SCIENZA DEI MATERIALI Chimica Fisica Lezione I Laboratorio Dr. Fabio Mavelli Dipartimento di Chimica Università degli Studi di Bari Esperienze Laboratorio 2 1. Determinazione dell’entalpia di evaporazione dell’acqua 2. Determinazione dell’entalpia di combustione standard del saccarosio. 3. Abbassamento crioscopico: • determinazione del peso molecolare di un soluto • determinazione del coefficiente di van’t Hoff a) per un acido debole b) elettrolita forte Determinazione dell’entalpia di evaporazione dell’acqua 3 Determinazione Hev dell’acqua 4 Per determinare l’entalpia di evaporazione dell’acqua un certa massa di acqua deve essere portata a T=100°C e p=1atm di equilibrio per la transizione di fase: p 0 , T0 H 2O g in un sistema chiuso parzialmente coibentato e si devono seguire le variazioni di pressione in funzione del temperatura mentre il sistema si raffredda lentamente. Equazione di Clausius-Clapeyron ln p o H evap RT tg ln P Riportando in grafico ln(p) contro 1/T ed interpolando i dati sperimentali con l’equazione di una retta (metodo dei minimi quadrati pesati) si può ricavare il Hev dell’acqua grazie all’equazione di Clausius e Clapeyron: H 2O l C 1/T o H evap R Apparato sperimentale 5 Sistema coibentato Termometro a mercurio Rubinetto aperto Rubinetto chiuso pamb Barometro differenziale Acqua distillata Cuffia scaldante Impianto refrigerante I fase - Caricamento Sistema 6 Rubinetto aperto Rubinetto chiuso 1. Viene messo in funzione l’impianto refrigerante aprendo il rubinetto dell’acqua 5 2 3 5 2. vengono aperti i rubinetti 1 e 2 in modo da poter riempire il sistema con vapor d’acqua; 3. Viene chiuso il rubinetto 3 4. viene accesa la cuffia scaldante in modo da portare l’acqua in ebollizione 4 5. viene seguita la temperatura sul termometro in modo da verificare che raggiunga i 100°C. 1 6. dal momento che la temperatura del termometro ha raggiunto i 100°C e l’acqua inizia a condensare nel Becker bisogno aspettare un decina di minuti per essere certi che il sistema sia pieno solo da vapore d’acqua in equilibrio con il liquido (sia stata cioè allontanata tutta l’aria). Nota bene: durante questa fase si può notare uno sbilanciamento nei bracci del manometro II fase – Chiusura del Sistema 7 Rubinetto aperto Rubinetto chiuso 2 3 T=100°C 5 1. Vengono chiusi i rubinetti 2 e 1, il sistema è adesso chiuso (non scambia materia con l’ambiente) ed è pieno di vapore a 100 gradi in equilibrio con l’acqua liquida 2. Viene aperto il rubinetto 3 4 1 (Attenzione! Se il rubinetto 3 resta chiuso per errore il sistema va in pressione è può saltare) 3. Viene spenta la cuffia scaldante. Nota bene: alla chiusura del sistema i bracci del monometro devono riequilibrarsi III fase – Raffreddamento del Sistema e misura Rubinetto aperto Rubinetto chiuso 1. il sistema si raffredda lentamente scambiando calore con l’ambiente esterno a temperatura inferiore 2 3 h h T=100°C 4 8 5 2. la variazione di temperatura è accompagnata da una variazione della pressione del sistema dovuta alla condensazione dell’acqua 3. In questa fase vanno registrati i valori di pressione del sistema attraverso le letture della differenza di altezza dei due bracci psis = pamb - 2h torr 1 4. Si leggono i valori di h per valori di temperatura decrescenti di 2 gradi in due gradi fino ad una temperatura di 60°C (serie pari) T °C 98 96 94 92 90 … h torr 12 38 62 85 106 … Serie di Misure 9 L’esperimento va ripetuto una seconda volta effettuando una serie di misure per valori della temperatura decrescenti di 2 gradi in due gradi a partire da 99°C fino 60°C (serie dispari) T °C h torr 99 7 97 38 95 52 93 61 91 77 … … Termometri e