La musica ribelle
Io sono un sessantottino. Uno di quelli convinti. Nel senso che sono nato
nel ’68: a modo mio ho fatto l’occupazione, restando barricato per nove mesi
nella pancia di una donna che solo in seguito ho scoperto essere mia madre.
Ogni tanto mi capita di ripensare alla musica del ’68, al valore sociale della
musica del ’68, quando Joan Baez e Bob Dylan ci formavano le coscienze, quando la colonna sonora di Hair ci dava brividi irripetili e una irrefrenabile voglia di
cambiare il mondo.
Poi sono arrivati gli anni ’70, la musica ribelle di Finardi e la locomotiva di
Guccini; negli anni ’80 il riff di Sunday Bloody Sunday ci faceva venire voglia
di scagliarci da soli contro tutto l’esercito inglese e Sun City di far sparire la
parola Apartheid dalla faccia della terra.
Poi gli anni ’90, un po’ più soft, ma non meno impegnati, con l’agrodolce
Miss Sarajevo e l’inedito trio italico Jovanotti-Liga-Pelù a cantarci una coraggiosa “il mio nome è mai più”.
E poi improvvisamente ti accorgi che è il 2008, che non ti trovi più con gli
amici a suonare la chitarra, che l’unica cosa che “suona” sono i quaranta,
che sono rimasti in pochi a dare un valore sociale alla musica e che la
musica non ti fa più incazzare come una volta.
Salvo che poi accendi la televisione e ti accorgi che su RaiDue c’è
X-Factor e allora un po’ ti incazzi.
Salvo che poi senti la gente, anzi non la gente, ma IGGIOVANI che
canticchiano messaggi di speranza come “Canto così, con quella forza
che ha solamente chi è puro di mente” e ancora “Viva l’Italia, l’Italia
che ha scelto di credere ancora in questo sogno. Presidente siamo
con te…” e allora capisci che nulla è cambiato, che la musica ha
ancora la capacità di farti incazzare esattamente come faceva
30 o 40 anni fa.
L’unica differenza è che adesso non lo fa più apposta. Meno
male che Silvio c’è!
il Teo
“Giù”, il nuovo cd
di Flavio Oreglio
Sulla scia del successo del recente spettacolo “Non è stato facile cadere così in
basso”, riscrittura teatrale dei temi contenuti nell’omonimo libro di Oreglio, uscito
a ottobre 2007 per Bompiani e messo
in scena al Teatro della Cooperativa di
Milano lo scorso gennaio, FLAVIO OREGLIO e “I LUF” hanno realizzato il CD
“GIU’ – non è stato facile cadere così
in basso”, dando nuova linfa al connubio
tra teatro e musica, nel solco aggiornato
del teatro-canzone, di cui Flavio Oreglio
è riconosciuto esponente.
In questo nuovo lavoro musicale,
scritto da Oreglio in collaborazione
con Dario Canossi e Luca Bonaffini
(arrangiamenti a cura dei “Luf”), sono
contenute le canzoni dello spettacolo
teatrale.
Ballate che trattano temi importanti
come la guerra (“KABUL”), la religione (“LA FIERA DELLE FOLE”), la
filosofia (“IL PENSIERO”), l’isolamento (“MURO”), la politica (“BASTA!”),
l’egoismo (“L’ABITO DEGLI ALTRI”) e
la speranza (“ANIMA POPOLARE”); a
cui si aggiunge “VORREI”, dedicata a
Felicia, madre di Peppino Impastato ucciso dalla mafia nel 1978 e di cui ricorre
quest’anno il trentennale, (recentemente
celebrato con una “veleggiata antimafia”,
da SanRemo a Cinisi, di cui il brano ha
rappresentato la sigla) e una rilettura
della canzone “UN’ IDEA” di Giorgio
Gaber, presentata alla TV Svizzera nel
marzo 2008 in occasione dello speciale
“Io mi chiamo G” dedicato al grande
attore/cantautore scomparso.
