Testo intervista di Mattia Deidonè su Villafranca Week

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Mattia Deidonè intervista Indira Marcella Valdameri per il settimanale
VILLAFRANCA WEEK – giugno 2016
ANTICONFORMISTA – Insegna una disciplina che aiuta le persone a vivere senza i
condizionamenti della società
Counselor olistico. Non è una di quelle professioni che si trovano di frequente sulla
carta d’identità, ma Marcella Valdameri, in arte Indira, la svolge con passione già da
qualche anno. Di cosa si tratta? «Il counseling sostiene le persone che stanno vivendo
un momento difficile, aiutandole a recuperare le proprie risorse interiori per trovare
da sé le risposte che stanno cercando». Una definizione che sembra richiamare alla
psicologia, ma le differenze sono sostanziali. «Il counseling che pratico non si ferma
solo all’aspetto mentale: essendo una disciplina olistica si occupa dell’interezza
dell’Essere (corpo, mente e anima). E’ rivolto a risolvere i problemi attuali, non quelli
esistenziali derivanti da traumi passati. Il counseling è molto più agile e veloce
rispetto a un ciclo di psicologia. Il numero ottimale di sedute è dieci, ma a volte ne
occorrono anche meno. Anche per questo c'è un avvicinamento a queste discipline».
Uno degli aspetti più importanti che Indira vuole chiarire è che “counseling” non
significa dare consigli. «Seguire un consiglio dato da un altro non ha nessuna validità.
Puoi risolvere il problema, ma non è una tua soluzione e non ti assumi la
responsabilità di ciò che fai. Io invece ti accompagno a trovare la tua risposta
autentica». Nella società conformista dei nostri giorni il counseling insegna a non
seguire l’etica della società, ma ad avere il coraggio di agire seguendo le proprie idee.
«Il problema più grande per l’essere umano è che consideriamo il nostro valore in
base a come siamo visti dagli altri. Non vogliamo essere giudicati ma vogliamo
essere apprezzati: non è anche quello un giudizio?». Indira sostiene che il counseling
le sia servito moltissimo. «Riesco ad avere un’attenzione costante su cosa provo e
come agisco, e in questo modo il passaggio dai momenti no a quelli positivi è molto
più veloce».
Il suo interessamento alla disciplina risale a 15 anni fa, ma già ai tempi del liceo
sentiva questo desiderio di aiutare gli altri. Ora insegna anche all’Accademia
dell’Essere di Verona, la scuola dove ha preso il diploma di counselor, e
all’Accademia di Maestria a Trieste.
Accanto a questo lavoro interiore, c’è spazio anche per attività più pratiche. Anzi,
artistiche che Indira svolge in attività di gruppo. «Pittura, musica, danza, scrittura,
narrazione e teatro permettono di accedere ai propri aspetti più intimi e potenziano
abilità poco utilizzate come creatività, fantasia e intuizione. La caratteristica giocosa
stimola la propria libertà di individuare e sperimentare le proprie potenzialità».
E Indira come strumento espressivo del suo essere ha scelto la pittura. «Sono stata
stilista di moda, decoratrice d’interni, illustratrice. Dipingere è sempre stata la mia
passione». Ma non l’unica. Oltre alla scrittura e alla vela, nella sua casa di campagna
coltiva un orto sinergico in cui gli ortaggi sono mischiati sostenendosi l’uno con
l’altro in base alle proprie qualità curative e ha creato un giardino di piante e cespugli
che altrimenti finirebbero in discarica.
A inizio luglio dovrebbe uscire anche il suo primo romanzo, «Fili di Vetro – Il Nero,
la Pace». Una concretizzazione del suo amore per la scrittura e un modo per farsi
conoscere anche a chi è estraneo al mondo del counseling. Di queste cose parla anche
nel blog presente sul suo sito www.counselart.it.
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