Stagione Teatrale 2010/2011

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Stagione Teatrale 2010/2011
Direttore Artistico Fabio Poggiali
Sommario
Realizzazione grafica: Nerolucido design studio - c.da colle delle Api, 107/b - 86100 campobasso Tel. 0874.67075 - www.nerolucido.com
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Presentazione
pag.
5
Stagione Teatrale 2010/2011
pag.
7
Abbonamenti e biglietti
pag. 29
condizioni
pag. 31
calendario Programmazione
pag. 32
la Fondazione Teatro Savoia
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Presentazione
con la stagione teatrale 2010 - 2011 la Fondazione Teatro Savoia, per il quarto anno
consecutivo, prosegue nel suo percorso di qualità che le ha consentito di crescere e
di affermarsi come una realtà culturale dinamica e di riferimento non solo per quanti,
comprendendo il valore anche sociale della cultura, ne hanno condiviso la genesi e la
missione ma per l’intera comunità regionale.
la stagione teatrale del Teatro Savoia si colloca ormai come un appuntamento insostituibile e atteso nel panorama degli eventi culturali che scandiscono la nostra vita sociale e culturale; ciò ha stimolato la Fondazione ad operare anche questa volta con
grande impegno, per proporre un cartellone di qualità e per offrire al suo sempre più
numeroso ed affezionato pubblico rappresentazioni di livello assoluto, interpretate da
artisti di fama nazionale ed internazionale.
la stagione 2010 - 2011 si presenta ancora una volta varia e articolata, non priva di
momenti di svago e riflessione, ma forte di uno sguardo rivolto ai grandi temi di attualità che, anche attraverso la rivisitazione di drammi del passato, riesce a toccare argomenti ancora oggi profondamente sentiti dalla coscienza civile degli italiani.
ci auguriamo pertanto che, come sinora è successo, l’impegno profuso sia compensato dalla condivisione del pubblico che, nel corso di questi anni, ha dimostrato di
apprezzare le proposte della Fondazione, contribuendo in maniera fondamentale alla
crescita del numero degli abbonati e a qualificarci come elemento insostituibile per
la complessiva elevazione del tono culturale della nostra regione.
ricordo ancora, al proposito, con piacere le parole pronunciate in maniera stentorea
da luca de Filippo, figlio del grande eduardo, in occasione del “battesimo” della
Fondazione: “Il teatro è il luogo del pensiero e della democrazia”.
una sintesi perfetta di significati, che ci ha guidati in uno sforzo che non sempre si è
rivelato semplice da far intendere in tutti i suoi risvolti, sostenendoci soprattutto nelle
scelte più significative e impegnative.
Nicola D’Ascanio
Presidente della Fondazione Teatro Savoia
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Stagione Teatrale 2010/2011
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Medea ci riporta - a partire dai tragici greci - alle donne di oggi. Sono infatti le donne
a mettere in discussione la vecchia cultura facendosi portatrici di un nuovo pensiero.
ed è proprio attraverso Medea (figura totalmente inedita e significativa) che euripide pone all’interno delle rappresentazioni tragiche un elemento di assoluta modernità. Medea, infatti, è la prima donna a mettere in discussione i rapporti tra uomo
e donna, evidenziando una situazione di forza, contestando l’esistente, aprendo un
contenzioso e lasciando intravedere nuove possibilità. Medea è per questo uno dei più
estremi e affascinanti personaggi della tragedia classica e moderna in quanto, prima
fra tutte, non agisce spinta da un impulso erotico o sentimentale ma per rispondere
ad una ingiustizia: “ecco Medea ...ecco la sventura di una donna” dice di se al termine di un lunghissimo e straziante monologo. le modalità del suo atto trascendono
ogni consuetudine. in Medea l’azione tragica coincide con la sua stessa rovina poiché,
mentre punisce il padre dei suoi figli, colpisce con uguale violenza se stessa: pur riconoscendo l’impatto del suo agire, lo persegue con determinazione e lucida consapevolezza. il conflitto per la prima volta in una tragedia non è fuori, ma dentro il
personaggio, come risulta dal ruolo decisivo dei monologhi nello sviluppo della struttura drammaturgica.