L’album, in distribuzione dal 23 Maggio, mette in corto circuito la profondità
satirica di Flavio Oreglio con le sonorità
ruvide dei “Luf”, la folk – rock band
camuna di Dario Canossi
da tempo dedita alla ricerca
sulla musica e sulla canzone
popolare, trovando attraverso
questo binomio artistico, il
«coraggio per un passo altrove
… cercando di raccogliere
l’urlo disperato di chi lancia
uno sguardo non superficiale
al mondo», come dichiara lo
stesso Flavio Oreglio, qui attratto
dall’energia ‘grezza’, (quasi montanara) e profondamente rock,
che il gruppo “combat-folk” della
Val Camonica esprime; un suono
estremamente funzionale ai testi,
graffianti e ironicamente sferzanti,
con cui Flavio Oreglio si inserisce nel
mondo della canzone “civile”, riuscendo a fondere la forza d’urto della band
con la sua ironia tagliente.
«Questo CD è frutto di un incrocio un
po’ “bastardo” - ribatte Dario Canossi
– dove mondi diversi nuotano verso un
di Antonio Galuzzi
orizzonte di
allegria e di impegno.
Una perfetta sintesi di un repertorio
da combattimento, ma armato di tanta
ironia».
In questo disco, registrato in presa
diretta per mantenere lo spirito del
“live” e le sue fresche sonorità, hanno
lasciato la loro impronta: FLAVIO
OREGLIO (voce e chitarra); DARIO
CANOSSI (voce e chitarra); SERGIO
‘JEIO’ PONTORIERO (basso, chitarre acustiche, percussioni); RANIERI
‘RAGNO’ FUMAGALLI (baghet,
flauto, ocarine); FABIO BIALE
(violino, mandolino); SAMMY
‘CHUPA’ RADAELLI (batteria);
PIER ZUIN (highland bag pipe,
bombarda,flauti, cucchiai); CESARE COMITO (chitarra acustica, banjo); STEFANO CIVETTA
(fisarmonica e voce); SILVIA
OREGLIO (cori in “Vorrei”).
Del progetto è in allestimento un tour
che porterà la numerosa band a “graffiare” le assolate (e spesso, appisolate)
piazze dell’estate italiana.
www.catarticasrl.com
www.iluf.net
Canzoni stonate
“… E allora, non chiedere per chi suoni la campana. Essa suona per te”. Nella celebre
frase tratta da un famoso sermone di John Donne, si esprime il concetto secondo il quale
nessun uomo è un’isola, cioè può considerarsi indipendente dal resto dell’umanità. Fu
una delle fonti d’ispirazione per E. Hemingway nella stesura del romanzo “Per chi
suona la campana”. (cfr. Walter Veltroni, nonostante la sua passione per la letteratura
d’oltreoceano, nel concepire il Partito Democratico fu dissuaso da Goffredo Bettini,
coordinatore nella fase costituente, ad utilizzarlo come romanzo di riferimento).
Pier Capponi, ambasciatore e condottiero che nel 1494 tenne testa a Napoli al Re
Carlo VIII di Francia, alle minacce di attacco dei francesi a fronte di pesanti richieste
finanziarie, rispose: “E se voi suonerete le vostre trombe, noi suoneremo le nostre
campane!”. (cfr. nella storia del nostro Bel Paese, sono frequenti gli esempi di piccoli
Davide che armati del solo coraggio intellettuale così si ribellano ai Golia usurpatori
stranieri, come nell’odierna cronaca romana, i frequenti bonari ammonimenti di Papa
Ratzinger alle invasioni laiche di campo dello stato italiano).
“Il postino suona sempre due volte” è il titolo di un romanzo di James. M. Caine da
cui fu tratto il film diretto nel 1948 da Tay Garnett, con Lana Turner, John Garfield,
che nel 1981 ebbe un remake per la regia di Bob Rafelson, con Jessica Lange e Jack
Nicholson. (cfr. il terzo remake di Berlusconi alla guida dell’ Italia, nel varietà comico
diretto da Pierfrancesco Pingitore, prossimamente in onda su Mediaset Premium, a
soli 8 euro al mese, fiscalmente detraibili!).
cav. Ettore Carli
Una cosa giusta
l’ho fatta:
SPARIRE!
