LA RICERCA CONTINUA La rivoluzione dei piccoli RNA di Valentina Murelli Nel 2006 i premi Nobel per la medicina e per la chimica sono andati a tre ricercatori che lavorano sull’RNA. Anche in Italia, grazie ad AIRC, la ricerca sugli RNA è molto promettente er i premi Nobel, il 2006 lui della Stanford University) e è stato l’anno dei “due Craig Mello (dell’Università piccioni con una fava” o, di Worcester, nel Massachusmeglio, con una molecola. Si setts), per la scoperta di un meccanismo di tratta dell’acido r i b o n u c l e i c o Aggiungendo regolazione dell’espressione dei (RNA), a lungo geni i fiori geni legato a un ritenuto il “cugidiventarono altro tipo di no povero” del più famoso DNA bianchi invece RNA, caratterizzato da sequenze e ora invece sotto che rossi molto brevi le luci della ribalta grazie ai Nobel per la chi- (microRNA). “Una scoperta mica e per la medicina. Il probabilmente destinata a primo è stato assegnato a rivoluzionare la biologia e Roger Kornberg, dell’Univer- addirittura la medicina, che sità di Stanford in California, nel campo oncologico ha già per i suoi studi sul meccani- dato i suoi frutti” spiega Giosmo con cui l’informazione vanni Blandino, responsabile genetica del DNA viene ‘tra- del Dipartimento di oncologia dell’IRCCS sferita’ su una molecola di sperimentale RNA chiamata messaggero, Regina Elena di Roma e coorprima di essere tradotta in una dinatore di una delle quattro oncologiche proteina. Il secondo, invece è piattaforme andato a Andrew Fire (anche finanziate dal 2004 da AIRC. P 8 Fondamentale gennaio 2007 “Grazie ai fondi che abbiamo ricevuto, anche la nostra piattaforma oncologica, che serve ben 12 istituzioni di Roma e dintorni, si sta occupando di microRNA, e questo, grazie alla lungimiranza di chi ci ha finanziato, da diversi anni, ben prima che questo campo della ricerca biologica fosse portato in primo piano dal prestigioso premio”. L’ENIGMA DEI FIORI BIANCHI Tutto è cominciato, negli USA, con un fiore dal colore inatteso. Alla fine degli anni Ottanta, un ricercatore del- l’Università dell’Arizona stava tentando di ottenere petunie dai petali rossi a partire da piante con fiori rosa. Per farlo, provò a inserire nelle cellule vegetali il gene codificante per la proteina responsabile del colore: con una copia in più di questo gene – e, quindi, con più proteina a disposizione – i fiori avrebbero dovuto avere un colore più intenso. Invece, apparvero bianchi. Qualche anno più tardi, furono Fire e Mello a capire cosa era successo: la petunia aveva prodotto una piccola molecola di RNA (poi chiamata small interfering RNA, Da sinistra: Roger D. Kornberg col padre Arthur, Andrew Z. Fire piccolo RNA interferente) che anche in altre piante e animali aveva inattivato il gene per la molto semplici, mentre un meccanismo analogo è stato proteina colorata. Come è noto, per ottenere scoperto nei vertebrati, tra cui l’uomo. “Nelle una proteina, il piante e negli gene corrisponL’RNA era organismi più dente deve prima considerato semplici, che essere trascritto in una molecola di il fratello minore sono privi di del più sistema immuniRNA messaggero che, a differenza importante DNA tario, l’interferenza a RNA del DNA, costituito da due filamenti, è for- serve probabilmente a difenmato da un filamento solo. dersi dai virus, molti dei quali Anche il piccolo RNA della sono costituiti proprio da petunia era costituito da un RNA” spiega Carola Ponzetto, solo filamento, che aveva rico- responsabile del Laboratorio nosciuto e legato una sequen- di biologia dei tumori dell’Uza complementare presente niversità di Torino. Nei vertesull’RNA messaggero del gene brati, che invece possiedono per la proteina del colore. Si un sistema immunitario, il era così formata una porzione meccanismo è rimasto, ma ha di RNA a doppio filamento, una funzione diversa: quella di che era stata riconosciuta regolare l’espressione dei geni. come anomala dalla cellula e “Le molecole coinvolte vengoquindi eliminata. Ma senza no definite microRNA e si messaggero non ci può essere legano ad alcuni RNA messagproteina e poiché il piccolo geri