23/24 novembre 2010
Pamela Villoresi e David Sebasti
Associazione Teatrale Pistoiese
Argot Produzioni
Teatro dei due Mari
“Medea”
c’è una definizione precisa della tragedia in un testo di Jean Anouilh, attraverso una
immagine molto forte, che trovo assolutamente pertinente: il coro infatti dice “la
molla è caricata. Non avrà che da scaricarsi da sola... nella tragedia tutto è tranquillo
si dà appena una spinta per metterla in moto, un nonnulla. Tutto qui. dopo non c’è
che da lasciarla fare…” ecco, Medea è la molla caricata: la sua diversità, il suo essere
esule in terra straniera, non più amata dall’uomo per il quale ha lasciato la casa e gli
affetti, sono ancora oggi come allora motivi sufficienti per provocare un corto circuito emotivo di dimensioni devastanti tali da provocare mali terribili all’interno della
famiglia e delle istituzioni. Medea la barbara, Medea la sapiente - e per questo invisa
ai potenti della sua nuova città - è la scintilla che sovverte e scuote l’istituzione familiare, la gerarchia: attraverso un atto emotivo e non razionale mette in discussione la
pace sociale invocata da Giasone e creonte. raccontare ancora una volta Medea è
narrare da un lato quanto le passioni possano essere devastanti se non controllate,
ma dall’altro come gli uomini attraverso sofisticati ragionamenti giustifichino scelte
di comodo per il raggiungimento di una posizione sociale più alta all’interno di una
comunità. Medea è anche una storia tremenda che le cronache recenti continuano a
raccontarci suscitando orrore per un atto così orribile: ancora una volta la lezione dei
classici ci fa riflettere sul nostro essere uomini di questo tempo, con l’immutata fragilità di sempre, e ci invita a partecipare al percorso doloroso della protagonista, percorrendo con lei tutta la gamma delle passioni e l’orrore per un gesto così tremendo
e definitivo.
di euripide
traduzione e adattamento
Michele di Martino e Maurizio Panici
con renato campese,
Silvia Budri da Maren, Maurizio Panici,
Andrea Bacci, elena Sbardella
progetto scenico Michele ciacciofera
elaborato da Giorgio Gori
costumi Michele ciacciofera
musiche luciano Vavolo
luci emiliano Pona
regia Maurizio Panici
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Maurizio Panici
30 novembre / 01 dicembre 2010
da un progetto di
di.elle.i. Grandi eventi srl
Bruno Garofalo e Lello Scarano
...abbiamo deciso di adoperare una chiave del tutto diversa da quella corrente, nell’affrontare questo argomento. così come è accaduto per altri momenti dell’espressione musicale Napoletana, fatta oggetto di ricerche storiche e filologiche
approfondite e lontana da ogni forma di folklore strapaesano, ci sembrava che fosse
ora di ricordare anche questo momento alto della produzione napoletana nel campo
della musica popolare d’autore, recuperando questo episodio così creativo della nostra storia, sfrondandolo da tutti gli orpelli, dai luoghi comuni, dalla retorica ovvia e
modesta nella quale dal dopoguerra in poi è scivolata la canzone Napoletana, fatte le
doverose quanto rare eccezioni.
Siamo partiti dalla ricerca di una corretta interpretazione canora scevra da lamentosità e gorgheggi nasali malamente arabeggianti e vibrati ghirigori vocali senza alcun
nesso con la tradizione, privilegiando come nelle origini, la dizione, l’interpretazione,
il gusto della lettura poetica, e nel contempo recuperando l’uso di un’orchestra rigorosamente acustica, che rispettasse nei limiti del possibile le sonorità e gli smalti
richiesti nelle accurate partiture originali.
Questo grazie al lavoro del M° Tonino esposito, impegnato nel recupero di musicisti di grande levatura, in grado di seguirlo in questo lavoro di ricerca, di esecuzione
e di recupero di sonorità ormai perdute, rimpiazzate negli ultimi anni da infiltrazioni
ritmiche e jazzistiche provenienti da altre culture ed altri paesi.
l’altra operazione felicemente compiuta, consisteva nella ricerca di atmosfere che
scenograficamente potessero evocare insieme alla musica, tutte le atmosfere, gli atteggiamenti, i costumi di un epoca, prima documentandoci sulle tante pitture ispirate
all’argomento e realizzate da artisti come Scoppetta, Matania, dal Bono, ed ora nella
nuova versione, con l’apporto di affascinanti e rari filmati d’epoca, e di una particolare tecnica di realizzazione illuminotecnica ed elettronica, siamo riusciti a comporre
degli autentici bozzetti dove le immagini, le canzoni, i movimenti coreografici curati
da enzo castaldo, le figure di cantanti, attori, danzatori,mimi, rappresentanti della
musica popolare e di strada,evocate e ricostruite con cura da Mariagrazia Nicotra,
riescono a calarci in un’atmosfera magica e surreale che solo il teatro e l’illusione che
poeticamente ne deriva, sà ricreare e coinvolgerci con emozione ed amore.
