Anno 2011 - numero 2

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Periodico trimestrale a carattere tecnico-informativo, ANNO VIII - N. 2
ASL di Vallecamonica - Sebino - Iscr. Trib. di BS n. 10/2004 in data 8 marzo 2004
L’Asl Informa
02/2011
Sanità Camuna
Salita Prudenzini mt 1.500
Gavia
Flora Cima Graviola
sommario
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sommario
3 INTERVISTA AL DIRETTORE GENERALE:
a cura di Eugenio Fontana
“INVESTIRE NEL SOCIALE”
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BULIMIA E ANORESSIA:
DISTURBI EMERGENTI ANCHE IN VALLE CAMONICA
AD ESINE: CONVEGNO SUL TEMA
LA TERAPIA DELLA BULIMIA NERVOSA
di Giacinta Pini
7 IL CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA
di G. Andrea Polonioli
IN VALLE CAMONICA
11 IL DISTURBO DA DEFICIT D’ATTENZIONE
di Federica Serioli e Marzia Morandini
E IPERATTIVITÀ (ADHD)
L’ANGOLO DELL’INFORMAZIONE
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IL CALL CENTER PER PRENOTARE GLI ESAMI
Giornale di Brescia del 29.3.2011
TORNA IN LOMBARDIA
SANITÀ: BRUNETTA, ENTRO 2011
RICETTA ELETTRONICA INVECE CARTA (Ansa Roma 30.3.2011)
L’ALCOL NON DISSETA… DISTRUGGE!
di Maddalena De Filippis e Lorena Pogna
INFORMA FAMIGLIA
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UN NUOVO SPAZIO WEB PER GLI ADOLESCENTI
VINCE IL CONCORSO, E IL PREMIO,
L’ISTITUTO “OLIVELLI” DI DARFO
di Aure Parolini
NUOVE INIZIATIVE PER IL SOSTEGNO
ALLE MATERNITÀ FRAGILI:
“UNA RETE PER LA TUTELA DELLA VITA 2” di Chiara Picinelli
AUSILI TECNOLOGICAMENTE AVANZATI E DOMOTICA:
ATTUALITÀ E PROSPETTIVE FUTURE
di Silvia Cretti
RIABILITAZIONE SPECIALISTICA: INFORMAZIONI
PER IL PAZIENTE CON ESITI DI STROKE di M.Grazia Cattaneo
IL PRIMO ANELLO
Talvolta siamo portati ad identificare l’Azienda Sanitaria Locale
(ASL) con l’Ospedale. Certo i nostri due ospedali di Edolo e di
Esine sono d’eccellenza per la qualità e la quantità dei servizi
erogati, per la professionalità di quanti, a qualunque titolo, vi
operano. Ma l’Azienda e dunque il nostro sistema sanitario
non è solo questo. In realtà esso è una struttura complessa che
opera capillarmente su tutto il territorio. Non a caso la riforma
sanitaria nazionale e le sue applicazioni regionali videro all’inizio
ruotare la sanità attorno ad una sigla non semplice: USSL che
significava Unità Socio Sanitaria Locale, abbracciando la formula
sia le prestazioni propriamente sanitarie (ospedaliere e non) sia
le prestazioni attinenti al settore delicatissimo dell’assistenza
sociale, comprensiva di più attività, volte all’handicap, alle case
di riposo, al sostegno alle famiglie, alle aree del disagio e del
disadattamento. è cambiata la formula e sono cambiate anche
le modalità di gestione, ma la sostanza non è cambiata: la nostra
Azienda ha ereditato tutti i servizi che svolgeva l’USSL.
Sempre, non a caso, il nostro Direttore Generale, Renato Pedrini,
si è fatto le ossa proprio come presidente dell’USSL valtellinese.
Orbene in questo quadro una funzione ed un ruolo assai preziosi
svolgono i medici di medicina generale o, meglio, i medici di
famiglia. Sono essi a costituire il primo ed in un certo senso
l’ultimo anello della catena sanitaria. Al medico di famiglia,
imprescindibile dal territorio o dall’ambito in cui opera, ci si
rivolge per ogni emergenza. è il medico di famiglia chiamato ad
orientare i percorsi successivi che talvolta si esauriscono nella
sua vigile assistenza, talvolta richiedono un approfondimento
diagnostico con le ben note analisi e talvolta suggeriscono il
ricevero ospedaliero. Ed è ancora al medico di famiglia che si
ritorna per la convalescenza, per le terapie prescritte, per le
verifiche sull’andamento della malattia.
Nella nostra realtà valligiana possiamo ben dire che disponiamo
e sono davvero al nostro servizio quotidiano medici di base dalla
sicura professionalità esercitata con quell’umanità che rende
familiare il rapporto con il paziente
di Eugenio Fontana
CAMPAGNA PROMOZIONE ATTIVITÀ FISICA
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SCALE PER LA SALUTE
Direttore Responsabile: Eugenio Fontana
COME SMALTIRE LE CALORIE TRAMITE
a cura del Gruppo Stili di Vita
L’ATTIVITÀ FISICA
Direttore Editoriale: Matilde Comensoli
DOTE INPDAP - UNA RETE DI SERVIZI ASSISTENZIALI
E SOCIALI PER I PENSIONATI INPDAP
a cura della Redazione
NON AUTOSUFFICIENTI
IL VETERINARIO ASL... RITORNA ”A SCUOLA”!!
di Franco Pizzini
IL PROGETTO: UN CANE PER AMICO Editore
ASL di Vallecamonica - Sebino
via Nissolina, 2 - 25043 Breno (BS)
www.aslvallecamonicasebino.it
e-mail: [email protected]
NOTIZIE IN BREVE
33 CURIOSANDO QUA E LÀ Comitato di Redazione
Coordinatore: Gemma Torri
Daniele Venia
Loredana Sanzogni
Siro Casatti
a cura dello Staff della Comunicazione
Stampa
Litografia Bressanelli - Manerbio (Bs)
Sanità Camuna
INTERVISTA AL DIRETTORE GENERALE
«INVESTIRE NEL SOCIALE»
a cura di Eugenio Fontana
Direttore, Lei ha dichiarato fin dall’inizio del
suo mandato che intendeva e intende prestare attenzione a tutte le realtà del territorio, nella consapevolezza che l’Azienda è
chiamata a muoversi su molti terreni e a dare
risposte ai bisogni concreti della nostra gente nelle sue varie espressioni ed articolazioni.
Investire nel sociale, pare a me, che significhi
in primo luogo mettere al centro delle varie
azioni la famiglia.
Che cosa significa questo in concreto?
Significa intervenire sui disagi e sulle fasce più deboli della famiglia stessa. E per fasce deboli intendo anzitutto il mondo dei minori e al capo opposto il
mondo degli anziani. Su questo fronte abbiamo allo studio progetti che, una volta elaborati e definiti anche attraverso convegni
di approfondimento, verranno sottoposti alla Regione per la loro approvazione e soprattutto per il loro adeguato finanziamento.
Perché senza risorse non si va da nessuna parte anche in presenza delle migliori volontà e dei più nobili propositi. Il confronto
avviato sulle tematiche accennate con i competenti assessorati regionali sta riscuotendo attenzione e interesse.
Aggiungo che il Direttore Sociale, Vanni Ligasacchi, ha in cantiere per giugno un evento dal titolo molto impegnativo, “Conciliazione”. In questa parola è racchiusa la filosofia di ogni azione sociale: si tratta infatti di conciliare le esigenze della famiglia
moderna, che i sociologi definiscono “monogenitoriale”, e in
particolare della donna che lavora, con i diritti sacrosanti dei
minori: e questi diritti inalienabili si chiamano assistenza, educazione. Non è per la verità che in questi anni sia stata assente
l’Azienda su problemi così delicati.
Tutt’altro. Adesso il percorso riguarda il perfezionamento della
strumentazione di intervento per risposte tempestive ed efficaci.
Passiamo al mondo degli anziani.
Debbo subito dire che nella nostra Valle operano RSA, residenze per gli anziani, che sono il fiore all’occhiello della civiltà camuna: RSA nate dalla generosità di tanti privati, che si reggono
sull’azione preziosa del volontariato, che hanno trasformato radicalmente i vecchi ospizi e le vecchie case di riposo in strutture che non esiterei a definire “familiari”. Il problema anziani è centrale nella nostra società. Basti pensare che in vent’anni nelle
RSA della Lombardia si è passati da 20.000 ospiti a 60.000 e la spesa regionale ormai si avvicina al miliardo di euro. Purtroppo
gli imperativi della politica nazionale e cioè la prioritaria esigenza di salvare il bilancio dello Stato, a fronte di una crisi tremenda che ha messo in ginocchio alcune democrazie europee, ha imposto tagli alla spesa sociale. Questo è il punto per il futuro: più
che finanziare ciecamente occorre procedere attraverso una rigorosa riqualificazione della spesa, ad esempio insistendo sulla
domiciliarità, e per questa via ritorna al centro di ogni riflessione la famiglia con i suoi bisogni reali. Ora anche direi che è in fase
avanzata un progetto, uno studio che individui quelle che con termine tecnico si chiamano priorità e “pesatura dei bisogni es-
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Sanità Camuna
senziali” che, al di là dell’espressione tecnica, significa organizzare una scala di risposte sugli effettivi bisogni degli anziani, ma
considerati nell’ambito familiare con grandissimi vantaggi per tutti. Le liste d’attesa nelle RSA non sono più un’emergenza, visti
gli investimenti fatti. E allora bisogna partire da questo dato per imboccare strade innovative, non solo sotto il profilo economico, ma anche e soprattutto sociale. Stiamo lavorando ad alcuni progetti, di concerto ed in accordo con la Conferenza dei Sindaci e con le Organizzazioni sindacali, riscuotendo un positivo apprezzamento ed un’ampia condivisione di intenti. Comunque la
messa a punto è in itinere e ritengo che a settembre potremo trarre alcune conclusioni operative. Voglio infine aggiungere un’altra considerazione: stiamo dialogando con le RSA perché si consorzino tra di loro, perché riescano a sviluppare e condividere alcune sinergie quali il Centro unico d’acquisti, la Banca dati unica, la formazione del personale e il reperimento del personale medico specialistico e del suo servizio in un’ottica comprensoriale.
Direttore, Lei ha accennato al ruolo del volontariato. Sono molti i settori in cui esso esplica la sua azione. Tra
le tante forme vorrei accennare all’ANDOS, all’Associazione delle donne operate al seno che necessitano di
cure radioterapiche e oggi (in attesa della nostra radioterapia) devono portarsi al Civile di Brescia. C’è un servizio che facilita le cose, il quale parte da Esine ed a Esine ritorna. Questo servizio non riesce a coprire tutta
l’alta Valle i cui pazienti debbono infatti portarsi ad Esine.
Mi fa piacere questa domanda perché mi consente di portare a conoscenza di quanti sono purtroppo interessati ai problemi dalla radioterapia (e non solo, penso anche alla “chemio”) che l’Associazione “Cancro Primo Aiuto” ha donato un pulmino che dovrà appunto svolgere il prezioso servizio sulle realtà non opportunamente coperte. Tutto questo naturalmente in accordo, anche
sulle modalità, con l’ANDOS stessa.
Mi pare che di carne al fuoco, come si suol dire, ce ne sia davvero tanta. E ciò alla fine significa una sola cosa:
la sanità è un campo d’azione a larghissimo spettro. L’Azienda Sanitaria è lo strumento operativo d’intervento e come tale è un sistema, deve essere un sistema capace di raccogliere le domande del territorio e di tradurle in risposte. Per riuscirci, ci sono tutte le premesse e le condizioni necessarie.
Direttore, un commento sulla notizia dell’ultima ora, l’approvazione da parte della Giunta regionale del Piano assunzioni della nostra ASL, per il 2011.
Un traguardo di fondamentale importanza per il territorio camuno che vede soddisfatte le proprie istanze in materia di sanità.