specifici, impedendo che RNA, oltre che sull’intruso, siano tradotti in proteina”, aveva agito anche sul gene afferma Ponzetto. “In pratica, proprio della pianta, i fiori non fanno altro che spegnere il gene che codifica per quella erano risultati senza colore. In seguito, questo meccani- proteina”. smo – definito interferenza a RNA – è stato individuato DALLE PETUNIE AL CANCRO La scoperta di Fire e Mello www.airc.it ha inaugurato un nuovo modo di concepire la biologia Sul sito www.airc.it cellulare. Per molto tempo, gli potrete trovare un corso scienziati si sono concentrati interattivo dedicato al soprattutto sul DNA, mentre ruolo dei geni nella l’RNA veniva considerato malattia tumorale, con un poco più che una molecola approfondimento sul tema di collegamento con l’appadell’RNA interferenza e rato di sintesi delle proteidei premi Nobel 2006. ne. Ora, invece, si è capito Craig C. Mello, Kornberg (figlio e padre) con Fire che a questa molecola spetta un ruolo biologico di primo piano. Ma c’è anche un risvolto pratico importantissimo per la ricerca. “Grazie al progetto di sequenziamento del genoma umano, abbiamo a disposizione l’elenco completo dei nostri geni, ma in molti casi non sappiamo che funzione svolgano” spiega Giovanni Blandino. “Il modo migliore per scoprirlo è inattivarli uno per uno in organismi modello come il topo oppure in colture di tessuti e vedere cosa succede. L’inattivazione mirata dei geni, però, è un processo difficile, lungo e costoso. Per fortuna, il meccanismo dell’interferenza rende tutto più semplice: basta infatti creare un microRNA sintetico capace di interferire con il gene che ci interessa per impedire che questo produca la sua proteina”. È molto probabile, inoltre, che la scoperta possa avere ripercussioni per la diagnosi e la terapia di molte malattie, tra cui il cancro e diverse patologie neurodegenerative e infettive. “Per ora, nel genoma umano sono stati descritti circa 500 microRNA, ognuno dei quali ha diversi bersagli specifici, compresi alcuni oncogeni, geni che promuovono lo sviluppo di un tumore” afferma Carla Ponzetto. “È evidente che se riusciamo a utilizzare un microRNA sintetico per spegnere questi oncogeni, abbiamo trovato un nuovo farmaco antitumore”. Non solo: di recente sono stati scoperti anche alcuni microRNA attivi contro geni oncosoppressori, che – al contrario degli oncogeni – ostacolano lo sviluppo in senso tumorale. “Sono microRNA che lavorano contro il nostro interesse, perché spengono geni che sarebbe meglio mantenere accesi” chiarisce Ponzetto. “In questo caso, l’ipotesi terapeutica potrebbe essere quella di creare RNA sintetici che, attraverso il meccanismo Corbis Corbis PREMI NOBEL LA P R ERM IC I ENROCBAE L CONTINUA dell’interferenza, spengano Regina Elena di Roma, collaboratrice di Blandino. “Questo questi microRNA”. In apparanza è tutto sempli- però non è sempre vero: uno ce, ma nella realtà il lavoro è dei problemi che stiamo decisamente più complesso, affrontando grazie alla piattaforma oncogenomicome spiega Blandica che abbiamo a no: “Grazie agli A livello strumenti che fanno diagnostico disposizione è proprio la selettività del parte della nostra piattaforma oncolo- le prospettive microRNA se utigica siamo in grado sono molto lizzato come farmadi valutare l’attività concrete co. Dobbiamo essere certi di spegnere di 180 tipi diversi di microRNA, dando una valuta- un gene solo nelle cellule zione quantitativa dei loro tumorali e non nelle cellule effetti. Con una nuova apparec- sane, dove può giocare un chiatura in arrivo saremo capa- ruolo diverso e necessario”. Tra le applicazioni possibili ci di verificare, su campioni di tessuto tumorale, altri 450 anche la caratterizzazione del microRNA, per vedere in che tumore in modo molto specifimodo si comportano in quella co, l’identificazione delle lesiomalattia. Non otteniamo dati ni pretumorali a uno stadio quantitativi da questo primo molto precoce o l’individuazioscreening, ma siamo comunque ne della sede primaria di metain grado di proseguire nell’in- stasi ignote. “Talvolta il paziendagine se uno di loro si