una piacevole visita tra un mondo indimenticato, ed una coinvolgente confusione di
sentimenti che ci accomunano un pò tutti, noi napoletani, e tutti ci legano alle nostre radici, ad una Napoli che non c’è più e della quale ci piacerebbe conservare il
meglio, senza la presunzione di essere ricercatori e studiosi, ma con l’amore di figli
affettuosi ma anche un pò disillusi, delusi da quello che a volte si vive, senza mai però
abbandonare la speranza del recupero di una nostra dignità, della nostra cultura, e
questo nel senso più ampio del termine, grazie anche ad una poesia, grazie anche ad
una “canzone”...
“Novecento Napoletano”
scene Salvatore Michelino
costumi Mariagrazia Nicotra
scene e regia Bruno Garofalo
Bruno Garofalo
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21/22 dicembre 2010
Luigi De Filippo
i due della città del Sole S.r.l.
“L’Avaro” da Moliere
luigi de Filippo, grande protagonista del teatro napoletano di tradizione, ha deciso
di affrontare questo “classico” di Molière, per festeggiare il suoi ottant’anni di vita e
i sessanta di teatro e lo ha fatto in una rilettura che trasporta l’azione scenica da Parigi alla Napoli del 1860 quando, con l’arrivo di Garibaldi vittorioso, nasceva l’unità
d’italia. un evento storico visto però con satira tutta napoletana: il suo Arpagone, è
un uomo legato a un mondo e a privilegi ormai al tramonto, in tempi nuovi che porteranno all’unità di una Nazione. uno spettacolo piacevolissimo su qualità e difetti
degli italiani e che celebra, con ironia e divertimento, i 150 anni dell’unità d’italia che
ricorre nel 2011. «l’ammirazione per Molière e per la commedia dell’Arte - ha detto
de Filippo - mi hanno guidato nello scrivere questa rielaborazione di un’opera ancora
così attuale ed efficace nel mettere in ridicolo uno dei più grandi difetti della natura
umana (...) l’Arpagone di Molière e il Pulcinella della commedia dell’Arte hanno
qualcosa in comune: considerano il denaro come una benedizione ed una maledizione al contempo, lo gustano come un piacere fisico, quasi come il possedere una
bella donna desiderata da tutti (...) Ho scritto una mia rielaborazione portando la
commedia francese a una dimensione ironica e umoristica più vicina a noi più defilippiana ridisegnandola con i vivaci colori di Napoli. Sarà un interessante incontro
tra due civiltà teatrali: quella di Molière e quella partenopea.»
traduzione e libero adattamento in due parti
luigi de Filippo
scene e costumi Aldo Buti
regia Luigi De Filippo
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05/06 gennaio 2011
Kledi Kadiu, Emanuela Bianchini
compagnia c.r.d.l. Mvula Sungani
e la Compagnia C.R.D.L. Mvula Sungani
Non Solo Bolero è uno spettacolo pensato per raccontare le vicende di un gruppo di
persone che si trovano insieme in un luogo, o in un osteria come nella carmen, o in
taberna come nei carmina Burana, o nella taverna come nel Bolero di Milloss o in un
antico luogo come in Amores di ovidio, dove ognuna racconta la propria storia.