Per la Vallecamonica sono previste 28 nuove assunzioni, ma soprattutto è stata riconosciuta la necessità per il territorio di avere il primariato di Urologia a Esine. I cittadini camuni potranno così contare su un servizio di alta specializzazione in loco evitando lunghi spostamenti e disagi. In particolare le 28 assunzioni sono così ripartite: 7 nuovi dirigenti di cui 2 di struttura complessa (Primariati di Chirurgia e Urologia), 4 per il comparto infermieristico, 2 per il personale di vigilanza ed ispezione, 1 per il
personale tecnico-sanitario, 5 per il comparto socio-sanitario, 3 per il ruolo tecnico non sanitario e 6 per l’area amministrativa.
Sono molto soddisfatto del risultato conseguito e desidero ringraziare in particolare gli Assessori Regionali Luciano Bresciani e
Monica Rizzi per aver accolto, ciascuno nel proprio ambito di competenza, le esigenze del nostro territorio.
L’Assessore Bresciani
Sanità Camuna
BULIMIA E ANORESSIA:
DISTURBI EMERGENTI ANCHE IN VALLE CAMONICA
I disordini alimentari, di cui anoressia e bulimia nervosa sono le manifestazioni più note e
frequenti, sono diventati una vera e propria emergenza per gli effetti devastanti che hanno sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani adulti. Se non trattati in tempi e con
metodi adeguati, i disordini alimentari possono diventare una condizione permanente e
nei casi gravi portare alla morte. Secondo l’American Psychiatric Association, sono la prima causa di morte per malattia mentale nei paesi occidentali.
Anoressia e bulimia sono malattie complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo, che quindi richiedono un trattamento sia del problema alimentare in
sé che della sua natura psichica.
La ricerca sui trattamenti è molto più avanzata nel caso della bulimia nervosa, dove sono
stati svolti più numerosi studi e della quale è possibile la cura secondo pratiche collaudate.
Gli studi epidemiologici internazionali mettono in evidenza un aumento dell’incidenza di tali problemi nella fascia femminile tra
i 12 e 25 anni e stimano nei paesi occidentali, compresa l’Italia, la prevalenza dell’Anoressia Nervosa intorno allo 0.8%, quella della Bulimia Nervosa intorno al 3%.
Risulta inoltre che l’età di esordio cade fra i 10 ed i 30 anni, con una età media di insorgenza a 17 anni.
La patologia appare in continuo aumento, soprattutto per quanto riguarda la Bulimia e il Disturbo da Abbuffata Compulsiva.
La frequenza della Bulimia Nervosa sembra essere simiPreoccupazione e insoddisfazione per il peso,
le nella maggior parte dei paesi industrializzati, dove agenti
il corpo e le sue forme
socio-culturali tipici del mondo occidentale che propongono
ideali estetici connessi alla magrezza estrema intervengono
come fattori di rischio spesso associati ad una condizione di
Dieta
soprappeso in età evolutiva.
Di solito l’esordio è nella tarda adolescenza o nella prima età
Dieta
Calo
di peso
estrema
adulta, in genere in concomitanza o successivamente ad un
periodo caratterizzato da restrizioni dietetiche. Una condotMetodi di
ta alimentare disturbata persiste per parecchi anni in un’alcompenso
(vomito)
Aumento
ta percentuale di persone. Il decorso può essere cronico od
degli stimoli
intermittente, con fasi di remissione alternate a fasi di ricombiologici
parsa delle abbuffate. Il quadro clinico delle persone affette
Perdita del
da Bulimia Nervosa presenta pertanto una notevole complescontrollo
sità, da qui la necessità di mettere in atto interventi specifiabbuffata
ci di diagnosi e cura.
Per quanto riguarda l’ambito territoriale dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, fino a poco tempo fa non esisteva uno specifico servizio dotato di un protocollo d’intervento scientificamente provato, mirato alla valutazione e al trattamento di tali disturbi.
Conformemente alle indicazioni contenute nel documento “Sviluppo ed innovazione in psichiatria: linee d’indirizzo regionali per
il triennio 2009-2011” nell’ambito delle disposizioni per l’ampliamento e lo sviluppo specifico delle attività territoriali nei Dipartimenti di Salute Mentale nella prospettiva dell’innovazione, la nostra ASL, rispondendo ad un bisogno rilevato a livello territoriale, ha dato il via all’apertura di un Centro di Diagnosi dei Disturbi alimentari e Cura della Bulimia, per persone dai 18 anni in su.
Finora a questo ambulatorio si sono rivolte prevalentemente persone di sesso femminile, di età compresa fra i 24 ed i 44 anni,
cui si aggiungono casi di età inferiore ai 24 anni e dai 44 ai 54 di sesso maschile.
Il Centro Cura Bulimia “Punto a capo”si trova presso l’Ospedale di Esine e fa parte del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL di Vallecamonica-Sebino. Per prenotare una visita basta chiamare il numero 0364 347501 dal lunedì al venerdì,
dalle 8 alle 16.30.
Sul tema, il 19 aprile si è tenuto il Convegno “Il trattamento cognitivo comportamentale della Bulimia”.
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Sanità Camuna
AD ESINE: CONVEGNO SUL TEMA:
LA TERAPIA DELLA BULIMIA NERVOSA
Il 19 Aprile 2011, preso la Sala Riunioni dell’Ospedale di Esine, si è tenuto il convegno “La Terapia Cognitivo Comportamentale della Bulimia Nervosa”. Il docente,
Dr. Riccardo Dalle Grave, specialista in disturbi dell’alimentazione e del peso, nonché presidente dell’omonima associazione italiana (AIDAP), ha illustrato le principali caratteristiche dei disturbi della condotta alimentare, soffermandosi in modo particolare sulla Bulimia Nervosa. La finalità di
tale incontro consisteva nella possibilità di formare gli operatori circa la natura e l’emergenza dei disturbi del comportamento alimentare, offrendone un’utile panoramica introduttiva, così come una concreta metodologia d’intervento. Come si evince dall’articolo precedente, la patologia appare in aumento, soprattutto per quanto riguarda il versante bulimico e quello delle abbuffate
compulsive. Di solito l’esordio è da collocarsi nella tarda adolescenza o nella prima età adulta, in genere in concomitanza o successivamente ad un periodo di restrizioni dietetiche. Se non si interviene adeguatamente, la condotta alimentare disturbata persiste per diversi anni in un’alta percentuale di persone. Il decorso può essere cronico o intermittente, con fasi di remissione alternate a fasi di ricomparsa delle abbuffate. Essendo malattie così complesse, il loro trattamento richiede un intervento combinato che
agisca sia sul piano alimentare e nutrizionale che su quello prettamente psichico. L’approccio d’elezione sembra, al giorno d’oggi, essere rappresentato dalla Terapia Cognitivo Comportamentale (CTB); questo è supportato da consistenti evidenze scientifiche
che attestano la sua reale efficacia rispetto ad approcci terapeutici alternativi . Il Dr. Dalle Grave ha presentato le linee guida del
National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione, sottolineando l’esistenza di solidi dati empirici in favore dell’impiego della CBT nel trattamento di persone adulte con disturbi del comportamento
alimentare. Si offre al paziente un lavoro finalizzato alla soluzione delle problematiche attuali, mediante:
1) focus mirato su quelli che sono i processi che mantengono la psicopatologia;
2) partecipazione attiva del malato nel processo di cura;
3) percorso rieducativo sull’alimentazione e la nutrizione.
Tutto ciò, con lo scopo di eliminare le preoccupazioni inerenti il cibo, la forma del corpo e il peso, consentire ai pazienti di ristabilire delle corrette abitudini alimentari ed evitare le ricadute mediante il riconoscimento dei primi segnali di crisi. La prospettiva di guarigione è decisamente buona: dopo un anno e tre mesi dalla conclusione del trattamento il 64,4% delle persone con
Bulimia Nervosa ha mantenuto i risultati ottenuti.
La giornata formativa, promossa dal Centro Cura Bulimia, Dipartimento Salute Mentale dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, ha
riscosso un notevole interesse da parte di tutti i partecipanti, dissipando dubbi e suggerendo soluzioni concrete alle varie problematiche che, talvolta, possono emergere durante il percorso terapeutico.
CHE COS’È IL CENTRO CURA BULIMIA?
È un centro ambulatoriale per il trattamento della bulimia, che svolge un servizio di diagnosi, cura e riabilitazione delle persone dai 18 anni in su con questo tipo di disturbo del comportamento alimentare.
COSA SI FA NEL CENTRO?
Dopo una prima fase di valutazione del problema, l’équipe multidisciplinare, composta da medico psicologo e nutrizionista, programma un trattamento personalizzato della bulimia.
MODALITÀ DI ACCESSO
Per prenotare una visita chiamare il numero 0364 347 501 del Centro Psico Sociale di Malegno dal lunedì al venerdì dalle 8.00
alle 16.45, specificando la richiesta di una visita per il Centro bulimia.
DOVE SI TROVA?
Sede: Ospedale di Esine, Poliambulatorio al 1° piano.
OPERATORI DEL CENTRO:
Dr.ssa Giacinta Pini - Psicoterapeuta-Responsabile
Dr.ssa Chiara Moreschi - Psicoterapeuta
Dr.ssa Elena Massari - Psicoterapeuta
Dr.ssa Claudia Pastorelli - Nutrizionista
Operatori del Centro Cura Bulimia
Dr. Vincenzo Zindato - Direttore DSM
Giacinta Pini - Responsabile Centro Cura Bulimia
Sanità Camuna
IL CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA
IN VALLE CAMONICA
L’organigramma generale dell’ASL di Vallecamonica-Sebino prevede, in “line” al Direttore
Sanitario, il Corso di Laurea in Infermieristica
(abilitante alla professione sanitaria di Infermiere).
La sua presenza riveste certamente un ruolo
fondamentale per l’intera Valle e un notevole impegno è stato rivolto dagli amministratori
che in questi anni si sono avvicendati affinché
non rimanesse un solo segno di presenza, ma
un’effettiva forma di professionalizzazione per
una figura, quella infermieristica, che nel panorama assistenziale sanitario svolge una funzione così peculiare e basilare.
L’infermiere
Nonostante i traguardi raggiunti in questi ultimi anni, ancora troppe volte nell’immaginario collettivo la professione infermieristica è riconosciuta nobile sotto il profilo morale, ma nel contempo umile e priva di reali riconoscimenti e soddisfazioni
all’interno della comunità. Questo modo di pensare ha radici lontane, dure da estirpare, ma l’evoluzione a livello legislativo
che ha caratterizzato la storia della professione, ha portato l’infermiere a liberarsi dei fantasmi del passato e degli stereotipi che lo imprigionavano, tanto da delinearlo come un professionista con un profilo ed un codice deontologico, improntati
all’autonomia e alla responsabilità dell’assistenza generale infermieristica.
Il riconoscimento tale dell’autonomia professionale, le possibilità di specializzazioni e di carriera sia nel management che
nella ricerca e nell’Università, la creazione di figure di supporto che coadiuvano l’infermiere nelle attività più semplici, sono
tutte espressioni di un unanime riconoscimento della maturità tecnico-scientifica raggiunta dal sapere infermieristico in questi decenni.
Apprendere la professione di Infermiere in questo contesto significa dunque maturare culturalmente e tecnicamente per essere al servizio della salute dell’uomo e ancor più della sua dignità, partecipando all’identificazione dei bisogni di salute, identificando le necessità assistenziali infermieristiche della persona e della collettività e formulando i relativi obiettivi; pianificando, gestendo e valutando l’intervento assistenziale infermieristico.
Sbocchi professionali
L’infermiere svolge attività di assistenza infermieristica generale in tutte le strutture sanitarie e socio-sanitarie, pubbliche e
private (ospedali, dipartimenti di emergenza, servizi territoriali, cure domiciliari, centri ambulatoriali, servizi di prevenzione,
centri residenziali per anziani o disabili, centri per la gestione assistenziale dei malati cronici) in qualità di dipendente o libero professionista.
L’infermiere neolaureato trova occupazione in Italia, nei paesi della Comunità Europea ed in tutti i paesi in cui è riconosciuta l’equipollenza del titolo.
