La musica ribelle Io sono un sessantottino. Uno di quelli convinti. Nel senso che sono nato nel ’68: a modo mio ho fatto l’occupazione, restando barricato per nove mesi nella pancia di una donna che solo in seguito ho scoperto essere mia madre. Ogni tanto mi capita di ripensare alla musica del ’68, al valore sociale della musica del ’68, quando Joan Baez e Bob Dylan ci formavano le coscienze, quando la colonna sonora di Hair ci dava brividi irripetili e una irrefrenabile voglia di cambiare il mondo. Poi sono arrivati gli anni ’70, la musica ribelle di Finardi e la locomotiva di Guccini; negli anni ’80 il riff di Sunday Bloody Sunday ci faceva venire voglia di scagliarci da soli contro tutto l’esercito inglese e Sun City di far sparire la parola Apartheid dalla faccia della terra. Poi gli anni ’90, un po’ più soft, ma non meno impegnati, con l’agrodolce Miss Sarajevo e l’inedito trio italico Jovanotti-Liga-Pelù a cantarci una coraggiosa “il mio nome è mai più”. E poi improvvisamente ti accorgi che è il 2008, che non ti trovi più con gli amici a suonare la chitarra, che l’unica cosa che “suona” sono i quaranta, che sono rimasti in pochi a dare un valore sociale alla musica e che la musica non ti fa più incazzare come una volta. Salvo che poi accendi la televisione e ti accorgi che su RaiDue c’è X-Factor e allora un po’ ti incazzi. Salvo che poi senti la gente, anzi non la gente, ma IGGIOVANI che canticchiano messaggi di speranza come “Canto così, con quella forza che ha solamente chi è puro di mente” e ancora “Viva l’Italia, l’Italia che ha scelto di credere ancora in questo sogno. Presidente siamo con te…” e allora capisci che nulla è cambiato, che la musica ha ancora la capacità di farti incazzare esattamente come faceva 30 o 40 anni fa. L’unica differenza è che adesso non lo fa più apposta. Meno male che Silvio c’è! il Teo “Giù”, il nuovo cd di Flavio Oreglio Sulla scia del successo del recente spettacolo “Non è stato facile cadere così in basso”, riscrittura teatrale dei temi contenuti nell’omonimo libro di Oreglio, uscito a ottobre 2007 per Bompiani e messo in scena al Teatro della Cooperativa di Milano lo scorso gennaio, FLAVIO OREGLIO e “I LUF” hanno realizzato il CD “GIU’ – non è stato facile cadere così in basso”, dando nuova linfa al connubio tra teatro e musica, nel solco aggiornato del teatro-canzone, di cui Flavio Oreglio è riconosciuto esponente. In questo nuovo lavoro musicale, scritto da Oreglio in collaborazione con Dario Canossi e Luca Bonaffini (arrangiamenti a cura dei “Luf”), sono contenute le canzoni dello spettacolo teatrale. Ballate che trattano temi importanti come la guerra (“KABUL”), la religione (“LA FIERA DELLE FOLE”), la filosofia (“IL PENSIERO”), l’isolamento (“MURO”), la politica (“BASTA!”), l’egoismo (“L’ABITO DEGLI ALTRI”) e la speranza (“ANIMA POPOLARE”); a cui si aggiunge “VORREI”, dedicata a Felicia, madre di Peppino Impastato ucciso dalla mafia nel 1978 e di cui ricorre quest’anno il trentennale, (recentemente celebrato con una “veleggiata antimafia”, da SanRemo a Cinisi, di cui il brano ha rappresentato la sigla) e una rilettura della canzone “UN’ IDEA” di Giorgio Gaber, presentata alla TV Svizzera nel marzo 2008 in occasione dello speciale “Io mi chiamo G” dedicato al grande attore/cantautore scomparso. L’album, in distribuzione dal 23 Maggio, mette in corto circuito la profondità satirica di Flavio Oreglio con le sonorità ruvide dei “Luf”, la folk – rock band camuna di Dario Canossi da tempo dedita alla ricerca sulla musica e sulla canzone popolare, trovando attraverso questo binomio artistico, il «coraggio per un passo altrove … cercando di raccogliere l’urlo disperato di chi lancia uno sguardo non superficiale al mondo», come dichiara lo stesso Flavio Oreglio, qui attratto dall’energia ‘grezza’, (quasi montanara) e profondamente rock, che il gruppo “combat-folk” della Val Camonica esprime; un suono estremamente