel 1583 il Senato, che affrontava le questioni di ordine finanziario
e decideva sulle guerre, sulle paci e sulle tregue, riuscì a riacquistare
i poteri che il Consiglio dei dieci gli aveva sottratto e così i “giovani”
avviarono una politica diversa, soprattutto verso le monarchie
estere
• I “giovani” volevano una politica estera di avvicinamento a Olanda,
Francia o Inghilterra, e quindi una presa di distanza da Spagna e
Stato della Chiesa
• I “vecchi” preferivano mantenere una “neutralità” che non ledesse
gli interessi di Venezia, la quale, trovandosi in Italia, poteva subire
attacchi da Spagna e Stato della Chiesa in caso di avvicinamento agli
stati “eretici”
La “guerra dell’interdetto”
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Il frate Paolo Sarpi
difese le posizioni
di Venezia contro
la Chiesa nella “guerra
dell’interdetto”
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Papa Paolo V
Nella politica di allontanamento di Venezia dallo Stato della Chiesa
voluta dai “giovani” si inserì la cosiddetta “guerra dell’interdetto”,
nata nel 1605
Due ecclesiastici colpevoli di reati comuni (sembra di furto) furono
arrestati per ordine del Consiglio dei Dieci
Il papa Paolo V voleva che i due non venissero processati e
giudicati da parte di un tribunale della Repubblica, bensì fossero
affidati a un tribunale ecclesiastico
La Repubblica rifiutò tuttavia di consegnarli e questo spinse il papa
a comminare alla città e al suo territorio l’ interdetto, cioè la
proibizione di celebrare i sacramenti
Il clero veneto non obbedì a questa imposizione papale, a parte
alcuni ordini regolari e ai gesuiti, che furono espulsi dalla città
Si sviluppò così un conflitto forte, in cui erano si confrontavano due
poteri, quello della Chiesa e quello di uno stato
Il conflitto giuridico, in cui sembrò che fosse sul punto di scoppiare
una guerra vera e propria, perché l’Inghilterra sosteneva Venezia, e
la Spagna il papato, fu risolto grazie alla mediazione della Francia,
che convinse i veneziani a affidare al suo ambasciatore i due
ecclesiastici
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