Conseguita la Laurea di 1° Livello, l’infermiere ha l’opportunità di entrare nel mondo del lavoro e/o proseguire gli studi accademici quali:
- Corso di Laurea Specialistica (Magistrale) in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche
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Sanità Camuna
DIPLOMA SCUOLA MEDIA SUPERIORE
di 5 anni
LAUREA (L)
3 anni - (180 CFU)
MASTER 1° livello
1 anno - (60 CFU)
Obiettivo:
perfezionamento
scientifico e
alta formazione
permanente e ricorrente
Obiettivo: assicurare allo studente adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, anche nel caso in cui sia orientato alla acquisizione di specifiche conoscenze
professionali
Esame finale abilitante
(D.Lgs 502/92)
LAUREA MAGISTRALE (LM)
2 anni - (120 CFU)
Obiettivo:
fornire allo studente una formazione di livello
avanzato per l’esercizio di attività di elevata
qualificazione in ambiti specifici
• prova pratica
• redazione e discussione
di un elaborato
MASTER 2° livello
1 anno - (60 CFU)
Obiettivo:
perfezionamento
scientifico e
alta formazione
permanente e ricorrente
DOTTORATO DI RICERCA (DR)
3 anni - (180 CFU)
Obiettivo:
fornire allo studente competenze necessarie
per esercitare, presso università,
enti pubblici o privati, attività di ricerca
di alta qualificazione
- Corsi di Perfezionamento
- Master Universitari di 1° e 2° Livello
- Dottorato di Ricerca.
Cenni storici
L’anno scolastico 1976/77 vide la nascita anche in Valle Camonica della Scuola per Infermieri Professionali “Paola di Rosa”,
Sezione coordinata dell’allora Ente Ospedaliero di Breno e Darfo Boario Terme, che andava ad aggiungersi a quella che sino
a quel momento era l’unica formazione infermieristica presente in loco, ovvero la scuola per infermieri generici.
Il 10 gennaio 1977, presso l’ospedale di Breno, iniziava il corso citato; vi accedevano 15 studenti e ad accoglierli furono il Direttore Sanitario, Prof. G. Maria Brighenti, e la Signora M. Rita Zani in qualità di “Coordinatore di Sezione”. Dopo un percorso
formativo triennale, nel giugno 1979, 14 di loro (10 femmine e 4 maschi) acquisirono il Diploma di Infermiere Professionale.
Gli anni successivi hanno visto accrescere gli studenti iscritti e frequentanti il corso tanto da programmare due sezioni e toccando la punta massima nell’anno scolastico 1991/92 in cui si annoverano ben 54 diplomati. Un così elevato numero di studenti induce gli amministratori dell’allora USSL n. 37 a richiedere a Regione Lombardia una sede di corso autonoma, che viene accordata con Deliberazione Regionale n.V/42475 del 19 ottobre 1993.
L’autonomia ha però breve durata, poiché il percorso formativo degli infermieri subisce una radicale modificazione con l’istituzione del Diploma Universitario, dettata dalla riforma degli ordinamenti didattici universitari e dalle trasformazioni organizzative contenute nel D.Lgs n.502/1992 (modificato con D.Lgs n.517/1993); giunge così a maturazione una svolta che gli
Sanità Camuna
infermieri italiani attendevano da tempo.
Dall’anno accademico 1995/96, così come riportato dalla Deliberazione Regionale n.V/56319, anche presso l’ex USSL 15 di
Breno ha inizio il nuovo percorso formativo, inserito in ambito universitario previi accordi con l’Università degli Studi di Brescia. La nuova sezione di Esine va ad aggiungersi alle sedi già accreditate nell’anno accademico 1994/95 ovvero: scuola Infermieri “Paola di Rosa” di Brescia, Cremona, Mantova e Viadana.
Con il Decreto 2 aprile 2001, “Determinazione delle Classi delle Lauree universitarie delle professioni sanitarie”, si può affermare che ha inizio, a distanza di alcuni anni, la ridefinizione dei percorsi formativi all’interno dell’Università, che prevede
Lauree di primo e secondo livello, specializzazioni, master e dottorato di ricerca.
L’Università di Brescia, così come altri Atenei italiani, adegua i propri ordinamenti didattici alle disposizioni del decreto citato, cosicché l’anno accademico 2001/2002 vede il passaggio da corso di Diploma Universitario a Corso di Laurea per Infermiere, oggi Corso di Laurea in Infermieristica.
Studenti Diplomati / Laureati presso la Sezione di Esine/Darfo
ANNO
N°
Maschi
%
Femmine
%
1978/79
1979/80
1980/81
1981/82
1982/83
1983/84
1984/85
1985/86
1986/87
1987/88
1988/89
1989/90
1990/91
1991/92
1992/93
1993/94
1994/95
1995/96
1996/97
14
13
31
19
21
24
24
25
18
21
20
22
37
54
41
24
24
46
0
4
3
3
1
3
1
0
2
0
2
0
0
4
4
4
4
4
6
0
28,6
23
9,7
5,2
14,3
4,2
0
8
0
9,5
0
0
10,8
7,4
9,8
16,7
16,7
13
0
10
10
28
18
18
23
24
23
18
19
20
22
33
50
37
20
20
40
0
71,4
77
90,3
94,8
85,7
95,8
100
92
100
90,5
100
100
89,2
92,6
90,2
83,3
83,3
87
0
Totale
478
45
9,4
433
90,6
1997/98
1998/99
1999/00
2000/01
2001/02
2002/03
11
9
16
23
33
30
9
8
12
21
29
29
81,8
89
75
91,3
87,9
96,4
Totale
122
108
88,6
2003/04
2004/05
2005/06
2006/07
2007/08
2008/09
2009/10
Totale
24
19
15
18
20
25
15
136
1
2
2
1
3
1
1
11
4,2
10,5
13,3
5,5
15
4
6,6
8
23
17
13
17
17
24
14
125
95,8
89,5
86,7
94,5
85
96
93,4
92
TOTALE
736
70
9,5
666
90,5
DIPLOMA UNIVERSITARIO
2
18,2
1
11
4
25
2
8,7
4
12,1
1
3,3
14
11,4
LAUREA IN INFERMIERISTICA
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Sanità Camuna
Ammissione al Corso di Laurea in Infermieristica
Possono essere ammessi al corso di Laurea in Infermieristica i candidati in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di altro titolo di studio conseguito all’estero, riconosciuto idoneo.
L’accesso al corso, come per tutti i Corsi di Laurea delle professioni sanitarie, è a numero programmato in base alla legge
264/1999 e prevede un esame di ammissione che consiste in una prova con test a scelta multipla (su argomenti di logica e
cultura generale, biologia, chimica, fisica e matematica) che si svolge presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Brescia.
Generalmente le iscrizioni alla prova di ammissione devono essere presentate da metà luglio a fine agosto o presso la Segreteria dell’Università degli Studi di Brescia oppure tramite accesso al sito dell’Università stessa (www.unibs.it). Al momento di
tale iscrizione, lo studente dovrà necessariamente indicare in quale delle sei sedi desidera frequentare:
- Sede di Brescia: Azienda Ospedaliera “Spedali Civili” Viale Europa 15, Brescia
- Sede di Chiari: Azienda Ospedaliera “Mellino Mellini” Via SS. Trinità 1, Chiari
- Sede di Cremona: Azienda Ospedaliera “Istituti Ospitalieri di Cremona” Viale Concordia 1, Cremona
- Sede di Desenzano d/G: Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda Località Montecroce 1, Desenzano del Garda
- Sede di Esine: Azienda Sanitaria Locale di Vallecamonica Via Quarteroni 10/a, Darfo BT
- Sede di Mantova: Azienda Ospedaliera “Carlo Poma” Viale Albertoni 1, Mantova.
Articolazione del corso
La durata del corso è triennale, la frequenza obbligatoria e l’impegno giornaliero è mediamente di 8 ore. Ogni anno accademico si divide in due semestri in cui si possono evidenziare:
- Attività didattica teorica, che si svolge presso la Sede del corso di Laurea in Via Quarteroni 10/a a Darfo;
- Attività di laboratorio, esercitazioni e simulazioni in ambiente protetto, guidate dai tutor pedagogici della sede;
- Attività di tirocinio clinico, che si svolge presso le UUOO/Servizi di quest’ASL e le RSA convenzionate, con la supervisione e l’affiancamento dei tutor pedagogici e clinici;
- Attività formative a scelta dello studente, che consistono nella partecipazione a seminari, corsi di aggiornamento,
progetti, ecc;
- Esami, che si svolgono prevalentemente presso il polo universitario bresciano.
Durante il percorso di studi, attraverso un’attenta e costante tutorship da parte del personale del Corso di Laurea con la preziosa collaborazione di infermieri clinici e docenti lo studente acquisirà:
- conoscenze nelle scienze di base e cliniche per la migliore comprensione dei più rilevanti elementi sottesi ai processi fisiologici e patologici ai quali è rivolto l’intervento preventivo, assistenziale ed educativo;
- capacità di analizzare e risolvere i problemi con una visione olistica dei processi di salute-malattia e di cura;
- metodologie d’intervento proprie dell’infermieristica;
- conoscenze rispetto alla dimensione etica, deontologica e giuridica del suo operato;
- capacità relazionali.
Al termine del triennio, acquisiti i 180 CFU (crediti formativi universitari) stabiliti dal piano di studi, lo studente affronterà un esame finale abilitante che prevede anche la dissertazione di un elaborato scritto (Tesi) supervisionato da un relatore scelto tra i docenti.
Da alcuni anni, al termine della sessione autunnale d’esame, il personale del Corso di Laurea in Infermieristica, supportato dall’amministrazione dell’ASL, incontra i neo Laureati
che hanno frequentato presso la Sezione di Esine e con loro festeggia l’agognata Laurea.
Il momento conviviale è l’occasione informale per un saluto e un in bocca al lupo agli studenti da parte di quanti hanno collaborato con il personale del Corso di Laurea nel difficile
compito di formatori, ovvero assistenti di tirocinio e docenti della sezione.
Dr. G. Andrea Polonioli - Coordinatore di Sezione
Sanità Camuna
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IL DISTURBO DA DEFICIT D’ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ
Il Disturbo da Deficit d’Attenzione ed Iperattività (ADHD, acronimo per l’inglese Attention Deficit and Hyperactivity Disorder), è caratterizzato da due gruppi di
sintomi definibili come inattenzione ed impulsività/iperattività.
L’incidenza è del 4% dei bambini in età scolare: i maschi sono colpiti in proporzione
due o tre volte in più rispetto alle femmine.
L’ADHD è un disturbo che non deriva da erronei interventi educativi, ma da una condizione genetica, per la maggior parte dei casi su base ereditaria.
I sintomi di tale disturbo si possono manifestare precocemente, prima dei 7 anni con
continuità per un periodo di almeno 6 mesi. L’intensità e la frequenza di questi comportamenti devono causare una forte compromissione del funzionamento globale
del bambino nei contesti di vita significativi (casa, scuola, contesti di socializzazione).
Il bambino con ADHD presenta difficoltà a mantenere l’attenzione su un compito, ad
inibire risposte automatiche, a pianificare strategie per il raggiungimento di fini prefissati. A tale quadro spesso si associa una significativa instabilità motoria ed impulsività.
Le caratteristiche principali del bambino con ADHD sono:
• Fatica a dedicarsi ai giochi ed a terminarli
• Mentre fa qualcosa tende a guardarsi intorno
• Al minimo rumore si distrae
• Sembra non ascoltare quando gli si parla
• Si scoraggia facilmente
• Si arrampica dappertutto nei luoghi e nei momenti meno adatti
• Non riesce a stare seduto nelle attività che lo richiederebbero
• Si agita sulla sedia e muove in continuazione le mani
• Cambia gioco frequentemente
• Spesso in movimento
• Fa fatica a rispettare i turni
• Quando gioca con i compagni non rispetta le regole e vuole fare a modo suo
• Risponde in fretta senza aspettare che la domanda sia completata
• Gli stimoli neutri per gli altri diventano rilevanti e catturano la sua attenzione.