funzionale ai testi, graffianti e ironicamente sferzanti, con cui Flavio Oreglio si inserisce nel mondo della canzone “civile”, riuscendo a fondere la forza d’urto della band con la sua ironia tagliente. «Questo CD è frutto di un incrocio un po’ “bastardo” - ribatte Dario Canossi – dove mondi diversi nuotano verso un di Antonio Galuzzi orizzonte di allegria e di impegno. Una perfetta sintesi di un repertorio da combattimento, ma armato di tanta ironia». In questo disco, registrato in presa diretta per mantenere lo spirito del “live” e le sue fresche sonorità, hanno lasciato la loro impronta: FLAVIO OREGLIO (voce e chitarra); DARIO CANOSSI (voce e chitarra); SERGIO ‘JEIO’ PONTORIERO (basso, chitarre acustiche, percussioni); RANIERI ‘RAGNO’ FUMAGALLI (baghet, flauto, ocarine); FABIO BIALE (violino, mandolino); SAMMY ‘CHUPA’ RADAELLI (batteria); PIER ZUIN (highland bag pipe, bombarda,flauti, cucchiai); CESARE COMITO (chitarra acustica, banjo); STEFANO CIVETTA (fisarmonica e voce); SILVIA OREGLIO (cori in “Vorrei”). Del progetto è in allestimento un tour che porterà la numerosa band a “graffiare” le assolate (e spesso, appisolate) piazze dell’estate italiana. www.catarticasrl.com www.iluf.net Canzoni stonate “… E allora, non chiedere per chi suoni la campana. Essa suona per te”. Nella celebre frase tratta da un famoso sermone di John Donne, si esprime il concetto secondo il quale nessun uomo è un’isola, cioè può considerarsi indipendente dal resto dell’umanità. Fu una delle fonti d’ispirazione per E. Hemingway nella stesura del romanzo “Per chi suona la campana”. (cfr. Walter Veltroni, nonostante la sua passione per la letteratura d’oltreoceano, nel concepire il Partito Democratico fu dissuaso da Goffredo Bettini, coordinatore nella fase costituente, ad utilizzarlo come romanzo di riferimento). Pier Capponi, ambasciatore e condottiero che nel 1494 tenne testa a Napoli al Re Carlo VIII di Francia, alle minacce di attacco dei francesi a fronte di pesanti richieste finanziarie, rispose: “E se voi suonerete le vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane!”. (cfr. nella storia del nostro Bel Paese, sono frequenti gli esempi di piccoli Davide che armati del solo coraggio intellettuale così si ribellano ai Golia usurpatori stranieri, come nell’odierna cronaca romana, i frequenti bonari ammonimenti di Papa Ratzinger alle invasioni laiche di campo dello stato italiano). “Il postino suona sempre due volte” è il titolo di un romanzo di James. M. Caine da cui fu tratto il film diretto nel 1948 da Tay Garnett, con Lana Turner, John Garfield, che nel 1981 ebbe un remake per la regia di Bob Rafelson, con Jessica Lange e Jack Nicholson. (cfr. il terzo remake di Berlusconi alla guida dell’ Italia, nel varietà comico diretto da Pierfrancesco Pingitore, prossimamente in onda su Mediaset Premium, a soli 8 euro al mese, fiscalmente detraibili!). cav. Ettore Carli Una cosa giusta l’ho fatta: SPARIRE! • La mitragliatrice curiosa faceva domande a raffica. • Hai un gran brutto carattere, disse l’Helvetica al Courier. • La vecchiarda aveva ancora una pelle di velluto. A coste. • La mia ragazza vorrebbe che io fossi più presente. Ahimé sono imperfetto… • Oggi ho preso il sole per un’oretta, disse l’eclissi. • L’astronauta guadagnava molto: era allenato a sbarcare il lunario. • Il politicante parlava a braccio, alzava il gomito, non era di polso e se ne stava con le mani in mano. • Vorrei fossi un po’ più carino con me, disse la chitarra. Sei o non sei un flauto dolce? • Sono arrabbiatissimo. Dovevo attaccare le mensole, ma ho perso le staffe. • Il matematico aggressivo tirava le somme. • Mi piacerebbe vederti all’opera ma purtroppo non ho i biglietti. • I versi tornarono al paesello d’origine per qualche giorno. Erano in licenza poetica. • Il destino, in realtà, era un fine umorista. La sua era l’ironia della sorte. • La maestra severe faceva il dettato della