Mvula Sungani importante e famoso coreografo italo-africano, molto noto per la raffinatezza e l’innovazione dei suoi lavori, che negli ultimi anni ha creato opere per
stelle del calibro di raffaele Paganini e Giuseppe Picone, per questa nuova storia ha
voluto fare una creazione per un altro grande artista Kledi Kadiu. Questa pièce infatti, necessitava di un interprete forte, intenso, mediterraneo e dal grande carisma da
poter affiancare ad Emanuela Bianchini, nota stella dalla tecnica elegante ed intensa
ed ai bravi solisti della Compagnia Mvula Sungani. Questa nuova pièce è un intreccio di storie dal forte sapore etnico che vengono caratterizzate da una scansione
ritmica costante e crescente, che vede una storia ispirata a grandi opere, come la carmen di Prosper Mérimée , i carmina Burana di carl orff, Amores di ovidio ed il Bolero di ravel, unite da un fil rouge di rarefatta intensità. l’idea è quella di raccontare
in modo cinematografico, la vita e le storie di persone comuni mediante grandi opere
musicali e letterarie reinterpretate e trasfigurate da Sungani con la sua visione contemporanea della vita. il racconto prosegue senza soluzione di continuità entrando ed
uscendo dalle melodie con rispettosa disinvoltura. la trama coreografica, è un caleidoscopio di colori ed emozioni creato dal movimento che naviga tra le più disparate
varianti di forme e di ritmi. durante la serata si alterneranno nuove creazioni coreografiche ad alcune delle coreografie più suggestive e di successo del repertorio di
Sungani. la ricerca dell’autore italo-africano passa dalle dinamiche di origine popolare, a quelle di origine più nobile e moderne, e si sublima in un vortice di fisicità e dinamica. un modo interessante per riscoprire il mondo, l’uomo e le emozioni che lo
compongono mediante la danza, la musica, ed i grandi effetti spettacolari che hanno
l’obbiettivo di emozionare lo spettatore con un vero e proprio susseguirsi di momenti
molto raffinati e speciali. le splendide melodie di Maurice Ravel, Carl Orff vengono
intervallate da musiche originali e canzoni popolari che compongono la suggestiva colonna sonora. i costumi sono ideati e realizzati da Giuseppe Tramontano noto stilista e costume-designer di moltissimi, fictions e spettacoli teatrali. le scena
essenziale e stilizzata, e le luci d’avanguardia, conferiscono allo spettacolo una visione complessiva cinematografica e moderna.
“Non solo bolero”
solisti ilaria Palmieri, ivana cibin,
Alessia Giustolisi, Maria izzo, ilaria ostili,
elisa Tonelli, enrico Paglialunga,
Patrizio Bucci
costumi Giuseppe Tramontano
musiche orff, ravell, Tradizionali
Scene e Multimedia MM Productions
regia e coreografie Mvula Sungani
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26/27 gennaio 2011
compagnia Florence Rock Opera Group
compagnia Florence rock opera Group
“MR - Le magie del Moulin Rouge”
Il progetto “MR - Le Magie del MoulinRouge” nasce dalla volontà di rendere
omaggio ad alcune opere cinematografiche e musicali “cult” per una generazione e
forse più.
il film di Baz Luhrmann, descrive in modo personale il famoso locale, dipingendolo
con colori inconsueti e luci sfavillanti (prettamente hollywoodiane), in un mondo di
fine secolo scorso artificiale benché spettacolare, molto lontano dalla cupa e problematica realtà dell’epoca.
dalla pellicola di dupont (1928) interpretata dalla grande Olga Tschechowa alla più
leggera versione del 1934 firmata da Sidney Lanfield, dalla commedia musicale
“French Cancan” di renoir al film di John Houston “Moulin Rouge” fino alle melanconiche atmosfere della lirica, della “Traviata” di Verdi e della “Rondine” di
Puccini, “MR - Le Magie del MoulinRouge” si ispira come opera originale, Musical Romantico, espressione di una ricerca storica accurata, e rappresentazione
fantastica, spettacolare di un mondo che non c’è più.
in uno scintillio di luci e di colori, una grande storia d’amore disegna la sagoma di una
storia che è fuori dal tempo, fuori da un luogo perché già presente in tutti noi. un
tributo ad un luogo “magico”, un tributo a tutte le storie che hanno reso immortale
i personaggi che lo animano, un tributo all’amore in generale, “MR - Le Magie del
MoulinRouge” è soprattutto un tributo a quei valori e a quelle sensazioni che ci
fanno crescere e vivere delle emozioni più intense. un recital che diviene un musical.
un musical che può trasformarsi in dramma. la realtà plasmata dalla volontà e dalle
emozioni dei suoi interpreti. ogni sera in un’avventura nuova ma già scritta. Perché
fuori dalle righe di un testo o dalle partiture di una canzone. Nel cuore.
Vedrete scene, colori che mutano rapidamente come la sensibilità di un bambino. in
un grande circo carnascialesco. in un sogno infinito fatto di emozioni e sentimenti.
un grande circo musicale animato dalle vite di tutti gli autori mediante di tutte le vibrazioni che gli attori possono vivere. i clown scenderanno nell’arena.