Inoltre il bambino con ADHD presenta difficoltà a regolare:
• concentrazione ed attenzione
• funzioni esecutive
• impulsività
• motivazione e fiducia nello sforzo
• gestione delle emozioni
• pianificazione e soluzione dei problemi
• autostima
• comportamento sociale
• comportamento motorio.
L’incapacità a rimanere attenti e a controllare gli impulsi fa sì che i bambini con ADHD abbiano una minor resa scolastica e sviluppino una maggior difficoltà ad esprimere le proprie abilità cognitive. A ciò si associa una scarsa consapevolezza delle proprie
12
Sanità Camuna
risorse ed un abbassamento del senso di autoefficacia e dell’autostima. Questo determina una significativa interferenza nella
qualità delle relazioni tra questi bambini e il mondo che li circonda.
I bambini con ADHD con i loro comportamenti mancano del “savoir faire sociale” che consente di cogliere stimoli sociali, modulare le relazioni interpersonali, ricevere gratificazioni ed integrarsi con i coetanei; tutto ciò causa al bambino un senso di inadeguatezza e una ridotta tolleranza alle frustrazioni.
Di fronte a questo quadro complesso e variegato, genitori ed insegnanti si trovano spesso disorientati, non riescono a capire il
motivo della manifestazione di certi comportamenti e tentano inutilmente varie strategie alternando momenti di frustrazione,
rabbia e di impotenza.
Il difficoltoso rapporto con gli altri, le problematiche scolastiche, i continui rimproveri da parte delle figure adulte, il senso di
inadeguatezza fanno sì che si sviluppi nel bambino una forte demotivazione o ansia, che comportano significative conseguenze funzionali.
Con la crescita le componenti iperattive tendono a diminuire di frequenza e di intensità e possono venire parzialmente sostituite
da una agitazione interiorizzata, che si manifesta soprattutto con insofferenza, impazienza e continui cambi di attività.
L’ADHD e i comportamenti associati della famiglia e della scuola
è particolarmente difficile essere genitore di un bambino con diagnosi di ADHD, in quanto fatica ad ascoltare, a seguire le regole e ad organizzare i propri spazi. I genitori spesso si sentono demotivati ed impotenti rispetto ai loro metodi educativi. La collaborazione genitore-figlio può essere un valido mezzo a disposizione dell’adulto per migliorare il clima famigliare e rinforzare positivamente il bambino facendolo sentire competente.
Molti bambini con ADHD vivono nel contesto
scolastico forti situazioni di disagio che minano la loro già fragile autostima; allo stesso tempo il genitore percepisce l’insuccesso
scolastico del figlio come fallimento del proprio ruolo educativo scatenando dinamiche di
scontro tra i due contesti di vita fondamentali del bambino.
L’ambiente scolastico risulta essere un importante mediatore che deve aiutare il bambino
ad utilizzare meglio le proprie potenzialità cognitive ponendo attenzione a non attuare modalità colpevolizzanti e ruolizzanti. Devono essere rispettati i suoi tempi di attenzione ed il suo bisogno di movimento.
Risulta fondamentale accogliere il disturbo e stipulare un “contratto” tra insegnanti, bambino e famiglia al fine di favorire lo sviluppo di strategie che aiutino il bambino a viversi in modo sereno.
Il Servizo di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ha posto particolare attenzione rispetto al Disturbo attivando percorsi specifici con le scuole (Teacher Training) e con le famiglie (Parent Training).
Nel 2008 è stato attivato un percorso informativo in tutti gli Istituti Comprensivi della Valle Camonica al fine di favorire una maggiore sensibilizzazione rispetto a tali problematiche.
Nel 2009, Regione Lombardia ha approvato il progetto di Interventi di presa in carico e di prevenzione secondaria nei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e nel disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD), il cui obiettivo era quello di
creare una rete di comunicazione tra le varie scuole e il Servizio specialistico coinvolto nella presa in carico dei bambini e delle
loro famiglie con diagnosi di ADHD.
Dal 2010 il Servizo di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, facendo parte dei 18 centri di riferimento per il trattamento dell’ADHD in Lombardia, aderisce al progetto “Lavorare insieme nell’Adhd: esperienze dei centri di riferimento della Lombardia”. Ciò al fine di unificare percorsi di formazione interni ed esterni ai vari centri, pianificare percorsi diagnostici unificati e
lavorare sui percorsi terapeutici di presa in carico del bambino e della famiglia.
Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini - Psicologhe del Servizio Npia
Sanità Camuna
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L’angolo dell’informazione
IL CALL CENTER
PER PRENOTARE GLI ESAMI
TORNA IN LOMBARDIA
Al numero verde regionale per le prenotazioni delle visite ambulatoriali, delle visite specialistiche e degli esami radiologici negli
ospedali pubblici e privati di città e provincia non risponderanno più operatori che hanno la sede a Paternò, in Sicilia. Una scelta, quella effettuata qualche anno fa, che aveva fatto parecchio discutere, soprattutto per i disagi causati ai cittadini costretti a
parlare con persone che non conoscono la situazione del territorio.
Con un provvedimento, proposto dal Presidente regionale Roberto Formigoni in accordo con l’Assessore alla Sanità, Luciano
Bresciani, si prevede lo spostamento dell’attuale sede del call center da Paternò, in Sicilia, ad un sito lombardo, che verrà individuato nei prossimi mesi.
A partire dal 2013, poi, le telefonate al numero verde 800.638.638, che da 5 anni vengono trasferite agli uffici in provincia di
Catania, saranno dirottate agli operatori lombardi, in un processo che dovrebbe concludersi nel 2015.
«La nostra provincia vanta esperienze di vera eccellenza in questo settore - commenta Margherita Peroni, presidente della Commissione Sanità in Regione - Alcune cooperative sociali bresciane hanno saputo coniugare solidarietà e imprenditorialità, impiegando soggetti svantaggiati e soprattutto donne. Avevo già avuto modo di esprimere il mio parere sull’importanza di preservare
queste importanti esperienze e sono contenta che il Presidente abbia ritenuto di assumere questo importante atto». L’obiettivo è quello di rendere più funzionale il sistema delle prenotazioni, collegando ospedali, medici di famiglia e farmacie in una rete
che condivida una sorta di agenda virtuale.
Il cittadino avrà quindi a disposizione su tutto il territorio della Regione Lombardia un sistema multicanale di prenotazione delle prestazioni specialistiche sanitarie offerte sia dagli erogatori pubblici sia da quelli privati.
Tratto dal Giornale di Brescia del 29.3.2011
SANITÀ: BRUNETTA, ENTRO 2011 RICETTA ELETTRONICA INVECE CARTA
Il Governo intende proseguire nell’implementazione della sanità elettronica. Entro
il 2011 la ricetta in formato elettronico sostituirà quella cartacea. Lo rende noto il
Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione Renato Brunetta, rispondendo ad un’interrogazione al Question Time. Brunetta ricorda anche che è ormai
a regime l’invio mensile dei dati delle ricette dai medici alle Regioni e da queste
al Ministero dell’Economia. I progetti già avviati sulla sanità elettronica, di concerto con le Regioni - sottolinea Brunetta - riguardano la connessione in rete di tutti
i Medici di MG e Pediatri di LS del SSN; la digitalizzazione del ciclo prescrittivi (ricetta e certificato di malattia digitali); la realizzazione del fascicolo sanitario elettronico (in tal senso il Governo ha appena varato una norma nel disegno di legge sulla sperimentazione clinica); la realizzazione
di un sistema articolato a rete di centri unici di prenotazione (CUP) che consentano ai cittadini di prenotare le prestazioni SSN
su tutto il territorio nazionale, nell’ambito del più ampio progetto di innovazione delle Aziende Sanitarie. Molti di tali progetti continua Brunetta - sono stati di fatto già realizzati con l’introduzione dei certificati on-line. L’INPS è oggi in grado di operare un
controllo puntuale delle erogazioni riconosciute per i casi di malattia, con evidenti effetti in termini di risparmio; 17 milioni di lavoratori dipendenti non sono più costretti a trasmettere ai datori di lavoro e all’INPS i certificati di malattia; 4,4 milioni di imprese possono avere informazioni immediate sul quadro delle assenze dei propri dipendenti e infine 180 mila medici (di cui 57 mila
medici di famiglia) hanno a disposizione una modalità semplice e immediata. Si stima, di conseguenza - conclude Brunetta - un
risparmio diretto complessivamente pari a 590 milioni di euro.
(Ansa Roma 30.3.2011)
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Sanità Camuna
L’ALCOL NON DISSETA… DISTRUGGE !
La dipendenza da alcol può essere definita come una condizione di schiavitù scaturita da un uso incontrollato di un qualsiasi alcolico (vino, birra, superalcolici) che
porta al bisogno di dosi sempre più elevate per raggiungere l’effetto desiderato.
Questo articolo ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione sul tema dell’alcolismo
e vuole essere uno strumento informativo.
È necessario differenziare il bevitore sociale dall’alcoldipendente.
Il primo beve alcol in dosi limitate per consuetudine sociale, senza ripercussioni
o gravi danni e senza sviluppare condizione di tolleranza o sintomi di astinenza.
Il secondo beve per compulsione, oltre che per abitudine: per quanto efficacemente informato e pur in presenza di danni psicologici, fisici o sociali dovuti all’abuso,
non può smettere di bere.
L’astemio invece è quel soggetto che non assume l’alcol in nessuna circostanza.
Chi è l’alcolista
è un soggetto che perde il controllo sulla propria assunzione di alcol, ha un desiderio irrefrenabile di bere (craving) tale
da condizionare la gestione della propria vita.
L’assunzione cronica di alcol porta al danneggiamento di vari organi colpiti in maniera più o meno grave. Gli organi più
frequentemente compromessi dall’abuso cronico sono: fegato, pancreas, intestino, stomaco, cervello, cavo orale, nervi periferici, reni, cuore, polmoni e genitali.
Le conseguenze dell’abuso alcolico si verificano non solo da un punto di vista biologico ma anche nelle relazioni familiari e socio-lavorative.
L’alcol può diventare spesso causa di conflitti, incomprensioni e discussioni all’interno del contesto socio-familiare. L’alcolista
contribuisce sempre meno a collaborare nello svolgimento dei compiti familiari. Il rapporto tra i coniugi si deteriora: l’alcolista
viene criticato dal compagno/a perché non smette di bere ed avverte la sua disistima e il disprezzo. Anche i figli ne risentono assumendo atteggiamenti disturbati quali irrequietezza, tristezza e scontrosità. Alcune volte si trovano a ricoprire il ruolo di genitori dovendo assumere responsabilità eccessive per la loro età.
Il comportamento deviante può creare un disagio personale dovuto all’allontanamento e all’isolamento da parte del gruppo d’appartenenza.
Da un punto di vista lavorativo l’uomo ricerca la sua affermazione e l’autostima che vengono condizionate con l’abuso di alcol così come la produttività.
L’infortunio sul luogo di lavoro non è risarcito dall’INAIL se si accerta che è stato causato direttamente dall’abuso di bevande alcoliche (D.Lgs 38/2000). È una
condotta punibile se il lavoratore si presenta ubriaco durante l’orario di lavoro.
Secondo l’art.15 della Legge 125/2001 nelle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro o per la sicurezza, l’incolumità o
la salute di terzi, è fatto divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche.
I lavoratori affetti da patologie alcolcorrelate possono accedere ai programmi
terapeutici e di riabilitazione con diritto alla conservazione del posto di lavoro.
La guida in stato di ebbrezza è severamente punita dalla legge italiana. Il
limite alcolemico legale per la guida è di 0,5 gr/lt. Secondo l’art.186 del Codice della Strada (guida sotto l’influenza dell’alcol), con un indice alcolemico superiore a 0,5 fino a 0,8 g/lt il corrispettivo provvedimento è l’ammenda da
Sanità Camuna
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500 a 2000 € e la sospensione patente da 3 a 6 mesi (aumentata se il reato è commesso tra le 22 e le 7). Se il guidatore in stato di ebbrezza provoca un incidente stradale e il veicolo è di sua proprietà, è prevista la confisca del veicolo per 180 giorni.