Costituzione. Stava dettando legge. • L’insegnante manesca amava dare una bella lezione a chiunque. • Il ciccione vorace pranzava in compagnia degli utensili da cucina. Quel giorno stava mangiando con l’imbuto. • La brodaglia non riusciva in nulla e infastidiva gli altri. Era proprio un impiastro. • Il lettore se ne rimaneva zitto. Stava leggendo tra le righe... • Fingeva di non capire che si trovava a una festa in maschera. Era vestito da cow-boy ma faceva l’indiano… • Il pane si vantava con quegli ignorantoni dei broccoli: «Almeno io ho un’infarinatura di qualcosa!» • Dio stava giocando a carte con Lucifero, che continuava a vincere. «Ma va all’inferno», gli disse. • Voleva far questo, voleva far quello... Il giudice lo condannò: gli fece un processo alle intenzioni. • La notte era nera. «Oggi non è proprio giornata», disse. • Il corpo del gigolò giaceva nella cassa. Ma appena una bella ragazza si avvicinava al feretro, lui faceva la mano morta. • Il calciatore non voleva allontanarsi dall’infermeria. Marcava visita. • A poker mescolavo sempre io. Dopo un po’ mi ero fatto un mazzo così! • Da bambino mi dicevano continuamente di non tirar su col naso. Per questo ora mi faccio solo di crack. Servizi e anticipazioni sui concerti del MMF Live Exchange sulle frequenze di Radiobase 347 3743782 GIOVEDI’ 22 MAGGIO 2008 20.30 Piazza Broletto * RHODESIA Giorgia Anile 22.30 Piazza Broletto * TECNOSOSPIRI www.misterpp.com WWW.RADIOBASEONLINE.IT INFO Il programma della quinta edizione del Mantova Musica Festival propone, in collaborazione con il circolo culturale Il Notturno di Mantova, un’inedita iniziativa dal nome MMF Live Exchange. Otto formazioni musicali, provenienti da tutta Italia, si incontrano in Piazza Broletto a Mantova per suonare e reciprocamente promuoversi nei propri luoghi d’origine. Un calendario live che prosegue per tutto il 2008 lungo la nostra penisola, un’esperienza di networking, animata da Il Notturno, che vuole proporsi come un piccolo, ma concreto, rimedio all’annosa carenza di spazi dove i gruppi di base riescano a proporre musica inedita. Da giovedì 22 a domenica 25, ci saranno due concerti a sera (rispettivamente alle 20.30 e 22.30), anticipati da un incontro alle 17 presso la libreria Feltrinelli (C.so Umberto I, 56) nel corso dei quali gli artisti parleranno del proprio percorso artistico e musicale. WWW.MANTOVAMUSICAFESTIVAL.IT WWW.MYSPACE.COM/MMFLIVEEXCHANGE WWW.RTSTUDIO.EU WWW.ILNOTTURNO.NET VENERDI’ 23 MAGGIO 2008 20.30 Piazza Broletto * MAGENTA 22.30 Piazza Broletto * LENIA VOLPE SABATO 24 MAGGIO 2008 20.30 Piazza Broletto * ANDREA PAGLIANTI 22.30 Piazza Broletto * IDRAMANTE DOMENICA 25 MAGGIO 2008 20.30 Piazza Broletto * MARIA LAPI 22.30 Piazza Broletto * MONKEYS ci danno ancora credito, non si sa fino a quando Via Emilia, 16 - Stradella di Bigarello MN 0376 457056 Corte dei Sogliari, 3 - Mantova 0376 369972 Piazza Mantegna Mantova 0376 324286 Corte dei Sogliari, 4 Mantova 0376 222817 Via Cremona, 25 - Mantova 0376 380178 CAFFE’ ITALIANO Piazza Broletto, 8 Mantova 0376 365303 Piazza Marconi, 22 Mantova 0376 320622 Caffè-Osteria con pizza Via Fernelli, 28/a - Mantova 0376 326597 Corso Libertà, 6 Mantova 0376 326016 Piazza Marconi, 9 Mantova 0376 363499 Piazza Concordia, 18 Mantova 0376 324064 Quello strano concetto dell’“ombra visibile” C’è poco da dire, le ultime elezioni hanno cambiato il volto della politica italiana. Alcune facce avevano già iniziato a cambiare in precedenza, è vero, soltanto che ora il lifting è generalizzato. (“Rialzati, Italia!”, probabilmente, era inteso come “fare ricorso al chirurgo plastico per eliminare inestetiche decadenze”). Intanto, le formazioni entrate in parlamento sono molto meno che nel passato. Previsto quindi un quadrangolare di calcetto, nel transatlantico di Montecitorio, non il solito torneo a 32 squadre (vinto regolarmente dalla Südtiroler Volkspartei, con il sospetto ausilio di qualche