Nella più tragica follia che una risata può donarvi. Nel più grande amore che
una lacrima può far nascere.
regia Fabrizio Checcacci
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16 /17 febbraio 2011
Sebastiano Lo Monaco
Associazione Sicilia Teatro
“Per non morire di mafia”
Non un semplice spettacolo ma un ritratto, un’indagine emotiva, una discesa nel
cuore vibrante del lucido pensiero di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua
vita alla lotta contro il crimine per il trionfo della legalità. lo immagino in una stanza.
lui è lì al suo tavolo, forse sta lavorando, forse, stanco, sta pensando, forse sta tenendo una lezione, quello che è certo è che lo spettatore si trova partecipe di una riflessione sorprendente per la sua vitalità intellettuale. il tempo dello spettatore è lo
stesso del protagonista sul palcoscenico. il tempo della finzione corrisponde perfettamente allo sviluppo dell’intera pièce che si dipana così tra il momento didattico,
quello comico e quello che definisce il tragico nel senso antico della parola. il protagonista/attore narra i tempi moderni come l’aedo cantava la guerra di Troia e ci invita alla speranza, al valore supremo e antico del rispetto della legge dello stato ma
guidato da una più profonda legge morale. un uomo/attore che dialoga con sé stesso
e con il pubblico. un dialogo lucido in cui i segni tracciati sulla lavagna diventano il
concretizzarsi di un percorso di pensiero che scava nella memoria che fa’ della storia
il proprio strumento di orientamento. un pensiero assolutamente urgente e necessario che viaggia sul delicato binario della contraddizione. un aspetto, quest’ultimo,
che trova la sua sintesi nel senso del dovere, forte e al quale rispondere con una profonda e sana morale individuale. il nostro protagonista si stacca così dalla vicenda
squisitamente autobiografica e diviene teatralmente simbolo di un nuovo cittadino.
l’istante si allarga ad un gioco di sottile ironia che colora talora la narrazione ed il
protagonista/narratore si pone al centro di una rivoluzione copernicana che ribalta
la visione più praticata della mafia e del malessere sociale che avvolge il nostro paese.
come un nuovo Galileo, egli ci offre un nuovo telescopio per scrutare l’universo che
ci circonda : egli ci permette di sapere. il monologo rispecchia una condizione del
personaggio di solitudine in cui i pochi segni scenici raccontano il mondo che egli
evoca ripercorrendo la propria vita tra il personale ed il professionale. un racconto
che parte dalla Sicilia per aprirsi alla globalizzazione, verso un orizzonte di riferimento in cui si compie la tragedia contemporanea del fenomeno mafioso. la musica
va a sottolineare e a scandire le tappe concettuali che segnano una sorta di nuova
iliade contemporanea, una nuova guerra che assume dimensioni talora mitiche proprio perché trae le sue origini in fenomeni culturali, sociologici, antropologici che appartengono alla cultura meridionale e che trovano oggi alleati nei grandi sistemi
economici del profitto a tutti i costi. la visione storica diventa per il nostro narratore
strumento privilegiato. il protagonista assume su di sé, sul proprio corpo, tale racconto che egli vive nella profondità della propria anima e che condiziona l’intera sua
esperienza di vita.
di Pietro Grasso
versione scenica Nicola Fano
adattamento drammaturgico
Margherita rubino
scene Giacomo Tringali
costumi cristina da rold
musiche dario Arcidiacono
luci luigi Ascione
regia Alessio Pizzech
Alessio Pizzech
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Parlare a cuore aperto significa parlare con sincerità e la sincerità è una delle condizioni fondamentali della poesia. lo scavo che compiono i poeti è uno scavo interiore,
giù nel profondo del cuore, la parte più intima e segreta dell’essere umano, laddove
si raccolgono gli impeti, le passioni, le contraddizioni di ognuno di noi, l’amore. ogni
secolo ha trovato nell’amore una propria peculiarità, dal dolce stil novo trecentesco
al romanticismo dell’ottocento. Nel Novecento è il cinema a farla da padrone. Nelle
sale gremite di gente, si va per sognare, amare, immaginarsi un altrove attraverso lo
schermo e le sue stelle. e così la poesia si alimenta di tutte quelle immagini che scorrono senza posa nelle sale fumose delle città, delle province anche le più remote e dimenticate. i versi raccolti da rubini per questo progetto, da Neruda a Sanguineti
passando per Pavese e Prevert, ma anche per Totò ed eduardo, vogliono evidenziare
appunto gli infiniti rimandi della poesia al linguaggio delle immagini. la musica dal
vivo accompagnerà lo spettatore a scivolare a cuore aperto nel clima di quel secolo
che ha trovato appunto in quel genere una delle sue espressioni più originali e significative.
