La medicina della cronicità: fondamenti metodologici (fare la differenza) Renzo ROZZINI Dipartimento di Geriatria - Istituto Ospedaliero Poliambulanza-Brescia Gruppo di Ricerca Geriatrica Brescia, 15 settembre 2015 The ultimate challenge is how to create an appetite for change. LTC currently carries a strong negative image. We need to create a public dialog about LTC that will make it a political issue. When politicians campaign on a platform of improving LTC, we will have achieved a milestone. To convince people at all levels that improving LTC is both feasible and worthwhile we need to start by changing the vocabulary we use to describe LTC. If you ask people what they want from such care, they use words like “choice,” “autonomy,” “dignity,” “respect,” and “control.” They want to be able to take informed risks. Public discourse should focus on how to achieve these ends. There is reason for optimism. In the face of changing demographic and economic realities, our society has made great social strides in the past decades. The major social movements of our times— the women’s movement, civil rights, and gay marriage have come about when social forces argued that the current situation was unjust. So it is with LTC. Letti argento-NH Fondamenti della geriatria: A) Gerontologia (sia di base che applicata) La composizione corporea-L’equilibrio tra disponibilità e domanda di energia-I network che mantengono l’omeostasi-La neurodegenerazione B) Gestione della patologia cronica (prevalentemente la multimorbilità) Comorbilità-Multimorbilità (soma e psiche) Fragilità Disabilità Dipendenza C) Cure di «fine vita» D) Invecchiamento in salute (prevenzione) I bisogni e i luoghi della cura Praxis (what is a geriatrician?) 1. Provide patient-centered care that optimizes function and/or well-being 2. Prioritize and manage the care of older patients by integrating the patient’s goals and values, comorbidities, and prognosis into the practice of evidence based medicine 3. Assist patients and families in clarifying goals of care and making care decisions 4. Prevent, diagnose, and manage geriatric syndromes 5. Provide comprehensive medication review to maximize benefit and minimize number of medications and adverse events 6. Provide palliative and end-of-life care for older adults 7. Coordinate health care and healthcare transitions for older adults with multiple chronic conditions and multiple providers 8. Provide geriatrics consultation and comanagement 9. Skillfully facilitate a family meeting 10. Collaborate and work effectively as a leader or member of an interprofessional healthcare 11. Teach the principles of geriatrics care and aging-related healthcare issues to professionals, patients, families, healthcare providers, and others in the community 12. Collaborate and work effectively in quality improvement and other systems-based initiatives to assure patient safety and improve outcomes for older adults Fondamenti della geriatria: A) Gerontologia (sia di base che applicata) La composizione corporea-L’equilibrio tra disponibilità e domanda di energia-I network che mantengono l’omeostasi-La neurodegenerazione B) Gestione della patologia cronica (prevalentemente la multimorbilità) Comorbilità-Multimorbilità (soma e psiche) Fragilità Disabilità Dipendenza C) Cure di «fine vita» D) Invecchiamento in salute (prevenzione) I bisogni e i luoghi della cura Praxis (what is a geriatrician?) 1. Provide patient-centered care that optimizes function and/or well-being 2. Prioritize and manage the care of older patients by integrating the patient’s goals and values, comorbidities, and prognosis into the practice of evidence based medicine 3. Assist patients and families in clarifying goals of care and making care decisions 4. Prevent, diagnose, and manage geriatric syndromes 5. Provide comprehensive medication review to maximize benefit and minimize number of medications and adverse events 6. Provide palliative and end-of-life care for older adults 7. Coordinate health care and healthcare transitions for older adults with multiple chronic conditions and multiple providers 8. Provide geriatrics consultation and comanagement 9. Skillfully facilitate a family meeting 10. Collaborate and work effectively as a leader or member of an interprofessional healthcare 11. Teach the principles of geriatrics care and aging-related healthcare issues to professionals, patients, families, healthcare providers, and others in the community 12. Collaborate and work effectively in quality improvement and other systems-based initiatives to assure patient safety and improve outcomes for older adults I punti della cultura geriatrica La geriatria si sviluppa all’incrocio di tre forze: A. Gerontologia (sia di base che applicata) B. Gestione della patologia cronica (prevalentemente la multimorbilità) A. Cure di «fine vita» I punti della cultura geriatrica La geriatria si sviluppa all’incrocio di tre forze: A. Gerontologia (sia di base che applicata) • I principi della gerontologia sono di aiuto a spiegare i fondamenti della geriatria: la presentazione di una patologia è spesso diversa in un anziano perché diversa è la risposta allo stress. Il segno caratteristico dell’invecchiamento è la ridotta capacità a rispondere allo stress. La risposta dell’organismo è ciò che tipicamente genera i sintomi di una malattia. La risposta nella persona anziana non è mai così attiva. Questo motivo spiega perché, in caso di infezione, è possibile non avere puntate febbrili o leucocitosi. Allo stesso modo malattia cardiaca può essere silente. L’importanza della genetica nella regolazione del invecchiamento biologico è dimostrata dalle caratteristiche della longevità di ogni specie animale. Tuttavia l’ereditarietà della life span è inferiore al 35% della sua varianza, mentre i fattori ambientali spiegano più del 65%; non esistono geni selezionati specificamente per promuovere l’invecchiamento I punti della cultura geriatrica • .. nonetheless, the distinction between so-called normal aging and pathologic changes is critical to the care of older people. We wish to avoid both dismissing treatable pathology as simply a concomitant of old age and treating natural aging processes as they were diseases. The latter is particularly dangerous because older adults are so vulnerable to iatrogenic effects (RK, 2013) Invecchiamento Le conseguenze sistemiche dell’invecchiamento dell’uomo sono ampie ma possono essere clusterizzate in quattro principali gruppi o processi: A) B) C) D) La composizione corporea L’equilibrio tra disponibilità e domanda di energia Le reti che mantengono l’omeostasi La neurodegenerazione Modificazioni della composizione corporea L'invecchiamento comporta un'alterazione della composizione corporea: a) si riducono i muscoli, la cosiddetta massa magra; b) aumenta il grasso o massa grassa. Quindi il rapporto massa magra/massa grassa si modifica sfavorevolmente. Il peso corporeo tende ad aumentare dalla fanciullezza, pubertà ed età adulta fino alla mezza età avanzata. Nei maschi il peso tende a ridursi a partire dai 75-70 anni, nelle donne un po’ più tardi. La massa magra, composta prevalentemente dai muscoli e dagli organi viscerali, si riduce costantemente a partire dalla terza decade. Nei muscoli, questa atrofia si manifesta maggiormente nelle fibre a contrazione rapida rispetto a quelle a contrazione lenta. La massa grassa tende ad aumentare nell’età di mezzo e declina successivamente in età avanzata, riflettendo la traiettoria delle modificazioni del peso. Con l’invecchiamento la circonferenza addominale continua ad aumentare suggerendo che il grasso viscerale, responsabile della maggior parte delle conseguenze patologiche dell’obesità, continua ad accumularsi. Il grasso si accumula anche nei muscoli modificandone qualità e funzione. Anche il tessuto fibro-connettivale si aumenta in molti organi alterandone qualità e funzione. Nel muscolo associandosi ad una riduzione della massa muscolare produce una riduzione della forza muscolare e di conseguenza la capacità funzionale e la mobilità. La riduzione della forza muscolare non modifica solo la forza muscolare, ma è anche un importante predittore indipendente di mortalità. Nell’osso si osserva una progressiva demineralizzazione e una modificazione dell’architettura che produce una riduzione della forza dell’osso (e un aumento del rischio di fratture). Tutte le modificazioni che avvengono della composizione corporea possono essere attribuite ad una distruzione dei processi di sintesi, degradazione e riparazione che abitualmente occorrono nei processi di rimodellamento tissutale. Equilibrio tra disponibilità e domanda energetica. Il release di fosfato dall’ATP fornisce ad ogni cellula vivente l’energia necessaria per la vita. Tuttavia la riserva di ATP basta solo per pochi (sei) secondi; pertanto l’ATP deve essere continuamente sintetizzato. Sebbene la sintesi dll’ATP posa essere effettuata mediante glicolisi anaerobica, la maggior parte dell’energia utilizzata dall’organismo è generata mediante metabolismo aerobico. Pertanto, il consumo di energia viene calcolato indirettamente mediante il consumo di ossigeno (calorimetria indiretta). La maggior parte dell’energia è consumata dal metabolismo basale (il metabolismo basale-MB, o BMR, dall'inglese Basal Metabolic Rate, è il dispendio energetico di un organismo a riposo, e comprende l'energia necessaria per le funzioni metaboliche vitali -respirazione, circolazione sanguigna, digestione, attività del sistema nervoso, ecc..- rappresenta circa il 45-75% del dispendio energetico totale nella giornata). Negli individui sani, il metabolismo basale si riduce con l’invecchiamento, prevalentemente come conseguenza del declino dei tessuti metabolicamente altamente attivi della massa magra. Il metabolismo rallenta dell'1-2% ogni decade, oltre i 20 anni d'età. Di fatti questo rallentamento non è così marcato come ci si potrebbe aspettare (a 70 anni il M.B. sarà calato di non più del 10%), ma la situazione è peggiorata dal fatto chel'anziano non fa attività fisica, si alimenta di meno, accumula tessuto adiposo. Le persone con omeostasi instabile in conseguenza di patologie richiedono energia aggiuntiva per meccanismo compensatorio. Infatti, un metabolismo basale inadeguatamente elevato è un marker di malattia, ed è un fattore di rischio indipendente di mortalità e può contribuire alla perdita di peso che abitualmente accompagna le malattie gravi. Per ragioni sconosciute l’età avanzata, la malattia e l’impairment fisico aumentano il costo energetico della attività motorie, come il cammino. Complessivamente i pazienti anziani con patologia multipla hanno una bassa disponibilità di energia e richiedono più energia, sia a riposo che durante l’attività fisica. In questo modo, una persona ammalata può consumere tutta l’energia di cui dispone nello svolgimento delle attività di base della vita quotidiana, sperimentando fatica e dovendo essere confinato alla sedentarietà. Lo stato energetico può essere valutato clinicamente semplicemente chiedendo al paziente il suo livello di fatica nello svolgimento delle attività di base, come camminare o vestirsi. La rete che mantiene l’omeostasi I principali meccanismi che governano il controllo dell’omeostasi interessano gli ormoni, i mediatori dell’infiammazione e gli antiossidanti: questi elementi sono fortemente influenzati dall’invecchiamento. Con l’invecchiamento gli ormoni sessuali, come il testosterone, l’ormone della crescita, il DHEA, il VIP, la melatonina si riducono in entrambi i sessi, altri, come la prolattina o il TSH, non subiscono variazioni, altri ancora, come la prolattina oppure il cortisolo, aumentano. La maggior parte dei soggetti pur robusti tende a sviluppare uno stato debolmente proinfiammatorio, caratterizzato da elevati livelli di marker proinfiammatori, come l’IL-6 e la PCR. L’invecchiamento si associa anche ad un danno da stress ossidativo. Poiché gli ormoni, i marker dell’infiammazione e gli antiossidanti sono integrati in un sistema complesso di controllo , i livelli di biomarker possono riflettere l’adattamento all’interno di loop di feedback omeostatico piuttosto che fattori causali. La complessità dei meccanismi di controllo rende probabilmente ragione dell’inefficacia dei trattamenti ormonali singoli. Purtroppo non si dispongono dei criteri standard in grado di quantificare la disregolazione omeostatica. Neurodegenerazione I neuroni cessano di riprodursi appena dopo la nascita e il loro numero declina durante tutta la vita. Mentre prima degli anni Ottanta del 20° sec. era opinione diffusa che il cervello anziano subisse massicce perdite di neuroni rispetto agli stadi giovanili (una diminuzione di densità neuronale stimata tra il 10 e il 60%), l’introduzione di accurati metodi stereologici per la conta delle cellule ha in seguito consentito di dimostrare che la diminuzione del numero di neuroni non è un processo generalizzato. Piuttosto, alcune aree circoscritte, vanno incontro a una riduzione nel numero di neuroni correlata ad alterazioni comportamentali per compiti che coinvolgono la memoria di lavoro e la funzione motorie. Analogamente, l’arborizzazione dendritica rimane per lo più invariata in molte aree cerebrali (come l’ippocampo), ma subisce riduzioni anche marcate nella corteccia prefrontale e nella corteccia del cingolo. Anche le spine dendritiche presentano alterazioni locali, poco pronunciate o assenti in alcune aree, ma piuttosto marcate in altre. Nei soggetti anziani si evidenzia, mediante risonanza magnetica funzionale o tomografia a emissione di positroni, una ridotta attivazione della corteccia prefrontale in compiti che coinvolgono le funzioni esecutive. L’atrofia è frequentemente accompagnata da una risposta infiammatoria e da attivazione microgliale. Prese globalmente le modificazioni che avvengono con l’invecchiamento suggeriscono che alcune modificazioni neurofisiologiche siano adattamenti di compenso, piuttosto che fattori primari che contribuiscono al declino età correlato. Dal punto di vista clinico le modificazioni corticali e sottocorticali si riflettono nell ’elevata prevalenza di segni neurologici “soft” non specifici, come l’instabilità