giocatore infiltrato direttamente dal Borussia Moenchengladbach o dal Bayern di Monaco...) Poi è scomparso il “partito comunista più forte dell’Occidente”, grazie a una mastodontica impresa condotta da PD e SA, congiuntamente, ma anche disgiuntamente – un’impresa che in quarant’anni di anticomunismo non era riuscita a FI, AN, DC, PLI, PRI e CIA neanche messi insieme. Tutto è cambiato: Mastella non ha avuto neanche una poltrona. Bondi ha scritto un libro di poesie. Potendo scegliere, avrei preferito il contrario. Soprattutto, però, è cambiato il modo di fare opposizione. Una volta nominato il Berlusconi 4, infatti, l’opposizione dell’attuale governo in carica (così come l’ha voluta chiamare, per coerenza terminologica, il leader del partito più rappresentativo dello schieramento avverso a quello vincitore) ha designato un governo ombra. È stato definito da alcuni con ingiustificato scherno il Veltroni 0, ma tant’è... Questa è davvero una delle più importanti rivoluzioni politiche che le elezioni 2008 ha potuto mettere in campo: mutuata dalla tradizione anglosassone (come anche le parrucche per i Lord, in via di approvazione su iniziativa dello stesso Presidente del Consiglio, e la passeggiata con la Regina Madre), l’idea del governo ombra permetterà al Partito Democratico di seguire passo passo le decisioni del governo in carica, marcandole a uomo e potendo fornire la propria visione alternativa delle cose in modo più efficace e visibile. Il concetto dell’ombra visibile rimane per il momento sconosciuto ai più, ma Ermete Realacci garantisce che una sua spiegazione è ormai in dirittura d’arrivo. Anzi, quella del progetto ombra è un’idea che piace così tanto che per aumentare la presenza e la costanza dell’impegno del Pd in parlamento sta per essere realizzato anche un’altro piano altrettanto underground, riguardante questa volta le “cazzate ombra”. Constatato che il numero di disegni di legge proposti da un qualsiasi governo, di destra o di sinistra, è sempre assai inferiore rispetto al volume di cazzate detto dai suoi rappresentanti, il Soviet del Loft ha stabilito a grande maggioranza (Binetti compresa) che anche queste importanti tappe della vita democratica di questo paese, le minchiate, devono avere un loro adeguato corrispettivo nella vita dell’opposizione. Già pronte sul tavolo le prime cazzate dei berluscones che i veltrones dovranno compitamente rivedere e correggere. E, possibilmente, amplificare. In primis, la politica estera. Veltroni dovrà invitare almeno un presidente di uno Stato semidittatoriale e fare il gesto della ghigliottina o della garrota contro qualche giornalista giovane e impertinente che domandi qualcosa di personale all’illustre ospite. Vale anche mimare il supplizio di Regolo, purché questo fatto si sia regolarmente e frequentemente verificato nel paese il cui Presidente è ospite. Poi l’economia. Bersani dovrà pensare a qualche collegamento ardito sulla scia di “occuparsi di Alitalia è una priorità vera per il Paese, non così le faccende private degli omosessuali” tipo “meglio occuparsi della spazzatura di Napoli che della fecondazione assistita” o “meglio occuparsi del Ponte sullo Stretto piuttosto che delle quisquilie locali, tipo la mafia e la ndrangheta”. Non sembra possibile, nonostante la richiesta della fazioneBinetti, ricalcare esattamente le parole originali. (L’ombra, come deliberato dal Soviet del Loft, non è da intendersi strettamente come ombra del Vaticano, quanto piuttosto come un’ombra più astratta e generalizzata). Qualcuno si occuperà di cultura politica, dirimendo la questione se sia più grave il rogo simbolico delle bandiere americane e israeliane o l’uccisione di un ragazzo per una sigaretta da parte di un branco di violenti. Pronto un primo abbozzo: “E’ molto più grave cantare Bella Ciao ad Alghero che non...” Nessuno ha avuto il coraggio di completare, visto anche che, per decisione del sindaco forzista