• La mitragliatrice curiosa faceva
domande a raffica.
• Hai un gran brutto carattere, disse l’Helvetica al Courier.
• La vecchiarda aveva ancora una
pelle di velluto. A coste.
• La mia ragazza vorrebbe che io
fossi più presente. Ahimé sono imperfetto…
• Oggi ho preso il sole per un’oretta, disse l’eclissi.
• L’astronauta guadagnava molto:
era allenato a sbarcare il lunario.
• Il politicante parlava a braccio,
alzava il gomito, non era di polso e se ne stava con le mani in
mano.
• Vorrei fossi un po’ più carino con
me, disse la chitarra. Sei o non sei
un flauto dolce?
• Sono arrabbiatissimo. Dovevo
attaccare le mensole, ma ho perso
le staffe.
• Il matematico aggressivo tirava
le somme.
• Mi piacerebbe vederti all’opera
ma purtroppo non ho i biglietti.
• I versi tornarono al paesello
d’origine per qualche giorno. Erano in licenza poetica.
• Il destino, in realtà, era un fine
umorista. La sua era l’ironia della
sorte.
• La maestra severe faceva il dettato della Costituzione. Stava dettando legge.
• L’insegnante manesca amava
dare una bella lezione a chiunque.
• Il ciccione vorace pranzava in
compagnia degli utensili da cucina. Quel giorno stava mangiando
con l’imbuto.
• La brodaglia non riusciva in nulla e infastidiva gli altri. Era proprio un impiastro.
• Il lettore se ne rimaneva zitto.
Stava leggendo tra le righe...
• Fingeva di non capire che si trovava a una festa in maschera. Era
vestito da cow-boy ma faceva l’indiano…
• Il pane si vantava con quegli
ignorantoni dei broccoli: «Almeno
io ho un’infarinatura di qualcosa!»
• Dio stava giocando a carte con
Lucifero, che continuava a vincere.
«Ma va all’inferno», gli disse.
• Voleva far questo, voleva far
quello... Il giudice lo condannò: gli
fece un processo alle intenzioni.
• La notte era nera. «Oggi non è
proprio giornata», disse.
• Il corpo del gigolò giaceva nella
cassa. Ma appena una bella ragazza si avvicinava al feretro, lui faceva la mano morta.
• Il calciatore non voleva allontanarsi dall’infermeria. Marcava
visita.
• A poker mescolavo sempre io.
Dopo un po’ mi ero fatto un mazzo così!
• Da bambino mi dicevano continuamente di non tirar su col naso.
Per questo ora mi faccio solo di
crack.
Servizi e anticipazioni
sui concerti
del MMF Live Exchange
sulle frequenze
di Radiobase
347 3743782
GIOVEDI’ 22 MAGGIO 2008
20.30 Piazza Broletto * RHODESIA Giorgia Anile
22.30 Piazza Broletto * TECNOSOSPIRI
www.misterpp.com
WWW.RADIOBASEONLINE.IT
INFO
Il programma della quinta edizione del Mantova Musica Festival
propone, in collaborazione con il circolo culturale Il Notturno di
Mantova, un’inedita iniziativa dal nome MMF Live Exchange.
Otto formazioni musicali, provenienti da tutta Italia, si incontrano in Piazza Broletto a Mantova per suonare e reciprocamente
promuoversi nei propri luoghi d’origine. Un calendario live che
prosegue per tutto il 2008 lungo la nostra penisola, un’esperienza
di networking, animata da Il Notturno, che vuole proporsi come
un piccolo, ma concreto, rimedio all’annosa carenza di spazi dove
i gruppi di base riescano a proporre musica inedita.