della marcia, la compromissione dell’equilibrio, la riduzione dei tempi di reazione. Queste modificazioni possono essere elicitate agevolmente mediante l’esecuzione di “compiti doppi”, nei quali il compito motorio e quello cognitivo sono svolti simultaneamente. È stato dimostrato mediante l’impiego di un versione semplice di dual task, un paziente che mentre cammina deve fermarsi per parlare indica è stato dimostrato aumentare il rischio di caduta. Una performance scadente in un compito doppio viene interpretata come marker di ridotta capacità globale di processazione centrale, cosicché un processing simultaneo è più limitato. Le modificazioni dei sistemi sopra descritte coesistono, si sviluppano in parallelo e interferiscono tra loro attraverso loop di feed back e feed forward: il fenotipo dell’invecchiamento è la risultante delle loro interazioni. Il fenotipo conseguente ai processi di invecchiamento si caratterizza dall’aumentata suscettibilità alle malattie, all’elevato rischio di multimorbilità, dalla ridotta capacità di risposta allo stress (che include una ridotta capacità di guarigione dopo una malattia acuta), dall’emergenza delle cosiddette sindromi geriatriche (che si caratterizzano da manifestazioni cliniche stereotipe, ma con causa multifattoriale), dall’alterata risposta alle terapie, all’elevato rischio di disabilità, dalla perdita dell’autonomia personale che comporta ricadute psicologiche e sociali. Inoltre questi processi chiave dell’invecchiamento possono interferire con la patofisiologia di patologie specifiche, alterando in questo modo sia le manifestazioni cliniche che confondendo la diagnosi. Clinicamente il paziente può presentarsi con problemi ovvi all’interno di un unico dei domain descritti, ma poiché i sistemi interagiscono, tutti e quattro i domani vanno valutati e considerati potenziali target terapeutici. Quando i pazienti presentano problemi ovvi all’interno di multipli sistemi maggiori compromessi dall’invecchiamento, questi tendono a gradi estremi di suscettibilità e alla perdita di resilienza, una condizione chiamata generalmente “fragilità”. I fondamenti della cultura geriatrica La geriatria si sviluppa all’incrocio di tre forze: B.Gestione della patologia cronica (prevalentemente la multimorbilità) •La cura della cronicità è di per sé difficile. È molto più difficile quando una persona anziana è affetta da patologie croniche multiple. Le linee guida possono essere inefficaci, anzi possono essere anche nocive (vedi articolo di Cynthia Boyd, 2005). La comorbilità La ricerca ha affrontato il problema della gravità delle patologie e della loro copresenza (polipatologia, comorbilità, multimorbilità). Questa situazione, condizione invariabile nell’anziano, rappresenta un nodo cruciale nella comprensione dello stato di salute oggettivo, della definizione prognostica e delle possibilità terapeutiche. Gli strumenti valutativi disponibili si prefiggono di quantificare la gravità delle malattie attraverso modalità che tengano conto dell'impatto delle stesse sui sistemi biologici (ad es: APACHE di Knaus et al., 1985), della loro sommazione (ad es: Charlson Index, di Charlson et al. 1987) o della loro interazione (ad es: Geriatric Index of Comorbidity di Rozzini et al., 2002). La definizione della comorbilità rappresenta un avanzamento nella comprensione della salute somatica del paziente: quando messa in relazione alla eventuale copresenza di altre patologie e della loro gravità permetterà di definire con minore incertezza le possibilità terapeutiche, l'impatto sulla disabilità e la prognosi del paziente. Outcome ospedalieri per stato di salute (n=3366) Outcome ospedalieri per stato di salute (n=3366) Frailty in Older Adults: Evidence for Phenotype • Markers of frailty include age associated declines in lean body mass, strength, endurance, balance, walking performance, and low activity. • Definition – – – – – Weakness Weight loss Poor endurance: exhaustion Slowness Low activity level Fried et al., J Gerontol (2004) Measuring a Frailty Index • Summary of 70 deficits from physical exam, equally weighted – – – – – – BADL, IADL Presence and severity of co-morbidities Clinical & neurological exam Depression, memory impairment Falls, irregular gait Tremors, seizures, headache • Scores from 0 to 1.0 Rockwood, JG:MS, 2007 Frailty Index-FI, Rockwood (2007) Un’oggettivazione alternativa della fragilità è quella proposta da Rockwood (2007) con il Frailty Index (FI), costruito contando il numero di deficit accumulati nel tempo, all’interno di una lista molto ampia. • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Cambiamenti nelle attività quotidiane Problemi alla testa e al collo Scarso tono muscolare del collo Bradicinesia facciale Problemi a vestirsi Problemi a farsi il bagno Problemi nell’igiene personale Incontinenza urinaria Problemi ad andare in bagno Difficoltà nel transito intestinale Problemi rettali Problemi gastrointestinali Problemi a cucinare Problemi di suzione Problemi a uscire da solo Motilità compromessa Problemi muscolo-scheletrici Bradicinesia degli arti Scarso tono muscolare degli arti Scarso coordinamento degli arti Scarso coordinamento del busto Scarso mantenimento della postura • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Andatura irregolare Cadute Problemi dell’umore Tristezza, abbattimento, depressione Storia di stati depressivi Stanchezza cronica Depressione (diagnosi di) Disturbi del sonno Agitazione Disturbi della memoria Indebolimento della memoria a breve termine Disturbi delle funzioni mentali generali Disturbi cognitivi iniziali Confusione o delirium Tratti paranoici Storia rilevante di disturbi cognitivi Familiarità rilevante di disturbi cognitivi Alterazione della sensibilità vibratoria Tremore a riposo Tremore posturale …………………………… Traiettorie ipotetiche di declino funzionale per il signor R. Indipendenza funzionale Elevata X morte Stop guida SAD Badante Casa Albergo Casa Protetta ADI Famiglia (badante) RSA Reuben, D. B. JAMA 2009;302:2686-2694 Età (anni) Traiettorie ipotetiche di declino funzionale per il signor R. Traiettoria A: stato di salute buono; buona spettanza di vita. Traiettoria B: il paziente ha una malattia cronica degenerativa (ad es., malattia di Alzheimer, malattia di Parkinson): declino funzionale costante con un periodo di dipendenza funzionale prolungato. Traiettoria C: evento catastrofico improvviso (ad es , frattura di femore, stroke, sepsi, polmonite) con qualche miglioramento funzionale, ma senza tornare allo stato di partenza, riduzione della spettanza di vita. Valutazione dello stato funzionale BADL Basic Activities of Daily Living Attività di base della vita quotidiana Valutazione dello stato funzionale IADL Instrumental Activities of Daily Living Attività strumentali della vita quotidiana Valutazione dello stato funzionale AADL Advanced Activities of Daily Living Attività avanzate della vita quotidiana Demenza Nel 2011 il National Institute on Aging e l’Alzheimer Association hanno presentato una revisione dei criteri diagnostici per la fase predementigena e quella sintomatica della