23/24 febbraio 2011
Sergio Rubini
Star dust international Srl
“A Cuore Aperto”
Voci del Novecento
da Neruda a Sanguineti
recital con Musiche e canzoni dal Vivo
regia Sergio Rubini
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un padre molto affezionato alla figlia non sopporta l’idea di perderla per il fatidico matrimonio. Adattamento teatrale dell’omonimo film di Vincente Mannelli del 1950,
dove capricci, gelosie e nonsense si intrecciano con ritmi frenetici e divertentissimi.
dopo un anno di studi in europa, la venticinquenne Katy torna a casa dove vivono i
genitori. Katy ormai non è più una adolescente ma una donna che, fidanzata con un
giovane di agiata famiglia, Manfredi, intende sposarsi: ciò per suo padre luigi è una
terribile notizia, per sua madre Michelle, invece, è una lieta e felice novella. luigi
certamente non immagina, dopo che ha acconsentito al matrimonio, quello che succederà in casa, anche perchè si è lasciato indurre ad ingaggiare Frank, un frivolo organizzatore di ricevimenti nuziali. dapprima riluttante e pronto a ridimensionare i
preventivi, finisce col cedere purchè la festa sia memorabile e sua figlia felice. Tra
gioie sincere ed un filo di malinconia luigi organizza l’evento senza risparmiarsi, ma
quando è il momento della luna di miele le penserà tutte pur di non perdere la sua
amata “bambina”...
16/17 marzo 2011
Corinne Clery e Gino Rivieccio
Albertina Produzioni Srl
“Il padre della Sposa”
di carolyne Francke
con Selene Gandini, renato cortesi,
luigi drillo, Salvatore esposito
e la partecipazione di Milly Falsini
adattamento Gustavo Verde
musiche Peppino di capri
scene Tonino di ronza
regia Marco Parodi
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Jean-Jacques, giovane avvocato in carriera, noto don Giovanni della Parigi bene, conduce una vita da scapolo esemplare, perfettamente organizzata tra ufficio, serate mondane e nottate con donne sempre diverse. Ha però un difetto: non ha memoria, ed è
perciò costretto a catalogare in un album tutte le sue conquiste.
un giorno piomba a casa sua Suzanne, una giovane donna alla ricerca di un certo Philippe Ferrand. la donna è stanca e, senza troppi preamboli, decide di installarsi a
casa di Jean-Jacques sconvolgendo così l’ordine maniacale del suo monolocale e della
sua vita...
Si tratta di un tragicomico incontro-scontro di universi paralleli e apparentemente
estranei. l’incomunicabilità, e dunque la solitudine, sono le due dimensioni in cui vivono i personaggi.
29/30 marzo 2011
Ennio Fantastichini e Isabella Ferrari
Star dust international Srl
“Il catalogo”
il catalogo è una commedia delicata e divertente. il suo titolo (almeno in italiano ) si
ispira al don Giovanni di Mozart, e la ragione è tematica e musicale insieme: il dialogo scorre leggero e brioso come le ‘note bambine’ delle partiture settecentesche;
e il personaggio maschile si ispira - o almeno vorrebbe - al celebre seduttore. Questa
commedia gioca con l’impossibile e con l’assurdo, e l’autore sembra divertirsi molto
a mandare a gambe all’aria le nostre pretese di vivere in una realtà ‘normale’. il tema
narrativo è di quelli molto cari al teatro e al romanzo tardo novecentesco : l’impossibile incontro tra un uomo e una donna. Tanto più fatale, quanto più imprevedibile. Per
salvarsi dall’impossibile amore, i personaggi si aggrappano in modo quasi ossessivo
alla verosimiglianza dei dialoghi e delle situazioni, ma solo per approdare a un’atmosfera di intimità senza scampo, e tuttavia leggera e primordiale, dove la realtà si rivela per quella che è: una specie di prigione dell’anima. da quel momento in poi
sembra un sogno, il catalogo.