dimo- te presenta metastasi, ma non stra promettente come bersa- si riesce a capire da dove è partito il tumore, per cui non è glio terapeutico”. possibile effettuare una terapia mirata” afferma Strano. “ConDIAGNOSI SEMPRE frontando il profilo di espresPIÙ PRECISE Se le prospettive sul fronte sione dei microRNA della terapeutico sono incoraggianti, metastasi con quello tipico di ma per ora a uno stadio molto varie forme tumorali, però, si preliminare, più concrete sono può risalire alla malattia origiquelle a livello diagnostico. “Il naria”. Certo, tutto ciò non principio dell’utilizzo dei significa che i metodi diagnomicroRNA per la diagnosi in stici basati sui microRNA oncologia si basa sul fatto che il siano già disponibili per i loro profilo di espressione in pazienti: per questo occorrerà una cellula tumorale è molto ancora un po’ di tempo, sia per diverso da quello di una cellula mettere a punto protocolli prenormale” spiega Sabrina Stra- cisi e sicuri sia per abbassare i no, del dipartimento di onco- costi, che per ora sono molto logia sperimentale dell’Istituto elevati. www.airc.it Sul sito www.airc.it potrete trovare un corso interattivo dedicato al ruolo dei geni nella malattia tumorale, con un approfondimento sul tema dell’RNA interferenza e dei premi Nobel 2006. 10 Fondamentale gennaio 2007 La piattaforma romana Partita nel 2004 grazie ai finanziamenti di AIRC, la piattaforma oncogenomica diretta da Giovanni Blandino e con sede presso l’IRCCS Regina Elena di Roma offre i suoi macchinari a ben 12 diversi centri e gruppi di ricerca dell’area laziale. Porta avanti tre diversi filoni di ricerca, uno dei quali dedicato specificamente al meccanismo dell’RNA interferenza e alla messa a punto di microRNA. Attualmente il gruppo si è concentrato sullo studio dell’espressione dei microRNA nelle leucemie linfatiche croniche, nei carcinomi epatocellulari e nei tumori della testa e del collo. Un filone innovativo e interessante riguarda lo studio dei cosiddetti promoter, geni che hanno la funzione di regolare l’espressione dei microRNA: in pratica, i regolatori di regolatori. Il progetto RIGHT Trasferire alla clinica le scoperte relative al meccanismo dell’interferenza a RNA: è questo l’obiettivo del progetto RIGHT, nato nel 2005 con il supporto della Commissione europea e al quale partecipano 22 tra istituti di ricerca e imprese biotecnologiche di vari Paesi europei. In particolare, i ricercatori coinvolti stanno lavorando alla messa a punto degli RNA sintetici, dei metodi di rilascio e dei modelli animali e cellulari di malattia su cui testare la sicurezza e l’efficacia del trattamento. Al progetto partecipano anche gruppi di ricerca italiani, alcuni dei quali godono anche di finanziamenti da parte di AIRC. L’équipe di Carola Ponzetto, dell’Università di Torino, sta lavorando sul linfoma anaplastico a grandi cellule, caratterizzato dalla fusione tra due geni (NPM e ALK), con produzione di una proteina anomala, che è appunto responsabile dell’insorgenza del cancro. L’obiettivo della ricerca è quello di mettere a punto un sistema di interferenza a RNA in grado di bloccare la produzione di questa proteina. Il gruppo di ricerca di Irene Bozzoni, dell’Università La Sapienza di Roma, si occupa invece del ruolo dei piccoli RNA nel differenziamento cellulare, quel processo che porta una cellula indifferenziata a specializzarsi per svolgere una funzione specifica. In particolare, Bozzoni e colleghi hanno scoperto l’importanza di alcuni microRNA nella regolazione del differenziamento delle cellule del sangue nel midollo osseo. Luigi Naldini e colleghi dell’Istituto San Raffaele di Milano, infine, stanno percorrendo una via di ricerca diversa: quella di sfruttare le proprietà dei microRNA per migliorare l’efficienza e la sicurezza delle procedure di terapia genica. In particolare, in una studio pubblicato la primavera scorsa ed effettuato sui topi, Naldini e collaboratori sono riusciti a eliminare il problema del rigetto del gene trasferito nascondendolo al sistema immunitario proprio attraverso l’attivazione di un particolare microRNA.