malattia di Alzheimer (AD). La definizione proposta della sindrome “demenza” si applica anche alle altre patologie dementigene oltre che all’AD ed è di particolare utilità sia sul piano classificativo che su quello clinico. La demenza viene diagnosticata quando vi sono sintomi cognitivi o comportamentali (neuropsichiatrici) che: 1. interferiscono con l’abilità di svolgere il lavoro o le usuali attività; e 2. rappresentano un declino rispetto ai precedenti livelli di funzionamento e prestazione; e 3. non sono spiegati da delirium o disturbi psichiatrici maggiori; 4. il deficit cognitivo è dimostrato e diagnosticato attraverso la combinazione di (1) informazioni raccolte dal paziente e da persone che lo conoscono e (2) una valutazione oggettiva delle prestazioni cognitive, sia attraverso una valutazione clinica dello stato mentale che attraverso una valutazione neuropsicologica testistica. La valutazione neurpsicologica testistica dovrebbe essere effettuata quando l’anamnesi routinaria e la valutazione clinica della stato mentale non fornisce una diagnosi affidabile. 5. Il deficit cognitivo o le alterazioni comportamentali coinvolgono un minimo di due dei seguenti domini: a)compromessa abilità di acquisire e ricordare nuove informazioni – i sintomi includono: domande o discorsi ripetitivi, smarrire oggetti personali, dimenticare eventi o appuntamenti, o perdersi in itinerari conosciuti b) deficit nel ragionamento o nello svolgimento di compiti complessi, ridotta capacità di giudizio – i sintomi includono: scarsa capacità di comprendere di pericoli, incapacità di gestire le finanze, scarsa capacità di prendere le decisioni, incapacità di pianificare attività complesse o sequenziali c) compromissione delle abilità visuospaziali – i sintomi includono: incapacità di riconoscere volti o oggetti comuni o trovare oggetti direttamente in vista nonostante una buona acuità visiva, incapacità di utilizzare semplici utensili o indossare i vestiti. d) Alterazione del linguaggio (parlare, leggere, scrivere) – i sintomi includono: difficoltà a pensare a semplici parole quando si parla, esitazioni; errori di scrittura, di ortografia e nel parlare. e) Modificazioni nella personalità, nel comportamento e nella condotta – i sintomi includono: fluttuazioni insolite dell’umore come agitazione, compromissione della motivazione, dell’iniziativa, apatia, perdita della motivazione, ritiro sociale, riduzione dell’interesse per le usuali attività, perdita di empatia, comportamenti compulsivi o ossessivi, comportamenti socialmente inappropriati. Delirium Diagnosi: Il delirium può essere identificato: • All’ammissione in ospedale • Durante il ricovero ospedaliero o durante il periodo perioperatorio • In una Unità di Terapia Intensiva. Il riconoscimento del delirium richiede strumenti di screening e osservazione clinica. Gli aspetti chiave includono l’esordio acuto e il decorso fluttuante dei sintomi, la compromissione dell’attenzione, della cognitività (disorientamento temporale e/o quello spaziale, memoria, soprattutto quella a breve termine); altre possibili manifestazioni comportamentali includono: il disturbo del ritmo sonno-veglia, i disturbi della percezione (allucinazioni), i deliri, l’alterazione psicomotoria (iper o ipoattività), la rimozione dei presidi medici, i disturbi della vocalizzazione, la tendenza, in alcuni casi, ad attaccare gli altri, la labilità emotiva. Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5) (2013), che rappresenta lo standard diagnostico definisce il delirium come: 1. Disturbo dello stato di coscienza (ridotta consapevolezza dell’ambiente) con ridotta capacità di fissare, mantenere e spostare l’attenzione; 2. Alterazioni della sfera cognitiva (deficit di memoria, disorientamento temporo-spaziale, disturbi del linguaggio) non giustificabili da una demenza preesistente o in evoluzione; 3. Il disturbo si manifesta in un periodo di tempo breve (di solito ore o giorni) ed ha un decorso fluttuante nel corso della giornata; 4. C’è evidenza dalla storia, dall’esame obiettivo, o da altri accertamenti che il disturbo è una diretta conseguenza di una patologia medica in corso, di un’intossicazione da farmaci o da una sindrome d’astinenza. Secondo i criteri del DSM-5, per la diagnosi di delirium sono necessari tutti e quattro i criteri espressi; è comunque plausibile anche quando non c’è un evidenza chiara che supporti il criterio 4, e non esistono altri motivi per spiegare i sintomi manifestati. Sulla base delle modalità con cui si manifesta il delirium può essere distinto in: • Ipercinetico quando è caratterizzato dal riscontro, all’esame obiettivo, d’ansia, iperattività o aggressività (estrema agitazione, aggressivo, inquieto); • Ipocinetico, quando invece prevale letargia, ipoattività, rallentamento ideo-motorio(letargia, apatia, a tratti stati di incoscienza); • Misto, quando il corteo sintomatologico è caratterizzato dall’alternanza di queste due condizioni. • Delirium superimposto a demenza The prevalence of diagnosed depression in U.S. adults 65 years of age or older doubled from 3% to 6% between 1992 and 2005. A majority of patients with diagnosed depression were treated with antidepressant medications by primary care and other general medical clinicians. Several factors probably contributed to this trend, including publicity regarding the extent of underdiagnosis and undertreatment of depression in older adults, aggressive pharmaceutical marketing efforts targeting providers and consumers, and the introduction of new antidepressants. A majority of the people diagnosed with depression in primary care settings, however, do not meet the diagnostic criteria for major depressive disorder. Supporto e rete sociale Il supporto sociale è stato definito come l’assistenza fornita mediante una rete sociale e dalla sua percezione come qualcosa di positivo. Il supporto sociale è un tampone agli stress oltre a essere un elemento di moderazione del benessere fisico e psichico. Gli stressor ambientali interferiscono con l’equilibrio neuroendocrino, che produrrebbe una maggior suscettibilità alle malattie. In questo modo le persone che non hanno una rete sociale significativa possono non avere informazioni o feedback necessari, mentre le persone che hanno un adeguato supporto sociale possono essere in grado di far fronte alle modificazioni implicite nel loro invecchiare e alle crisi connesse. Il supporto sociale può essere diviso in supporto emotivo, informazioni e consigli, aiuto tangibile, stimolazione sociale. Abitualmente si definiscono cinque aree relative al funzionamento sociale: il supporto sociale, la rete sociale, le risposte , i diversi ruoli, le attività. Queste cinque categorie possono essere suddivise in due grandi categorie. Il supporto quotidiano e quello fornito nei momenti del bisogno. Kane, R. L. JAMA 2011;305:284-293 Kane, R. L. JAMA 2011;305:284-293 I fondamenti della cultura geriatrica La geriatria si sviluppa all’incrocio di tre forze: C. Cure di «fine vita» • Il «core» della cura dell’anziano è rivolto al contenimento degli effetti delle malattie, al