Per un indice alcolemico da 0,8 a 1,5 g/lt il corrispettivo provvedimento è
un’ammenda da 800 a 3200 € (aumentata se il reato è commesso tra le
22 e le 7) e la sospensione patente da 6 a 12 mesi. Se il guidatore in stato di ebbrezza provoca un incidente stradale e il veicolo è di sua proprietà, è prevista la confisca del veicolo per 180 giorni. A ciò si aggiunge l’arresto fino a 6 mesi.
Per un indice alcolemico superiore a 1,5 g/lt il corrispettivo provvedimento è un’ammenda da 1500 a 6000 € (aumentata se il reato è commesso tra le 22 e le 7) e la sospensione patente da 12 a 24 mesi e la
confisca del veicolo se è di sua proprietà. A ciò si aggiunge l’arresto da 3 a 12 mesi.
Il Servizio dipendenze dell’ASL di Vallecamonica-Sebino si occupa da anni del problema dell’alcol.
Il Servizio di Alcologia si avvale di un’équipe multidisciplinare integrata (medico, assistente sociale, infermiere, psicologo ed educatore professionale) che programma interventi finalizzati alla cura sanitaria e al recupero psico-socio-educativo dei pazienti alcolisti.
La presa in carico dell’utente che ha libero accesso al servizio previo appuntamento telefonico comincia con l’accoglienza in cui
l’operatore riceve la domanda di aiuto. In questa fase avviene una conoscenza reciproca tra operatori, paziente e familiari con i
quali si cerca di instaurare una relazione di fiducia che possa poi concretizzarsi in un aggancio reale al servizio.
L’équipe definisce il programma terapeutico individualizzato e in accordo col paziente.
Tale programma può prevedere un trattamento terapeutico ambulatoriale ma anche l’inserimento dell’utente in strutture riabilitative di tipo residenziale (comunità terapeutiche, reparti di riabilitazione alcologica).
Nel percorso terapeutico sono previste visite mediche dove l’utente viene monitorato dal punto di vista sanitario: prescrizione
di esami ematochimici e specialistici (a discrezione del medico), prescrizione di terapie farmacologiche comprese terapie infusive; sono effettuati counselling sociali e psicologici (ascolto e sostegno finalizzato a promuovere le potenzialità del paziente per
il superamento di problemi) e rilascio di certificazioni diagnostiche (es. nel caso di sospensione patente di guida) . Il medico si
avvale della collaborazione dell’infermiera la quale provvede ad eseguire su prescrizione medica terapie infusive e somministrazione di
terapie sostitutive.
L’educatore professionale gestisce il “gruppo motivazionale” con
l’intento di sostenere nell’utente la motivazione al cambiamento, di
esprimere i propri dubbi e di confrontarsi in gruppo sulla problematica comune. Si riunisce ogni 15 giorni presso l’ambulatorio di Malonno.
Nel programma terapeutico sono previsti anche colloqui sociali e
psicologici di valutazione e di sostegno, colloqui di coppia e psicoterapia.
Nei casi di pazienti alcolisti in lista d’attesa per trapianto di fegato inviati dai Centri di trapianto, è compito prevalentemente della
psicologa e del medico effettuare una valutazione dal punto di vista alcologico.
I pazienti astinenti da anni possono proseguire la frequenza al servizio partecipando al gruppo motivazionale. In alcuni casi l’utente svolge colloqui periodici con gli operatori per il mantenimento
dell’astinenza.
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Sanità Camuna
QUESTIONARIO CAGE: un questionario utile per la diagnosi di alcolismo, costituito da 4 semplici domande
di breve auto-compilazione.
• Hai mai sentito la necessità di ridurre il bere?
• Sei mai stato infastidito da critiche sul tuo modo di bere?
• Hai mai provato disagio o senso di colpa per il tuo modo di bere?
• Hai mai bevuto alcolici appena alzato?
[SI]
[SI]
[SI]
[SI]
[NO]
[NO]
[NO]
[NO]
➔ Una risposta positiva = sospetto
➔ Una risposta positiva alla 4a domanda = alta probabilità
➔ Due risposte positive = alta probabilità
➔ Tre risposte positive = certezza
Servizio Tossicodipendenze (SERT)
Via Cercovi, 2, Darfo BT
tel. 0364 540.236; Fax 0364 540.249
Servizio di Alcologia (SERAL)
Darfo BT, Via Cercovi, 2 - tel. 0364 540.236
Malonno, via Frossena, 2 - tel. 0364.65580
…da una dipendenza si può uscire!
Se pensi di non farcela, di aver bisogno di
un aiuto e vuoi dire “basta”, rivolgiti al nostro
servizio.
Siamo un servizio pubblico, si accede
direttamente previo appuntamento telefonico,
senza impegnativa del medico curante. Le prestazioni
sono gratuite ed è garantito il diritto alla privacy.
Dr.ssa Maddalena De Filippis - Assist. sociale del Servizio Dipendenze
Lorena Pogna - Infermiera del Servizio Dipendenze
UN NUOVO SPAZIO WEB PER GLI ADOLESCENTI
VINCE IL CONCORSO, E IL PREMIO, L’ISTITUTO “OLIVELLI” DI DARFO
Quando nel 2003, mettendo a punto le iniziative del progetto “Spazio adolescenti”, si valutarono le varie azioni che
potevano dare concretezza ed efficacia al programma finalizzato alla promozione dell’armonico sviluppo della persona
e della sana espressione dell’affettività e della sessualità in adolescenza, parve importante trovare uno strumento di
comunicazione tra i Consultori Familiari ed i ragazzi, che poco utilizzavano tale Servizio.
Nacque così l’idea di costruire un sito internet dedicato agli adolescenti, per trasmettere le informazioni relative alle
iniziative che potevano riguardarli e per consentire loro di avvicinarsi on line a vari professionisti (ginecologo, psicologo, assistente sociale, ostetrica, psichiatra, medico delle dipendenze) per affrontare i dubbi, le incertezze della loro età.
Si ipotizzava che tale opportunità, unita alle iniziative del progetto realizzato nelle sedi scolastiche, potesse contribuire
a rendere più “familiare” ai ragazzi un Servizio nato con lo specifico scopo di sostenere la famiglia ed i suoi componenti nelle varie fasi del ciclo di vita, con particolare attenzione alla prevenzione del disagio giovanile.
Nell’allestimento di questo spazio interattivo ciascuno degli operatori dei Consultori Familiari, professionalmente formati ed esperti più nella relazione diretta con il nostro utente, che nelle tecniche informatiche, cercò di investire la
propria creatività, recuperando magari anche un po’ di quella parte adolescenziale presente in sè per confezionare un
prodotto che potesse piacere ai ragazzi.
Così nacque www.voli.bs/spazioadolescenti e in questi sette anni, fatta eccezione di qualche modesto ritocco ed aggiornamento, il sito è rimasto immutato, diventando sempre meno attraente e stantio, a dispetto della buona funzione
che, invece, ha continuato a svolgere. Pur tra alti e bassi, il sito ha infatti registrato nel corso del tempo un discreto
numero di visitatori, così come vivace è stato lo scambio di domande poste ai professionisti dei Consultori Familiari,
come emerge dai dati già presentati nei precedenti numeri di questo periodico.
L’obiettivo di rimettere a nuovo lo spazio internet per gli adolescenti ha avuto modo di concretizzarsi nel corso del
2010 grazie alle risorse destinate da Regione Lombardia a progetti innovativi dei Consultori Familiari accreditati.
A questo punto, chi meglio dei ragazzi poteva aiutarci a costruire uno strumento interattivo che piacesse loro? Da ciò
l’idea di un concorso promosso nello scorso autunno tra gli Istituti Scolastici superiori della Valle Camonica.
L’invito è stato raccolto dall’Istituto “Teresio Olivelli” di Darfo BT. ed in particolare dagli studenti Luca Bettinelli, Lorenzo Bianchetti e Mattia Moreschi che sotto la guida del prof. Francesco Cicciù, hanno lavorato per
realizzare un sito “di facile consultazione e dalla grafica piacevole ed accattivante”, oltre ad un logo che caratterizzerà
le iniziative dei Consultori Familiari destinate agli adolescenti.
La proposta del nuovo spazio web troverà concreta realizzazione con l’inizio del prossimo anno scolastico, attraverso
un lavoro congiunto tra l’Istituto “Teresio Olivelli” ed i tecnici del Servizio Informatico dell’ASL.
Il concorso non costituisce dunque un punto d’arrivo, ma un rinforzo all’integrazione tra la Scuola ed i Consultori
Familiari, che si ritiene di grande importanza ai fini della ricaduta e della continuità dell’attività di prevenzione.
All’Istituto “Teresio Olivelli” sarà corrisposto il premio di € 1.000,00 quale riconoscimento per la proposta presentata
nell’ambito del concorso; al dirigente scolastico ed ai docenti dell’Istituto riteniamo che vada altresì riconosciuto il
merito di aver assunto un reale ruolo di partneriato nella realizzazione del progetto di prevenzione, obiettivo questo
che, in termini educativi, vale più della migliore azione progettuale.
Aure Parolini - Direttore Dipartimento ASSI
Informa Famiglia
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Informa Famiglia
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NUOVE INIZIATIVE PER IL SOSTEGNO
ALLE MATERNITÀ FRAGILI
“UNA RETE PER LA TUTELA DELLA VITA 2”
“Una rete per la tutela della vita 2” è un progetto attivo sul territorio dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, finalizzato
alla tutela ed al sostegno della maternità fragile, finanziato da Regione Lombardia nell’ambito del Bando “Fare rete e
dare tutela e sostegno alla maternità” LR 23/1999 (art.4).
Il progetto, per la cui realizzazione l’ASL riveste il ruolo di Ente capofila, si avvale del coinvolgimento attivo del Centro
di Aiuto per la Vita di Pisogne, dell’Associazione “Anch’io” della Caritas di Darfo, della Parrocchia SS. Salvatore di Breno,
dell’Istituto “Pro Familia” e del Consultorio Familiare “G. Tovini” di Breno. Questa collaborazione, già sperimentata nel
biennio febbraio 2009/gennaio 2011, attraverso la realizzazione di due progetti, sempre nell’ambito del “Bando Maternità”, ha permesso di valorizzare professionalità ed esperienza consolidata di pubblico e privato, per metterle a servizio
delle famiglie e delle madri sole in condizioni di particolare fragilità e per creare una rete in grado di garantire una reale
capacità di accoglienza, presa in carico e sostegno. Attraverso la sinergia tra i diversi soggetti partner è stato possibile
conoscere e analizzare i reali bisogni delle famiglie destinatarie degli interventi, confermando anche per
la corrente annualità la necessità di intervenire nell’area della maternità fragile con interventi di presa in carico globale
della madre in difficoltà, risposta sia ai bisogni primari e urgenti (abitazione, corredo madre-bambino, beni di prima
necessità) sia a quelli psico-sociali e sanitari, con attività integrate, multidisciplinari e coordinate.
In continuità a quanto realizzato negli anni precedenti, il progetto “Una rete per la tutela della vita 2” è rivolto alle
donne, alle coppie e alle famiglie, residenti o presenti sul territorio dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, che vivono la
gravidanza in un periodo di particolare fragilità dal punto di vista sociale, psicologico, sanitario, abitativo e/o economico.
Tale progetto, della durata di dodici mesi a partire da Maggio 2011, prevede le seguenti azioni:
• accoglienza, informazione e consulenza, finalizzate ad affrontare le difficoltà di carattere sociale, familiare, psicologico
e materiale che potrebbero condizionare la scelta di un’interruzione volontaria di gravidanza;
• istituzione del “Punto Donna”, un numero verde dedicato alle donne, finalizzato all’ascolto, all’orientamento e all’accompagnamento ai Servizi presenti sul territorio, nonché all’attivazione di una risposta immediata nei casi urgenti;
• colloqui di consulenza, accompagnamento e sostegno psicologico, sociale e sanitario della donna in gravidanza e del
suo nucleo familiare presso i Consultori Familiari dell’ASL;
• azioni concrete di sostegno alla donna attraverso un progetto personalizzato volto all’accoglienza o al sostegno
abitativo, alla fornitura di beni di prima necessità e del corredo madre-bambino;
• organizzazione di corsi di formazione per potenziare e valorizzare le capacità della donna, al fine di fornirle strumenti
concreti utili per un futuro inserimento lavorativo: corso di alfabetizzazione per donne straniere, di taglio-cucito, di
cucina, di cura dell’igiene domestica e personale (neonato, bambino, anziano).
