P.O.R. F.E.S.R. LIGURIA 2007-2013
OBIETTIVO COMPETITIVITA’’ E OCCUPAZIONE
LA CONGIUNTURA INTERNAZIONALE E LE
PROSPETTIVE A BREVE
Dott. Giuseppe Tantazzi
Genova, 21 novembre 2012
Scenari macroeconomici
FMI
PIL
2006
2011
2012
2013
5,4
3,8
3,3
3,6
1,6
1,3
1,5
1,4
-0,4
0,2
Giappone
-0,8
2,2
1,2
Regno Unito
0,8
-0,4
1,1
Mondo
Paesi avanzati
Area dell’euro
2,7
Stati Uniti
3,3
1,8
2,2
2,1
Paesi emergenti
8,0
6,2
5,3
5,6
2,7
1,5
4,0
Brasile
Cina
10,7
9,2
7,8
8,2
India
9,2
6,8
4,9
6,0
4,3
3,7
3,8
5,8
3,2
4,5
Russia
Commercio mondiale
9,0
(variazioni percentuali del PIL sull’anno precedente)
Rispetto a 6 anni fa c’è un
fortissimo rallentamento
dell’economia mondiale.
Fattori di incertezza sull’evoluzione della crisi
Lo scenario dell’economia mondiale è difficile da decifrare per la
complessità delle relazioni che si sono instaurate a seguito della
globalizzazione nelle varie macroaree che compongono il “mondo”.
Nell’anno in corso le previsioni di crescita sono state riviste al
ribasso.
Sono presenti rischi elevati connessi con:
- l’incertezza sugli sviluppi nell’area dell’Euro (crisi dei debiti
sovrani);
- l’intensità del rallentamento nelle economie emergenti;
- la politica di bilancio USA (fiscal cliff) (DP/PIL oltre il 90%)
- l’acuirsi delle tensioni nel Medio Oriente
L’area dell’euro
L’attività economica è diminuita nel secondo e terzo trimestre 2012.
Resta dipendente dall’andamento dell’interscambio con l’estero.
L’indicatore ciclico dell’area euro €.coin:
- fotografa bene l’andamento della situazione nell’area;
- viene pubblicato mensilmente;
- fornisce in tempo reale una stima sintetica del quadro congiunturale
corrente nell’area dell’euro;
- esprime tale indicazione in termini di tasso di crescita (trimestrale) del PIL;
- l’ultima stima relativa al mese di ottobre è attestata a -0,29% (-0,32% a
settembre).
L’area dell’euro
L’area dell’euro
- Sulla dinamica del PIL ha inciso l’indebolimento della domanda
interna frenata dal calo dei consumi delle famiglie e degli investimenti.
Il contributo della crescita della domanda estera è positivo.
- In un quadro di rallentamento generalizzato si confermano rilevanti
divari di crescita tra i maggiori Paesi dell’area.
- Un aspetto fra i più evidenti della recessione è la condizione del mercato
del lavoro: la disoccupazione è attorno all’11,6%.
- Le previsioni di crescita più recenti del PIL nell’area dell’Euro hanno
confermato una flessione per il 2012 dello 0,4%. Quelle per il 2013 sono
attestate allo 0,2-0,3%.
L’Italia
- L’attività economica ha continuato a ridursi nei primi due trimestri
dell’anno (-0,8%) a causa della debolezza della domanda per consumi
(-3%) e degli investimenti.
- Secondo l’ISTAT il PIL è stimato in diminuzione per questo anno del
2,3% e dello 0,5% nel 2013.
- Per il 2013 la “forchetta” delle previsioni varia a seconda dei centri di
ricerca: generalmente di segno negativo, tranne l’UE (+0,4%).
- La discesa del PIL comincia a rallentare.
L’Italia
- Esistono forti fattori di rischio legati a variabili esterne
(rallentamento del commercio mondiale, riacutizzarsi delle tensioni sui
mercati internazionali) e interne (l’intervento di finanza pubblica in via
di definizione).
- Negative anche le prospettive sul fronte del lavoro, con un tasso di
disoccupazione che, secondo l’ISTAT, potrebbe portarsi all’11,4% nel
2013 (dal 10,6% previsto per questo anno).
-- Il PIL dovrebbe smettere di diminuire nel 2013.
Considerazioni sulla crisi
- La crisi che stiamo attraversando a livello globale ha natura strutturale ed
è profonda (quanto tempo durerà ancora ?).
- Altro dato certo è la sua intensità: la Seconda Grande Depressione
(Reinhart e Rogoff).
- Partita dagli USA ha contagiato tutto il mondo e ha pesantemente influito
sull’economia reale.
- Per l’Italia gli effetti sull’economia sono stati più intensi rispetto a quelli
avvertiti in altre economie europee paragonabili (Francia) perché venivamo
da un decennio di bassa crescita con problemi strutturali per troppo
tempo trascurati (andamento della produttività, elevato rapporto debito/PIL
con conseguente necessità di forti oneri per far fronte al debito, …)
Considerazioni sulla crisi
- L’andamento dello spread ha messo in evidenza le criticità richiamate in
tutta la loro crudezza.
- Abbiamo evitato un precipizio finanziario giusto un anno fa.
-Visco: per il nostro Paese “occorrono due azioni di politica economica
obbligate e collegate tra loro: mettere il bilancio pubblico su una dinamica
sostenibile e credibile; rianimare la capacità di crescita dell’economia
attraverso incisive riforme strutturali”.
- Occorre tempo e un’azione coordinata tra i Paesi dell’euro per
rispondere alla crisi: importante banco di prova sarà il vertice sul progetto
di bilancio comunitario 2014-2020 di domani e dopodomani.