mantenimento della funzione e al miglioramento della qualità della vita. La morte è però parte della vecchiaia. La geriatria deve avere a che fare con questa realtà ineludibile (evitare o fuggire dal paziente morente non ha scuse: ogni paziente che muore deve avere il suo medico!) e aiutare i pazienti e le famiglie ad avere a che fare con il fine vita, a prendere decisioni informate che definiscano e riflettano obiettivi e priorità condivise (il compromesso delle cure palliative: la geriatria non po’ occuparsi esclusivamente della cura del fine vita). I fondamenti della cultura geriatrica • Alla triade descritta si deve aggiungere l’attenzione appropriata agli atti preventivi. L’invecchiamento in salute rimane un obiettivo (la maggior parte delle evidenze supporta i benefici degli interventi sullo stile di vita, specialmente per quanto riguarda dieta e attività fisica, che può essere utile ed efficace a controbilanciare alcune modificazioni fisiche che avvengono con l’invecchiamento nonché a migliorare la salute complessiva e la qualità della vita). I fondamenti della cultura geriatrica La geriatria si sviluppa all’incrocio di tre forze: •A) Gerontologia (sia di base che applicata) •B) Gestione della patologia cronica (prevalentemente la multimorbilità) •C) Cure di «fine vita» e •D) Invecchiamento in salute (prevenzione) Aspetti negativi dell’invecchiamento Disabilità: BADL: IADL: Depressione: Depressione Maggiore Depressione Minore Disturbo Bipolare Distimia Demenza: AD VD LBD altre 10 50 (90) (50) 30-40 5-10 5-25 10-25 2 (60-70) 10 50 20 10 30 (90) Fondamenti della geriatria: A) Gerontologia (sia di base che applicata) La composizione corporea-L’equilibrio tra disponibilità e domanda di energia-I network che mantengono l’omeostasi-La neurodegenerazione B) Gestione della patologia cronica (prevalentemente la multimorbilità) Comorbilità-Multimorbilità (soma e psiche) Fragilità Disabilità Dipendenza C) Cure di «fine vita» D) Invecchiamento in salute (prevenzione) I bisogni e i luoghi della cura Praxis (what is a geriatrician?) 1. Provide patient-centered care that optimizes function and/or well-being 2. Prioritize and manage the care of older patients by integrating the patient’s goals and values, comorbidities, and prognosis into the practice of evidence based medicine 3. Assist patients and families in clarifying goals of care and making care decisions 4. Prevent, diagnose, and manage geriatric syndromes 5. Provide comprehensive medication review to maximize benefit and minimize number of medications and adverse events 6. Provide palliative and end-of-life care for older adults 7. Coordinate health care and healthcare transitions for older adults with multiple chronic conditions and multiple providers 8. Provide geriatrics consultation and comanagement 9. Skillfully facilitate a family meeting 10. Collaborate and work effectively as a leader or member of an interprofessional healthcare 11. Teach the principles of geriatrics care and aging-related healthcare issues to professionals, patients, families, healthcare providers, and others in the community 12. Collaborate and work effectively in quality improvement and other systems-based initiatives to assure patient safety and improve outcomes for older adults Fondamenti della geriatria: A) Gerontologia (sia di base che applicata) La composizione corporea-L’equilibrio tra disponibilità e domanda di energia-I network che mantengono l’omeostasi-La neurodegenerazione B) Gestione della patologia cronica (prevalentemente la multimorbilità) Comorbilità-Multimorbilità (soma e psiche) Fragilità Disabilità Dipendenza C) Cure di «fine vita» D) Invecchiamento in salute (prevenzione) I bisogni e i luoghi della cura Praxis (what is a geriatrician?) 1. Provide patient-centered care that optimizes function and/or well-being 2. Prioritize and manage the care of older patients by integrating the patient’s goals and values, comorbidities, and prognosis into the practice of evidence based medicine 3. Assist patients and families in clarifying goals of care and making care decisions 4. Prevent, diagnose, and manage geriatric syndromes 5. Provide comprehensive medication review to maximize benefit and minimize number of medications and adverse events 6. Provide palliative and end-of-life care for older adults 7. Coordinate health care and healthcare transitions for older adults with multiple chronic conditions and multiple providers 8. Provide geriatrics consultation and comanagement 9. Skillfully facilitate a family meeting 10. Collaborate and work effectively as a leader or member of an interprofessional healthcare 11. Teach the principles of geriatrics care and aging-related healthcare issues to professionals, patients, families, healthcare providers, and others in the community 12. Collaborate and work effectively in quality improvement and other systems-based initiatives to assure patient safety and improve outcomes for older adults 1. Provide patient-centered care that optimizes function and/or well-being Geriatricians provide comprehensive geriatric assessment and management, including health promotion and disease prevention, and work with patients, families, and caregivers and community resources to optimize a patient’s independence Perform and interpret a comprehensive geriatric assessment, and develop a comprehensive, patient-centered management plan. Know community resources and how to access them. Provide preventive health measures based on national standards and individualized to the patient’s prognosis and preferences; document clinical reasoning when screening differs from standard recommendations 2. Prioritize and manage the care of older patients by integrating the patient’s goals and values, comorbidities, and prognosis into the practice of evidence based medicine Geriatricians develop prioritized management plans for patients that take into account their prognosis, multiple chronic conditions, function, goals, and preferences and the strength and applicability of the medical evidence to older adults in general and to individual patients Consider patient preferences, comorbidity, function, prognosis, age-related changes in physiology, pharmacology, treatment efficacy and response, and psychosocial concerns in designing plans of care and in considering other consultants’ recommendations. Develop and implement a prioritized management plan individualized to patient’s current status and goals of care. Use prognostic tools and guidelines that recognize comorbidity and function. Have in-depth knowledge of diseases and disease prevention common to geriatric medicine. Critically review the medical literature for studies that are valid and applicable to the care of older adults. Demonstrate the ability to prioritize care, in a time-efficient manner during patient encounters. Document clinical reasoning when management differs from standard recommendations. 