GUATEMALA - 1° semestre 2011 1) QUADRO MACROECONOMICOA) Andamento congiunturale e rischio Paese Nel primo semestre 2011, in continuità con il 2010, il Paese ha registrato una moderata ripresa economica, favorita dal miglioramento delle condizioni nei mercati internazionali. In generale si osserva una crescita riconducibile principalmente alla maggiore diversificazione delle esportazioni, alla ripresa dell'afflusso delle rimesse familiari, ad un consolidamento delle riserve monetarie nette e, infine, alla vigenza di un tipo di cambio flessibile. In ogni caso il Paese, in termini di aumento del PIL, non ha ancora ritrovato lo slancio degli anni precedenti la crisi. In questo quadro, vanno ricordati i due eventi catastrofici avvenuti nel 2010, il cui impatto negativo sull'attività economica si è prolungato durante il primo semestre 2011: la tormenta tropicale Agatha (tra il 29 e il 30 maggio 2010) e l'eruzione del Vulcano Pacaya (avvenuta il 27 maggio 2010). Secondo gli studi effettuati nel 2010 dalla Commissione Economica per l'America Latina e i Caraibi (CEPAL) sui danni e le perdite provocate dagli anzidetti fenomeni naturali, gli eventi in parola hanno determinato una riduzione del PIL dello 0,5%. Un'analisi macroeconomica soddisfacente del Guatemala non può prescindere dal considerare l'importanza che il Paese riveste all'interno della regione centro-americana: con una popolazione stimata per il 2011 di 14,707 milioni di abitanti residenti (da aggiungere al milione e mezzo di emigrati negli Stati Uniti[1]), il Guatemala detiene il 34,3% del totale dell'economia della regione[2]. Dal punto di vista commerciale il Guatemala costituisce poi uno dei principali battenti di apertura a tutto il mercato nordamericano, essendo Stati Uniti e Messico tra i primi partners commerciali del Paese. Nonostante la certezza della tendenza positiva delle stime fornite dalla Banguat, sono molti i segnali che, nell'ambito di un'analisi dell'attività economica del Paese, contrastano con una visione ottimistica sulla stabilizzazione. Il credito bancario e gli indicatori di impiego nelle imprese, pur alla luce dell'espansione registrata negli ultimi 2 semestri, non riescono ancora a raggiungere i livelli auspicabili, il deficit fiscale aumenta a un ritmo consistente ed il saldo della bilancia commerciale del Guatemala si è rivelato meno favorevole rispetto all'anno precedente. L'insieme di questi fattori sembra indicare che nonostante gli indicatori aggregati di produzione e le entrate siano migliorati, sussistono elementi strutturali e congiunturali che mettono a rischio il raggiungimento di una stabilizzazione economica sostenibile nel breve-medio periodo. Secondo i principali osservatori, a mettere in pericolo la corsa alla ripresa economica del Guatemala durante il 2011 concorrono, inoltre, una serie di fattori interni, legati in particolare alle elezioni politiche che si terranno l'11 settembre 2011, le quali hanno indotto ad un rallentamento dell'operato dell'organo legislativo guatemalteco nell'approvazione di leggi in materia di competitività, e ad una perdita di fiducia dei consumatori. Ulteriori timori per la crescita economica sono connessi all'andamento dell'economia statunitense, all'alto tasso di disoccupazione all'interno dei Paesi sviluppati, e all'alto debito pubblico di alcuni Paesi europei che potrebbe mettere a rischio il recupero della fiducia nel sistema finanziario internazionale. In conclusione, lo sviluppo dell'economia del Paese non potrà essere sostenibile se non si metterà mano all'abbattimento di una serie di vincoli ed ostacoli in materia fiscale, di spesa pubblica e di competitività. L'agenda economica del Guatemala deve volgere, ancora più insistentemente, la propria attenzione su temi che da decenni, ormai, giacciono inerti all'attenzione del Parlamento e della società guatemalteca minando le potenzialità di sviluppo del Paese, tra cui spiccano il potenziamento dell'istruzione secondaria, la diminuzione della denutrizione infantile, l'incremento degli investimenti nelle infrastrutture, il miglioramento della competitività dell'economia e la riduzione dei fatti di violenza. Il raggiungimento di tali obiettivi non può prescindere da una riforma fiscale che preveda l'ampliamento dell'imposizione tributaria ed una maggiore trasparenza ed efficienza nelle operazioni di spesa pubblica. Prospettive economiche per il secondo semestre 2011 Lo scorso 8 giugno la Banca Centrale del Guatemala (Banguat) ha rialzato le stime di crescita per l'anno in corso. La Banguat ha innalzato la forbice dei tassi di crescita che il Paese dovrebbe centrare a fine anno, le stime riguardanti l'aumento del PIL sono comprese tra il 2,9% ed il 3,5%[3], ritoccate al rialzo rispetto alla valutazione iniziale di una crescita tra il 2,6% ed il 3,2%. Tali ottimistiche previsioni sono state confermate dalla Banca Mondiale, la quale a sua volta ha rivisto le prospettive di 0,6 punti passando da un tasso stimato di crescita previsto del 2,5% ad un 3,1%. Nel corso del 2011 prosegue quindi la ripresa economica già registrata nel 2010, l'espansione del PIL sembra trovare un nuovo slancio, anche se il tasso di crescita è lungi dai livelli raggiunti prima della crisi (nel 2007 era del 6,3%). Secondo le stime di Banguat, la dinamica positiva del PIL sarà trainata dalla vivacità dei servizi privati, i quali dovrebbero crescere del 4% durante il 2011. In generale, quasi tutti i settori beneficeranno di un buon andamento anche se occorre segnalare il rallentamento dell'industria manifatturiera le cui previsioni di crescita si attestano al 2,9% contro il 3,2% del 2010. Tale rallentamento sarebbe dovuto ad un minor dinamismo nella produzione di alimenti, tessuti e vestiti. L'unico settore che, ad eccezione degli altri, registra un segno negativo, è quello delle costruzioni, il quale secondo le previsioni Banguat avrà una flessione pari al -1,4%. In materia di prezzi, Banguat ha fissato la meta dell'inflazione tra il 4% ed il 6%. Quest'obiettivo coincide con le previsioni inflazionistiche per il 2011 degli analisti del Fondo Monetario Internazionale. Secondo quanto riportato dall'Economist nel "Country Report” pubblicato a giugno 2011, il Paese non riuscirebbe a centrare il target inflazionistico a causa della pressione esercitata dall'aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali, della volatilità del tasso di cambio e dell'espansione della spesa pubblica. L'elemento che potrebbe complicare la stabilità macroeconomica è l'ammontare del deficit fiscale, che, secondo il FMI, si attesterà al 3% del PIL, leggermente inferiore al 3,3% del 2010. Per risolvere questo problema che minaccia l'equilibrio macroeconomico e quindi la possibilità di creare le condizioni di certezza necessarie per accrescere e mantenere il finanziamento dei vari programmi sociali è stata consigliata da vari organismi internazionali l'urgente approvazione di una riforma fiscale che dovrebbe essere accompagnata da una maggior prudenza nell'indebitamento pubblico, oltre che da un'efficienza e trasparenza nell'utilizzo della spesa pubblica.