Da giovedì 22 a domenica 25, ci saranno due concerti a sera
(rispettivamente alle 20.30 e 22.30), anticipati da un incontro
alle 17 presso la libreria Feltrinelli (C.so Umberto I, 56) nel corso dei quali gli artisti parleranno del proprio percorso artistico e
musicale.
WWW.MANTOVAMUSICAFESTIVAL.IT
WWW.MYSPACE.COM/MMFLIVEEXCHANGE
WWW.RTSTUDIO.EU
WWW.ILNOTTURNO.NET
VENERDI’ 23 MAGGIO 2008
20.30 Piazza Broletto * MAGENTA
22.30 Piazza Broletto * LENIA VOLPE
SABATO 24 MAGGIO 2008
20.30 Piazza Broletto * ANDREA PAGLIANTI
22.30 Piazza Broletto * IDRAMANTE
DOMENICA 25 MAGGIO 2008
20.30 Piazza Broletto * MARIA LAPI
22.30 Piazza Broletto * MONKEYS
ci danno ancora credito, non si sa fino a quando
Via Emilia, 16 - Stradella di Bigarello MN
0376 457056
Corte dei Sogliari, 3 - Mantova
0376 369972
Piazza Mantegna
Mantova
0376 324286
Corte dei Sogliari, 4
Mantova
0376 222817
Via Cremona, 25 - Mantova
0376 380178
CAFFE’
ITALIANO
Piazza Broletto, 8
Mantova
0376 365303
Piazza Marconi, 22
Mantova
0376 320622
Caffè-Osteria con pizza
Via Fernelli, 28/a - Mantova
0376 326597
Corso Libertà, 6
Mantova
0376 326016
Piazza Marconi, 9
Mantova
0376 363499
Piazza Concordia, 18
Mantova
0376 324064
Quello strano concetto
dell’“ombra visibile”
C’è poco da dire, le ultime elezioni
hanno cambiato il volto della politica
italiana. Alcune facce avevano già iniziato a cambiare in precedenza, è vero,
soltanto che ora il lifting è generalizzato. (“Rialzati, Italia!”, probabilmente,
era inteso come “fare ricorso al chirurgo plastico per eliminare inestetiche
decadenze”).
Intanto, le formazioni entrate in
parlamento sono molto meno che nel
passato. Previsto quindi un quadrangolare di calcetto, nel transatlantico
di Montecitorio, non il solito torneo a
32 squadre (vinto regolarmente dalla
Südtiroler Volkspartei, con il sospetto
ausilio di qualche giocatore infiltrato
direttamente dal Borussia Moenchengladbach o dal Bayern di Monaco...)
Poi è scomparso il “partito comunista più forte dell’Occidente”, grazie a
una mastodontica impresa condotta da
PD e SA, congiuntamente, ma anche
disgiuntamente – un’impresa che in
quarant’anni di anticomunismo non era
riuscita a FI, AN, DC, PLI, PRI e CIA
neanche messi insieme.
Tutto è cambiato: Mastella non ha
avuto neanche una poltrona. Bondi ha
scritto un libro di poesie. Potendo scegliere, avrei preferito il contrario.
Soprattutto, però, è cambiato il
modo di fare opposizione. Una volta
nominato il Berlusconi 4, infatti, l’opposizione dell’attuale governo in carica
(così come l’ha voluta chiamare, per
coerenza terminologica, il leader del
partito più rappresentativo dello schieramento avverso a quello vincitore) ha
designato un governo ombra. È stato
definito da alcuni con ingiustificato
scherno il Veltroni 0, ma tant’è...
Questa è davvero una delle più importanti rivoluzioni politiche che le elezioni 2008 ha potuto mettere in campo:
mutuata dalla tradizione anglosassone
(come anche le parrucche per i Lord,
in via di approvazione su iniziativa
dello stesso Presidente del Consiglio,
e la passeggiata con la Regina Madre),
l’idea del governo ombra permetterà al
Partito Democratico di seguire passo
passo le decisioni del governo in carica,
marcandole a uomo e potendo fornire
la propria visione alternativa delle
cose in modo più efficace e visibile.