manometro 10 Grafico Ln(p) vs T-1 11 Riportando in grafico il logaritmo naturale della pressione contro l’inverso della temperatura e interpolando linearmente i dati si ottiene dal coefficiente angolare della retta il valore dell’entalpia di evaporazione diviso per la costante universale dei gas R: a o ln p b H evap aR T Determinazione dell’entalpia di combustione standard del saccarosio Calore di reazione 13 Il Calore di Reazione è la quantità di calore Q che accompagna una reazione chimica isoterma costante Reagenti T Prodotti Q Amb NOTA BENE: è importante che reagenti e prodotti siano alla stessa temperatura altrimenti parte del calore in gioco sarà utilizzato per riscaldare o ceduto dal raffreddamento dei prodotti. T 298.15 17 p 1bar C6 H 5COOH ( sol ) O2 g 7CO2( g ) 3H 2O liq 6.3kcal/mol 2 Se la reazione avviene a pressione costante allora si parla p = costante ENTALPIA DI REAZIONE HR Se la reazione avviene a volume costante allora si parla V = costante ENERGIA DI REAZIONE ER Qp= HR QV=ER Calorimetro: Bomba di Mahler 14 Per il calcolo del calore di combustione viene usato un calorimetro a volume costante in cui la reazione viene fatta avvenire in un reattore di acciaio inox (la bomba di Mahler) immerso in un bagno termico all’interno di un sistema termicamente isolato (calorimetro adiabatico). La combustione avviene a volume costante all’interno del reattore innescata elettricamente per effetto joule. agitatore meccanico camicia isolante pulsanti agitatore ON/OFF bagno termico Bomba di Mahler pulsante innesco Termogramma 15 La quantità di calore scambiato a volume costante viene determinata registrando un termogramma, ossia seguendo l’aumento della variazione di temperatura del bagno termico in funzione del tempo. Dal termogramma viene determinata la variazione di temperatura T del bagno dovuta al calore di reazione sviluppato a volume costante e, conoscendo la capacità termica C del calorimetro, è possibile ricavare il valore di Qv con l’equazione: QV C T E’ quindi necessaria effettuare una operazione di taratura al fine di determinare la capacità termica C del calorimetro prima di effettuare la misura del calore di reazione della sostanza di interesse. La taratura viene realizzata bruciando all’interno della bomba una massa nota m di un composto di cui sia noto il ER di reazione specifico, registrando il termogramma e determinando T. La capacità termica C sarà quindi data da: mER C T T Determinazione HR del saccarosio 16 La determinazione dell’entalpia standard di combustione del saccarosio avviene quindi in tre fasi: I. Combustione dell’acido benzoico per tarare il calorimetro II. Combustione del saccarosio per misurare il calore di reazione a volume costante Qv. III. Correzioni del Qv del saccarosio nell’entalpia standard di combustione HR Il procedimento delle prime due fasi è analogo in quando si tratta di bruciare una certa quantità di sostanza nella bomba Mahler e registrare il relativo termogramma e determinare il T dovuto alla reazione. L’unica accortezza che si deve avere è nel non variare la configurazione del calorimetro dopo la taratura e prima della misura, soprattutto non variare la quantità di acqua del bagno termico. Attrezzatura 17 Sfiato contatto elettrico Camicia isolante supporto plastico isolante Valvola ingresso ossigeno Bagno termico Tappo a vite contatti elettrici Crogiuolo di quarzo rocchetto filo di ferro Bomba Pasticche acido benzoico pesa filtri pinza Fasi I e II 18 Le fasi I e II si consistono nel bruciare una massa nota di una certa sostanza nella bomba e registrare il relativo termogramma per cui hanno delle procedure che sono comuni: A. preparazione bomba B. preparazione calorimetro C. registrazione termogramma A-Preparazione Bomba 19 Il caricamento del reattore (bomba) avviene nelle seguenti fasi: 1. realizzare la spiralina di ferro per l’innesco elettrico della reazione 2. pesare la spiralina di ferro con il pesa filtri 3. legare la spiralina ai contatti elettrici della bomba e posizionarla nel crogiuolo 4. pesare la pasticca di acido benzoico con il pesa filtri e posizionarla nel crogiuolo al di sopra della spiralina 5. chiudere la bomba avvitando il tappo 6. caricare la bomba con ossigeno in eccesso a circa 25-30 atm (con l’aiuto del tecnico) pasticche acido benzoico pesa filtri crogiuolo di quarzo B-Preparazione Calorimetro 20 Una volta preparato il reattore va inserito all’interno del calorimetro: 1. Posizionare la bomba all’interno del calorimetro al centro del serbatoio che conterrà l’acqua del bagno termico 2. collegare i contatti elettrici (non ha importanza la polarità) 3. aggiungere l’acqua di rubinetto in modo da ricoprire interamente il reattore ma senza che i contatti elettrici vadano in corto circuito. 4. posizionare l’agitatore meccanico ed il termometro nel bagno termico in modo che peschino circa a metà del volume di acqua. 5. accendere l’agitatore 6. fare delle prove di lettura del termometro Livello acqua bagno termico C-Registrazione del Termogramma 21 Un volta preparato termogramma: il calorimetro si può passare alla registrazione del 1. Fase inziale: si fa partire il cronometro e si legge il primo tratto di variazione della temperatura del bagno termico dovuto alle fughe termiche registrando i valori di temperatura ogni 30 secondi per almeno 5 minuti. 2. Reazione: dopo l’ultima lettura della fase inziale si preme il pulsante per l’innesco elettrico e si tiene premuto per qualche secondo per far partire la combustione; dopo qualche istante la temperatura dovrebbe iniziare a variare velocemente: le letture vengono fatte ogni 15 secondi; si dovrebbe registrare una variazione di temperatura totale di circa due gradi. 3. Fase finale: quando la temperatura riprende a variare lentamente si torna a leggere ogni 30 secondi per 5 minuti. Se dopo l’innesco la temperatura non inizia a variare velocemente significa che la combustione non è partita e bisogna ripetere le procedure di preparazione della bomba e calorimetro step (A e B) Pulsanti on/off agitatore Pulsante innesco Fine Fase I: Taratura 22 Una volta registrato il termogramma della combustione dell’acido benzoico che serve alla taratura del calorimetro si può procedere alla combustione del saccarosio: 1. Il reattore va estratto dal bagno termico avendo l’accortezza di farlo sgocciolare all’interno del recipiente interno in modo da non variare la massa di acqua del bagno termico, ossia la capacità termica del calorimetro. 2. Poiché durante la reazione di combustione si forma dell’acqua allo stato liquido il reattore deve essere asciugato con l’ausilio di un asciugacapelli e se necessario con carta assorbente. 3. Il crogiuolo va ripulito da eventuali residui della combustione 4. Vanno eliminati gli eventuali residui del filo di ferro. 