di Alghero, Marco Tedde, il fatto che nella città sarda non si sia potuta cantare Bella Ciao, per il 25 aprile, beh, è vero... Una cazzata cui sarà difficile persino fare ombra. Lorenzo Mari IN PRINCIPIO FU... TONY RENIS Come tutti sanno, il Mantova Musica Festival è nato come controfestival di Sanremo nell’edizione curata da Tony Renis. Se ci pensate bene quindi, se non ci fosse stato Tony Renis il Mantova Musica Festival non sarebbe mai nato. Omaggiamo quindi il Tony Renis grande attore e ispiratore di questo Festival. IO BACIO... TU BACI (1961) di Piero Vivarelli - con Tony Renis, Mina, Jimmy Fontana, Adriano Celentano, Peppino Di Capri, I Ribelli Marcella, figlia di un imprenditore edile che vuole edificare una zona residenziale, cerca di convincere un gruppo di giovani a cedere la loro taverna, ma viene conquistata dal loro entusiasmo e si schiera dalla loro parte. Al di là della trama, davvero poca cosa, il cast musicale è davvero spettacolare. APPUNTAMENTO IN RIVIERA (1962) di Mario Mattoli - con Tony Renis, Mina, Joe Sentieri, Claudio Villa Il cantante Tony Renis firma senza leggerne le clausole il vantaggioso contratto offertogli dall’editore Bassi. Subito dopo, al colmo della gioia, si concede una breve vacanza, va a trovare Laura, sua fidanzata da lungo tempo e, avendo raggiunto il successo, la sposa. Per Tony si presentano guai seri perché il contratto che ha firmato gli impone di non sposarsi per almeno due anni. Quando Bassi cede il contratto di Tony al commendator Marengoni, questi comunica alla stampa le prossime nozze di Tony con Mina. Fortunatamente il giorno delle nozze tutto si accomoda: Mina fugge col suo vero fidanzato e Tony può finalmente presentare a tutti sua moglie. Laconica la critica di allora: “Il film risulta di scarso interesse a causa della banalità della vicenda e della mediocrità della realizzazione”. Questi due film si trovano in dvd in un unico cofanetto, quindi chi proprio non volesse rimanere all’oscuro... SOLDATI E CAPORALI (1965) di Mario Amendola - con Tony Renis, Gabriele Antonini, Enzo Garinei, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia In una caserma di fanteria fervono i preparativi per una gara ginnicocanora (???) con quelli della Marina. I più vispi ne approfittano per corteggiare le figlie del maresciallo burbero. Ciccio e Franco fanno i buffi in grigioverde. Da segnalare che i musicarelli ambientati nel mondo militare sono davvero innumerevoli, imbattibili quelli di Gianni Morandi e di Little Tony (che il militare in realtà non lo fece…) NON MI DIRE MAI GOODBYE (1967) The Left Rainbow Band Abbandonata dal manager Veltroni, ripudiata dalla casa discografica Prodi&Prodi, rimasta orfana dei propri fans, logorati dalla solita musica in controtendenza, si è ufficialmente sciolta la Band che proponeva un repertorio di revival anni ‘68 e remix di musica dell’est. Al concerto d’addio di fronte alla commissione bicamerale di X-Factor e Amici, hanno esordito come gruppo d’appoggio i “No-Global” che hanno proposto in antinomia, l’inno “l’internazionale”. Visto il disinteresse del pubblico, una jam session di ex parlamentari e sindacalisti ha improvvisato un rap inedito nell’attesa della “The Left Rainbow Band”, intonando motivetti innovativi: ...ci può essere antifascismo anche senza comunismo… ci può essere democrazia anche senza ideologia… L’eco-sax di Pecoraro Scanio ha liberato l’ambiente dall’inquinamento acustico, introducendo le percussioni di Diliberto e il basso tonante di Giordano. Bertinotti, ha risvegliato gli astanti dal “sonno della ragione” critica cinematografica di Nick Martinelli causato dall’“oppio dei popoli”, con un pezzo rock intitolato “La lotta di classe non è il bullismo scolastico”. A conclusione della serata è stata riproposta la colonna sonora della band, il liet motiv di tanti anni di sacrifici sulla ribalta: “Chi non lavora ha tempo di capire i lavoratori”. Rimasti soli