3. Assist patients and families in clarifying goals of care and making care decisions Geriatricians facilitate complex shared medical decision-making with patients and families by clearly communicating the patient’s situation, prognosis, and options; eliciting preferences, values, and concerns; and skillfully leading the discussion (see EPA 9: facilitating a family meeting) Use prognostic tools and guidelines that recognize comorbidity and function. Assess patients for capacity to make specific medical decisions and, if lacking, identify decision-maker. Consider specific cultural and health literacy differences in communication styles or approach to illness. Effectively educate patient and family regarding expectations, prognosis, follow-up plans based on anticipated expected course of disease, and barriers to health and recovery. Skillfully discuss and document care decisions, goals of care, and advance care planning with patients, families, and caregivers. Pattern di cura Intensivo • Inclusione: ogni tipo di terapia disponibile • Esclusione: nessuna • Razionale: la finalità è il prolungamento della vita Estensivo Di base Palliativo • Inclusione: la cura è domiciliare (compresa RSA) • Esclusione: rianimazione cardiopolmonare, Unità di Terapia Intensiva (è ammessa la subacuzie, se disponibile) • Razionale: l’ospedalizzazione spesso interferisce negativamente con lo stato funzionale e con il comfort del paziente • Inclusione: è indicata l’ospedalizzazione in corsia ordinaria • Esclusione: rianimazione cardiopolmonare, Unità di Terapia Intensiva • Razionale: a seguito della rianimazione cardiopolmonare o del ricovero in Unità di Terapia Intensiva si assiste a un irreversibile declino funzionale Solo comfort • Inclusione: ossigenoterapia, terapia del dolore (analgesici), anti-emetici, lassativi • Esclusione: trattamenti curativi • Razionale: il prolungamento della vita non è un obiettivo ragionevole • Inclusione: interventi di comfort, terapia antibiotica, esami semplici • Esclusione: rianimazione cardiopolmonare, Unità di Terapia Intensiva, esami invasivi • Razionale: la finalità del trattamento è il comfort, la funzione 4. Prevent, diagnose, and manage geriatric syndromes Geriatricians design and implement plans to prevent, diagnose, and treat geriatric syndromes (e.g., falls and dizziness; cognitive, affective, and behavioral disorders; pressure ulcers; sleep disorders; hearing and vision disorders; urinary incontinence; weight loss and nutritional concerns; constipation and fecal incontinence; elder abuse) in older persons in every setting of care Have a high index of suspicion and regularly screen for geriatric syndromes and their risk factors. Consider the possibility of multiple predisposing and precipitating etiologies for each syndrome. Design and implement a setting of care appropriate plan that includes the patient/family/caregiver, appropriate involvement of other team members or specialists, and community or institutional resources. 5. Provide comprehensive medication review to maximize benefit and minimize number of medications and adverse events Geriatricians review all over-the-counter and prescribed medications to ensure there is a current indication and a target outcome, use the principles of geriatric pharmacology to select medications and doses, and always consider medications as a possible contributor when patients present with new symptoms or geriatric syndromes Perform comprehensive medication review and reconciliation to ensure continued indication, minimize duplications, maximize adherence and prevent iatrogenic events. Justify medication regimen based upon indications, age-related changes in pharmacokinetics and pharmacodynamics, common lists of medications to be avoided or used with caution in older adults, and consideration of benefits and risks, particularly when prescribing a newly released medication. When a patient presents with a new symptom or geriatric syndrome, investigate whether a medication(s) is contributing. Individualize pain control using pharmacological and nonpharmacological strategies based on the etiology and chronicity of the patient’s pain. Prescribe pain medications with instructions and methods to prevent common complications 6. Provide palliative and end-of-life care for older adults Geriatricians identify patients with serious illness who are likely to benefit from palliative or hospice care, including those with noncancer diagnoses (e.g., congestive heart failure, chronic obstructive pulmonary disease, dementia). They regularly reassess goals of care, effectively treat most pain and nonpain symptoms, and refer to hospice or palliative medicine specialists as needed. Assess and provide care to patients at end of life; refer to hospice or palliative medicine specialist as needed. Treat pain and nonpain symptoms to decrease suffering. Regularly reassess goals of care to recognize patients likely to benefit from palliative or hospice care. Il fine vita ha un esito scontato Problemi che si presentano al personale che assiste il malato alla fine della vita -Trattare o meno un’infezione nella fase terminale? -Iniziare, proseguire, ridurre, sospendere l’alimentazione artificiale? -Continuare a curare giornalmente le piaghe da decubito, anche se le condizioni del malato peggiorano rapidamente e la medicazione intensifica il dolore? Death and dying and their place in geriatric medicine In the earliest days of our geriatrics unit at Elmhurst Hospital, I attended a several-day course in New York City directed by Elisabeth Kubler-Ross, MD, of the University of Chicago, a psychoanalyst and Holocaust survivor and the author of the prize-winning and innovative book On Death and Dying. After the inspiring experience of spending days in her presence, in 1970 I created an end-of-life unit within the 100-bed nursing home at Mt. Sinai City Hospital at Elmhurst. After months of effort, an incompatibility emerged. It became clear that the nursing, medical, and social service staff needed for appropriate care of individuals at the end of their lives were not necessarily the same as those who had chosen to work in geriatrics. The stress led us to close the unit. More recently I have stated that palliative care is a skill that all physicians should have, but the focus of geriatrics is to enhance the remaining years of life, whereas the focus of palliative care appears (understandably) to be to ease the road toward death. All physicians should be adept at palliative care, but because its goals are to ease and possibly expedite death and the goals of geriatric medicine are generally to enhance the last years of life, it seems plausible that different specialists and different institutional programs should be specializing in Geriatrics from those specializing in palliative care. Dan Callahan, retired president and founder of the Hastings (NY) Center on Medical Ethics, writing recently in the New York Times, suggested an immediate cessation in research in aging and perhaps expediting the end of life of ill and very old persons. Although that would save money, it does not do much for our sense of life, hope, or the affectionate feelings experienced by and toward old people—loving their adult children and affection toward their grandchildren