In ogni fase del progetto, l’accoglienza costituisce il punto di partenza fondamentale e va intesa sia nel senso concreto
del termine, cioè come “accoglienza della persona”, sia in senso più ampio come “accoglienza dei bisogni e delle
necessità di cui la persona è portatrice”. Tali bisogni possono essere contingenti ed espliciti, spesso però sono meno
evidenti e vanno fatti emergere attraverso un’accurata analisi della domanda, rispettosa dei tempi e delle caratteristiche
della persona.
La donna o il nucleo familiare, destinatari del progetto, possono rivolgersi liberamente ad uno degli Enti partner del
progetto che avrà il compito iniziale di accogliere e analizzare la richiesta per poi valutare con la persona stessa, in
base alle necessità evidenziate, un progetto di aiuto individualizzato e l’eventuale coinvolgimento di altri Servizi/Enti del
Territorio per costruire una rete di sostegno e tutela della vita.
Chiara Picinelli - Assistente Sociale Consultorio Familiare di Breno
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI A
ASL di Vallecamonica-Sebino - Area Famiglia - via Nissolina 2, Breno - tel. 0364 329.408
Associazione Anch’io (Caritas) - via Scura 1, Darfo - tel. 0364 535.777
Casa Giona - via Brodolini 18, Breno - tel. 0364 321.905
Centro di Aiuto alla Vita - via Isonni 7, Pisogne - tel. 0364 880.048
Consultorio Familiare “G. Tovini” - via Guadalupe 10, Breno - tel. 0364 327.990
Istituto Pro Familia - via Guadalupe 10, Breno - tel. 0364 22.134
ATTUALITÀ E PROSPETTIVE FUTURE
Nell’anno 2010, come di consueto, sono stati stanziati da Regione Lombardia fondi per l’acquisto di strumenti tecnologicamente avanzati in favore delle famiglie di persone con disabilità o alla singola persona disabile (legge 23/99 art.4, co.4
e 5). Tempestivamente si è provveduto ad effettuare una capillare informativa sulle opportunità di legge, con diffusione
del materiale informativo presso i Comuni, le Associazioni per persone con disabilità ed i siti web. Alla data di scadenza di
presentazione delle domande, sono pervenute 53 richieste, accompagnate da documentazione medica e progetto individualizzato. Delle richieste pervenute il 43,40% riguardava computer di base, il 49,06% computer con applicativi e il 7,54%
altri strumenti (sistemi di sollevamento per auto, apparecchi acustici...). Il budget assegnato dalla Regione per l’anno 2010,
sommato al residuo del 2009, ha consentito di assegnare contributi per un valore complessivo di € 33.591,50.
Considerazioni
Dal 2005 ad oggi si è verificato un notevole incremento di richieste di strumenti tecnologicamente avanzati, come è possibile
vedere nel grafico di seguito riportato.
A partire dal 2005 la Regione ha promosso e sollecitato il finanziamento di strumenti e sistemi domotici semplici e complessi. Nonostante la diffusione di informazioni a riguardo, sono pervenute solo due richieste di domotica semplice (anno 2007),
a conferma di una richiesta predominante di strumenti informatici. Come correttivo a questa costante difficoltà di richiesta di
contributi per progetti di domotica, si stanno definendo azioni volte ad individuare persone disabili non autosufficienti, che
hanno condizioni personali ed abitative particolarmente favorevoli ad un progetto di domotica. In questa ottica il 9 aprile
2011 si è tenuto a Breno un seminario dal titolo “Alloggio e domotica per vivere facile e sicuro”, in seguito al quale è stata
promossa una collaborazione tra ANFFAS di Vallecamonica e Cooperative sociali, per un progetto sperimentale. Il progetto
sarà volto a migliorare la qualità di vita di persone con disabilità attraverso l’utilizzo di sistemi che consentano una maggiore
autonomia grazie a facilitazioni elettroniche presso la propria abitazione.
Cos’è la DOMOTICA
La domotica è quella scienza interdisciplinare che riguarda lo studio delle tecnologie volte a migliorare la qualità della
vita all’interno della propria casa, grazie ad una serie di prodotti e servizi in grado di controllare gli impianti domestici e
la gestione degli spazi abitativi, con tecniche di installazione poco intrusive, sempre più flessibili e di semplice utilizzo. Un
sistema domotico ha semplicemente il compito di semplificare alcune delle principali azioni quotidiane, soprattutto quelle
più ripetitive, e di evitare tutti quei costi generati da sprechi energetici. Oltre ai vantaggi in termini di comfort, sicurezza,
risparmio energetico, è sempre più evidente l’interesse sociale del suo impiego a favore di anziani e disabili, al fine di migliorarne la qualità della vita e soprattutto in termini di grado di autonomia, aiutandoli a superare le difficoltà motorie, sensoriali
e intellettive: queste persone, oltre al bisogno di comunicare, necessitano di strumenti (ausili) per recuperare autonomia
nella vita quotidiana e capacità produttiva in campo lavorativo. L’evoluzione tecnologica di questi ultimi anni ha permesso di
migliorare sempre più le possibilità di partecipazione attiva delle persone disabili anche in situazioni di estrema gravità e di
dipendenza. Gli ausili tecnici possono consentire una maggiore autonomia a disabili e anziani, nel senso sia dell’automazione della casa (facilitazione al comando e controllo dei vari dispositivi e apparati domestici) sia dell’integrazione con sistemi
di teleassistenza e telecontrollo. L’apporto che può offrire la tecnologia coinvolge principalmente due aspetti:
• attrezzare l’ambiente con dispositivi che facilitino la gestione di luci, elettrodomestici, climatizzazione, serrande, aumentino la sicurezza dell’abitazione e delle persone;
Informa Famiglia
AUSILI TECNOLOGICAMENTE AVANZATI E DOMOTICA:
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Informa Famiglia
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• fornire ausili che permettano il ripristino (parziale o totale) delle funzioni menomate del disabile, per consentire l’interazione con l’ambiente in cui vive. La domotica può essere applicata a diverse aree, tra cui quelle relative alla gestione
dell’ambiente e degli apparecchi domestici (lavatrice, frigorifero, cucine, forni ecc.), alla comunicazione e informazione (telefono, citofono o videocitofono, fax, accesso a internet, televisione, radio, dvd player ecc.), alla sicurezza (gestione
accessi, antifurto, antirapina, antincendio, videocontrollo ecc.).
Tecnologia, comfort, benessere, risparmio e totale controllo della propria
abitazione: grazie alla domotica oggi è possibile abitare case intelligenti,
più sicure ed innovative.
ILLUMINAZIONE
TEMPERATURA/UMIDITà
AUTOMAZIONe
sicurezza
anti-intrusione
telecomunicazione
EIS
US
OB
CAV
Figura 1. Esempio di integrazione dei sottosistemi e dei dispositivi che costituiscono un sistema domotico.
Esempi di soluzioni domotiche
Una persona tetraplegica con impossibilità di utilizzo degli arti superiori, può ad esempio utilizzare un telecomando a
controllo vocale, un dispositivo in grado di riconoscere alcune frasi preimpostate ed inviare segnale sul sistema domotico
per aprire i serramenti o accendere le luci. Attraverso l’utilizzo di un telefono cordless vivavoce, la persona può rispondere
al citofono direttamente dal letto o dalla carrozzina, aprire la porta d’ingresso, facilitando azioni complesse per chi ha
problematiche motorie. I Sistemi domotici possono garantire sicurezza alla persona attraverso programmi che provvedano
a chiudere i fornelli se vengono lasciati accesi per un tempo eccessivo, oppure può segnalare che un rubinetto è aperto o
chiudere la valvola centrale in caso di allagamento (per ulteriori informazioni visitare il sito web www.siva.it ).
La domotica rappresenta quindi un utile strumento per l’autonomia delle persone disabili che richiede però un attenta ed
accurata analisi delle problematiche caso per caso al fine di individuare le reali esigenze della persona con disabilità e costituire un progetto individualizzato specifico.
Per ulteriori informazioni rivolgersi al Servizio-Anziani-Disabili, Responsabile Dr. Ermanno Scotti, c/o Dipartimento ASSI
dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, sede di Breno, tel. 0364 329.406, o visitare il sito web aziendale www.aslvallecamonicasebino.it.
Dr.ssa Silvia Cretti - Psicologa - psicoterapeuta del Servizio Anziani-Disabili
Sanità Camuna
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INFORMAZIONI PER IL
PAZIENTE CON ESITI DI STROKE
RACCOMANDAZIONI DA SEGUIRE AL RIENTRO A CASA
Dopo la dimissione dal reparto di Riabilitazione il paziente deve eseguire correttamente le attività della vita quotidiana in modo
da mantenere una buona mobilità della parte plegica e il grado di autonomia acquisito.
Di seguito vengono riportate le principali attività della vita quotidiana:
1) LAVARSI
- sedersi davanti al lavandino su una sedia
con lo schienale diritto;
- riempire il lavandino, immergere il braccio
plegico e lavarlo;
- per lavare il braccio sano fissare la spugna
insaponata sul bordo del lavandino e sfregarle contro il braccio e la mano;
- asciugare il braccio plegico;
- per asciugare il braccio sano mettere
un asciugamano sulle gambe e strofinarlo su e giù;
- per lavarsi e/o asciugarsi le gambe sedersi su
una sedia con lo schienale diritto e i piedi appoggiati a terra e usare la spugna e/o asciugamano preferibilmente con entrambe le mani.
2) PETTINARSI
è consigliabile utilizzare pettini ricurvi e con manici imbottiti per migliorare la pressione.
3) VESTIRSI
• usare capi comodi ed allacciati anteriormente;
• preferire magliette comode, larghe e senza bottoni;
• attenzione alle cerniere che non devono mai essere slacciate completamente ma solo abbassate fino a metà;
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Sanità Camuna
• usare pantaloni tipo “tuta” con elastico in vita, senza bottoni e cerniere;
• preferire calze corte ai collant;
• preferire calzature in pelle e con suola antisdrucciolo e possibilmente senza stringhe: sono sconsigliate le pantofole;
• preparare gli abiti vicino al lato plegico;
• sedersi su una sedia con lo schienale diritto e con i piedi ben appoggiati per terra;
• per vestirsi infilare sempre prima l’arto plegico;
• per svestirsi sfilare sempre prima l’arto sano.
3.1) Come indossare una camicia/felpa
• con l’aiuto della mano sana infilare la
mano plegica dentro il polsino della camicia e tirare su la manica fino alla spalla (usando la cucitura della camicia come
guida);
• allungare la mano sana dietro
il collo e sollevare la camicia attorno al lato sano;
• mettere il braccio sano
nell’altra manica;
•portare entrambi i lati della camicia davanti e allacciare i bottoni (infilabottoni) e/o tirare su la cerniera.
3.2) Come indossare una maglietta
• con la mano sana infilare la mano plegica nel rovescio della manica facendola salire fino al gomito;
• infilare la mano sana nell’altra manica indossandola fino al gomito;
Sanità Camuna
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• prendere il collo della maglietta e infilare la testa;
• prendere la maglietta dietro la schiena e
sistemarla bene.
3.3) Come indossare i pantaloni
• accavallare la gamba plegica sull’altra, infilare i pantaloni e
tirarli più in alto possibile;
• appoggiare il piede plegico per terra;
• da seduti infilare l’altra gamba
nei pantaloni.
3.4) Come indossare calze e scarpe
• accavallare la gamba plegica sull’altra e allargare il foro
della calza usando il pollice e le prime dita;
• piegarsi in avanti e infilare la calza lasciando l’arto plegico
penzoloni;
• lo stesso procedimento si usa
per mettere le scarpe;
•oppure ci si può aiutare con
l’uso di un calzascarpe lungo.