e non avendo più nessuno da criticare, sono cominciate le autocritiche. Andava rivisto il nome, il repertorio, gli strumenti e i componenti del gruppo. Vendola ha proposto una mozione d’ordine, che prevedeva l’istituzione di una corale di partecipazione popolare denominata “Rossi per caso”. L’emendamento di Rizzo ha riportato entusiasmo nel gruppo: creare un corpo di ballo con coreografie di lavoratori muniti di falce, dediti al lavoro nei campi di colture Ogm e operai con martello, che si prodigano nella costruzione di una centrale nucleare. Il tutto con sciopero finale finalizzato alla riscoperta dei valori contro lo sfruttamento dei padroni. L’interrogazione di Caruso prevedeva un new soul su base regio- nale dove ogni immigrato, accolto dai tutors dei centri sociali, potesse fidelizzarsi al gruppo praticando un percorso civico sostenibile. Di Pietro, ospite della serata, si è reso disponibile come “vocalist” delle istanze della disciolta band proponendo un nuovo gruppo: l’“Italia dei favori”, per un approccio ad una politica di aggregazione canora che parte dal basso con le idee chiare. Boselli reduce dal suo concerto di addio, ha avanzato la proposta di fondare un movimento musicale che garantisse unità nella diversità. Luxuria ha appoggiato l’idea soprattutto in merito alla “diversità”. Anche perché, quando c’è da appoggiare qualcosa, non si tira mai indietro. Mastella, di passaggio per un caffè, ha colto la palla al balzo e ha avanzato la propria candidatura alla regia e direzione artistica. Il disco live inciso nella serata è stato puntualmente rifiutato da tutte le maggiori case discografiche. L’unica che ha voluto pubblicare il cd, nella sezione Rarities, è stata l’Azzurra Records. Corrado Andreani di Gianfranco Baldanello - con Tony Renis, Niki, Rocky Roberts, I Giganti Una fotografia con dedica che Tony, un famoso cantante, spedisce a Concetta Pafundi una delle sue ammiratrici, segna l’inizio di un’avventura. La ragazza vive in uno sperduto paese siciliano, Sganzirri, insieme ai suoi zii, piuttosto all’antica, che la ritengono compromessa. Il caso vuole che Concetta vinca una prova di selezione per cantanti, e sia invitata a Roma. Qui lo zio rapisce Tony sperando che in tal modo accetti di sposare Concetta. Ma il cantautore riesce a fuggire e incontra, per caso, la ragazza, che è da sempre innamorata di lui. Per ragioni pubblicitarie Concetta ha cambiato il suo nome in Niky, di modo che Tony, lungi dall’immaginarlo, si innamori della nipote del suo rapitore, contro il quale ha sporto denuncia. Niky ottiene uno strepitoso successo alla televisione e tutto si risolve nel migliore dei modi, poiché Tony, venuto a sapere della vera identità della ragazza, ritira la denuncia contro lo zio e la sposa. Ottime le critiche dell’epoca: “Un mediocre film musicale che sfrutta in fondo le risorse canore dei vari cantanti di successo che vi prendono parte. Alquanto gradevoli le canzoni e le musiche, ma piuttosto convenzionale e banale la storia, soprattutto per quanto riguarda gli accenni siciliani”. QUANDO DICO CHE TI AMO (1967) di Giorgio Bianchi - con Tony Renis, Lola Falana, Caterina Caselli, Lucio Dalla, Jimmy Fontana, Enzo Jannacci, Annarita Spinaci Il cantante Tony corteggia ben sei ragazze contemporaneamente. La situazione precipita quando Tony si innamora in modo serio di Sandra, una cantante beat. Le rivali scoprono le rispettive relazioni, organizzano un agguato a Tony e lo menano. Sandra interrompe la sua relazione e Tony cerca di far capire a Sandra che ormai è deciso a cambiar vita e che intende sposarla. Sarà solo dopo il clamoroso successo di una canzone ispirata a Tony dal suo amore per Sandra che la ragazza lo perdonerà e accetterà, felice, la sua proposta di matrimonio. Anche questo film ha un cast davvero stellare. La canzone che dà il titolo al film portata al successo da Annarita Spinaci in realtà l’ha scritta proprio Tony Renis.