and great grandchildren. Expedited death is not an admirable answer to society’s population dilemma. We need to continue to show affection to others while we grapple with population pressures. Any society can conclude that death is an answer to costly life. Indicato hospice Polmonite ab ingestis, setticemia, infezione delle vie urinarie, febbre ricorrente e resistente alla terapia antibiotica, inefficacia di NET Le cure di fine vita dei pazienti affetti da demenza molto grave o terminale • Le linee guida – – – – – Valori e preferenze Valutazione interdisciplinare Trattamento dei sintomi-segni I luoghi della cura La formazione Valori e preferenze CONDIZIONE Un soggetto affetto da demenza grave o terminale residente al proprio domicilio o in RSA, oppure ricoverato in una divisione ospedaliera per un problema medico acuto o riacutizzato o per un intervento chirurgico d’urgenza, che si ritiene esiti nel decesso e per la quale non esiste alcun trattamento che possa modificare l’outcome in modo sostanziale INTERVENTO Deve, come per qualsiasi persona, ricevere una cura ispirata ai suoi valori e alle sue preferenze. PROCESSO La valutazione deve, laddove possibile, far riferimento a precedenti conversazioni col paziente (più facili per il medico di famiglia) oppure da colloqui i più approfonditi possibile con i familiari. RAZIONALE La dignità della persona mantiene la sua primaria rilevanza anche nel paziente affetto da demenza terminale. Il modello ottimale di cura di ogni paziente, non solo del paziente morente, si fonda sulla relazione. Quando questa non è possibile la responsabilità del medico nell’atto di cura assume una particolare rilevanza che rende implicita la conoscenza e la sensibilità verso i bisogni e i valori della vita precedentemente espressi. Valutazione interdisciplinare CONDIZIONE INTERVENTO Un soggetto affetto da demenza grave o terminale residente al proprio domicilio o in RSA, oppure ricoverato in una divisione ospedaliera per un problema medico acuto o riacutizzato o per un intervento chirurgico d’urgenza, che si ritiene esiti nel decesso e per la quale non esiste alcun trattamento che possa modificare l’outcome in modo sostanziale Deve essere valutato collegialmente (interdisciplinariamente) al fine di rilevare tutti i suoi bisogni e quella della sua famiglia PROCESSO La valutazione dovrebbe riguardare i seguenti ambiti: 1. Medico 2. Infermieristico 3. Sociale 4. Familiare 5. Spirituale RAZIONALE Ogni membro del team di cura porta i contributi della sua disciplina che meglio consentono di alleviare la sofferenza del paziente. Assieme forniscono la cura più adeguata per il paziente e assistono i familiari nell’affrontare la morte del congiunto (i familiari sono allo stesso tempo parte dell’equipe avendo un ruolo primario nell’erogazione dell’assistenza). Anche il supporto ai familiari nel periodo che fa seguito al decesso del paziente rappresenta un aspetto della cura del morente. Trattamento dei sintomi-segni CONDIZIONE INTERVENTO Un soggetto affetto da demenza grave o terminale residente al proprio domicilio o in RSA, oppure ricoverato in una divisione ospedaliera per un problema medico acuto o riacutizzato o per un intervento chirurgico d’urgenza, che si ritiene esiti nel decesso e per la quale non esiste alcun trattamento che possa modificare l’outcome in modo sostanziale Deve essere valutato in relazione alla presenza e all’intensità di sintomi, indipendentemente dalla gravità della demenza. Poiché il paziente affetto da demenza grave non è in grado di esprimere sintomi in modo cosciente, la sistematica ricerca dei segni di sofferenza deve essere guidata sia dall’esperienza del curante, che dalla relazione con i familiari che hanno assistito per lungo tempo il paziente e che sono pertanto in grado di riconoscere i bisogni inespressi (vedi ad es. diagnosi dolore). PROCESSO La valutazione dovrebbe riguardare i seguenti ambiti: 1. Respiro 2. Alimentazione/idratazione 3. Alvo/minzione 4. Sonno e agitazione 5. Dolore (polmonite ab ingestis, sepsi, infezione vie urinarie, febbre ricorrente e resistente alla terapia antibiotica, inefficacia di NET) RAZIONALE Nella cura palliativa il dolore, la dispnea, la stipsi e gli altri sintomi devono essere sistematicamente trattati, con la finalità di ridurne la gravità se non il completo controllo nella totalità dei pazienti. Il controllo dei sintomi (segni) deve essere intensivo e finalizzato al massimo comfort, anche se, in rari casi, il trattamento può accelerare la terminalità. I luoghi delle cure CONDIZIONE INTERVENTO Un soggetto affetto da demenza grave o terminale residente al proprio domicilio o in RSA, oppure ricoverato in una divisione ospedaliera per un problema medico acuto o riacutizzato o per un intervento chirurgico d’urgenza, che si ritiene esiti nel decesso e per la quale non esiste alcun trattamento che possa modificare l’outcome in modo sostanziale Deve avere garantita le cura palliativa indipendentemente dal luogo in cui è attualmente assistito. PROCESSO In ogni luogo di cura (domicilio, ospedale, RSA, Hospice) la prassi della cura palliativa può e deve essere adottata. Le cure palliative non richiedono procedure tecnologiche specifiche. Il tempo da dedicare alla famiglia è molto importante. RAZIONALE Le famiglie spesso sono condizionate da fattori extraclinici nella scelta dei luoghi delle cure palliative. Ogni paziente affetto da demenza grave o terminale deve poter ricevere cure palliative adeguate al proprio domicilio, in ospedale, in RSA, in Hospice in relazione ai desideri precedentemente espressi, senza che l’inadeguatezza di un luogo assistenziale produca discontinuità. La formazione CONDIZIONE INTERVENTO PROCESSO Un soggetto affetto da demenza grave o terminale residente al proprio domicilio o in RSA, oppure ricoverato in una divisione ospedaliera per un problema medico acuto o riacutizzato o per un intervento chirurgico d’urgenza, che si ritiene esiti nel decesso e per la quale non esiste alcun trattamento che possa modificare l’outcome in modo sostanziale Deve poter contare su medici e professionisti della salute in grado di erogare il massimo livello qualitativo di cure palliative indipendentemente dal luogo in cui è attualmente assistito. In ogni luogo di cura (domicilio, ospedale, RSA, Hospice) i medici e gli altri professionisti della salute devono ricevere sistematicamente una formazione specifica sulla sulla cura migliore del paziente terminale affetto da grave demenza. RAZIONALE Negli ultimi anni si è prestata un’attenzione sempre maggiore alla formazione alla cura palliativa dei pazienti morenti. Le facoltà mediche, le facoltà infermieristiche, le scuole per operatori professionali operanti nel mondo della salute, danno tuttavia ancora oggi insufficiente importanza alle necessità di preparare i loro studenti ad un lavoro assistenziale a contatto quotidiano con la sofferenza umana e la morte. La formazione non ha inoltre raggiunto livelli ancora soddisfacenti nella maggior pare dei luoghi di cura. L’equipe di cura richiede in particolare una formazione specifica sulla terapia dei sintomi (dolore e sedazione), sugli aspetti etici, sul lavoro multidisciplinare. I medici devono essere formati nella comunicazione delle “cattive notizie”, nella discussione con I familiari sulle preferenze del paziente, nella capacità decisionale autonoma. Devono inoltre essere formati alla funzione di supporto familiare nelle prime fasi del lutto. 