5. Si possono quindi ripetere le fasi A e B per il saccarosio Calcolo T 23 I calcolo del T di reazione va effettuato tenendo conto che il sistema, sebbene isolato termicamente, scambia comunque calore con l’ambiente a causa delle fughe termiche e del lavoro meccanico fatto dall’agitatore sul liquido del bagno termico. Queste sono infatti evidenziate dal fatto che la fase iniziale e finale non sono perfettamente orizzontali (Temperatura del bagno termico costante) come sarebbe nel caso di un isolamento termico ideale. La loro pendenza può essere positiva o negativa, più o meno marcata a seconda della differenza di temperatura fra il bagno termico e l’ambiente. T Calcolo T 24 Per il calcolo del T corretto si può usare il metodo grafico di Dickinson: 1. si determinino i punti a e b di inizio e fine della reazione 2. Si calcola il valore della temperatura media Tm = (2Tb+Ta)/3 3. in corrispondenza del valore di tempo relativo alla temperatura Tm si legge il valore del T dal grafico b Tb Tm T a Ta Determinazione capacità termica 25 T 298.15 17 V=cost C6 H 5COOH ( sol ) O2 g 7CO2( g ) 3H 2O liq 2 T 298.15 3 V=cost 2 Fe( sol ) O2 g F2O3( sol ) 2 Dal termogramma ottenuto per la combustione del acido Benzoico si ricavi il relativo T e si stimi il calore sviluppato dalla combustione in base ai grammi di acido benzoico effettivamente utilizzati ed al valore dell’energia di combustione (EC,Ac) tenendo conto anche del contributo dovuto alla combustione della spiralina di Ferro (EC,Fe) mAc mFe EC , Ac EC , Fe PM Ac PAFe kJ C T K Determinazione capacità termica: calcolo EC 26 Le variazioni di energia interna per la combustione del acido Benzoico (EC,AcBen) e della spiralina di Ferro (EC,Fe) nelle condizioni di reazione possono essere in prima approssimazione stimate a partire dalle entalpie di combustione standard (HC) corrette in base alla formula: H C EC pV EC RT ngas EC H C RTm ngas dove si è assunto per semplicità un comportamento ideale della fase gassosa (pV=nRT) e come temperatura di reazione Tm. Le variazione del numero di moli della fase gassosa dovuta alla reazione ngas deve essere stimata in base alla stechiometria di reazione come la differenza dei coefficienti stechiometrici dei prodotti meno i coefficienti dei reagenti tutti in fase gassosa. Ad esempio nel caso della combustione dell’acido benzoico: ngas 17 3 7 2 2 Determinazione capacità termica: calcolo HC 27 L’entalpia di combustione del (HC,Fe) nelle condizioni di reazione può essere approssimata all’entalpia di combustione standard (HC,Fe HC,Fe=-824.2 kJ/mol) visto che comunque questo termine correttivo è piccolo poiché la massa del Ferro è limitata: C , Fe C , Fe m gas E H RT n L’entalpia di combustione del acido Benzoico (HC,Ac), invece, deve essere corretta rispetto a quella in condizioni standard (HC,Ac) per tener conto delle diverse condizioni di temperatura T (HT) e pressione (Hp) a cui la combustione è condotta: H C , Ac H C, Ac H Tcorr H pcorr EC , Ac H C , Ac RTm ngas Determinazione capacità termica: calcolo correzione HT 28 La correzione HT può essere calcolata in base alla legge di Kirchhoff assumendo come temperatura di reazione il valore Tm e considerando reagenti e prodotti puri nel loro stato standard: H C Tm H C Tm C po dT H C C po Tm 298.15 298.15 H Tcor H C Tm H C C po Tm 298.15 dove: C po Prodotti i 1 i c op ,i Reagenti j 1 j c op , j Determinazione capacità termica: calcolo correzione Hp 29 La correzione Hp tiene conto del fatto che la pressione di lavoro è di circa 25atm e che i gas hanno un comportamento non ideale. Può essere stimata immaginando il ciclo di reazioni: C6 H 5COOH ( sol ) 17 O2 g 2 H C Tm p=25atm 7CO2( g ) 3H 2O liq H1 H 2 17 C6 H 5COOH ( sol ) O2 g 2 corr H C H T Tm p=1bar 7CO2( g ) 3H 2O liq ed applicando la legge di Hess H C HTcorr H C H1 H 2 H corr H1 H 2 p Determinazione capacità termica: correzione composti in fase condensata 30 La variazione di entalpia per un composto puro in fase condensata può essere stimata partendo dalla formula del differenziale dell’entalpia: H S dH TdS Vdp T V p T p T e la definizione del coefficiente di dilatazione termica volumetrico ricordando l’equazione