Il concetto dell’ombra visibile rimane
per il momento sconosciuto ai più, ma
Ermete Realacci garantisce che una
sua spiegazione è ormai in dirittura
d’arrivo.
Anzi, quella del progetto ombra è
un’idea che piace così tanto che per
aumentare la presenza e la costanza
dell’impegno del Pd in parlamento sta
per essere realizzato anche un’altro piano altrettanto underground, riguardante
questa volta le “cazzate ombra”. Constatato che il numero di disegni di legge
proposti da un qualsiasi governo, di
destra o di sinistra, è sempre assai inferiore rispetto al volume di cazzate detto
dai suoi rappresentanti, il Soviet del
Loft ha stabilito a grande maggioranza
(Binetti compresa) che anche queste
importanti tappe della vita democratica
di questo paese, le minchiate, devono
avere un loro adeguato corrispettivo
nella vita dell’opposizione.
Già pronte sul tavolo le prime
cazzate dei berluscones che i veltrones
dovranno compitamente rivedere e
correggere. E, possibilmente, amplificare.
In primis, la politica estera. Veltroni
dovrà invitare almeno un presidente
di uno Stato semidittatoriale e fare il
gesto della ghigliottina o della garrota
contro qualche giornalista giovane e
impertinente che domandi qualcosa
di personale all’illustre ospite. Vale
anche mimare il supplizio di Regolo,
purché questo fatto si sia regolarmente
e frequentemente verificato nel paese il
cui Presidente è ospite.
Poi l’economia. Bersani dovrà
pensare a qualche collegamento ardito
sulla scia di “occuparsi di Alitalia è
una priorità vera per il Paese, non così
le faccende private degli omosessuali”
tipo “meglio occuparsi della spazzatura di Napoli che della fecondazione
assistita” o “meglio occuparsi del
Ponte sullo Stretto piuttosto che delle
quisquilie locali, tipo la mafia e la
ndrangheta”. Non sembra possibile,
nonostante la richiesta della fazioneBinetti, ricalcare esattamente le parole
originali. (L’ombra, come deliberato
dal Soviet del Loft, non è da intendersi
strettamente come ombra del Vaticano,
quanto piuttosto come un’ombra più
astratta e generalizzata).
Qualcuno si occuperà di cultura politica, dirimendo la questione se sia più
grave il rogo simbolico delle bandiere
americane e israeliane o l’uccisione di
un ragazzo per una sigaretta da parte di
un branco di violenti. Pronto un primo
abbozzo: “E’ molto più grave cantare
Bella Ciao ad Alghero che non...”
Nessuno ha avuto il coraggio di completare, visto anche che, per decisione
del sindaco forzista di Alghero, Marco
Tedde, il fatto che nella città sarda non
si sia potuta cantare Bella Ciao, per il
25 aprile, beh, è vero...
Una cazzata cui sarà difficile persino fare ombra.
Lorenzo Mari
IN PRINCIPIO FU... TONY RENIS
Come tutti sanno, il Mantova Musica Festival è nato come controfestival
di Sanremo nell’edizione curata da Tony Renis. Se ci pensate bene
quindi, se non ci fosse stato Tony Renis
il Mantova Musica Festival non sarebbe
mai nato. Omaggiamo quindi il Tony
Renis grande attore e ispiratore di
questo Festival.
IO BACIO... TU BACI (1961)
di Piero Vivarelli - con Tony Renis, Mina,
Jimmy Fontana, Adriano Celentano,
Peppino Di Capri, I Ribelli
Marcella, figlia di un imprenditore
edile che vuole edificare una zona
residenziale, cerca di convincere un
gruppo di giovani a cedere la loro
taverna, ma viene conquistata dal
loro entusiasmo e si schiera dalla
loro parte. Al di là della trama,
davvero poca cosa, il cast musicale
è davvero spettacolare.
