ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Sabato 30 Giugno 2012 13 È la metropoli di Shenzhen, una zona speciale dove sarà testata la convertibilità dello yuan La Cina lancia un’altra Hong Kong La nuova città diventerà un centro finanziario entro il 2020 DI S ETTORE BIANCHI arà la città di Shenzhen, situata vicino a Hong Kong, a fare da laboratorio per la convertibilità della moneta cinese, lo yuan. Lo ha deciso il governo di Pechino, che ha bisogno di conoscere in anticipo quali saranno le ricadute della riforma finanziaria in cantiere, che prevede anche l’internazionalizzazione valutaria. Nella metropoli vi sarà una zona pilota in cui si testerà la convertibilità dello yuan. Lì saranno disponibili capitali per 45 miliardi di dollari (35,5 mld euro) in deposito. L’obiettivo è promuovere i flussi di investimento e la cooperazione finanziaria tra Shenzhen e, appunto, la vicina ex colonia britannica. Per Pechino si tratta di un notevole salto di qualità. Quattro anni fa la banca centrale ha cominciato a siglare accordi di swap con altri paesi, consentendo di non passare più attraverso il biglietto verde per regolare determinate operazioni commerciali globali. Da quest’anno La metropoli cinese di Shenzhen i clienti di diverse grandi banche statali cinesi possono effettuare operazioni in yuan negli Stati Uniti. Dal canto suo Hong Kong è già, di fatto, un laboratorio. Una parte dei titoli azionari locali è scambiata in yuan e le banche possono fare operazioni nella divisa cinese. I depositi in yuan sui conti bancari di Hong Kong hanno raggiunto la cifra di 552 miliardi di yuan (circa 70 mld euro) a fine marzo. Ma potrebbero triplicare entro il 2015. In realtà la Cina si sta sforzando con ogni mezzo di creare un clima favorevole all’evoluzione della sua moneta. Ma la sua internazionalizzazione ha bisogno dell’apertura del mercato dei capitali cinesi. Diversamente, prevede uno studio redatto da economisti di Pechino, il cambiamento si realizzerà in forma minima. La ricerca sostiene che soltanto l’1% dei mercati dei capitali è aperto, rispetto a percentuali che vanno dal 10 al 30% nelle altre economie emer- genti. Per ora il gigante asiatico non ha fissato scadenze precise per concretizzare questa strategia, ma il 2020 sembra una data oltre la quale non andare. Allora, infatti, terminerà l’esperimento di Shenzhen come area economica speciale. Essa è stata ribattezzata dalla stampa locale la Manhattan della Cina meridionale. Ma è ancora tutto da dimostrare. Nel frattempo la borsa di Hong Kong ha messo a punto una joint venture con i listini di Shanghai e di Shenzhen per rafforzare l’integrazione economica regionale. Secondo l’autorità finanziaria dell’ex colonia, questa iniziativa aumenterà la competitività di Hong Kong e contribuirà a promuovere i mercati dei capitali cinesi e la globalizzazione delle tre borse. Ognuna di esse investirà inizialmente 12 milioni di dollari nella nuova società, che svilupperà prodotti derivati cercando di replicare le performance degli indici borsistici. Saranno inoltre stabiliti indici basati sui prodotti scambiati in borsa. © Riproduzione riservata Voleva invadere la Ue, ma è stata invasa Sarà creata in Alabama per assemblare il modello A320 Un boomerang per il Sud Corea Una fabbrica di Airbus anche negli Stati Uniti DI I Karel de Gucht A un anno dell’entrata in vigore dell’accordi bilaterale di libero scambio tra Europa e Corea del Sud, a brindare sono le nazioni del Vecchio continente. Le esportazioni Ue verso lo stato asiatico sono progredite in maniera spettacolare: oltre 6,7 miliardi di euro, con un incremento del 35% rispetto agli ultimi quattro anni. È più che raddoppiato l’export di maiale (+120%) e quello di borse in pelle è anch’esso balzato del 90%. E pensare che, alla stipula dell’accordo, i più favoriti sembravano i coreani, che avevano già l’acquolina alla bocca e sognavano di invadere l’Europa con i loro prodotti. A rimescolare le carte è stata la crisi scoppiata nel continente, che ha praticamente annullato i benefici per Seul. Purtroppo la festa è stata guastata dal fatto che la Camera di commercio Ue a Seul, guidata dal belga Karel de Gucht, è stata decapitata da un controllo fiscale, che l’ha obbligata a buttare a mare l’essenziale dei suoi dipendenti e a cercare finanziamenti tra i suoi membri. I vertici parlano di complotto. Dal canto suo, la Corea è stata costretta a rivedere al ribasso le stime di crescita per l’anno in corso. © Riproduzione riservata ELISABETTA IOVINE successo commerciale oltreoceano, è altrettanto vero che la sua quota di mercato è ancora modesta. Mentre il costruttore europeo detiene oltre il 50% del mercato mondiale nel medio raggio, negli Stati Uniti la sua fetta non supera il 17%. velivoli di Airbus saranno costruiti anche in territorio americano. Il gruppo francotedesco ha deciso di realizzare un impianto in Alabama, che sfornerà il modello A320. Un modo diretto per cercare di sottrarre quote di mercato alla storica rivale Boeing, che è appunto statunitense. L’investimento previsto per questa operazione ammonterebbe, secondo i bene informati, a 500 milioni di dollari (395 mln euro). Lo stabilimento sarà operativo nell’arco di tre-quattro anni e raggiungerà una produzione di otto apparecchi al mese, che diventeranno dodici a regime. Quello americano è il quarto impianto di assemblaggio dell’A320 dopo quelli di Tolosa, di Amburgo e di TianJin in Cina. Per ora il colosso europeo non ha confermato le autorevoli indiscrezioni, Il costruttore europeo affila le armi ma la decisione sarebbe ormai stata per fare più concorrenza a Boeing presa è dovrebbe essere annunciata nei prossimi giorni dai vertici di Eeds, Per migliorare è indispensabile produrre in loco. la società proprietaria di Airbus. Un esperto del settore evidenzia che, nel contesto Con questa mossa, Airbus conta di inserirsi americano caratterizzato dalla paura della deinnella consistente azione globale di rinnovamendustrializzazione, produrre localmente è cruciale. to delle flotte di medio raggio, che stanno ormai Dal 2004 a oggi Eurocopter ha raddoppiato la invecchiando. Gli aerei A320 di Airbus e i B737 sua quota negli Usa dopo avere realizzato una della Boeing costituiranno il 70% dei 26 mila nuofabbrica nel Mississippi. vi velivoli che saranno ordinati Inoltre questa operazione conin tutto il mondo entro il 2030: Le due pagine di «Estero sentirà a Airbus di ridurre la sua questo, almeno, stando ai numeLe notizie mai lette in esposizione netta al dollaro, che ri forniti da Airbus. Si stima che Italia» sono a cura di oggi è superiore a 20 miliardi di il 40% del totale sia consegnato dollari (15,8 mld euro). proprio negli Usa. Sabina Rodi © Riproduzione riservata Se è vero che Airbus ha un buon