di Maxwell 1 V V V T p S V T p p T si ottiene la correzione h°i relativa ad una specie i in fase condensata (Ac. Benzoico ed acqua) H o V TV h i p T p H o p dp p T p o o o o V 1 T dp V 1 T m i i m i i p p p con V°i e °i rispettivamente volume molare e coefficiente di dilatazione volumetrico della specie i, assunti costanti nell’intervallo di pressioni considerato (p=25bar) Determinazione capacità termica: correzione composti in fase gassosa 31 Per un composto in fase gassosa si può anche esprimere: H o o o c p JT p T per cui la correzione h°i relativa ad una specie i in fase gassosa (ossigeno o anidride carbonica) diventa: H o o o o c h p JT i p T p H o p dp p T p p o o c op JT dp c op JT p p con c°i e °JT rispettivamente calore molare e coefficiente di Joule-Thomson del specie i gasossa, entrambi assunti costanti nell’intervallo di pressioni considerato (p=25bar) Determinazione capacità termica: correzioni H1 e H2 32 La correzione H1 è quella necessaria per portare i reagenti dalla condizione standard alle condizioni di lavoro: o H1 hAc 17 o o 17 o o hO2 VAc 1 Tm Ac c op ,O2 JT p p ,O2 2 2 Mentre la correzione H2 è quella necessaria per portare i prodotti dalle condizioni di lavoro alla condizione standard : o o 3VHo O 1 Tm Ho O 7c op ,CO JT H 2 3hHo 2O 7hCO p p ,CO2 2 2 2 2 Bisogna ovviamente tener conto dei coefficienti stechiometrici delle specie. Determinazione capacità termica: calcolo EC,Ac corretto 33 Per cui alla fine il EC,Ac della combustione dell’acido benzoico corretto per la taratura del calorimetro diventa EC , Ac H C, Ac RTm ngas H Tcorr H pcorr con le correzioni H Tcorr C po Tm 298.15 17 o o o o H pcorr VAco 1 Tm Ac 3VHo2O 1 Tm Ho 2O c op ,O2 JT 7 c ,O2 p ,CO2 JT ,CO2 p p 2 Poiché le correzioni possono essere molto contenute si determini prima il valore EC,Ac con l’errore commesso secondo la legge di propagazione dell’errore: EC , Ac H C, Ac RTm ngas e si valuti, quindi, se le correzioni sono significative o rientrano nell’errore sperimentale Determinazione EC di combustione del saccarosio 34 Tm V=cost C12 H 22O11( sol ) xO2 g yCO2( g ) zH 2O liq T 298.15 3 V=cost 2 Fe( sol ) O2 g F2O3( g ) 2 Dal termogramma ottenuto per la combustione del saccarosio si ricavi il relativo T e si stimi il EC molare in base ai grammi saccarosio effettivamente utilizzati tenendo conto anche del contributo dovuto alla combustione della spiralina di Ferro (EC,Fe) m C T EC , Sac Fe PAFe mSac PM Sac EC , Fe kJ K lo si trasformi in un HC assumendo la fase gassosa a comportamento ideale H C , Sac EC RTm n Determinazione HC di combustione del saccarosio 35 Come fatto in precedenza il valore dell’entalpia standard di combustione è legato a quello misurato attraverso le correzioni che tengono conto delle reali condizioni di reazione: HC , Ac HC, Ac HTcorr H pcorr ossia H C, Sac EC RTm n H Tcorr H pcorr dove: HTcorr C po Tm 298.15 o o o o o p p H pcorr VSac 1 Tm Sac zVHo2O 1 Tm Ho 2O xc op ,O2 JT yc , O p , CO JT , CO 2 2 2 anche in questo caso si valuti se le correzioni sono significative. Esperienze di Crioscopia 36 Abbassamento crioscopico T 37 Si definisce abbassamento crioscopico la diminuzione della temperatura di congelamento di soluzioni liquide di un soluto non volatile. Se le soluzioni sono diluite per cui si può assumere un comportamento ideale della soluzione allora si può dimostrare che l’abbassamento crioscopico Tcr è proporzionale alla molalità totale delle particelle di soluto in soluzione o soluz Tcr T fus T fus K cr i m dove Kcr è la costante di abbassamento crioscopico che è specifica del solvente K cr o 2 RT fus 103 H ofus PM dove T°fus e H°fus sono rispettivamente