di Jean claude carrière
costumi Sandra cardini
musiche Arturo Annecchino
scene e luci Massimo Bellando randone
adattamento e regia Valerio Binasco
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lo spettacolo di Massimo lopez è un divertente slalom tra l’appassionante repertorio musicale di Frank Sinatra ed il trascinante intrattenimento del pubblico, tra un
brano e l’altro, fatto di divertenti monologhi sui più svariati argomenti, le sue irresistibili e a volte “improbabili” imitazioni unite ad una buona dose di esilaranti e coinvolgenti momenti di pura improvvisazione che contagiano nella risata oltre che lo
spettatore anche tutto il cast.
15/16 aprile 2011
Massimo Lopez
Stemal S.r.l.
“Ciao Frankie”
due ore di grande swing, con flash di comicità tra una canzone e l’altra. un travolgente concerto-tributo che Massimo lopez ha voluto dedicare ad un mito della musica di tutti i tempi, Frank Sinatra, senza rinunciare alla propria impronta teatrale.
lo si potrebbe definire un “one-man-show” di ottimo livello, ma in questo caso sarebbe alquanto riduttivo, dal momento che sul palco compaiono in effetti una cinquantina di personaggi illustri - o meglio le loro evocazioni – oltre alla presenza fisica
di una grande orchestra composta da dodici elementi e due vocalist, la “Big Band Jazz
company” diretta dal maestro Gabriele comeglio. Massimo lopez, che in ciao Frankie è diretto dal fratello Giorgio, dà prova di grande eclettismo alternando i meravigliosi brani di Frank Sinatra alle sue migliori interpretazioni e citazioni. il risultato è
uno spettacolo ininterrotto di circa due ore fra canzoni, gags ed intermezzi vari, senza
alcun calo emotivo. Protagonista assoluta: la musica di “Frankie”, la musica che,
“come tutti gli amori, nasce dal cuore e può durare tutta una vita”. lui, the voice,
viene inquadrato comicamente in un’infanzia da provincia americana (New Jersey),
con un’improbabile zia dal forte dialetto pugliese. Ma fra una battuta e l’altra le esecuzioni musicali costituiscono la vera struttura dello spettacolo, e sono rese in modo
sorprendentemente serio. Non che ci si possa stupire della camaleontica voce di
lopez, ma l’assoluta padronanza dell’interpretazione musicale è inaspettata e l’abilità canora risulta davvero notevole. i pezzi scelti, una ventina, sono tutti famosi e decisamente orecchiabili e si avvalgono di testi indiscutibilmente splendidi, così fra jazz
e swing la serata si svolge come un piacevolissimo e colto entertainment, leggero ma
non troppo, modulata sulle note di sessantacinque anni di storia della musica. lopez,
funambolo della voce, si libra in perfetto equilibrio sulle corde vocali, fra vibrazioni
melodiche e performance teatrale. Vengono dispensati con fluidità titoli su titoli:
When somebody loves you, l.A. is my lady, i get a kick out of you e naturalmente
New York, New York e My way, mentre negli stacchi tra un pezzo e l’altro sulla scena
scorre una carrellata di innumerevoli personalità: gli ultimi quattro Presidenti della
repubblica, vari papi e l’immancabile Mike Buongiorno. Al fianco del poliedrico mattatore, a tratti, la degna “spalla” Giuliano chiariello e la notevole Nadia Straccia, che
lo affianca per il divertente duetto di Somethin’ stupid. un tributo che ripercorre la
carriera musicale del mito Sinatra per ricordare e testimoniare il valore di un’eredità
artistica e umana. uno spettacolo variegato e di alta qualità artistica e musicale.
con la Big Band Jazz company
diretta dal maestro Gabriele comeglio
regia Giorgio Lopez
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Abbonamenti e biglietti
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Condizioni
Gli abbonamenti ridotti sono riservati esclusivamente a:
- under 25, over 65 e disabili;
- Soci di circoli Aziendali e di Associazioni convenzionate.
la tessera speciale o il documento che dà diritto alla riduzione dovrà sempre essere
esibita all’ingresso.
la direzione si riserva la facoltà di modificare il programma per cause indipendenti
dalla sua volontà.