APPUNTAMENTO IN RIVIERA (1962)
di Mario Mattoli - con Tony Renis, Mina, Joe Sentieri, Claudio Villa
Il cantante Tony Renis firma senza leggerne le clausole il vantaggioso
contratto offertogli dall’editore Bassi. Subito dopo, al colmo della
gioia, si concede una breve vacanza, va a trovare Laura, sua fidanzata
da lungo tempo e, avendo raggiunto il successo, la sposa. Per Tony si
presentano guai seri perché il contratto che ha firmato gli impone di non
sposarsi per almeno due anni. Quando Bassi cede il contratto di Tony
al commendator Marengoni, questi comunica alla stampa le prossime
nozze di Tony con Mina. Fortunatamente il giorno delle nozze tutto si
accomoda: Mina fugge col suo vero fidanzato e Tony può finalmente
presentare a tutti sua moglie.
Laconica la critica di allora: “Il film risulta di scarso interesse a causa
della banalità della vicenda e della mediocrità della realizzazione”.
Questi due film si trovano in dvd in un unico cofanetto, quindi chi
proprio non volesse rimanere all’oscuro...
SOLDATI E CAPORALI (1965)
di Mario Amendola - con Tony Renis, Gabriele Antonini, Enzo Garinei,
Franco Franchi, Ciccio Ingrassia
In una caserma di fanteria fervono i preparativi per una gara ginnicocanora (???) con quelli della Marina. I più vispi ne approfittano per
corteggiare le figlie del maresciallo burbero. Ciccio e Franco fanno
i buffi in grigioverde. Da segnalare che i musicarelli ambientati nel
mondo militare sono davvero innumerevoli, imbattibili quelli di Gianni
Morandi e di Little Tony (che il militare in realtà non lo fece…)
NON MI DIRE MAI GOODBYE (1967)
The Left Rainbow Band
Abbandonata dal manager Veltroni, ripudiata dalla casa discografica
Prodi&Prodi, rimasta orfana dei propri fans, logorati dalla solita musica
in controtendenza, si è ufficialmente
sciolta la Band che proponeva un
repertorio di revival anni ‘68 e remix
di musica dell’est.
Al concerto d’addio di fronte alla
commissione bicamerale di X-Factor
e Amici, hanno esordito come gruppo
d’appoggio i “No-Global” che hanno
proposto in antinomia, l’inno “l’internazionale”.
Visto il disinteresse del pubblico,
una jam session di ex parlamentari e
sindacalisti ha improvvisato un rap
inedito nell’attesa della “The Left
Rainbow Band”, intonando motivetti
innovativi: ...ci può essere antifascismo anche senza comunismo… ci
può essere democrazia anche senza
ideologia…
L’eco-sax di Pecoraro Scanio ha
liberato l’ambiente dall’inquinamento
acustico, introducendo le percussioni
di Diliberto e il basso tonante di
Giordano.
Bertinotti, ha risvegliato gli
astanti dal “sonno della ragione”
critica cinematografica di Nick Martinelli
causato dall’“oppio dei popoli”, con
un pezzo rock intitolato “La lotta di
classe non è il bullismo scolastico”.
A conclusione della serata è stata
riproposta la colonna sonora della
band, il liet motiv di tanti anni di sacrifici sulla ribalta: “Chi non lavora ha
tempo di capire i lavoratori”.
Rimasti soli e non avendo più
nessuno da criticare, sono cominciate
le autocritiche.
Andava rivisto il nome, il repertorio, gli strumenti e i componenti
del gruppo.
Vendola ha proposto una mozione
d’ordine, che prevedeva l’istituzione
di una corale di partecipazione popolare denominata “Rossi per caso”.
L’emendamento di Rizzo ha riportato entusiasmo nel gruppo: creare un
corpo di ballo con coreografie di lavoratori muniti di falce, dediti al lavoro
nei campi di colture Ogm e operai
con martello, che si prodigano nella
costruzione di una centrale nucleare.