la temperatura e l’entalpia di fusione del solvente a p=1atm e PM il peso molecolare del solvente. Per l’acqua K cr 1.86 K Kg mol 1 Abbassamento crioscopico T 38 i è il coefficiente di van’t Hoff definito come segue: i 1 + ( - 1) che tiene conto del fatto che un soluto passando in soluzione può dissociarsi per dare un numero di particelle maggiore rispetto alla concentrazione m della sostanza non dissociata. Ad esempio, in un caso del tutto generico, una mole di soluto potrebbe dissociarsi parzialmente come segue: Aq B p qA pB 1 q p con grado di dissociazione. Se la concentrazione del soluto è m la concentrazione totale delle particelle in soluzione sarà data da: m 1 +mq +mp m 1 q p 1 m 1 1 m i dal prodotto m per il coefficiente di van’t Hoff, con =p+q uguale al numero di particelle formate dalla dissociazione in accordo alla stechiometria. Esperienza 39 Questa esperienza consiste del calcolare attraverso la determinazione del Tcr delle informazioni sul soluto o sul processo di dissociazione con cui la sostanza passa in soluzione. Verranno quindi registrati 4 termogrammi di raffreddamento: 1. Termogramma acqua pura 2. Termogramma della soluzione acquosa di uno zucchero 3. Termogramma della soluzione acquosa di un elettrolita forte 4. Termogramma della soluzione acquosa di di un acido debole il primo relativo al solvente e i secondi 3 a soluzioni di soluti non volatili. Da questi sarà possibile effettuare: 1. Taratura del termometro a resistenza di Platino 2. Peso molecolare dello zucchero 3. Coefficiente di van’t Hoff dell’elettrolita forte 4. Grado di dissociazione e costante di equilibrio dell’acido debole. Attrezzatura: Criostato 40 Per realizzare il termogramma di raffreddamento verrà utilizzato un criostato: un apparecchio che serve a mantenere a bassa temperatura un campione. Il criostato in laboratorio presenta due alloggiamenti per le provette delle soluzioni di cui si vuole determinare l’abbassamento crioscopico. Bracci meccanici per agitazione soluzione Accensione Criostato Provetta con la soluzione campione Accensione agitatore alloggiamento soluzione campione a bassa temperatura Attrezzatura: Provetta Soluzione 41 Le provette da inserire nel criostato sono dotate di un tappo di legno superiore forato attraverso cui passa l’agitatore metallico che verrà tenuto in movimento dal braccio meccanico del criostato ed il termometro. tappo in legno forato La provetta presenta anche un collo laterale da cui sarà possibile inserire dei cristalli di ghiaccio in modo da favorire la solidificazione dell’acqua e limitare il fenomeno del sottoraffreddamento, ossia della formazione di uno stato metastabile di acqua liquida al di sotto della temperatura di congelamento. Il fenomeno del sottoraffreddamento è presente sia per liquidi puri che per le soluzioni anche se in questo caso può essere più marcato. Si può cercare di far solidificare rapidamente l’acqua sottoraffreddata mediante una perturbazione meccanica, agendo manualmente sull’agitatore. agitatore meccanico asola per il passaggio del termometro Soluzioni per il Termogramma 42 Lo studente troverà le soluzioni già pronte in matracci posti sul bancone in laboratorio con sull’etichette i dati necessari per calcolarne la concentrazione. Le soluzioni dovranno essere travasate manualmente nel provetta da inserire nel criostato in modo da riempirlo per circa 2/3. Termometro e cronometro 43 A questo punto la provetta viene posta nel criostato ed al suo interno viene inserito il termometro digitale a resistenza di platino attraverso il tappo forato. Viene acceso, quindi, il braccio meccanico che inizierà a muovere in maniera