7. Coordinate health care and healthcare transitions for older adults with multiple chronic conditions and multiple providers Geriatricians identify appropriate care settings that meet the needs of a patient and recognize when transition to a different setting is needed. They provide care for patients during these transitions in a manner that ensures continuity for the patient and works to optimize the care of that patient by future caregivers Seek and incorporate input from patients’ medical specialists, interprofessional team members, and the patient, family, and caregivers to optimize plan of care. Identify appropriate care settings that meet the needs of a patient and recognize when transition to a different venue is needed. Develop prioritized care plans appropriate to the care setting, including accessing site-specific resources. Oversee medical care transitions across multiple delivery settings including ambulatory, subacute, acute, rehabilitation, long-term care, and hospice. Whenever transferring care, provide the next caregiver with an assessment of patient’s medical conditions, cognition and function, reconciled medications, code status, goals of care discussions, pending study results, and follow-up needs. 8. Provide geriatrics consultation and comanagement Geriatricians respond to requests for consultation or comanagement with explicit recommendations that reflect the patient’s prognosis, multiple chronic conditions, function and goals, and provide guidance to providers and patients, families, and caregivers Provide care with attention to age-related changes in physiology, function, treatment efficacy and response, medication management, and psychosocial issues. Perform preoperative assessments for older adults and document specific perioperative management recommendations to improve patient care and safety based on type of surgery and patient characteristics. When appropriate, address goals of care with patient, family, and caregivers. Synthesize, prioritize, and formulate recommendations that consider prognosis, comorbidity, and patient and family goals. Communicate recommendations clearly with requestor or comanagement team and patient or family. 9. Skillfully facilitate a family meeting Geriatricians skillfully facilitate family meetings by providing a safe and culturally appropriate environment and when eliciting patient and family values, goals, and preferences or negotiating goals of treatment, use advanced communication skills (e.g., jargon-free language, nonverbal behavior, response to emotion, conflict mediation) Demonstrate advanced communication skills (language choice, cultural awareness, nonverbal behavior, response to emotion, conflict mediation) when eliciting patient and family values, goals, and preferences; when negotiating goals of treatment; and when communicating with other healthcare providers. Assess and incorporate family and caregiver needs and limitations, including caregiver stress, into patients’ management plans. If appropriate, counsel patients, families, and caregivers about the range of options for palliative and end-of-life care, including pain management, artificial nutrition and hydration, and hospice care. 10. Collaborate and work effectively as a leader or member of an interprofessional healthcare team Geriatricians lead and work within interprofessional healthcare teams in multiple settings of care to improve patient outcomes through coordination, collaboration, and mutual understanding. They recognize situations when team leadership should reside with other members of the interprofessional team Allow team leadership to reside with the appropriate team member depending on the goal of a team meeting. Demonstrate respect for the members of the interprofessional healthcare team. Elicit team input and manage diverse beliefs and opinions, using these constructively in negotiating an optimal care plan. Provide and receive feedback constructively. 11. Teach the principles of geriatrics care and aging-related healthcare issues to professionals, patients, families, healthcare providers, and others in the community Geriatricians teach patients, physicians-in-training, other healthcare professionals, and lay audiences principles of geriatrics care; identify and adjust teaching messages based on the audience; and supervise trainees providing constructive feedback. Teach patients, physicians-in-training, and other healthcare professionals about the principles of geriatric care and the geriatric syndromes. Identify and adjust teaching messages and strategies to context, learners, and environment. Respond to and answer learners’ questions or comments. Demonstrate ability to supervise trainees by assessing learner understanding and skill and then providing constructive feedback. Provide appropriate balance between supervision and autonomy of trainees. 12. Collaborate and work effectively in quality improvement and other systems-based initiatives to assure patient safety and improve outcomes for older adults Geriatricians identify real and potential problems threatening older adults’ safety and outcomes, notify the appropriate person or entity, and initiate or participate in system improvement efforts to improve care. They advocate to improve care and communication within complex systems such as the hospital and with other service care providers Regularly look for systems-remediable problems when identifying deficiencies in patient care and identify improvement strategies. Participate in quality improvement efforts or a systems-based initiative to enhance the quality of care for older adults. Demonstrate understanding of a variety of metrics (quality indicators) used for evaluation of quality improvement or systems-based initiatives concerning care of older adults. Advocate for quality patient care and assist patient, family, and caregiver to navigate system complexities (e.g., facilitate communication between patient, family, and caregivers and service care providers such as home care, hospital administration). Il percorso diagnostico-terapeutico 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. Definizione del motivo di accesso al medico (perché?) Assessment Valutazione clinica “classica” Formulazione della diagnosi (patologia indice + comorbilità, multimorbilità) Aspettative del paziente e della famiglia Confronto con i fondamenti teorici e scientifici della medicina Prognosi Piani di intervento secondo una scala di priorità e definizione degli end point Valutazione rischio-beneficio Definizione dei luoghi e dei tempi della cura Sostenibilità psicologica, organizzativa ed economica Terapia (acuta o prolungata) Controllo dei risultati Adeguamento e proseguimento degli interventi