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Sanità Camuna
4) MANGIARE
• sedersi ben diritti e mettere il braccio plegico in avanti con la mano e il gomito appoggiati al tavolo;
• se possibile usare la mano plegica per portare il cibo alla bocca, anche tramite l’utilizzo di posate speciali (manico incurvato
e/o imbottito), piatti con bordo più alto, bicchieri appositi. Usare tovaglie antisdrucciolo sotto i piatti.
AUSILI
Gli ausili sono attrezzature in grado di incoraggiare la persona ad una maggiore indipendenza.
Alcuni esempi:
Ausili per toilette e cura personale:
• spugna con manico lungo per raggiungere ogni punto del corpo;
• tappetini antiscivolo per prevenire le cadute;
• sedie e maniglie vicino al WC, nella vasca da bagno e nella doccia.
Ausili ricreativi:
• distributore automatici di carte da gioco;
• porta-carte da gioco;
• carte da gioco ingrandite;
• libri su DVD;
• ausili per nuotare;
• ausili per pescare (reggi-canna);
• attrezzi da giardinaggio con maniglia;
• ausili per il ricamo;
• ausili ergonomici per il computer.
ADATTAMENTI ALLA CASA
Alcune volte, anche se molto doloroso, è bene pensare di cambiare casa e di acquistare o prendere in affitto un’abitazione al
piano terra o in uno stabile dove ci sia un ascensore.
È importante che il paziente sia in grado di muoversi liberamente all’interno della propria abitazione, mantenendo sempre un
alto grado di sicurezza.
Le modifiche possono essere semplici, come cambiare la disposizione dei mobili, o più complesse come la costruzione di una
rampa.
Alcuni consigli:
• non usare cera per pavimenti;
• togliere i tappeti;
• attrezzarsi con corrimano nelle scale e con maniglie nel bagno;
• illuminare gli ambienti grandi, gli ingressi e le scale;
• installare una luce notturna in camera da letto e nel bagno;
• installare interruttori comodi da raggiungere.
ESERCIZI DA ESEGUIRE A DOMICILIO
è importante che la persona, dopo la dimissione dalla Riabilitazione, esegua correttamente le attività della vita quotidiana in
modo da mantenere una buona mobilità della parte plegica.
Inoltre si consiglia di eseguire alcuni esercizi pubblicati sull’opuscolo informativo redatto a cura dell’UO di Riabilitazione Specialistica (che presto sarà a disposizione in veste grafica edita a stampa) per prevenire l’accorciamento dei muscoli, la rigidità delle articolazioni e l’aumento del tono muscolare.
Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi telefonicamente alla Palestra al n. 0364 369.309.
Dr.ssa M.G. Cattaneo - Direttore dell’UO di Riabilitazione Specialistica
Sanità Camuna
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CAMPAGNA PER LA PROMOZIONE DELL’ATTIVITÀ FISICA
SCALE PER LA SALUTE
È ormai ben dimostrato che i soggetti fisicamente attivi hanno minor rischio
di andare incontro ad ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete, obesità, osteoporosi, depressione, ansia e diversi tipi di tumore; è inoltre provato che vivono più a lungo e trascorrono più anni liberi da disabilità rispetto ai sedentari.
La sedentarietà in Italia è sopra la media dei primi 15 Paesi dell’Unione Europea, ma il problema riguarda tutti i Paesi industrializzati e ciò ha indotto
a ricercare le strategie migliori per aiutare le persone a diventare più attive.
La promozione dell’uso delle scale che è uno degli interventi più semplici ed
efficaci nel contrastare la sedentarietà è sostenuta per altro da studi scientifici condotti negli ultimi anni.
La campagna “Scale per la salute” consiste nell’incentivare le persone all’utilizzo delle scale mediante l’esposizione di cartelli
accanto alle pulsantiere degli ascensori che incoraggino ad usarle illustrandone i molteplici benefici per la salute.
In media l’intervento ha aumentato l’uso delle scale del 54% nei diversi gruppi di popolazione considerati (uomini e donne, giovani e anziani, normopeso e obesi).
Alcune buone ragioni per salire le scale:
• Aumenta la capacità aerobica dell’organismo e aiuta a mantenersi in forma.
• Migliora la concentrazione di “colesterolo buono” (HDL) nel
sangue.
• Aiuta a combattere le perdita di calcio nelle ossa riducendo
il rischio di osteoporosi.
• è un ottimo modo per ridurre lo stress quotidiano e lavorativo.
• Aumenta la potenza muscolare delle gambe e aiuta a prevenire gli infortuni, frequenti nelle persone anziane.
• Chi sale almeno 55 rampe di scale alla settimana riduce in
maniera significativa il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari.
• Bastano 2 rampe di scale al giorno per bruciare circa 10 Kcal al minuto e perdere 2,7 Kg in un anno.
• Le scale sono più rapide dell’ascensore: per fare pochi piani, salire le scale è il mezzo più veloce.
• Salire le scale non richiede nessuna particolare attrezzatura e permette di bruciare esattamente il doppio di quello che si consuma camminando.
Quest’ASL, a sostegno della campagna, ha affisso cartelli per la promozione all’uso delle scale nelle sue sedi e nei suoi presidi ospedalieri.
I cartelli sono stati realizzati grazie al contributo del signor Massimo Trovenzi, vignettista camuno, al quale vanno sentiti ringraziamenti.
Eccone due esempi:
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Sanità Camuna
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INDICAZIONI SU COME SMALTIRE LE CALORIE
TRAMITE L’ATTIVITÀ FISICA
Inoltre, per promuovere corrette abitudini alimentari e contrastare il problema del sovrappeso, il gruppo di lavoro “Stili di vita“
dell’ASL ha realizzato delle locandine per fornire alcune semplici indicazioni su come smaltire calorie attraverso l’attività fisica.
Anche questo materiale è in distribuzione nelle sedi territoriali e negli ospedali dell’ASL.
A cura del Gruppo Stili di vita
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Sanità Camuna
Dote Inpdap
Lombardia
Una rete di servizi assistenziali e sociali
per i Pensionati Inpdap non autosufficienti
La “Dote Inpdap Lombardia” è un progetto realizzato in collaborazione con la Regione Lombardia che si rivolge ai Pensionati Inpdap, non autosufficienti o in situazione di particolare fragilità, residenti in Lombardia, e alle famiglie che si prendono
cura delle esigenze dei loro cari.
I servizi resi ai pensionati Inpdap attraverso la “Dote Inpdap Lombardia” sono erogabili per un periodo massimo di 60 giorni:
• Ricoveri notturni e/o nel fine settimana presso Centri Diurni Integrati a garanzia dell’erogazione di assistenza continua socioassistenziale;
• Ricoveri di natura socio-assistenziale presso strutture di residenzialità leggera (mini-alloggi, case famiglia, comunità alloggio);
• Assistenza socio-assistenziale al domicilio, completa e per periodi programmati o improvvisi, in sostituzione del care giver o
dell’assistente familiare;
• Servizi di telesoccorso/telesorveglianza a domicilio per periodi di assenza del care giver;
• Bonus economico per periodi di aspettativa lavorativa del care giver per ragioni connesse all’assistenza del familiare non autosufficiente.
Requisiti di accesso:
• Titolare di pensione Inpdap diretta o di reversibilità.
• Indicatore ISEE inferiore o uguale a € 30.000,00 (ovvero anche superiore con accesso alla dote in presenza di budget residuo).
• Riconoscimento invalidità civile pari al 100%.
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COME SI ACCEDE AI SERVIZI
DELLA DOTE INPDAP LOMBARDIA
I pensionati Inpdap che intendono accedere ai servizi sono invitati a presentare la
seguente documentazione:
•Certificazione attestante lo stato di pensionato Inpdap.
•Numero di iscrizione o cedolino di pensione.
•Tesserino di riconoscimento dell’invalidità civile.
•Attestazione ISEE rilasciata dai soggetti abilitati.
Per avere informazioni su come richiedere la “Dote Inpdap” contattare il numero verde:
800.671.671
La documentazione per richiedere la Dote Inpdap deve essere presentata presso gli
sportelli CEAD (Centro Assistenza Domiciliare) dell’ASL di appartenenza.
Per informazioni:
Inpdap
Direzione Regionale Lombardia
Ufficio Coordinamento
tel. 02/85912-355.369
a cura della Redazione
Statistica rilevante l’utilizzo dell’ ”Avatar Linda”
è con soddisfazione che pubblichiamo la statistica relativa all’utilità della graziosa Avatar che risponde a vari quesiti dalla home page del sito ASL.
Dallo scorso mese d’agosto - cioè da quando Linda è apparsa sulla home page del nostro sito - fino ad oggi, sono
state rilevate 29.345 visualizzazioni e 1.686 utenti hanno consultato le domande a Linda.
Circa il 5% degli utenti del sito, quindi, clicca sulle domande di Linda.
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Sanità Camuna
A CURA DEL DIPARTIMENTO DI
PREVENZIONE VETERINARIO
IL VETERINARIO ASL...RITORNA ”A SCUOLA”!!
Uno dei fenomeni più significativi dell’evoluzione della nostra società è sicuramente il progressivo distacco della stragrande maggioranza dei suoi componenti dal mondo agricolo
ed animale. Il progressivo inurbamento della maggior parte della popolazione ha fatto sì
che le nuove generazioni crescano senza aver praticamente più contatti con gli animali
se non in contesti artificiosi e per nulla naturali. Il fenomeno s’è fatto ormai così marcato
che spesso gli alunni sono portati in gita in parchi zoologici dove gli animali da vedere
risultano essere....mucche e galline!
Il sottoscritto ha d’altronde sperimentato direttamente come tra i ragazzi di IV elementare
di Pisogne, quasi il 50% ammetta candidamente di non aver mai avuto modo di vedere una mucca da vicino, se non, appunto,
in queste strutture espositive.
Il fatto che ci si stia finalmente rendendo conto di ciò sta portando fortunatamente ad una riflessione anche perché il dato non
è puramente statistico ma causa conseguenze pratiche tutt’altro che irrilevanti.
Fino a qualche generazione fa infatti anche chi non aveva un cane o un gatto in casa cresceva a diretto contatto con questi, nelle
vie e nelle piazze dei paesi. Oggi naturalmente per motivi sanitari ed etici ciò non è più possibile (o, per lo meno non è auspicabile!) ma questa situazione ha fatto sì che i ragazzi non sappiano più interpretare correttamente gesti ed atteggiamenti degli
animali, in primis dei cani; il fatto di portare un cane (o un gatto) in famiglia molte volte non risolve il problema in quanto si è
persa questa capacità d’interpretazione con conseguenze a volte catastrofiche - vedi i recenti e continui episodi di aggressione da parte di cani, randagi
ma anche di proprietà, ad estranei e addirittura ai loro stessi padroni.
Oltre a ciò, la mancanza del continuo contatto con il mondo animale ha
fatto sì che molte volte subentri la “sindrome del pelouche”: spesso
infatti il cucciolo (cane o gatto che sia) entra in famiglia come un bel regalo
per Natale (o S. Lucia) senza alcuna cognizione di quali sono le sue esigenze,
anche solo come essere vivente e senziente, che ha quindi dei bisogni fisici
ma anche relazionali.
Non parliamo poi della scelta della razza, questione tutt’altro che
di secondaria importanza nell’acquisto di un cane: sono pochissime le persone che, prima d’effettuare una scelta in tal senso, decidono di rivolgersi
ad una figura competente del settore (magari il veterinario!) per farsi indirizzare nella
decisione. Il più delle volte predomina l’aspetto esteriore come motivo della scelta,
non considerando che le razze dei cani variano moltissimo per caratteristiche caratteriali e per esigenze fisiche e affettive. Quando non succede di peggio, accade così
che, passata l’euforia del bambino (... e dei genitori...) per la novità, il cucciolo, ormai
cresciuto, viene abbandonato nel dimenticatoio e si va all’affannosa ricerca di qualcuno a cui sbolognarlo!