lenta e regolare l’agitatore in modo da assicurare l’omogeneità della soluzione. Si è quindi pronti per registrare il termogramma. Quando la temperatura della soluzione arriva a 2.0°C si fa partire il cronometro e si inizia a leggere valori di temperatura ogni 10 secondi cronometro T °C 2.12 1.93 1.75 1.61 1.41 1.27 tempo s 0 10 20 30 40 50 Dopo il congelamento dell’acqua le letture possono essere effettuate ogni 20 secondi e bisogna seguire il raffreddamento per un tempo sufficiente a determinare la nuova pendenza del termogramma Termogramma soluzione e solvente 44 Il termogramma del raffreddamento di una soluzione (punti blu) e dell’acqua pura (punti rossi) presentano due andamenti differenti prima e dopo il punto di congelamento. Prima del punto di congelamento in entrambi i casi si osserva una curva a pendenza negativa. Dopo il punto di congelamento, il raffreddamento del solvente si arresta proprio alla temperatura di congelamento, poiché l’acqua che solidifica libera nell’ambiente calore (entalpia di solidificazione.) Nel caso di una soluzione, invece, la temperatura non resta costante, ma mostra una leggera pendenza negativa. Questo è dovuto al fatto che l’acqua solidifica e la soluzione si concentra in soluto, variando il suo calore specifico. Raffreddamento soluzione ghiaccio + acqua Temperatura di congelamento solvente Temperatura di congelamento soluzione Tcr termogramma acqua ghiaccio + soluzione termogramma soluzione Termogramma soluzione e solvente 45 Poiché il termometro può risultare starato, oppure la pressione ambiente non è esattamente 1atm, il termogramma dell’acqua serve appunto a correggere i dati di temperatura ricavando T°fus. Dal termogramma della soluzione, invece, si ricava la temperatura di congelamento della soluzione Tfus prolungando la curva del raffreddamento dopo il congelamento (interpolando i dati con una retta) fino ad incontrare la curva di raffreddamento della soluzione prima del congelamento e determinando Tfus come il valor di temperatura corrispondente all’intersezione. Si avrà o cr fus fus T T T Raffreddamento soluzione ghiaccio + acqua Temperatura di congelamento solvente T°fus Temperatura di congelamento soluzione Tfus Tcr termogramma acqua ghiaccio + soluzione termogramma soluzione Soluzione di Glucosio 46 Il glucosio (D+) passa in soluzione senza cambiare stato molecolare: C6 H12O6 s C6 H12O6 aq per cui i=1 e la formula dell’abbassamento crioscopico diventa: Tcr K cr m La molalità m del soluto può essere espressa come rapporto fra i grammi del glucosio gG diviso il peso molecolare del glucosio PMG diviso la massa del solvente gaq espressa in Kg gaq/103: gG 103 m g aq PM G per cui misurando il Tcr crioscopico è possibile determinare il peso molecolare del soluto: K cr gG 3 PM G 10 Tcr g aq Soluzione di KCl 47 il cloruro di potassio è un elettrolita forte che passa in soluzione dissociandosi completamente (=1) in ioni: KCl s K aq Claq per cui il coefficiente di van’t Hoff dovrebbe essere uguale a i=1-(-1)=2. Dalla formula dell’abbassamento crioscopico: Tcr K cr i m possiamo provare a determinare sperimentalmente il valore del coefficiente di van’t Hoff per confrontarlo con il dato atteso: Tcr i 2 mK cr Soluzione di Acido Cloro Acetico 48 Un acido debole AH in soluzione acquosa si dissocia non completamente (<1) secondo l’equilibrio: AH m 1 KA Aaq H aq m m il coefficiente di van’t Hoff risulta quindi essere uguale a i=(1+), (=2). Dalla formula dell’abbassamento crioscopico: Tcr K cr i m K cr 1 m possiamo determinare il valore del grado di dissociazione e quindi calcolare la costante KA dell’acido cloro acetico. Tcr 1 mK cr m 2 KA 1