Detachment – Il distacco REGIA: Tony Kaye SCENEGGIATURA: Carl Lund ATTORI: Adrien Brody, Lucy Liu, Bryan Cranston, Christina Hendricks, James Caan, Renée Felice Smith, Blythe Danner, Marcia Gay Harden, Tim Blake Nelson, Sami Gayle, Doug E. Doug, Isiah Whitlock Jr. Drammatico; rammatico; USA 2012; 2012; 100 Min Trama: Trama: Henry Barthes, supplente di letteratura al liceo, è un uomo solitario che porta dentro di sé un'antica ferita e cerca di tenere gli altri a distanza. Quando un nuovo incarico lo porta in una degradata scuola pubblica di periferia, il mondo di Henry viene lentamente alla luce attraverso i suoi incontri con gli studenti e gli altri insegnanti disillusi. Ciò che sconvolge di più la sua vita è l'incontro con Erica, una prostituta adolescente scappata di casa. Ma anche Meredith - allieva sveglia e molto sensibile, schiacciata dal conflitto con il padre - e gli altri studenti, entrano in modo travolgente nella vita di Henry, rompendo gli argini e azzerando quella distanza tra lui e il mondo. Perché vederlo: Un dramma indipendente ambientato tra le mura di una scuola che vede Adrien Brody nei panni di un supplente che contrariamente al solito, si lascia coinvolgere in una nuova realtà scolastica. Riflessione amara sulla scuola americana - di Gian Luigi Rondi Il Tempo Sono quasi sessant’anni che vedo film americani sulla scuola. Non tutti di gran valore, molti però notevoli, come il primo in cui penso di essermi imbattuto, “Il seme della violenza” di Richard Books, che proiettato alla Mostra di Venezia del ‘55, suscitò le rimostranze dell’ambasciatrice degli Stati Uniti, Clara Boothe Luce, perché, a suo dire, denigrava gli americani. .Forse anche questo film di oggi, diretto e fotografato dal regista inglese Tony Kaye, anche cantante, compositore e pittore, potrebbe suscitare rimostranze da parte di qualcuno, ma vanno superate non solo perché, di recente, il cinema americano sulla scuola ci ha detto cose ben più terribili ma perché questa nuova impresa di Tony Kaye, molto più del suo esordio con “American History X”, può convincere quasi senza riserve. [...]