Cosa può fare ciascuno di noi Come facciamo la lotta alle zanzare Il gruppo di Comuni impegnati nel progetto di lotta, incarica uno o più tecnici esperti attraverso apposito bando pubblico. Essi, durante l'intera stagione primaverile ed estiva, in estrema sintesi devono: ... trovare i posti dove si sviluppano le larve di zanzara... (normalmente sono focolai le acque stagnanti prive di pesci o di esseri che si cibano di larve, fossati di raccolta acque reflue, allagamenti grandi e piccoli persistenti per più di una settimana, tombini stradali, microfocolai come quelli descritti in seguito) ... quando necessario dare il via ai trattamenti contro di esse... (nelle nostre zone si impiega un mezzo fuoristrada dotato di lancia che eroga una miscela di acqua e B.T.I.(*vedi retro); in luoghi raggiungibili solo a piedi si impiegano pompe a spalla; nei tombini si utilizza il Temephos (*) ... controllare l'operato della ditta che fa i trattamenti... (in caso di scarsa efficacia del trattamento è compito del tecnico appurarne la causa; se la responsabilità ricade sulla ditta, il medesimo sarà ripetuto e quest'ultima rischia sanzioni) ...controllare il livello di zanzare adulte sul territorio... (la lotta è essenzialmente larvicida ma il controllo avviene anche sulle alate; grazie ad apposite trappole si può valutare quali specie e in che misura sono presenti sul territorio) ...raccogliere, elaborare, presentare i dati... (è fondamentale poter raccogliere ed elaborare i dati con metodi condivisi da tutti i tecnici, questo permette di fare confronti oggettivi sia a livello storico che tra progetti diversi) ...informare la popolazione... (lo sviluppo delle zanzare in ambito domestico e privato non va sottovalutata; è intuitivo che molti se pur piccoli focolai, a stretto contatto con le persone, possono recare notevole disturbo). Nell'attuare i piani di lotta, i tecnici incaricati operano su tutto il territorio accessibile. Restano esclusi i terreni che per vari motivi non sono raggiungibili, in particolare le proprietà private. Per questo motivo è importante che ciascuno presti attenzione in casa propria, a ciò che può essere un focolaio effettivo o potenziale, e cioè: 1 4 2 3 1 2 3 4 bidoni e recipienti vari all'aperto di qualunque foggia, materiale e dimensione, in grado di contenere acqua per almeno una settimana, possono essere per le zanzare un luogo idoneo alla deposizione delle uova; stagni, fontanelle, laghetti se privi di pesce e di altro che si nutre di larve, possono diventare produttori di zanzare a meno che la superficie non sia sempre mossa da uno zampillo d'acqua; piscine non gestite se si accumulano al loro interno foglie ed altro materiale organico, assumono le caratteristiche di uno stagno che, almeno inizialmente, sarà privo di animali come libellule, coleotteri, pesci... in grado di predare con efficacia le larve di zanzara; ristagni temporanei su terreno non vanno trascurati perché possono diventare focolai di una particolare zanzara molto fastidiosa, che punge anche in pieno giorno; la stessa che è tipica delle risaie gestite con allagamenti ed asciutte. Coprire i bidoni in uso, capovolgere quelli inutilizzati. La copertura può essere realizzata con teli plastici fermati da corde (in foto), vanno bene anche coperchi rigidi, stoffe e retine, l'importante è che fori/fessure non permettano il passaggio delle zanzare. Non abbandonare rifiuti in giro. Le cavità presenti in molti rifiuti e l'interno delle gomme lasciate all'aperto, conservano a lungo l'acqua piovana. Queste sacche d'acqua contribuiscono alla diffusione della "zanzara tigre". No a teloni ammucchiati all'aperto. I teloni plastici usati per la copertura, devono essere ben tesi per evitare la formazione di sacche. Se inutilizzati conservarli al riparo, o piegarli in modo tale da non permettere all'acqua di ristagnare al loro interno. Tenere bottiglie, vasetti, damigiane al riparo della pioggia. Non conservare all'aperto recipienti vari accatastandoli in posizione tale da consentire alla pioggia di entrare all'interno di essi. Attenzione ai "trogoli"! In passato erano utilizzati nei vigneti per la preparazione del verderame, oggi si trovano spesso abbandonati in zone incolte ma a volte sono ancora utilizzati. Nel primo caso è opportuno capovolgerli o forarli, nel secondo tenerli coperti come descritto per i bidoni. Sottovasi e fioriere... "ramati". Dei sottovasi si può spesso fare a meno, se invece non potete rinunciarvi, eviterete lo sviluppo delle zanzare ponendo nell'acqua una treccia di rame privo di guaina (circa 20 gr. per sottovasi di medie dimensioni). Stessa cosa va fatta per le fioriere all'aperto. Tombini e grondaie sotto controllo. Grondaie intasate, tombini muniti di sifone, possono risultare focolai. In questi casi è consigliabile ispezionarli spesso durante il periodo estivo e, se necessario, procedere a sgrondo e pulitura.