Il Dipartimento di Prevenzione Veterinario dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, sensibile
alle esigenze del territorio e della comunità in cui è insediato, su richiesta del Dirigente
del polo scolastico di Pisogne, Dr. Campana, ha deciso di entrare nella scuola con un
progetto sperimentale.
Sanità Camuna
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IL PROGETTO: UN CANE PER AMICO
L’organizzazione del progetto è stata effettuata dal responsabile dello stesso, il sottoscritto, in collaborazione con la D.ssa
Paola Fossati della facoltà di Medicina veterinaria dell’Università di Milano e con la D.ssa Manuela Michelazzi, Medico veterinario comportamentalista, anch’essa collaboratrice della facoltà di veterinaria di Milano e membro dell’ARSEBAU (Associazione per la Ricerca e lo Studio dell’Etologia e del Benessere Animale-Uomo).
Il progetto si è sviluppato nell’arco di due sessioni sperimentali: primavera 2010 - primavera 2011 ed è stato imperniato su
due punti:
1) Lavoro di ricerca sulla effettiva situazione della conoscenza del mondo animale (ed in particolare degli animali domestici
più diffusi, cane e gatto) nei ragazzi in età scolare.
2) Incontri condotti dal veterinario ASL con la collaborazione delle insegnanti.
Riguardo al primo punto, nel corso della prima sessione degli interventi (primavera 2010) si è utilizzato un questionario
preparato appositamente e distribuito nelle scuole di Milano e Novara ed altre zone. Si è ritenuto interessante raccogliere
le risposte dei ragazzi delle elementari di Pisogne in quanto fotografia ed espressione della situazione in una zona rurale.
Sono state coinvolte in questa attività le classi III, IV e V di Pisogne e Gratacasolo per un totale di circa 200 ragazzi. I risultati di questo studio, visto l’alto numero di questionari distribuiti in totale, sono in fase d’elaborazione e saranno presentati
prossimamente.
L’intervento vero e proprio del veterinario ASL nell’ambito scolastico si è invece svolto in due fasi. Essendo un progetto sperimentale, si è deciso, dopo aver sentito i collaboratori dell’università, di rivolgersi alle sole classi ex IV elementari. Ognuna di
queste classi ha incontrato per due volte nell’anno 2010 il veterinario e ogni incontro ha avuto la durata di due ore. è stato
utilizzato per quest’attività un supporto informatico fornito dalla collega Michelazzi e realizzato appositamente per questo
tipo d’attività nelle scuole.
La partecipazione dei ragazzi è stata decisamente entusiastica: tantissime le domande. Molti ragazzi quando hanno dovuto indicare, alla
fine dell’anno scolastico, quale sia stata la loro esperienza scolastica
più interessante ed apprezzata, a detta delle insegnanti, hanno citato
proprio questi due incontri di formazione. Le continue domande e la
notevole partecipazione riscontrata, se da un lato sono state un riscontro positivo, dall’altro hanno però letteralmente impedito lo svolgimento di tutti i temi previsti. D’accordo con il dirigente scolastico
e con le insegnanti si è deciso allora per l’anno 2011 di continuare
l’attività con le stesse classi dell’anno precedente per poter terminare gli argomenti in programma. Nel 2011 perciò, invece di ripetere
gli incontri con le nuove classi IV sui temi dell’anno precedente, si è
preferito concludere il lavoro iniziato con le classi già coinvolte (le attuali V). Gli incontri sono stati tenuti, per il solo plesso
scolastico di Pisogne, in modo similare a quanto effettuato per l’anno 2010 e
con gli stessi supporti.
In base all’esperienza maturata e compatibilmente con gli altri incarichi di lavoro, s’è deciso per l’anno scolastico 2011/2012 di programmare in anticipo gli
incontri e di ”spalmarli” lungo tutta la stagione scolastica, in modo da poter
svolgere in un solo anno scolastico tutti i temi previsti ed anzi addirittura estenderli (per es: il gatto).
I contenuti hanno riguardato principalmente l’esame degli organi di senso del
cane, le loro caratteristiche e differenze con quelli dell’uomo, ed i modi di comunicare del cane, nonché la capacità di interpretarli correttamente e la risposta
adeguata da dare a questi segnali di comunicazione. Oltre a ciò sono stati
esposti i principi normativi che governano e vincolano il proprietario di un cane,
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Sanità Camuna
i suoi doveri ed obblighi di legge, oltre ad alcune considerazioni etiche
sulla figura dell’animale da compagnia come essere vivente e senziente,
con le sue aspettative ed i doveri verso di esso.
In conclusione, quest’attività può costituire uno dei punti di spicco del
Dipartimento di Prevenzione Veterinario della nostra ASL, a somiglianza
di quanto già accade in altre realtà. Si ricorda che questo tipo di consulenza è del tutto gratuito e può esser richiesto da qualsiasi scuola della
nostra ASL: le richieste verranno evase in base alla disponibilità e previa
valutazione concorde col personale docente interessato.
Ecco due pagine del questionario somministrato:
Dr. Franco Pizzini
Dirigente Veterinario - Responsabile del progetto
Sanità Camuna
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Notizie in breve
curiosando qua e là…
DALL’ASIA: MIRRA, SCUDO ANTICOLESTEROLO CATTIVO
La mirra è una resina aromatica ricavata dalla corteccia della Commiphora myrra, arbusto della famiglia delle Burseracee diffuso in Africa nord-orientale.
L’olio essenziale che se ne ricava, oltre alle note virtù espettoranti e
antispasmodiche, costituirebbe, secondo uno studio della King AbdAziz University in Arabia Saudita, un naturale scudo anti colesterolo
cattivo. Lo studio, pubblicato su International Journal of Food Safety
Nutrition and Public Health, ha dimostrato che, avendo somministrato
un mix di erbe, con aggiunto l’olio essenziale di mirra a dei topini, il
loro livello di colesterolo LDL è diminuito a fronte di un aumento dell’HDL (colesterolo buono). In sintesi
l’olio di mirra ripulisce i vasi arteriosi. Ne va ora verificata l’efficacia sull’uomo.
DALLA GRAN BRETAGNA: PROTEGGI LO STOMACO CON LA BORRAGINE
La borragine (Borago Officinalis) è una pianta annuale della famiglia delle Boraginacee,
spontanea nei Paesi mediterranei, è molto diffusa in Italia. Ha efficaci proprietà antinfiammatorie e riduce i sintomi dell’asma.
Studi condotti presso il Center for Infectious
Disease and Internetional Health at Royal Free
e presso l’University College London Medical
School di Londra, hanno dimostrato come l’olio
essenziale di borragine, assunto come integratore, sia in grado di eliminare l’Helicobacter pylori,
il batterio spiraliforme che, colonizzando la mucosa gastrica, può provocare un’infezione, spesso asintomatica, che a sua volta può provocare
gastriti e ulcere dello stomaco o del duodeno.
BORAGO OFFICINALIS
In pratica la borragine blocca la proliferazione dei batteri
Colonia di HELICOBACTER PYLORI
nelle pareti dello stomaco, proteggendolo dalle infezioni.
DAGLI STATI UNITI: L’ALBERO DEL TÈ
COMBATTE EFFICACEMENTE LA CANDIDA
Ora è ufficiale: l’olio ottenuto dalla Melaleuca alternifoglia, appartenente alla famiglia
delle Mirtacee, più comunemente come albero del tè (Tea Tree), agisce come antinfettivo ed è efficace contro i funghi del genere Candida, molto comuni in pazienti con le
difese immunitarie basse.
Lo hanno dimostrato alcuni ricercatori della Division of Infectious Diseases della Wayne
State University School of Medicine di Detroit, valutando per un mese l’effetto di una
soluzione a base di quest’olio (con o senza alcol)
sulle infezioni orali da candida in 27 malati di AIDS
MELALEUCA ALTERNIFOGLIA
resistenti ad un farmaco specifico antifungino. L’esi-
34
Sanità Camuna
to dello studio, pubblicato su Hiv Clinical Trias, ha evidenziato che il 60% dei ceppi di candida resistenti al farmaco erano invece sensibili
alla Melaleuca: il 50% dei malati è guarito dalla candidosi, mentre il rimanente 50% è nettamente migliorato.
Consigli:
• 4/5 gocce di olio essenziale di Tea Tree nel detergente intimo abituale svolgono
un’azione rinfrescante e forniscono un’efficace prevenzione al proliferare di funghi, batteri
e persino di alcuni virus.
• Alcune gocce disciolte nell’acqua del pediluvio svolgono la medesima azione a beneficio
di piedi e unghie.
• Spugnette e cenci usati abitualmente per la pulizia di sanitari e di cucine, possono essere
efficacemente igienizzati se lasciati una notte in ammollo, in un recipiente colmo d’acqua,
alla quale si sono aggiunte 2 o 3 gocce di olio essenziale di Melaleuca. Si può adottare il
medesimo procedimento per spazzolini da denti ecc.
DALLA SPAGNA: MANTIENITI GIOVANE CON I CHIODI DI GAROFANO
I boccioli della Eugenia caryophillara, un sempreverde della famiglia delle Mirtacee originaria del Sud-est asiatico, vengono raccolti
ancora acerbi e, una volta essiccati ed assunta una colorazione
bruno-rossiccia, vengono chiamati chiodi di garofano.
Contengono un olio essenziale (l’Eugenolo) che costituisce un’ottima fonte di antiossidanti. Lo dimostra uno studio apparso sulla
rivista Flavour and Fragrance, condotto dalla Miguel Hernandez
University di Elx.
Sono stati valutati gli effetti anti radicali liberi degli oli essenziali
di: origano, timo, rosmarino, salvia e, appunto, chiodi di garofano.
L’eugenolo è risultato essere il più ricco di antiossidanti e quindi in
grado di rallentare l’invecchiamento cellulare.
DAL GIAPPONE: L’OLIO DI TIMO SCACCIA I DOLORI
Il timo rosso (Tymus vulgaris) proviene dall’Europa meridionale. In Italia cresce sia spontaneo, sia coltivato.
Gli sono state da sempre riconosciute proprietà balsamiche, antisettiche, analgesiche (nella cura della sciatica e dei reumatismi) oltre che di accelerare la
guarigione di piaghe e ferite infette.
Oggi, uno studio condotto dai ricercatori della Nara Women’s University lo
riconosce come l’essenza antinfiammatoria per eccellenza. Lo studio,
pubblicato sul Journal of Lipid Research, ha stilato una classifica dei rimedi
naturali in grado di abbattere la presenza di Cox-2, l’enzima responsabile di
stati infiammatori e dolorosi. L’olio di timo, grazie alla presenza del carvacrolo
- la sostanza che gli conferisce il caratteristico odore - ha ridotto il Cox-2 del
75-80% quando è stato usato l’olio puro.
(Le notizie, tratte da varie pubblicazioni, sono state scelte a cura dello Staff della Comunicazione).
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A:
ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) di Valle Camonica-Sebino - ONLUS per la donazione di s 9.000,00 finalizzata al
finanziamento di una borsa di studio da destinare al Dipartimento Materno
Infantile dell’ospedale di Esine.
Sig. Aldo Franceschetti di Pisogne per la donazione di s 5.000,00 destinata all’acquisto di apparecchiature per l’UO di Riabilitazione di Esine.
Sig.ra Mara Bondioni di Niardo per la donazione di s 250,00 a favore del
Servizio di Cure palliative dell’UO di Medicina Interna dell’ospedale di Esine.
Fondazione di Assistenza e Beneficenza “Giovan Battista Piola” Onlus di Breno per la donazione di un’apparecchiatura BIPAP Vision
completa di accessori, del valore commerciale di s 12.600,00, a favore dell’UO
di Cardiologia dell’ospedale di Esine.
SPAS srl di Brescia per la donazione della somma di s 6.000,00 per
finanziare una borsa di studio che l’Azienda ha destinato all’UO di Chirurgia
Generale dell’ospedale di Esine.
AON SpA di Milano per la donazione di s 5.000,00 destinata al finanziamento di una borsa di studio da destinare all’Ufficio Legale.
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