Per informazioni: tel. 0874.311565
Privacy
i suoi dati personali verranno utilizzati dal Teatro Savoia al solo fine di inviarle notizie inerenti la programmazione e non saranno comunicati a terzi. lei potrà in ogni momento e gratuitamente consultare
o modificare i Suoi dati o semplicemente opporsi al loro utilizzo mediante comunicazione scritta.
www.fondazioneteatrosavoia.it
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Calendario Programmazione
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23/24 novembre 2010 “Medea”
16 /17 febbraio 2011 “Per non morire di mafia”
30 novembre / 01 dicembre 2010 “Novecento Napoletano”
23/24 febbraio 2011 “A Cuore Aperto”
21/22 dicembre 2010 “L’Avaro”
16/17 marzo 2011 “Il padre della Sposa”
05/06 gennaio 2011 “Non solo bolero”
29/30 marzo 2011 “Il catalogo”
26/27 gennaio 2011 “MR - Le magie del Moulin Rouge”
15/16 aprile 2011 “Ciao Frankie”
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La Fondazione Teatro Savoia
la Fondazione Teatro Savoia, ente di diritto privato, ha sede in campobasso in via
roma 47. essa non ha scopo di lucro, non può distribuire utili ed esplica la sua attività prevalentemente nell’ambito della regione Molise.
la Fondazione si propone di gestire il Teatro Savoia e le attività ad esso collegate
quali la programmazione e la distribuzione stagionale degli spettacoli, la produzione
di eventi e spettacoli, la formazione e l’incremento del pubblico, la promozione dello
sviluppo e della diffusione della storia culturale locale nel territorio regionale, l’organizzazione di festival e manifestazioni di spettacolo, l’attività di formazione specifica, il collegamento con altri enti pubblici, le scuole, l’università e le altre realtà del
panorama culturale locale locale, come associazioni ed enti di promozione culturale.
È interesse della Fondazione operare per il soddisfacimento dei bisogni della comunità, facendosi portavoce delle istanze che promanano dal territorio di riferimento
ed avviando un percorso che consenta di proiettare le esigenze della collettività a livello ultraregionale, rendendola così interlocutore privilegiato delle istituzioni nazionali. il patrimonio della Fondazione è composto da un fondo di dotazione ed un
fondo di gestione garantiti dall’apporto di risorse effettuato da ciascun membro in
ragione della tipologia di partecipazione.
i criteri ed i requisiti necessari per ottenere la qualifica di Fondatore, Partecipante
istituzionale, Partecipante Sostenitore o Partecipante Aderente sono stabiliti dal consiglio di Amministrazione, che è altresì competente a decidere ogni successiva modifica in ordine agli stessi.
i Fondatori, soggetti pubblici o privati, devono conferire almeno € 100.000 al fondo
di dotazione e quote di gestione annuali al fondo di gestione in proporzione al proprio conferimento;
i Partecipanti istituzionali, enti pubblici, devono conferire almeno € 50.000 al fondo
di gestione e quote di gestione annuali al fondo di gestione in proporzione al proprio
conferimento;
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i Partecipanti Sostenitori, pubblici e privati, devono conferire al fondo di gestione
una quota annua non inferiore ad € 50.000;
i Partecipanti Aderenti, pubblici o privati, devono conferire al fondo di gestione una
quota annua variabile tra € 50.000 e € 20.000.
Tutti coloro che partecipano alla Fondazione fanno parte dell’assemblea denominata
consiglio Generale; ciascuna categoria di partecipante, ad eccezione dei partecipanti
aderenti, esprime un consigliere di amministrazione. il vantaggio per un investitore
privato (sia esso un’impresa, un istituto bancario, o altro), di partecipare alla Fondazione risiede nella possibilità di entrare a far parte, da protagonista, di un processo
produttivo teso ad erogare servizi artistici la cui fruizione genera un positivo impatto
nella collettività di riferimento e nel beneficio di poter dedurre dal reddito le liberalità erogate, così come previsto dalla normativa in materia (dl. 35/2005, dPr
633/72, Tuir). reperire risorse private, attraverso il regime delle agevolazioni fiscali, è uno strumento per creare una partnership fra pubblico e privato che favorisce
senz’altro l’investimento dell’impresa in progetti che abbiano anche utilità sociale, promuovendo una cultura della responsabilità etica dell’impresa sul territorio.
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Via roma, 47 - 86100 campobasso - www.fondazioneteatrosavoia.it
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Botteghino: 0874.311565
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