Il tutto con sciopero finale finalizzato
alla riscoperta dei valori contro lo
sfruttamento dei padroni.
L’interrogazione di Caruso prevedeva un new soul su base regio-
nale dove ogni immigrato, accolto
dai tutors dei centri sociali, potesse
fidelizzarsi al gruppo praticando un
percorso civico sostenibile.
Di Pietro, ospite della serata, si
è reso disponibile come “vocalist”
delle istanze della disciolta band proponendo un nuovo gruppo: l’“Italia
dei favori”, per un approccio ad una
politica di aggregazione canora che
parte dal basso con le idee chiare.
Boselli reduce dal suo concerto
di addio, ha avanzato la proposta di
fondare un movimento musicale che
garantisse unità nella diversità.
Luxuria ha appoggiato l’idea soprattutto in merito alla “diversità”. Anche perché, quando c’è da appoggiare
qualcosa, non si tira mai indietro.
Mastella, di passaggio per un
caffè, ha colto la palla al balzo e ha
avanzato la propria candidatura alla
regia e direzione artistica.
Il disco live inciso nella serata è
stato puntualmente rifiutato da tutte le
maggiori case discografiche. L’unica
che ha voluto pubblicare il cd, nella
sezione Rarities, è stata l’Azzurra
Records.
Corrado Andreani
di Gianfranco Baldanello - con Tony Renis, Niki, Rocky Roberts, I
Giganti
Una fotografia con dedica che Tony, un famoso cantante, spedisce
a Concetta Pafundi una delle sue ammiratrici, segna l’inizio di
un’avventura. La ragazza vive in uno sperduto paese siciliano, Sganzirri,
insieme ai suoi zii, piuttosto all’antica, che la ritengono compromessa.
Il caso vuole che Concetta vinca una prova di selezione per cantanti, e
sia invitata a Roma. Qui lo zio rapisce Tony sperando che in tal modo
accetti di sposare Concetta. Ma il cantautore riesce a fuggire e incontra,
per caso, la ragazza, che è da sempre innamorata di lui. Per ragioni
pubblicitarie Concetta ha cambiato il suo nome in Niky, di modo che
Tony, lungi dall’immaginarlo, si innamori della nipote del suo rapitore,
contro il quale ha sporto denuncia. Niky ottiene uno strepitoso successo
alla televisione e tutto si risolve nel migliore dei modi, poiché Tony,
venuto a sapere della vera identità della ragazza, ritira la denuncia
contro lo zio e la sposa. Ottime le critiche dell’epoca: “Un mediocre
film musicale che sfrutta in fondo le risorse canore dei vari cantanti
di successo che vi prendono parte. Alquanto gradevoli le canzoni e le
musiche, ma piuttosto convenzionale e banale la storia, soprattutto
per quanto riguarda gli accenni siciliani”.
QUANDO DICO CHE TI AMO (1967)
di Giorgio Bianchi - con Tony Renis, Lola Falana, Caterina Caselli, Lucio
Dalla, Jimmy Fontana, Enzo Jannacci, Annarita Spinaci
Il cantante Tony corteggia ben sei ragazze contemporaneamente. La
situazione precipita quando Tony si innamora
in modo serio di Sandra, una cantante beat.
Le rivali scoprono le rispettive relazioni,
organizzano un agguato a Tony e lo menano.
Sandra interrompe la sua relazione e Tony
cerca di far capire a Sandra che ormai
è deciso a cambiar vita e che intende
sposarla. Sarà solo dopo il clamoroso
successo di una canzone ispirata a Tony
dal suo amore per Sandra che la ragazza
lo perdonerà e accetterà, felice, la sua
proposta di matrimonio. Anche questo
film ha un cast davvero stellare. La
canzone che dà il titolo al film portata al
successo da Annarita Spinaci in realtà
l’ha scritta proprio Tony Renis.